Stream.TV Chicco

Ogni tanto ci si chiede cosa possa fare un “diversamente abile” con un computer, o meglio con un Mac, io direi praticamente TUTTO.
Che la tecnologia sia qualcosa di fantastico ne sono sempre stato un fautore, ma oggi ne apprezzo aspetti veramente incredibili. Chi l’avrebbe mai detto che il “nostro” Chicco da “affamato” ed “inguaribile” appassionato di tecnologia ci avrebbe sorpreso creando una Web TV? (Tutti ok :-P)
In ogni caso un applauso ad una persona che fa sentire la sua voce dimostrando che con la tenacia e la voglia di fare si possono disintegrare molte delle barriere che ad una prima analisi possono sembrare insormontabili.
…segueMa entrando nello specifico del servizio di USTREAM.TV non si può che rimaner colpiti dalla qualità del servizio, decisamente valido e completo. La qualità è buona, è presente una chat di supporto, la possibilità di effettuare uno screen capture di ciò che avviene sul proprio Mac / PC, aggiungere elementi decorativi e/o testi animati ed ovviamente trasmettere le immagini dalla propria WEBCAM. Il tutto in modo estremamente dinamico e semplice. Attraverso un semplice browser internet sarà possibile assistere alla TV. Lo steaming audio è di una qualità più che buona, tanto da poter “ascoltare” musica.
Le potenzialità di questo sistema possono essere veramente enormi, un esempio è certamente la possibilità di effettuare real time dei video tutorial per un nutrito numero di utenti, ma ovviamente con tutta la multimedialità fusa in questo sturmento si possono immaginare servizi di molteplice varietà; un altro esempio molto interessante è senza dubbio la possibilità di creare dei podcast con interventi dal “pubblico” via chat.

Cosa c’è di meglio di un video che mostri le potenzialità della risorsa?
Vi lascio in compagnia di Chicco in un breve video.

—Highlander (Oggi Chicco vive il suo essere speciale insieme al Mac, cura un Blog ed i suoi famosi PodCast).

Dal Commodore al Mac, passando per il PC

Come promesso nella newsletter del 28 giugno ecco pubblicata la prima testimonianza di uno switcher, ossia “un utente che cambia Sistema Operativo per ragioni secondo lui ineccepibili”. Nel panorama Mac lo switcher è molto diffuso, sono infatti numerosissimi gli utenti che abbandonano Windows per passare al Mac, ma c’è anche chi da Linux approda alla nostra piattaforma. Con questo non vogliamo dire che non avvenga il contrario, ma in vita mia non ne ho mai conosciuto uno.
“La mia esperienza con l’informatica comincia col mio splendido Commodore 64 con il quale passavo interi pomeriggi a cercare di creare schermate con disegni in movimento al posto di fare i compiti… Ma comunque veniva usato per gioco (ore ad aspettare il caricamento della cassetta, a scrivere il numero del contatore per farla partire al punto giusto!) poi mi ritrovai alle superiori, a passare due anni ad imparare la posizione dei tasti per scrivere senza guardare la tastiera (trattamento Testi, che noia…), il computer cominciava già a stancarmi stiamo parlando di Windows 3.1 con il tecnico sempre presente a risolvere i problemi delle macchine che non andavano.
…segueFacciamo un balzo temporale a quando ho cominciato veramente a lavorarci, la naja! Mi ritrovo, senza volerlo, a fare il furiere, con questi due computer windows 98, a mia disposizione; comincio a prendere familiarità e a combinare innumerevoli casini, ma grazie al volontario della gestione informatica della caserma (grazie Ivan per le notti passate in bianco) riusciamo quasi sempre a risolvere ed è con lui che sento parlare per la prima volta del Macintosh, questo super computer che non si impalla e da pochissimi problemi, ma che avrà di diverso mi chiedo io…
Ecco che arriva il mio portatile, Windows (e chi c’e li ha i soldi per un Mac…)!
Mi collego col mio 6600 e scopro Internet, bello sì, ma tornano i problemi… dal 2002 al 2007 ho formattato i miei portatili circa due volte l’anno!
Tragedia! A febbraio 2007 arrivano i ladri, mi entrano in casa e mi portano via tutto! Disperato senza il mio giocattolo decido di risparmiare, comprarmene uno serio e fare una bella assicurazione.

Finalmente il 7 luglio mi arriva il mio MacBook :-))
Lo apro e mi soffermo sull’aspetto, CHE FIGATA!
Che dire del mio Mac, qualche problemino c’è, ma nulla di irreparabile, e poi solo utilizzandolo ci si accorge della sua semplicità d’uso.
È arrivato per me il momento di dire basta con le ore di attesa per il defrag, lo scandisk, l’aggiornamento e la scansione di Norton!
Da non trascurare infine la solidarietà tra i MacUser, a volte quasi commovente”.

Roberto Calì (oggi usa il Mac con amore e potete conoscerlo nella MacList).

Con iMaccanici, la ram al prezzo più basso!

BuyDifferent.it è un sito di e-commerce nato da una costola del gruppo Panta Rei solo alla fine del 2003, ma già punto di riferimento per il mercato delle memorie destinate ai Macintosh. Sappiamo benissimo quanto siano esigenti i computer Apple in termini di memoria ram, i moduli devono rispettare precise specifiche di costruzione per funzionare in maniera corretta, ecco perché costano di più e non sempre si trovano a prezzi onesti.
Il punto di forza del negozio virtuale sta nei prezzi particolarmente bassi delle memorie per Mac, ma anche di altri prodotti di storage e memorie solid state. L’elevata capacità di marketing si è evidenziata nel corso della sua storia, qualcuno ancora ricorda l’annuncio della chiusura del sito, dimostratasi un’ottima mossa commerciale e pubblicitaria.
Alessandro Palmisano, responsabile marketing di BuyDifferent, ha deciso di puntare sulla community iMaccanici per la promozione della prima settimana di Luglio, che prevede un ulteriore sconto del 5% sui prezzi già convenienti di tutti i prodotti in vendita sul sito. Per ottenere lo sconto sarà sufficiente inserire il codice “imaccanici” all’interno del campo “riscuoti buono” che compare durante la procedura d’acquisto.
Ricordiamo che BuyDifferent effettua anche consegne in contrassegno, evitando i vincoli di utilizzo esclusivo tramite Carte di Credito, ma pagando comodamente il postino alla consegna della merce.

– OraCle

Information wants to be free

Information wants to be free scriveva Stewart Brand nel suo giornale The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della generazione di Steve Jobs: vi ricordate il famoso motto “Stay Hungry, Stay Foolish” (dal discorso ai laureati a Stanford)? Queste erano le parole della didascalia di una foto pubblicata sul giornale e che erano rimaste impresse, indelebili nella mente e nel cuore di Jobs.
Brand fu un autentico protointernauta. Brand ha sempre creduto nell’importanza della disponibilità delle informazioni, sicuro del fatto che il patrimonio del sapere e della conoscenza in genere dovesse essere condiviso dal numero più ampio possibile di persone.
E l’emancipazione sociale ha come chiave di volta proprio l’accessibilità della conoscenza a tutti.
…segueIl suo intento con il Whole Earth Catalog era quello di rendere disponibile agli uomini ogni sorta di informazione utile. Accessibilità come meme.. che fa il paio con sostenibilità: e giustapponendo allo scambio libero delle informazioni, la visione delle tecnologie come approccio dal punto di vosta ambientale per l’integrità e l’integrazione culturale, Brand afferma chiaramente che le più avanzate tecnologie non rappresentano il problema, ma casomai sono la soluzione a tanti problema esistenti.
Palese è l’incrollabile fiducia nell’uomo con la quale Brand sa guardare al domani. Alcuni hanno visto in lui solo un visionario affetto da tecno-utopismo, oppure forse Brand aveva visto guisto nel sostenere che se all’uomo venisse data la necessaria conoscenza, tutta l’informazione e gli strumenti di cui ha bisogno, egli sarebbe capace di dare una nuova forma più sostenibile al mondo che ha creato?
Innegabile il fatto che l’informazione è incredibilmente utile a chi la riceve e questo genera un dibattito stringente e senza fine sul prezzo, il copyright, la “proprietà intellettuale”, il diritto morale alla distribuzione che sono conseguenti all’arrivo di nuovi strumenti. Insomma una tensione crescente.

Nel settore delle nuove tecnologie vi sono sostanzialmente due tipi di licenze d’uso: le licenze che offrono la “libertà di parola” e quelle, chiamate proprietarie, che la tolgono.
La caratteristica delle prime è proprio quella di dare ai materiali assoluta libertà di copia, oltre che di studio e di modifica, permettendo a tutti di “entrare in gioco” senza alcuna discriminazione.
Di converso le licenze proprietarie vietano la copia del software, anche al solo fine educativo, impedendo lo studio e l’eventuale modifica della logica di funzionamento. Con queste licenze viene sottratto il diritto di parola all’utilizzatore al quale è permesso solo un uso passivo.
Noi siamo quelli della New generation, apparteniamo all’era del web 2.0 che è sinonimo di “conoscenza dal basso” e che ha come metafora della conoscenza quella del flusso.. in continua evoluzione e condivisione libera: siamo alle prese con shared workspaces. Siamo in navigazione verso il web 3.0 e siamo aperti su tutti i canali di comunicazione: email, sns, rss, tag, voIP. Siamo impegnati in una collaboration around informatione&people, un nuovo modo di pensare al lavoro con una nuova generazione di strumenti: piattaforme software, sistemi di comunicazione e dispositivi digitali.

A questo punto sembrano stagliarsi due posizioni:
quella di chi sostiene che “The free exchange of digital information that has defined the personal computer industry, is ending… [..]Microsoft also warned today that the era of “open computing”, the free exchange of digital information that has defined the personal computer industry, is ending.”(via dotgnu.org/danger.html) e questa (Woz.org) di chi ha fatto del libero scambio di informazioni il suo lifestyle, il suo meme: “WELCOME to a free exchange of information, the way it always should be”.

– Titti

Un portiere di gran classe

Gennaro Iezzo, un metro e ottantacinque centimetri di ragazzo stabiese, è dal 2005 il portiere del Napoli, la popolare squadra di calcio che vanta milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo.
Io e lui siamo quasi cresciuti insieme, fino all’età di 15 anni ci incontravamo settimanalmente nei pressi della chiesa di quartiere per passare il pomeriggio insieme ad altri amici coetanei. Una sola cosa ci divideva, la sua forte passione per il calcio nella mia totale indifferenza verso lo sport nazionale.
Mentre io cercavo di capire perché il mio Commodore 16 non riusciva a leggermi la cassetta che fino a ieri conteneva la mia autocostruita rubrica indirizzi, lui usava il suo zaino come palo di una porta immaginaria.
Bene, a distanza di 20 anni, quando le nostre strade erano già divise da un pezzo, una telefonata ha improvvisamente interrotto il silenzio.
…segue

Gennaro (per i tifosi “Superman Iezzo”) è un felice possessore di un MacBook pro, ma sfortunatamente si sente molto solo, circondato com’è da Win User. Tuttavia, grazie ad internet ha scoperto l’esistenza di un gruppo, anzi direi che è il caso di dire una squadra sulla quale contare. Noi, modestamente.
Come mai hai comprato un Mac? “Non lo so, m’è piaciuto per l’interfaccia grafica e da allora non ho mai avuto problemi ad usarlo, a casa ho anche un PC con XP, ma da quando ho il Mac l’ho praticamente abbandonato”.
In un’intervista sulla Gazzetta dello Sport disse: “Ho realizzato il sogno della mia vita, difendere la porta del Napoli. E adesso scopro anche che il sogno era meno bello della realtà. Perché difendere la porta allo stadio San Paolo è un qualcosa di davvero incredibile: i tifosi partenopei sono eccezionali, inimitabili, fanno sentire anche noi giocatori personaggi unici e fortunati”.
Gennaro, benvenuto nel club più maccanico della Campania, e continua a divertire i tuoi tifosi!

– Oracle

Novità dal WWDC 2008: iPhone in Italia!

Al Moscone West, inizia il Keynote di Steve Jobs, l’uomo che ha fatto di Apple una società talmente carismatica da assomigliare sempre di più ad una religione. Quest’anno gli uomini Apple sono vestiti in verde, mentre all’ingresso capeggiano alcuni cartelloni coperti da un telo nero, nascondendo le succulenti novità dell’evento.
Alle ore 18:50 si aprono le porte per accogliere il pubblico, si tratta di sviluppatori “paganti” che quest’anno hanno fatto registrare il tutto esaurito.
In questi istanti si consumano i momenti più attesi per milioni di internauti, tifosi del Mac e non.
La musica di Barkley, Coldplay e Gorillaz accompagna gli spettatori in sala, che rimarranno al buio fino alle 19,00, orario di inizio del WWDC 2008, illuminati solo da una fioca luce blu che splende dal sipario dove il Ceo di Apple presenterà i suoi nuovi giocattoli, mentre la concorrenza (LG e soci) prepara le fotocopiatrici.
Partiamo alla scoperta di questo Keynote al sapore di iPhone, se non ti lecchi le dita godi solo a metà…
…segue
Per iniziare, come prevedibile, Apple mette offline gli Store di tutto il mondo.
Con cinque minuti di ritardo si accendono le luci e parte lo show, Steven Paul Jobs sale sul palco con la classica divisa da miliardario: maglia nera e jeans…

Dimagrito in maniera quasi preoccupante, se non fossimo al corrente della sua recente malattia diremmo che è in gran forma.
Parte con i saluti, e specifica subito che Apple Inc adesso è divisa in tre importanti sezioni: Mac, Musica e iPhone. 52000 sono le persone presenti, un record.
Gli argomenti cardine della manifestazione saranno iPhone e la presentazione di Snow Leopard, ma ne parleranno più in là.
Si comincia con le tre sezioni dedicate al nuovo software (versione 2.0) dell’iPhone: enterprise support; SDK; e la nuova end-user features. Vengono mostrate le società che si sono interessate allo sviluppo del fenomeno iPhone, esattamente il 35% delle imprese che fanno parte delle 500 imprese più grandi al mondo (classifica Fortune 500).
Scott Forstall, recente acquisto di Apple come responsabile dello sviluppo del software per iPhone, sale sul palco, per illustrare il nuovo SDK annunciando ai presenti che il software utilizza gli stessi gruppi di API che Apple usa per lo sviluppo delle proprie applicazioni, (Cocoa Touch, Core Services, Core OS e Media SDK), grazie anche al fatto che iPhone e Mac OS X condividono lo stesso identico kernel. Grazie ad Xcode viene mostrata la semplicità della realizzazione dell’UI (Interfaccia Utente).
Sfilano sul palco numerosi sviluppatori che hanno realizzato delle proprie applicazioni per iPhone, il futuro è questo qui, un telefonino (unico al mondo) che permetta a chiunque abbia un minimo di capacità, di realizzare il suo programma e di condividerlo gratuitamente senza sobbarcarsi nemmeno la fatica (o la spesa) di pubblicizzarlo. Grandioso!

Un esempio viene fornito da SEGA, l’azienda giapponese sviluppatrice di videogiochi, che uscita dal mercato delle console nel 2001 (continuando nello sviluppo multipiattaforma) adesso sembra essersi affacciata in un questo mondo nuovo, quello dello sviluppo sull’iPhone. Presenta infatti Super Monkey Ball, un gioco con oltre 100 livelli già disponibile su Apple Store a 9,99 dollari, Other Ocean e GameCube.
Seguono sul palco altri sviluppatori: Ken Sun, Senior Product Manager di eBay e suo accanito utilizzatore, in 5 settimane ha prodotto un’applicazione (eBay.app) che incorpora le più importanti funzioni tipiche del sito di aste on-line; Loopt, per il social network mostra una mappa con che individua la localizzazione degli amici facilitandone la chiamata o l’invio di SMS (sempre che siano d’accordo).
TypePad, un programma freeware, ma definito professionale, consente di suo di caricare le immagini sul proprio blog.
Associated Press presenta Mobile News Network, che permette di ricevere notizie da fonti attendibili utilizzando le funzioni di localizzazione per individuare le notizie più vicine all’utente, permette inoltre l’interoperabilità per l’invio di un articolo completo di e foto.
Tocca adesso ad un gioco di abilità di 15 livelli si chiama Enigmo ed è realizzato da Pangea, da giocare con le dita sfruttando la “toccabilità” del display. Non è da meno Cro-Mag Rally, dove invece l’iPhone si impugna come volante, sfruttando il sensore di movimento integrato per accelerare, frenare e sterzare, un’esperienza coinvolgente per un telefono!

Abbandonando la sezione giochi si passa alla realizzazione di suoni con un programma prodotto e realizzato dall’inglese CowMusic si chiama semplicemente Band, e permette di fare in piccolo quello che si fa normalmente sul Mac con GarageBand. Gli strumenti virtuali si suonano con due tastiere sovrapposte composte da un’ottava ciascuna, non è il massimo della praticità, ma ricordiamoci che fondamentalmente è… un telefono!
Infatti tra una telefonata e l’altra è possibile controllare i risultati delle partite, verificare le statistiche o chi si appresta a battere nella squadra preferita di baseball, per l’occasione sfila sul palco anche la MBL, la lega di baseball americana.

Anche in ambito medico può tornare utile il “cellulare fenomeno”, MIMVista è infatti un programma di immagini a supporto diagnostico dedicato ai radiologi, mentre First contiene “semplicemente” un database con anatomico con tutte le parti del corpo umano, le applicazioni in questione faranno felice in nostro amico BioMac.
Si ritorna ai giochi con Digital Legends Entertainment, che annuncia la disponibilità per settembre del titolo Nightfalls Dragons, un gioco “fantasy” finora disponibile solo per PC. Non si risparmiano le battutine su Windows Mobile e sull’uscita forzata (tramite task manager) delle applicazioni capricciose, motivo per il quale è preferibile che le applicazioni in background siano a riposo.

Al termine delle dimostrazioni torna sul palco Jobs che annuncia il supporto completo ai documenti più comuni (Suite di Office e iWork), alle nuove funzioni di ricerca nei contatti, nuove localizzazioni comprese le lingue asiatiche e altre novità non meglio specificate, ma tutto questo ha un costo: 9,95 dollari per l’iPod touch, mentre sarà gratuito per l’iPhone (a partire dal mense di luglio).
Novità anche negli aggiornamenti automatici delle applicazioni, che saranno disponibili direttamente da AppStore, un po’ come Software Update del Mac.
Il rumors di .Mac che cambia in MobileMe viene in parte confermato, Phil Schiller sale sul palco per presentare MobileMe, che permette una sincronizzazione doppia tra Mac, iPhone e PC.
Speriamo non partano le prime cause per la proprietà del nome, già presente sul web.

ActiveSync, così si chiama il software per la sincronizzazione, offrirà un servizio di integrazione completa tra Mail, iCal e Rubrica Indirizzi, sul PC sincronizza Outlook e include il supporto per gran parte delle recenti applicazioni Web 2.0.

All’interno di MobileMe, la gestione dei calendari è simile a quella tradizionalmente utilizzata su iCal, con l’uso del drag and drop; il programma Galleria utilizza lo stesso sistema di trascinamento per ottenere le anteprime simile ad iPhoto; iDisk verrà integrato ai programmi per inviare documenti; nei contatti sono disponibili le mappe di Google, vengono dimostrate le funzioni del nuovo metodo e la immediatezza di sincronizzazione tra l’account di posta (e gli eventi) sul web e sull’iPhone.
MobileMe costerà i soliti 99 dollari l’anno, ma lo spazio sale a 20GB e i vecchi utenti di .Mac vengono automaticamente aggiornati. Una prova a tempo di MobileMe è disponibile insieme al nuovo software iPhone 2.0.
L’iPhone, compie un anno tra 20 giorni (il 29 giugno) e secondo le statistiche il 90% dei clienti è soddisfatto. Sono già stati venduti 6.000.000 di iPhone!

Un po’ di risultati “gloriosi” sull’iPhone, prima di presentare il modello nuovo, l’attesissimo iPhone 3G.
Incredibilmente più sottile, un retro in plastica nera o bianca, pulsanti in resistente ed elegante metallo, l’insuperabile tradizionale display, fotocamera, ingresso standard per le cuffie ed (incredibile, ma vero) un audio molto migliorato.
Deliziosa novità anche per i prezzi: il modello da 8GB costa appena 199 dollari, quello da 16GB, disponibile anche in bianco ne costa 299.
intanto compare anche sull’Apple Store italiano la pagina dell’iPhone: È fatta!


Ecco a voi iPhone 3G. Con la veloce tecnologia 3G wireless, Mappe con GPS, il supporto per funzionalità aziendali come Microsoft Exchange ActiveSync e il nuovo App Store, iPhone 3G vi regala funzionalità ancora più sorprendenti. E proprio come il modello originale di iPhone, unisce tre prodotti in uno: un telefono rivoluzionario, un iPod widescreen e uno straordinario dispositivo Internet con e-mail in formato HTML e navigazione web completa. iPhone 3G ridefinisce nuovamente ciò che potete fare con un telefono cellulare.

Eccolo qui: È l’iPhone 3G tutto italiano! Ed ecco dove comprarlo.

iPhone 3G con supporto aziendale, numerose applicazioni di terzi, 56% più economico, più sottile, più resistente, più veloce, nero e bianco con un audio migliorato.

L’iPhone 3G sarà disponibile dall’11 luglio in Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Irlanda, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e ovviamente Stati Uniti.
Prossimamente sarà disponibile per un totale di 70 paesi.

Ma… il nuovo Leopard?
Dopo la pausa pranzo Apple ha mostrato un’anteprima di Mac OS X Snow Leopard, che rappresenta la prossima importante versione del nostro caro Sistema Operativo.

Bertrand Serlet (vice presidente degli ingegneri software) annuncia: “Abbiamo rilasciato oltre un migliaio di nuove funzionalità in OS X nel corso di appena sette anni e Snow Leopard getta le basi per altre migliaia. Nel nostro continuo impegno a fornire la migliore esperienza utente, schiacciamo il tasto ‘pausa’ sulle nuove funzionalità per concentrarci sul perfezionamento del sistema operativo più avanzato al mondo“.
Snow Leopard servirà ad ottimizzare al meglio le prestazioni di OS X, infatti l’attuale Leopard pure se stabile e veloce non gode della risposta rapida dei precedenti Sistemi Operativi; Snow Leopard essendo ottimizzato per processori multi-core, porterà Mac OS X ad una impressionante velocità, ed avrà in dote un nuovo, e finalmente riscritto QuickTime X per una riproduzione dei media estremamente efficiente.
Snow Leopard avrà il supporto nativo per Microsoft Exchange 2007, semplificando l’integrazione dei Mac nelle aziende, e lo vedremo sui nostri Mac tra circa un anno.

– Oracle

Fresche promozioni estive

Come ogni mese No Code, l’Apple Premium Reseller di Napoli, propone sempre delle nuove offerte. Anche per giugno vengono lanciate tante nuove promozioni che sproneranno i potenziali nuovi clienti a riflettere sulla convenienza del passaggio ad Apple.
Tutti i MacBook sono spinti al massimo con upgrade a 4GB di Ram (completamente supportati), inoltre ogni cliente potrà scegliere un pacchetto al quale aderire, risparmiando ancora di piu!
Scopriamo cosa hanno preparato questo mese i ragazzi di No Code…
…Segue
Ecco tutti i prodotti in offerta:

MacBook 2.1 GHz + 4GB Ram + iPod shuffle 1GB 1.110 euro

MacBook 2.1 GHz + 4GB Ram + iPod shuffle 2GB 1.130 euro

MacBook 2.1 GHz + 4GB Ram + iPod nano 4GB 1.180 euro

MacBook 2.1 GHz + 4GB Ram + iPod nano 8GB 1.215 euro

MacBook 2.4 GHz + 4GB Ram +iPod shuffle 1GB 1.310 euro

MacBook 2.4 GHz + 4GB Ram +iPod shuffle 2GB 1.330 euro

MacBook 2.4 GHz + 4GB Ram +iPod nano 4GB 1.380 euro

MacBook 2.4 GHz + 4GB Ram +iPod nano 8GB 1.415 euro

MacBook 2.4 GHz nero + 4GB Ram +iPod shuffle 1GB 1.510 euro

MacBook 2.4 GHz nero + 4GB Ram +iPod shuffle 2GB 1.530 euro

MacBook 2.4 GHz nero + 4GB Ram +iPod nano 4GB 1.580 euro

MacBook 2.4 GHz nero + 4GB Ram +iPod nano 8GB 1.615 euro.

Altre informazioni su particolari configurazioni potrete richiederle
direttamente all’Apple Premium Reseller di Napoli:
No Code
Piazza Carità N.18
Tel. 081 4109180 – Fax 081 4109180.

La realtà virtuale e il futuro TecnoSociale

Proprio mentre mi accingevo a pubblicare un articolo che affronta gli insidiosi temi della labile linea di confine che sempre più caratterizza il mondo reale da quello virtuale, mi è giunto un interessante testo di Gaetano Ruocco, che tratta altri aspetti dello stesso argomento. Questa forma di “telepatia” che ci unisce ha reso gli articoli complementari ed ho pensato di offrirveli entrambi, come interessante spunto di conversazione…

Il pericolo della realtà virtuale
Noi siamo scienza, non fantascienza, ricordate il vecchio spot televisivo Telefunken degli anni “80?
Eppure i viaggi sulla luna, che arricchivano i racconti fantascientifici fino agli anni 60, erano “solo” fantascienza, poi non più; anche le basi spaziali ormai sono realtà. Adesso tocca alla realtà virtuale, che non deve per forza essere quella che ci immaginiamo, casco in testa e guanti multimediali.
La realtà virtuale è anche quella che (più o meno) già viviamo quando ci lasciamo prendere la mano con chat, mailing list, forum, newsgroup o meglio ancora Second Life, Habbo Hotel, There, Weblo, Kaneva, Cybertown, etc. Queste persone che non conosciamo nella vita reale e che si creano un’identità astratta con la quale ci confrontiamo tutti i giorni fanno già parte di una realtà virtuale che ci coinvolge spesso troppo.
…SegueHo letto un articolo (anche se datato) segnalatomi da un caro amico sul sito disinformazione, che senza troppi mezzi termini disegna davanti ai nostri occhi un possibile scenario alquanto inquietante.

Alcune cose sono meno improbabili altre invece impensabili, quasi spaventose: Second Life si evolve in Spirit permettendo all’utente di vivere la vita di un qualsiasi personaggio, più o meno famoso, comprando la sua memoria (esperienze e sensazioni) per abbandonarsi ad una nuova vita, seppur finta, carica di belle emozioni. Un filmato di Prometeus profetizza: “Dispositivi che replicano i cinque sensi saranno disponibili nei mondi virtuali”, abominevole!

Ora, secondo quanto riportato dal fantasioso articolo, abbiamo ancora qualche decennio prima di lasciarci gradualmente assimilare dalla temibile evoluzione della tecnologia, e anche se tutto questo (lo spero) non dovesse mai accadere impegniamoci a non vivere di illusioni e ad affrontare la vita reale per quello che è, e non per quello che vorremmo che fosse.

—OraCle

Il futuro TecnoSociale: fra Spime e Arfidi
Qualche tempo fa mi è capitato di citare in mailing list un libro di Bruce Sterling, “La Forma del Futuro” (Ed.Apogeo).
Un libro che analizza i fenomeni tecnosociali in atto e che, come un suo illustre predecesore, la pietra miliare “Essere Digitali” di Nicholas Negroponte (Ed. Sperling & Kupfler), disegna scenari, propone decine di verosimili applicazioni future e induce a più di una riflessione.
A differenza del secondo, che ormai a distanza di anni trova molte delle sue “visioni” ampiamente realizzate, “la Forma del Futuro” risulta ovviamente più attuale ed intrigante.
Negroponte profetizzava la progressiva smaterializzazione dell’informazione in favore dell’immaterialità dei bit. In estrema sintesi il passaggio dagli atomi>materia al bit> particella elettromagnetica senza peso ne volume.
Ed oggi in effetti gran parte delle informazioni nascono e si diffondono sotto forma di bit (basti pensare all’inconsistenza della musica che passa dai server della rete sotto forma di immateriale agglomerato di bit chiamati mp3 per entrare nei nostri lettori, anch’essi resi materiali solo dall’esigenza di renderli trasportabili, altrimenti potrebbero vivere sotto forma di software nei nostri computer.

Sterling si spinge ben oltre. Forte di una coscienza ambientalista fra le più lucide del nostro secolo (ricordiamo il vasto movimento cyberpunk che si è sviluppato sposando le sue teorie), e da una cultura del progetto che vede nei design gli uomini chiave per trasformare le fantascentifiche possibilità già offerte dal mercato in una significativa tappa evolutiva di tutto il genere umano.
Anche se è bene operare un distinguo: i graphic designer si dividono in due grandi categorie: I professionisti della comunicazione visiva, che si occupano di realizzare e veicolare tutti i messaggi visuali che regolano l’informazione e la comunicazione, ed i designer industriali, in pratica coloro che si occupano di creare “oggetti”. Tutti gli oggetti di uso comune di cui ci circondiamo passano dalle loro mani (ma prima ancora dalle loro menti) e influenzano la società dei consumi, la tecnosocietà, più di quanto si possa immaginare.

In un contesto dove i software di modellazione tridimensionale si sono evoluti al punto di produrre molti più poligoni di quante molecole avrà l’oggetto in questione, egli già vede come inutile la realizzazione del prototipo del nuovo oggetto, nonchè la realizzazione dell’oggetto stesso che nella sua forma virtuale riesce appunto ad essere gia oggi molto più vero e definito del prodotto reale.

A questi prodotti vìirtuali più perfetti dei corrispondenti reali Sterling da il nome di “Spime”.
Estremamente sensibile al ciclo di vita del prodotto, uno Spime diventerà prodotto reale solo dopo che lo avremo analizzato nei database delle reti, lo avremo guardato da tutte le prospettive, ne avremo letto componenti e caratteristiche, ne avremo scelto tipo, materiali e colore. Solo se e quando decideremo che quell’oggetto fa al caso nostro lo ordineremo, rendendolo reale a tutti gli effetti. Prima di allora nessun esemplare avrà una sola ragione di affollare inutilmente il mondo reale.

Ma la duttilità e la lungimiranza degli Spime va oltre una produzione limitata all’effettiva domanda, in esso sono immagazzinate tutte le informazioni relative alle materie prime che lo compongono, alle aziende che si occuperanno del suo assemblaggio ed alla sua distribuzione e, cosa ancor più importante, uno Spime sa già cosa diventerà nel momento in cui smetterà di essere un oggetto utile e si trasformerà in rifiuto, quindi conterrà all’origine tutte le informazioni relative al suo disassemblaggio, recupero e riciclo di ogni singolo materiale che lo compone.

Quest’utopia solo apparente è già abbondantemente realizzata in combinazione con altri fondamentali “attori” che stanno già sostituendo gli obsoleti codici a barre EAN/UCC con i più sofisticati RFID.
Dietro questi impronunciabili acronimi (da Sterling ribattezzati “arfidi”) ci sono dei microscopici chips dotati di radio frequenze capaci di comunicare moltissime informazioni supplementari sul prodotto (o su ciò a cui viene associato) rispetto ai “primitivi” codici a barre che, fralaltro, a differenza degli arfidi necessitano dell’azione di un uomo dotato di lettore per essere decodificato. Gli arfidi sono così piccoli che già adesso vengono utilizzati in nazioni come la Slovenia iniettati negli animali domestici dal servizio del canile municipale che impiega ora un decimo del tempo per identificare un cuccioletto smarrito e renderlo ai propri padroni, evitandogli una triste sorte. Anche se è evidentemente in atto una pericolosa discriminazione fra animali arfidizzati e non (tipico rovescio della medaglia). Non oso immaginare il destino di un cane che viene beccato sprovvisto del suo microchip identificativo…

Ma quel che conta secondo Sterling è l’incredibile livello di classificazione che ogni oggetto in nostro possesso recherà con se, senza alcuno sforzo da parte nostra.
Immaginate un estensione ai massimi livelli di ciò che oggi ci offre un software come iTunes sempre per restare fra gli esempi musicali citati su.
Nel momento in cui inseriamo un cd musicale, in un attimo il nostro database è stato aggiornato circa il nuovo titolo della nostra collezione, di tutti i brani che lo compongono, oltre ad artista, durata, genere, copertina e quant’altro.

Questo criterio grazie agli arfidi sarà esteso a tutti gli oggetti in nostro possesso in quello che lui definisce un “Internet di Cose”, un mondo in cui cercheremo le nostre scarpe dal nostro personale Google che ci restituirà molte informazioni aggiuntive rispetto a quelle di cui avremo immediatamente bisogno, ma che soprattutto ci inchioderà alle nostre responsabilità nel momento in cui ci saremo disfatti di quelle scarpe ormai rotte non attraverso i canali previsti ufficialmente per quello Spime divenuto oggetto, e per cui è previsto recupero e reutilizzo di tutta la materia atomica che lo costituisce.

Come dite, bello ma molto Off Topic? Tranquilli, due menti fervide come quelle di Sterling e Negroponte non possono che essere dei MacUser dichiarati e convinti. E questo può bastare 😉

—WhiteDuke (Gaetano Ruocco)