Sottili riflessioni…

In questi mesi sono state migliaia le persone che, attraverso la stampa ufficiale o i propri blog personali, hanno potuto comunicare la propria opinione su uno dei computer Apple più innovativi di sempre: MacBook Air.
Infatti se si trascurano i commenti sulle caratteristiche tecniche, sulla qualità costruttiva, sul prezzo, non si può ignorare la presenza di questo “oggetto” e non si può non associare ad esso il termine “innovazione”, comunque sia la nostra opinione su di esso. Esistono infatti dei parametri universali, le idee e le intuizioni alla base di una nuova concezione di strumento portatile, che possono essere accettate universalmente come via verso la trasformazione e mutamento verso il futuro.
…SegueÈ probabile che, una volta individuate queste idee innovative, esogene al prodotto di Apple, si potrà sicuramente affermare quanto queste non siano state applicate pienamente nel caso di MacBook Air, ma sicuramente esso rappresenta un inizio, verso la realizzazione ideale di un prodotto. È dalle idee di oggettiva innovazione che viene fuori il nuovo di casa Cupertino. Portatilità e trasportabilità senza compromessi, approccio a nuovi metodi di memorizzazione per divenire standard, abbandono della vetusta concezione del trasporto via cavo in ambito consumer, attenzione all’inquinamento e all’ambiente.

Se si osserva MacBook Air a partire dalla concezione che gli ingegneri Apple si siano basati esclusivamente su queste idee per far crescere il loro pensiero di innovazione, ecco che ci si rende conto del risultato raggiunto: abbandono dei cavi, da cui la piena implementazione degli standard wireless, da cui l’annullamento di porte “fisiche” inutili; assenza di compromessi: deve rimanere un collegamento seppur minimo con il mercato attuale che vuole ancora troppe periferiche connesse con cavi, un monitor di dimensioni accettabili, una tastiera comoda da utilizzare; nuove tecnologie: la trackpad che riduce la percentuale di utilizzo della tastiera, il disco rigido con memoria elettronica, il processore di ridotte dimensioni; ambiente: materiali riciclabili, schermi LED. I dati oggettivi appena presentati non sono e non vogliono essere in alcun modo una scheda tecnica riassuntiva del MacBook Air: per questo basta andare sul sito di Apple, o leggere uno dei numerosi articoli dedicati al portatile di Cupertino; bensì essi devono essere letti tenendo ben presente lo scopo e l’obiettivo di raggiungimento di quelle idee innovative di cui sopra: non si potrà fare a meno di riconoscere che, se non al cento per cento, MacBook Air risponde adeguatamente a tali idee. Ma si era detto che il contenuto di queste idee appartiene a quella classe di nuove concezioni che fanno la loro realizzazione un traguardo innovativo; si può dunque affermare che MacBook Air è senza dubbio un prodotto innovativo, che non può essere ignorato.

Ma come rispondono gli utenti a tale nuova visione? La storia insegna che in numerosi casi di precursione dei tempi, molto spesso si è stati costretti a tornare indietro sui propri passi: l’evoluzione è avvenuta troppo velocemente, e il mercato ha rispedito al mittente la novità. È dato oggettivo recente che l’11% dei Mac portatili venduti da Apple sono MacBook Air, cioè circa 160.000 unità: tenendo conto del costo sicuramente non alla portata di tutti, è un risultato sicuramente molto positivo. Recentemente Apple ha intuito che l’innovazione si fa costantemente e a piccoli passi, permettendo così agli utenti di acquisire la giusta padronanza, l’adattamento del mercato alle nuove tecnologie, e il rimanere sempre in vetta come punto di riferimento trainante dell’innovazione elettronica ed informatica.

—Pask

Come funziona Time Machine

Di tutte le novità che Leopard ha introdotto nell’utilizzo quotidiano del Mac, forse Time Machine è la più complessa, pur se altrettanto semplice da usare. Il rivoluzionario backup automatico integrato non necessita di configurazioni da esperto e crea una copia di sicurezza di tutto il possibile, e di tutto quello che viene modificato sul Mac, spazio su disco permettendo.
La differenza principale tra Time Machine ed un tradizionale software di backup sta nell’approccio con l’utente, un classico programma di backup è costantemente al centro dell’attenzione dell’utente, Time Machine ha un solo obiettivo: farsi dimenticare.
Ormai in molti già lo usano, spesso dopo una diffidenza iniziale, e chi lo usa (ovviamente su un HD aggiuntivo) se n’è già dimenticato.
Ma come funziona realmente Time Machine? Cosa nasconde tutta quella semplicità e dove sono veramente i nostri file che ci appaiono candidamente nell’HD come se fosse grande decine di Terabyte?
In tutta onestà finora non ce lo siamo mai chiesti, ma non è mai troppo tardi.

…Segue

Anatomia di un backup.
Per il cominciare Time Machine copia tutti i contenuti del computer sul disco di destinazione, preferibilmente un disco grande e veloce, meglio se interno. In seguito viene effettuato il backup dei soli file che vengono modificati dall’ultimo backup, che di default cade ogni ora.
Nella cartella Backups.backupdb crea la cartella Computer e dentro varie cartelle identiche, cambia solo il nome formato da “anno-mese-giorno-oraminutisecondi”. Capeggia su tutte l’alias “Latest”, che si riferisce ovviamente all’ultimo backup.
All’interno di queste ordinatissime cartelle, apparentemente sembrano esserci tutte le copie dei nostri file, ma sappiamo che matematicamente è impossibile, per questioni fisiche di spazio sull’HD.
E qui scatta la magia.
È un complesso gioco di link (anche se a noi sembrano cartelle e file reali) in un tortuoso labirinto dove le copie temporali dei file si incrociano tra link. Se si avvia da un precedente Sistema Operativo, come Tiger, tutto il grosso sembrerebbe risiedere in .HFS+ Private Directory Data, dove nelle migliaia di cartelle sono presenti i file realmente copiati e quelli modificati.

Infatti se questo è quanto appare sotto Leopard:


questo invece è quanto ci viene mostrato da Tiger e precedenti:


Time Machine fa uso dell’hard linking, che a differenza degli alias utilizzano un approccio del tipo “inganno l’utente su ciò che non è cambiato”, nel senso che Time Machine effettua la copia cieca nella nuova “fotografia di backup” solo di ciò che è effettivamente cambiato rispetto all’ultimo passaggio. Ciò che non è cambiato, non viene assolutamente ricopiato: Time Machine crea degli hard link verso la risorsa (file o directory) originale permettendo di far un uso migliore delle risorse di memorizzazione aumentando i riferimenti alla risorsa puntata senza sprecare altro spazio (dati) su disco, come invece farebbe un normale link simbolico (alias).

Per questo motivo Apple ha deciso di limitare le possibilità di personalizzazione del programma e di consentire o meno il backup su determinati dischi.
Script come TM Manager, del giovane Antonello Migliorelli, ci permettono di scavalcare i limiti imposti dai programmatori Apple, e “liberare” Time Machine sui dischi di rete ufficialmente non supportati; ma attenzione però, il backup per essere affidabile deve essere eseguito su dischi di rete che abbiano le caratteristiche tecniche indispensabili al corretto funzionamento di Time Machine.
Molto probabilmente le caratteristiche richieste sono il formato HFS+ e sul NAS un protocollo di rete AFP recentissimo.
Qualsiasi altro tipo di configurazione dei dischi può provocare i seguenti malfunzionamenti di Time Machine:
1) Il backup semplicemente non viene eseguito;
2) I vecchi backup non vengono eliminati;
3) Pur funzionando apparentemente non riesce a ripristinare i file totalmente i file e le cartelle.

Si ringrazia Michelangelo per aver affrontato il 2 Novembre 2007 l’argomento nell’articolo “Time Machine: una bazzecola” (aggiornamento: leggi commento in basso) e noi ce ne accorgiamo solo oggi!
😉

—Oracle

Intervista a Roberto Celano e William Bondi

Nasce un nuovo personaggio a fumetti, dedicato all’insegnamento del computer. Per dirla con gli autori – Roberto Celano e William Bondi – “nascono nuovi personaggi” per catturare l’attenzione del lettore frettoloso o del lettore didascalico (che consulta gli argomenti per schede da sfogliare rapidamente). La scommessa è quella di invogliare gli approfondimenti, grazie ai fumetti.
Si comincia con il robotino e il suo cane (ovviamente di metallo) e la prima serie è indirizzata agli utenti di Mac OS X Leopard – a detta di Roberto Celano – il miglior sistema operativo del mercato.
Ciò non toglie una successiva serie dedicata a Windows.
Sembra strano, ma non ci sono precedenti di fumetti dedicati all’insegnamento passo passo. Abbiamo trovato numerose vignette che non vanno oltre la satira, lo scherzo, l’ironia, ma niente strutturato come apprendimento metodico per l’utente. Roberto e William sembrano fare centro, visto l’interesse del popolo della rete all’iniziativa. Oltre tutto viene regalato online un calendario a colori per il 2008, di cui vi offriamo un’anteprima in questa pagina.
…Segue

Come vi è venuta in mente questa iniziativa?
Roberto Celano – Da anni accarezzavo questa idea. D’altronde una buona idea nasce dopo un tempo incalcolabile di verifiche. Ciò che mi faceva capire di essere sulla strada giusta era che ciascuno era interessato al progetto. Se vi ricordate, perfino Walt Disney scese in campo, per affrontare l’argomento PC. Fortunatamente per noi, non era nei termini che intendiamo. L’informatica era una scusa per una serie di avventure (sempre belle). Poi il mio percorso professionale mi ha portato a scrivere libri di informatica (attualmente oltre 40 titoli pubblicati con Mondadori). La combinazione tra le mie competenze sempre più approfondite e la passione per la grafica e i fumetti, a un certo punto, hanno trovato terreno fertile, quando ho conosciuto il talento di William Bondi, che mi ha presentato il mio amico Giovanni Romanini (che è fra i disegnatori di fumetti più prestigiosi d’Italia). Con William abbiamo realizzato un catalogo a fumetti per la Simpro di Milano. Dopo questa ottima collaborazione, il sodalizio e la fortunata serie del robotino sono stati tutt’uno.
William Bondi – Questa iniziativa come tante altre, nasce dalla nostra voglia di comunicare e di continuare a sognare, insomma di essere eternamente giovani. Ci siamo guardati in faccia, abbiamo cominciato a ridere e abbiamo capito che questo personaggio poteva regalare un modo di apprendere il computer in maniera meno aggressiva e abbiamo cominciato a dargli vita. Questo sembra aver funzionato!

Ma perché iniziare con l’insegnamento di Leopard, quando la maggior parte del mercato usa Windows?
Roberto Celano – Potrei rispondere che in ogni campo si inizia a proporre il meglio… È noto che Bill Gates e specialmente sua moglie utilizzano Mac (aggiungiamo anche per correttezza). E poi Mac sta penetrando sempre più nel mercato: chi non usa e non conosce iPod, iTunes e chi non gradirebbe un portatile Apple (specialmente l’ultimo nato denominato MacBook Air)? È un po’ come fare un film e scegliere il sogno piuttosto che la realtà. Non ultima ragione è stata quella di avere scritto per Mondadori il volume Mac OS X Leopard. La grande guida (attualmente in libreria), ricco di suggerimenti e insegnamenti passo passo.
William Bondi – Molto semplicemente perché l’esperienza di Roberto in questo campo è eccelsa, ci si è presentata questa occasione e ne abbiamo approfittato, essendo questo il sistema operativo tra i più avanzati e competitivi, ma ancora elitari. Noi ci proponiamo di dare al mondo Mac la sua giusta collocazione.

Pensate a un futuro editoriale?
Roberto Celano – Perché no: l’editore interessato non ha che da farsi vivo.
William Bondi – Sempre!

Grazie, in bocca al lupo!

Tecnici Apple, riunitevi!

Nasce un nuovo AMUG destinato a chi opera nel settore dell’informatica a livello professionale.
È un luogo dedicato a chi lavora come Tecnico Informatico e sente la necessità e l’importanza di scambiare esperienze, raccontare aneddoti, ridere, conoscere altri colleghi e arricchire le proprie esperienze.
Quest’Amug è decisamente specializzato ed esclusivamente dedicato agli addetti ai lavori, ovvero: Tecnici e sistemisti che operano su sistemi Apple Win Linux come Freelance o aziende sia in conto proprio che per conto terzi; Tecnici Certificati Apple che operano presso Apple Store Italiani; Operatori su Server Mac o sistemi Misti; Appassionati che vogliono contribuire con le proprie recensioni all’Amug.
Gli amici dell’AmugTech possono essere fieri della loro “creatura” che certamente diventerà punto di riferimento per molti Mac User italiani.
Auguri da tutti iMaccanici napoletani.
—OraCle

Addio BlogMac, anzi arrivederci

Uno dei migliori (e primi) Blog italiani dedicati al Mac, un punto di riferimento, un punto di discussione… chiude i battenti!
Non era molto “vecchio”, ma quando nacque erano altri tempi: si aspettava con ansia il G5; e Mac OSX era ancora un gigante che faceva quasi paura. Poi negli ultimi tempi la rivoluzione: prima gli Intel, poi l’iPhone, ed un susseguirsi di nuovi accaniti Blog affamati di “corsa dell’informazione” (scivolando spesso su rumors basati su false notizie) hanno portato Vincenzo Martucci, il papà di BlogMac, alla demotivazione totale, stanco anche lui di vedere tanti nuovi utenti Apple desiderosi solo di mettere le mani su gioiellini tecnologici senz’anima.
Non siamo d’accordo sulla chiusura del suo portale, ma su qualcosa la pensiamo uguale, un sito che dovrebbe trasmettere la passione per il Mac non dovrebbe avere (troppi) banner pubblicitari.
Per pagarsi le spese basta un “annuncio Google”.
Il nostro augurio è di tornare presto a cliccare su www.BlogMac.it trovando qualcosa di fresco e speciale che ci faccia innamorare di nuovo del sempre più raro Think Different.

La WEB TV italiana più bella di tutte!

Non credevamo ai nostri occhi, finalmente a disposizione del nostro browser (Safari incluso) un sito tutto italiano dove goderci full-screen una rassegna dei migliori video in alta qualità.
La segnalazione di Nino (alias bambacione) ci proietta su RiflettoTV.it che mette a disposizione otto canali tematici (Science, Travel, People, Gourmet, Tech-Car, Art-Vogue, Real TV, Entertainment) ricchi di contenuti spesso inediti e ad una qualità accettabile, degna dei comuni DVX. In alcuni casi i filmati sono anche visibili in alta definizione, ed è comunque indispensabile una connessione a banda larga.
La fruizione dei contenuti è gratuita, inoltre RiflettoTV non ha banner o spazi pubblicitari e nessuna fonte di guadagno alternativo, questo anche per proteggersi da intoppi legali.
Insomma sembra davvero che stavolta sia possibile guardare senza pagare, proprio come un tramonto o un panorama: le ultime immagini spettacolari per le quali nessuno ci chiede soldi.
Ecco un’intervista al direttore del portale, al quale auguriamo vivamente di poter portare avanti il suo progetto senza problemi.

Gabriele Cucolo, direttore di RiflettoTV con 15 anni di giornalismo cartaceo e televisivo alle spalle, viene intervistato da Elena Cipriani di Libero Blog:

Come nasce Rifletto tv?
È nato come magazine di scienza e turismo: fulcro dell’informazione giornalistica era la meteorologia. Collaboravo con Mediaset e con il Tg5, conoscevo bene Mario Giuliacci: ho presentato il progetto alla Epson Meteo. Più tardi abbiamo sviluppato la piattaforma web perché credevo nel rapporto interattivo con il pubblico: è questo il futuro. Nei mezzi tradizionali ci sono tanti contenitori e pochi contenuti, e le idee vengono sempre messe in secondo piano. E così si perde il rapporto con il pubblico, con la gente. Rifletto, al dilà della sua etimologia, vuol dire proprio questo: “Gente, riflettiamo, pensiamo rimuginiamo. Non possiamo credere ciecamente a quel che dicono i telegiornali”. E noi vogliamo raccontare sempre la verità. 

Il reportage, l’inchiesta vanno fortissimo ultimamente, penso per esempio al Report della Gabanelli. Che succede? Da cosa deriva questa sete di verità, di controinformazione?
La controinformazione va di pari passo con la contropolitica. A 10 anni dalla caduta degli ideali e dei credo politici, al centro di tutto è tornata la persona. La gente ha messo a fuoco che l’85% di quel che le viene messo sotto gli occhi è fasullo. Invece il rapporto con l’utente della notizia dev’essere il più elementare possibile. E ho ogni giorno tra i 12 e i 18mila utenti che credono in queste idee…

I giornali cartacei e i telegiornali tradizionali non fanno più il loro mestiere?
Quello che ti comunica la stampa è un centesimo di quel che accade nella giornata. Le informazioni sono troppo mediate, fuorvianti. Senza contare che oggi vediamo tali “boiate” in tv: gli utenti ormai sono stufi di questo gioco al massacro.

Quali sono le potenzialità della rete per il giornalismo d’inchiesta?
Ecco come vedo il futuro dell’informazione: massima tecnologia, free, che manda un messaggio trasparente ed elementare. Nessuna login, nessun pagamento, nessuna revenue, nessun banner. Bidogna ridemensionare l’editore che pontifica, smetterla di pensare che i giornalisti siano esperti. È chi sa davvero che deve comunicare. Ecco, il futuro secondo me è fatto di giornalismo specialistico e gratis.

Nel marzo scorso la Francia ha messo al bando lo Street journalism. In pratica è reato filmare o fotografare atti di violenza da parte persone comuni. Solo i giornalisti avranno il diritto di cronaca. Che ne pensi?

In italia dovremmo acquisire una mentalità più aperta. Noi creiamo caste chiuse, tra cui quella dei giornalisti. Sono giornalista anche io, faccio autocritica: veniamo da 25 anni in cui ci siamo dimenticati della gente. Il giornalista e l’editore erano parte di una lobby nella quale la gente non entrava nemmeno a gomitate.

Vi è capitato di ricevere pressioni o proteste per qualcosa che avete mandato online? Oppure il web rende “più liberi”?

Faccio quello che mi pare. Canto fuori dal coro, non ho paura di pressioni. Se tutti ci tiriamo indietro non ci possiamo lamentare se il mondo va a rotoli. Per cambiare il mondo ci vogliono gli attributi.

5 settembre: Apple Special Event

L’Apple Special Event del 5 settembre ha portato novità importanti, seppur prevedibili, a causa dei numerosi rumors circolati in rete negli ultimi giorni.
Al Moscone Center di San Francisco, Steve Jobs sale puntuale sul palco all’apertura della conferenza.
Jobs parla di musica ed iTunes, ormai presente in oltre 20 nazioni con sei milioni di brani disponibili per l’acquisto. Proprio iTunes viene aggiornato alla versione 7.4 implementando la nuova funzione Ringtones destinata ai possessori di iPhone.
…Segue

Il fenomenale iPod (110 milioni di iPod venduti) vede aggiornarsi in tutte le versioni: lo Shuffle guadagna nuove colorazioni (anche se manca il nero) ed ottiene la versione benefica (RED), come già rumoreggiato da tempo; l’iPod nano è proprio quello che vi abbiamo mostrato nelle immagini rubate e pubblicate da Gizmodo, adesso ha una nuova interfaccia, supporta coverflow, filmati, foto, giochi grazie al display più ampio, ha le medesime colorazioni dei nuovi Shuffle tranne il lilla, ed è prodotto nei tagli da 4 e 8GB venduti rispettivamente a 149 e 199 euro; l’iPod classic disponibile in nero e grigio, giunge alla settima generazione ed è più sottile del precedente modello con Hard Disk da 80 e 160GB a 249 e 349 euro; infine il nuovo iPod touch con Wi-Fi 802.11b/g, anch’esso bruciato dai rumors, è il più atteso player di Cupertino, con display da 3,5 pollici touch screen, riproduce musica, filmati, audiolibri, podcast, presentazioni a diapositive ed è basato sullo stesso OS dell’iPhone da cui riprende anche l’estetica e molte applicazioni (Safari incluso) costa 299 euro nella versione da 8GB e 399 euro in quella da 16GB.
Anche iTunes Store subisce un aggiornamento, diventando iTunes Wi-Fi Music Store, per acquistare brani direttamente da iPod touch e iPhone senza bisogno di cavi e di collegarsi dal computer. Un nuovo update per l’iPhone (che adesso viene venduto a 399 dollari nella versione da 8GB) aggiungerà questa funzione al cellulare, mentre è integrata nei nuovi iPod.
Jobs ha concluso il keynote ringraziando i suoi collaboratori che grazie a notevoli sforzi hanno permesso la realizzazione ed il successo di tutto quello che ruota intorno al logo Apple lasciando il pubblico alla musica di KT Tunstall in una esibizione dal vivo alla conclusione dell’evento Apple.
Qui è disponibile il filmato della presentazione.

—OraCle