Convertire file audio di tipo lossless (ma non solo)

XLD (X Lossless Decoder) è un ottimo strumento per Mac OS X in grado di decodificare molti formati audio di tipo lossless, ossia compressi senza perdita di informazioni originali, che funziona su tutte le versioni del nostro Sistema Operativo dalla 10.3 in poi, sia su piattaforma Intel che PPC.
I formati audio digitali di tipo più comune, come MP3 e AAC (ossia formati di tipo lossy), subiscono in fase di compressione una notevole perdita di informazioni originali, con conseguente inevitabile riduzione della qualità di ascolto, mentre la compressione “senza perdita” consente di ridurre il peso del file originario di circa il 50% senza modificarne il livello qualitativo in quanto, una volta decompresso, il file risulterà identico all’originale, esattamente come avviene con un archivio Zip.
I formati audio di tipo lossless maggiormente noti sono il FLAC e l’APE (Monkey’s Audio), ma XLD è in grado di decodificare anche il WavPack, il TTA e l’Apple Lossless (quest’ultimo solo su Tiger e successivi), nonché ovviamente AIFF, WAV, ed altri ancora, inclusi i formati lossy. Se siamo in presenza di un’unica traccia audio con il relativo cue sheet (file CUE), XLD è in grado di splittare, ossia dividere in più tracce, il nostro file originario.
Dalla versione 20080812 (i numeri delle versioni sono rappresentati dalla data di rilascio scritta in formato internazionale) l’applicazione ci permette anche di estrarre tracce audio da un CD (ripping) con altissima resa qualitativa grazie alla modalità CDParanoia integrata, che consente fra l’altro la lettura e la riparazione dei dati anche in caso di supporto danneggiato, permettendoci di effettuare ottimi backup dei nostri CD più preziosi e in più con la possibilità di risparmiare notevole spazio su disco. Durante questa operazione, XLD supporta l’uscita del CD immagine col relativo cue sheet (esempio: WAV+CUE o FLAC+CUE, ecc.).
Per usare l’applicazione con GUI (esiste anche la versione a riga di comando) è sufficiente impostare da menu le Preferenze secondo le nostre necessità, quindi trascinare il file da convertire (o il relativo cue sheet) sulla sua icona, oppure, dopo aver selezionato il file, scegliere XLD dal menu a tendina “Apri con”. La conversione avverrà in tempi relativamente brevi, in quanto XLD utilizza una propria libreria interna per la decodifica, e non genera alcun archivio intermedio.
I formati di uscita supportati sono molteplici: Wave, AIFF, Raw PCM, Ogg Vorbis, MP3 (codificato con LAME 3.98.2), MPEG-4 AAC (codificato con QuickTime/CoreAudio), MPEG-4 HE-AAC (AACPlus v1/v2), Apple Lossless, FLAC, Wave64 e WavPack (questi ultimi due solo nella versione GUI). Non è supportato, in uscita, il formato APE (Monkey’s Audio), per il quale eventualmente sarà necessario ricorrere ad xACT. Numerose sono le opzioni di scelta per quanto riguarda la qualità del formato di uscita, in particolare l’MP3, che contempla la Modalità di codifica (VBR, ABR, CBR), la scelta del BitRate, l’impostazione automatica del Guadagno in fase di riproduzione, ed altro ancora, oltre alle opzioni più comuni come la scelta della cartella di destinazione o l’aggiunta automatica di tag e cover art, solo per citarne alcune.
L’applicazione, di circa 17 MB, è solo in lingua inglese, gratuita e liberamente scaricabile dal suo sito scorrendo al paragrafo “Download”. Una eventuale donazione, in caso di apprezzamento, sarà gradita a supporto del progetto, che viene seguito costantemente dal 2006 con frequenti rilasci di aggiornamenti e miglioramenti, di cui l’ultimo è rappresentato dalla versione 20100218 disponibile solo dalla funzione di aggiornamento automatico o da “Check for Updates” del menu dell’applicazione.

Un altro modo di vedere il PDF con Skim

Prendere appunti su dispense cartacee significa poter far uso di evidenziatori, pennarelli, matite e post-it in tutta libertà per annotare, sottolineare, cerchiare e barrare parole, frasi o intere parti di testo al fine di rendere più agevole una rilettura del testo e permettendoci di concentrarci meglio sulle parti che troviamo maggiormente rilevanti. Se il nostro supporto è digitale, ossia un documento PDF, possiamo fare le stesse cose con Skim, senza dover ricorrere alla stampa del testo.
Skim è un lettore di PDF per Mac OS X nato nel 2007 che già all’epoca, durante la sua prima fase beta durata quasi un anno, riuscì a guadagnarsi una folta schiera di utenti grazie alle sue notevoli peculiarità e alla sorprendente facilità d’uso. Da allora ha fatto molta strada, vantando sempre più estimatori, soprattutto tra utenti che hanno la necessità di consultare testi di tipo scientifico – ma non solo – e nei giorni scorsi ne è stata rilasciata la nuova versione 1.3.4.
In questa applicazione abbiamo a disposizione un vasto elenco di strumenti e un’ampia possibilità di personalizzazione. Dopo aver selezionato una parte di testo possiamo facilmente trasferirlo su un altro documento tramite la funzione copia & incolla, possiamo sottolinearlo, barrarlo o evidenziarlo sovrapponendo il colore che più ci piace, possiamo aggiungere un cerchio, un quadrato o una freccia attorno alle parti che vogliamo porre in risalto, nonché aggiungere appunti sotto forma di post-it oppure di note ancorate, ed inoltre ognuna di queste azioni sarà elencata nella colonna a destra della nostra interfaccia grafica e funzionerà da segnalibro.
Completamente sviluppata in Cocoa, l’applicazione si integra perfettamente con tutte le risorse del nostro Mac OS X, compreso l’appoggio ad AppleScript, e tra le tante altre funzioni che ci offre (come lo zoom delle pagine o la praticissima lente d’ingrandimento) non va sottovalutata la caratteristica di poter creare delle vere e proprie presentazioni a tutto schermo, complete delle modifiche apportate, e totalmente gestibili tramite il controllo Apple Remote.
Infine, le modifiche e le note apportate al testo, non andranno ad intaccare il nostro documento PDF originale, ma sarà possibile esportare il tutto in un nuovo “PDF con note incorporate” per ritrovarle alla prossima lettura.
Leggerissimo e per nulla invasivo, oltreché semplice ed intuitivo, questo programma si avvale della localizzazione in italiano ed è un progetto Open Source rilasciato con licenza BSD, liberamente scaricabile dal suo sito. La versione 1.3.4 richiede Mac OS X 10.5 o successivi, mentre per il buon vecchio Tiger sarà necessario avvalersi della versione 1.2.7.

BuyDifferent regala una guida operativa ai suoi clienti

Decisamente indovinata l’idea di dedicare una guida in formato eBook all’argomento della manutenzione del nostro Mac. Spesso, infatti, si leggono in rete svariate richieste di informazioni a questo riguardo, soprattutto da parte di chi col Mac sta cominciando a muovere i primi passi, e magari dopo un’esperienza acquisita su piattaforma Windows.
Sappiamo bene infatti da quante e quali procedure di manutenzione questo Sistema Operativo dipenda e appare quindi quasi inverosimile, all’inizio, che il nostro meraviglioso Mac OS X non necessiti di altrettante cure. Spesso purtroppo si genera una vera e propria confusione sull’argomento, in quanto emergono consigli non esattamente idonei o vengono generalizzate procedure adatte a tutt’altro.
Di questo si è accorto anche Marco Freccero, che ha pensato bene di mettere nero su bianco e fare un po’ di chiarezza sull’argomento, spiegandoci a cosa servono realmente alcune procedure e descrivendoci quando in realtà sono davvero utili ed efficaci. Una di queste, ad esempio, diventata quasi una specie di “tormentone” in rete, è la riparazione dei permessi, operazione che è utile eseguire solo in alcuni casi ben circoscritti e che l’autore ci rivela con parole semplici e decise, così come ci spiega in quali casi, e solamente in quelli, può essere utile l’operazione della deframmentazione del disco sulla nostra piattaforma, e altro ancora.
Ma allora, se noi proprio non resistiamo, e sentiamo la necessità di migliorare ulteriormente la nostra convivenza col Mac, non c’è proprio nulla che possiamo fare? Beh, non è esatto neanche questo, qualcosa possiamo fare, ed anzi sarà meglio cominciare a farla subito, per questo nella guida troveremo le indicazioni dettagliate per effettuare al meglio operazioni come la verifica del disco rigido e l’Apple Hardware Test, ma anche per tenere sotto controllo i nostri backup e gli aggiornamenti più importanti da eseguire, e altro ancora. Della serie: da fare ce n’è, se ne abbiamo voglia, ma almeno, che siano le cose giuste.
Per chi già conosce l’essenzialità e la brillante comunicativa di Marco Freccero tramite i suoi eBook (tutti recensiti da iMaccanici), o i suoi articoli e recensioni pubblicati sul sito ilMac.net, e per chi ancora non ha avuto l’occasione di apprezzarlo, ecco un’ottima opportunità da poter cogliere: questa guida infatti non è ancora stata inserita nella collana degli eBook proposti da BuyDifferent, ma viene offerta in anteprima gratuita ai soci del BD Club.
Ricordiamo inoltre che sul noto portale di e-commerce dedicato al Mac è in corso la campagna Rottamazione RAM 2010, con la quale è possibile ricevere fino a 70 euro di rimborso sulla vecchia RAM rottamata, e che avrà durata fino al prossimo 16 febbraio.

Tutte le scorciatoie da tastiera del Mac in un widget

Riavvio col tasto C premuto o col tasto S? Ma era S o Command+S? E per connettermi al server? Per fare lo screenshot della finestra selezionata?… Chi di noi, soprattutto durante la fase di primo approccio con Mac OS X, non ha avuto qualche perplessità nel ricordare la corretta scorciatoia da tastiera da eseguire, chi di noi non ha compilato qualche post-it (cartaceo o digitale) per tenersi a mente le combinazioni di tasti maggiormente usati, o ancora meglio, chi di noi non ha mai sognato di avere un elenco completo di tutte le shortcuts utili nelle varie occasioni?
Certo, esiste l’elenco pubblicato da Apple nell’apposita sezione di supporto del sito (a patto di averlo a portata di mano al momento necessario), ma già nel 2006 lo sviluppatore Leland Scott aveva realizzato un pratico widget da installare nella nostra Dashboard contenente tutte le informazioni desiderate circa le abbreviazioni da tastiera di Mac OS X e non solo, poiché l’autore ha pensato di aggiungere al suo datastore (esterno) MySQL anche le scorciatoie utili per l’uso dell’applicazione Quicksilver e quelle per Microsoft Windows, rivolte a coloro che lo usano tramite virtualizzazione.
xCuts 1.2 (solo in lingua inglese) è pensato proprio per i nuovi utenti di Mac OS X, i cosiddetti “switcher” provenienti da Linux o da Windows, e ci offre tre comodi campi di ricerca: per categoria, in cui sotto la voce “Windows switchers” troviamo un pratico confronto tra le combinazioni di tasti usate su PC e le relative combinazioni da usare su Mac, ma anche quelle per Quicksilver, quelle per muoverci nell’interfaccia grafica del Sistema e quelle di sistema, di network ed altre ancora; per portata (Dashboard, Dock, Finder, Spotlight, startup ed altro); infine per oggetto (File, cartella, finestra, cattura-schermate, testo, applicazioni ed altro ancora).
Il widget, gratuito, funziona su piattaforma Intel e PPC, richiede Mac OS X 10.4 o successivi (l’ultimo aggiornamento di xCuts risale a ottobre del 2008), e si può scaricare dal sito Apple oppure dal sito dello sviluppatore, dove sarà possibile trovare anche altri utili (seppure un po’ datati) widget e vario software.

Xee, visore e browser di immagini "speciale"

Anteprima di Apple è splendida e ricca di funzioni, ma si sa, non è veramente completa, in quanto da sempre non ci consente la navigazione delle immagini all’interno di una cartella, né è in grado, per esempio, di riprodurre l’animazione di una gif.
Così, nell’ampio panorama di applicazioni nate per far fronte a queste mancanze, Xee si ritaglia un posto speciale grazie alle sue particolari caratteristiche.
Dello stesso autore di The Unarchiver (Dag Ågren), Xee è un’applicazione pensata per la visualizzazione e la gestione delle immagini su Mac OS X, è leggera e veloce, necessita di poche risorse e, basata sulla specifica OpenGL, mostra un’ottima fluidità durante lo scorrimento delle immagini.
Esattamente come Anteprima, permette di aprire contemporaneamente più file, o di far scorrere le immagini contenute in una stessa cartella tramite pratici cursori, oppure con la rotella del mouse.
Legge tutti i formati di Quick Time ed altri ancora, è estremamente personalizzabile sia per quanto riguarda la barra degli strumenti sia per la possibilità di configurare delle comode scorciatoie da tastiera; con un click possiamo ruotare, specchiare, ritagliare, cancellare, rinominare, copiare le nostre immagini, e in più la barra di stato ci offre la lettura diretta dei metadati e delle informazioni Exif, nonché il numero di frame contenuto in una gif, che è possibile riprodurre anche frame per frame, e molto altro.
Se abbiamo installato anche The Unarchiver, il nostro Xee sarà in grado di visualizzare perfettamente le immagini contenute all’interno di una cartella compressa in quasi tutti i formati supportati, e non è tutto, perché l’ultima versione di Xee, la 2.1, è in grado anche di estrarre le immagini da file SWF e PDF.
Il download di questa applicazione è gratuito, ma è possibile effettuare una donazione all’autore per esprimere la nostra soddisfazione. Xee 2.1 richiede Mac OS X 10.4 o successivi, ma nella sezione “Olders Versions” è possibile scaricare anche la versione 1.2.1 adatta per Panther.

Riproduzione musicale con Vox

Vox è un player musicale per Mac OS X nonché un convertitore di formati audio, e in più consente di effettuare piccole modifiche ai brani durante l’ascolto. Si tratta del proseguimento del progetto di ToolPlayer, ad opera dello sviluppatore Alessio Nonni (alenofx).
Il player, leggerissimo, si presta all’apertura occasionale di un file o di un album senza scomodare l’intera libreria di iTunes e soprattutto, basandosi su codec indipendenti da QuickTime, è in grado di riprodurre un gran numero di formati audio oltre ai più comuni: AAC, M4A, MP3, AIFF e WAV, ma anche FLAC, APE (Monkey’s Audio), Apple Lossless, Ogg Vorbis, ASF, WavPack e ancora tanti altri, quasi come una sorta di VLC in campo audio.
Vox è in grado di riprodurre una scaletta di brani in Loop Mode o in Shuffle Mode, e in fase di riproduzione di fornirci le indicazioni principali sulla struttura del brano: il tipo di file, la durata, mono/stereo, BitRate e Campionamento.
Con un click possiamo accedere alla visualizzazione della copertina dell’album (che verrà cercata in internet dal programma), oppure della nostra Playlist, o degli ulteriori pannelli di Equalizzazione, Esportazione ed Effetti. È possibile infatti aggiungere alle nostre riproduzioni alcuni semplici effetti tra cui Echo, Riverbero, Chorus, allungamento/diminuzione della velocità del brano, variazione del tono, e altri ancora, tramite pratici cursori che ben si prestano all’utente meno avanzato, quindi è possibile anche l’esportazione di tale file, così modificato, nei formati supportati.
L’interfaccia di Vox è nel complesso semplice ed essenziale, ma anche elegante; l’icona, in particolare, è stata disegnata dal giovanissimo e bravissimo icon-designer Gordon Irving di cui è possibile vedere alcuni lavori oltre che sul suo sito, anche sulla sua pagina di DeviantArt.
La versione stabile dell’applicazione, ossia la 0.2.6, richiede Mac OS X 10.4 o successivi, sia su piattaforma Intel che PPC. Nei giorni scorsi lo sviluppatore ha rilasciato sul forum di supporto (in inglese) la versione 0.2.7 beta 1 che si aggiorna a Snow Leopard oltre ad aggiungere nuove caratteristiche e miglioramenti.
Il download dell’applicazione è gratuito, successivamente sarà nostra facoltà scegliere di effettuare una donazione al fine di una maggiore gratificazione del lavoro svolto dall’autore.

Tutti i segreti di Snow Leopard

Mac OS X Snow Leopard, l’ultimo Sistema Operativo di Apple che a dispetto del nome venne rilasciato lo scorso 28 Agosto, giunge in questi giorni ai suoi primi due mesi di vita, e mentre c’è chi lo ha adottato sin dal primo momento, molti di noi hanno preferito aspettare prima di compiere il passo, che avverrà probabilmente col prossimo e imminente rilascio della versione 10.6.2 o, perché no, magari in concomitanza con un nuovo acquisto, viste le splendide sorprese che ci ha rivelato Apple nei giorni scorsi.
La nuova guida di Marco Freccero giunge così puntuale all’attenzione di vecchi e nuovi utenti della piattaforma Mac, con oltre 200 pagine dedicate non solo al nuovo Sistema Operativo, ma anche a quelle importantissime operazioni preliminari da compiere prima della sua installazione o del suo aggiornamento: la verifica della compatibilità hardware, il controllo della salute del disco rigido, l’importanza di effettuare una copia avviabile del disco attuale, come effettuarla al meglio e inoltre tutte le indicazioni per la formattazione del disco esterno, nonché il procedimento passo passo se si desidera anche partizionarlo.
A seguire, le procedure per l’aggiornamento o per l’installazione di Snow Leopard, quindi una passeggiata a tu per tu col nuovo felino attraverso una conoscenza approfondita delle preferenze e delle funzioni più nascoste del Finder, di Safari, Mail, iChat e Spotlight, una guida alla configurazione di Time Machine, l’uso di Aggiornamento Software e tutte le caratteristiche del nuovissimo QuickTime X, senza dimenticare uno sguardo alle nuove tecnologie Grand Central Dispatch, Open CL e il supporto a 64 Bit. Il tutto corredato da esempi pratici e illustrazioni, un’attenzione costante in materia di sicurezza, e i tanti suggerimenti e consigli che l’Autore non manca di offrirci grazie ad una lunga esperienza di utente Mac e ad una notevole capacità divulgativa delle sue conoscenze.
Ricordiamo che Marco Freccero è il web master dell’ottimo sito ilMac.net nonché l’autore di numerosi tutorial, articoli e recensioni di software, e che ultimamente ha pubblicato altri quattro eBook dedicati al mondo Mac ancora disponibili nella pagina dedicata del sito BuyDifferent, dove sarà possibile acquistare anche quest’ultima immancabile guida a Snow Leopard al prezzo decisamente contenuto di 7,90 euro.

Ma serve un antivirus per Mac?

Nei giorni scorsi abbiamo appreso su Ping!, il blog di Lucio Bragagnolo, della pubblicazione da parte del sito attiva.com (distributore autorizzato Apple) di un PDF  “informativo” di Intego che ci è apparso forse a tratti un po’ fuorviante.
Negli ultimi anni, si sa, il successo di Apple e della piattaforma Macintosh ha raggiunto limiti considerevoli che per altro non danno cenni di arresto, ci basti pensare che in un momento così difficile per la nostra Economia, l’Azienda di Cupertino apre nuovi esercizi commerciali e produce nuovi posti di lavoro.
E non solo Apple beneficia di questo successo, in quanto attorno a computer, iPod e iPhone ruotano molte altre aziende che producono accessori, servizi, custodie, gadget, personalizzazioni, software, e altro ancora.
In questo contesto si potrebbero collocare anche i prodotti per la sicurezza informatica, software storicamente indispensabile su piattaforma Windows. Ma serve un antivirus per Mac?
È questa infatti una delle prime domande che si pongono coloro che si apprestano a valutare il passaggio ad un computer Apple e al suo Sistema Operativo Mac OS X, e ad una prima lettura affrettata delle informazioni divulgate dalle case produttrici di antivirus, sembrerebbe proprio di sì.
Tuttavia è sufficiente fermarci un attimo a riflettere sulla realtà di Mac OS X e in generale dei sistemi basati su UNIX – realtà ben diversa da quella che purtroppo affligge i sistemi Microsoft – per renderci conto che, almeno in ambito domestico, siamo ancora ben lontani da una reale necessità di “invadere” il nostro Sistema Operativo con software che paradossalmente potrebbero rivelarsi sfavorevoli alla nostra esperienza con Mac, tanto da essere spesso ironicamente paragonati essi stessi ad una sorta di “virus”.
In pratica, Mac OS X non è Windows, e sebbene come tutti i Sistemi Operativi non sia immune al 100% da rischi, non è sempre detto che “un antivirus è meglio”.

Ad oggi i virus noti (ma non diffusi) per Mac OS X sono due:

– OSX.MachArena.A (anche detto OSX.Macarena)
– Oompa-Loompa (anche detto Osx/Oomp-A o Leap.A)

Per fornire un’idea in termini di paragone, i virus noti (e diffusi) per i sistemi Windows sono centinaia e centinaia di migliaia.
Il discorso non è molto dissimile per quanto riguarda il malware in generale, e a difendersi da trojan e simili sulla nostra piattaforma non occorre molto di più del semplice buonsenso, principalmente basta:
non scaricare per nessuna ragione “codec video” o altro software proposto da solerti finestre pop-up mentre si naviga in rete: “chiudi” sarà il pulsante da scegliere sempre senza esitazione (meglio la scorciatoia Mela+w);
non installare applicazioni non originali scaricate da siti non attendibili e sconosciuti, compresa la rete P2P, perlomeno non senza una precisa consapevolezza del rischio (e tralasciamo l’aspetto etico per restare su quello della sicurezza).
Potremmo aggiungere altri suggerimenti, come l’uso di una password sicura per il proprio account, mantenere aggiornate le applicazioni che interagiscono col web, e altro ancora, ma riteniamo che queste operazioni siano incluse nella categoria del “semplice buonsenso”, e che eventualmente possano essere apprese anche strada facendo.

Quindi, se non saremo impreparati, non saremo neanche colti da dubbi e incertezze riguardo la sicurezza della nostra piattaforma, specie leggendo informazioni di origine pur sempre commerciale, quindi naturalmente tese ad ingigantire gli effetti. Mac OS X non è meno sicuro oggi di quanto Mac OS lo sia stato in passato, non è vero che la sua maggiore diffusione significa maggiore diffusione di malware, infatti c’erano molte più minacce con il vecchio Mac OS nonostante all’epoca fosse meno diffuso; inoltre Apple pubblica gli aggiornamenti di sicurezza in base ad una perfetta analisi tra urgenza e necessità, al fine di ridurre al minimo il numero di aggiornamenti e fornire una maggiore stabilità dell’aggiornamento stesso.
Un software che gira costantemente in background (come un antivirus) non può non sottrarre risorse ed energie al nostro Sistema Operativo, provocando rallentamenti e fastidi che si pongono in contrasto con le principali virtù del nostro amato Mac: velocità, leggerezza, stabilità ed efficienza; potrebbe inoltre talvolta rendere più difficoltosa l’installazione delle applicazioni, e se per qualche motivo ci dimenticassimo di aggiornarlo, potrebbe anche potenzialmente nuocere al Sistema stesso. A ciò si può aggiungere poi un aspetto emotivo da parte dell’utente che, sentendosi protetto dal software, potrebbe essere portato a non valutare correttamente un suo eventuale comportamento a rischio.
Meno “inutili”, ma solo concettualmente, gli antivirus che hanno lo scopo di riconoscere le infezioni per Windows, al fine di non renderci cosiddetti “portatori sani” in caso di scambio di file con utenti Windows, ma se consideriamo che questi ultimi devono necessariamente essere già protetti “a monte”, possiamo sorvolare anche su questo aspetto.
Infine, volgere uno sguardo all’informazione, seguendo forum o siti specializzati in campo Mac, ci manterrà costantemente aggiornati e ancor più difficilmente vulnerabili sotto ogni aspetto.