Maccarone, m’hai provocato e io te… cuocio

Torino e l’Italia: di qui è partito tutto nel 1861, 150 anni fa.
La pasta e l’Italia: la pasta è uno dei manufatti italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo.
E quindi… la pasta e Torino: la Dighentis, software house della prima capitale italiana, ha realizzato un’applicazione per iPad, La Pasta HD, acquistabile su iTunes, che possiamo considerare un vanto del Made in Italy.
Lo sviluppatore, Alessandro Benedettini, di cui abbiamo già apprezzato un suo prodotto su questi lidi e autore di altre applicazioni per iOS, rivendica, giustamente IMHO, la qualità del suo prodotto, dal momento che ci propone oltre 60 ricette, distribuite in oltre 160 pagine, corredate da una sapiente lista di vini, da numerosi consigli e trucchi e da un’interessante sezione, PastaPedia, dove, come si intuisce dal nome, con dovizia di particolari ci fornisce utili informazioni, tra le quali anche come cucinare al meglio la pasta.
Non solo: possiamo considerarla un’applicazione interattiva. Infatti usandola, impareremo a cucinare e, con un po’ di fantasia, potremo inventare nuove ricette con i nostri ingredienti preferiti. Poi, dal 25 marzo, grazie ad iPad 2 (anche un iPhone o una macchina fotografica vanno bene!), provvisto di fotocamera, potremo catturare le immagini delle nostre creazioni, inviarle allo sviluppatore e sperare che siano incluse nel prossimo aggiornamento, consentendoci di vantarci con amici, parenti, fidanzate/i e chi più ne ha, più ne metta delle nostre capacità culinarie.
Questo in generale. Vediamo il dettaglio: si tratta di un’applicazione di 43,5 MB di peso, che richiede almeno iOS 3.2, ma è stata testata con successo su iOS 4 (più precisamente il mio 4.3 ). Bisogna avere più di 12 anni per scaricarla, visto che si fa un inevitabile (e utile) riferimento all’alcol ed è compatibile con iPad, alla modica cifra di un caffè preso in un bar di periferia, ovvero i classici 0,79 euro.
Per chi non possiede iPad, ne esiste una versione per iPhone, più leggera (10 MB) e testata con iOS4, ma necessita almeno la 3.1.3, sempre alla modica cifra di cui sopra.
Appena lanciata l’applicazione, saremo accolti da un sonoro welcome in inglese. E in inglese è localizzata l’intera applicazione, tranne nella sezione delle ricette, laddove i nomi dei piatti conservano quello originale in italiano. E questo è l’unico neo di quest’applicazione. Un momento…, ho detto neo e non difetto. E non necessariamente i nei sono difetti: che ne dite di questa? o di di quest’altra? Alzi la mano chi li considera difetti! Bene a te che hai alzato la mano è accordato il permesso di uscire… non volevi andare in bagno? Scherzi a parte, infatti, grazie al multitasking che è supportato da La Pasta HD
potremo navigare sul web o utilizzare uno degli innumerevoli traduttori anche gratuiti presenti nel’AppStore, alla ricerca della giusta traduzione e imparare, così, nuovi vocaboli nella lingua di Albione, che prima o poi verranno utili: quando siamo all’estero e ci propongono il menù, la versione in inglese c’è sempre.
Dopo il benvenuto, una grafica accattivante ci propone 4 “piatti vuoti” relativi ai 4 menù principali: PastaPedia, Ricette, Basi dell’arte della cucina, Formati della pasta.
Una volta scelto il “piatto“, un simpatico “zito” sarà utilizzato come check mark e si aprirà il relativo sottomenù.
Cinque pagine per la sezione PastaPedia, dove impareremo molto su storia, ingredienti regionali e qualità della pasta.
La sezione Ricette mostra un elegante riquadro contenente un rotore dal quale scegliere la ricetta che ci interessa, avvertendoci mediante una classifica con “stellette“, della difficoltà della stessa (da 1 a 3). Avremo la lista degli ingredienti e la tecnica per prepararla; infine il vino che meglio si accompagna con qualche utile consiglio.
La sezione Basi dell’arte della cucina, dovrebbe essere consultata per prima: si tratta di 3 pagine che forniscono il minimo indispensabile di conoscenze per permettere di indossare il cappello da cuoco anche a coloro che non sanno fare le classiche “due uova a tegamino”.
Infine, l’ultima sezione dedicata ai Formati costituita da 13 pagine, che, con precisione degna della tassonomia di Linneo, illustrano i diversi tipi di pasta fornendo anche brevi cenni di origine geografica.
Toccando lo schermo con un semplice tap si può comodamente andare avanti e indietro o tornare al menù di partenza.
Quello che manca e potrebbe essere un suggerimento per lo sviluppatore, sono un paio di ricette fondamentali come la carbonara e l’amatriciana; qualche foto esplicativa come quelle inserite nella sezione Formati e una funzione “cerca” per le ricette.
Grazie a La Pasta HD, potremo con soddisfazione imitare, perfezionandolo, il mitico Albertone dicendo:
Maccarone, m’hai provocato e io te cuocio e te distruggo!

Sei molto British? Ascolta la radio giusta!

Absolute Radio, la famosa emittente radiofonica inglese, ha sempre avuto un occhio di riguardo verso Apple ed i suoi utenti. Nel 2009 è stata la prima radio europea a utilizzare i tag di iTunes, offre applicazioni per iOS e sfoggia un sito interamente in HTML5, funzionando su tutti i dispositivi di Apple che non gradiscono la tecnologia Flash.
Da qualche settimana è possibile ascoltare in streaming la diretta radio di Absolute Radio UK sul Mac anche al di fuori del browser, con l’applicazione Absolute Radio Player. Il software, che si scarica da App Store, permette di scegliere i vari canali della radio inglese, quindi oltre al principale anche Classic Rock, anni ’80, ’90, ’00 ed infine il canale Extra. Lo streaming è velocissimo e stabile, mentre il cambio del canale è pressoché immediato.
Absolute Radio Player occupa pochissimo spazio su disco (332 kb) e si installa in un baleno, è estremamente minimale, non ha nessuna impostazione personalizzabile, se non la regolazione del volume e la scelta della stazione. Sul display compare il titolo del brano, il nome dell’album e (se disponibile) la copertina.
Come software fa poco, ma lo fa bene. Non ha pubblicità, non ha link verso iTunes ed è logicamente gratuito sia per Mac che nelle sue varie edizioni per iOS (iPhone, iPod Touch e iPad).

Il software per DJ definitivo

Mixxx potrebbe rivelarsi una novità per molti utenti Mac, ma si tratta in realtà di un progetto open source (nato nel 2002 come parte di una tesi sulle nuove interfacce per i DJ) con una comunità insolitamente ampia che vanta schiere di collaboratori di ogni tipo.
Nel 2006, grazie al nuovo team di sviluppo composto da Adam Davison e Albert Santoni, il progetto ha beneficiato di una crescita regolare sia sullo sviluppo del codice che sul numero crescente dei contribuenti. Mixxx è maturato a causa della forte richiesta di programmi per DJ su Linux e grazie al malcontento degli utenti Windows e Mac riguardo ai software della categoria esclusivamente a pagamento. Una rinnovata attenzione all’usabilità e alla stabilità ha aiutato Mixxx a crescere fino a diventare il più popolare software per DJ libero e multipiattaforma, raccogliendo nel mondo oltre 1.000.000 di download all’anno.
Pubblicato solo il 17 febbraio scorso sul Mac App Store, ha in pochi giorni conquistato la vetta della classifica delle Top Gratuite. Mixxx trasforma il Mac in una vera console professionale per DJ, offrendo la possibilità di mixare le tracce presenti nella libreria musicale di iTunes (o in una cartella a scelta), di utilizzare effetti, comandare un controller MIDI/USB e registrare le proprie performance dal vivo.
Queste le principali caratteristiche di Mixxx: Database musicale potenziato; accesso alla libreria di iTunes; supporto completo di numerosi controller MIDI (Hercules, Numark, Pioneer, Vestax); regolazioni di precisione su tonalità, velocità, transizioni, dissolvenze, equalizzatori DJ ad alta fedeltà; calcolo BPM e sincronismo automatico; preascolto in cuffia con qualsiasi scheda audio USB; Key-lock per modificare la velocità senza modificare la tonalità; normalizzazione del volume (Replay Gain); creazione di playlist; missaggio automatico semplificato; supporto per il broadcast online con Shoutcast ed Icecast e supporto nella riproduzione dei formati audio MP3, FLAC, OGG, M4A e WAV.
Mixxx è disponibile per il download su Mac App Store per chi ha Mac OS X 10.6.6, ma è disponibile anche per Leopard in versione Intel e PPC dal sito ufficiale.

Una vita a fin di bene

Sarebbe piacevole ricevere tutti i giorni notizie e segnalazioni come quella ricevuta giovedì scorso dall’amico piemontese Gianluca Ruffatti Vitrotti (noto a molti per l’app Codici e Leggi di Intermundia).
Gianluca lavora ormai da un anno per la Fondazione Difesa Fanciulli, che da 100 anni si occupa della difesa dell’infanzia e della tutela dei minori.
Coinvolgendo tutti i suoi amici di Intermundia, Gianluca ha fatto sviluppare (gratuitamente) un’applicazione per promuovere la Fondazione. Si tratta di NonProfit. Per ora è molto semplice, ma ci si augura che possa crescere con i suggerimenti degli utenti, così come è stato per Codici e Leggi.
NonProfit è disponibile per il download su iTunes Store di Apple ed è la prima applicazione per iPhone, iPad e iPod Touch che permette di sapere tutto quello che succede nel mondo non-profit. È la prima applicazione pensata per chi, lavorando in organizzazioni non-profit, aiuta a creare un mondo migliore ed è la prima applicazione pensata per chi vuole fare volontariato e prima di farlo vuole conoscere l’organizzazione.
Ecco tutte le funzionalità del software: News dal mondo non-profit aggiornate in tempo reale; una raccolta costantemente aggiornata degli spot video più belli delle organizzazioni non-profit; un giochino (il memory) per passare piacevolmente un po’ di tempo; una raccolta di citazioni famose da usare e da spedire via e-mail.
È possibile aiutare la Fondazione Difesa Fanciulli a far crescere l’applicazione, inviando suggerimenti sui nuovi siti di news, sui nuovi video YouTube e segnalando le citazioni preferite, in modo che nel prossimo aggiornamento vengano aggiunti i contenuti suggeriti dagli utenti.
Fondazione Difesa Fanciulli Onlus si trova in Strada Valpiana 31 a Torino ed attualmente è diretta da Elena Cornaglia.

Il modernariato ludico

C’era un tempo in cui l’unico luogo dove potersi approcciare con i videogame era la Sala Giochi. Era possibile introdurre le monetine della paghetta in una fessura avida e traditrice, che permetteva ai ragazzini di un tempo di godere delle meraviglie di Ghosts’n goblins o Arkanoid e ai bambini più ricchi di sperperare i risparmi sudati da altri sugli spettacolari Space Ace e Dragon’s Lair.
I rumori assordanti e per l’epoca modernissimi ora assomigliano ad ancestrali richiami di un tempo andato. Ora la Sala Giochi esiste solo nel limbo delle Giostre o Sagre di Paese, in prossimità degli efferati autoscontri.
Tutto sommato la fauna che popola questi luoghi mistici è rimasta la stessa, truci figuri moderni che picchiano il punching ball e che una volta avrebbero passato il tempo a ingigantirsi a fronte di record inarrivabili su R-Type o Galaga. Quindi forse si sta meglio adesso, con la sala giochi in salotto, con i seggiolini di legno a prova di ogni confort sostituti da divani in pelle o poltroncine svedesi.
I giochi in sé però in alcuni casi sono rimasti gli stessi, alla faccia del tempo che passa. Magari hanno subito anche loro il lifting proprio dei nostri tempi, sotto forma di Botoxiani ritocchi di furba apparenza. Questo è in buona parte il caso di questa raccolta Pangea Arcade, programmata e pubblicata su Mac App Store dai texani della Pangea Software.
Probabilmente proprio in uno sperduto bar lungo le assolate strade del Texas, tra un cane della prateria e un cactus rotolante questi baldi americani hanno concepito la necessità di tornare ai sani concept di un tempo, fatti di azione limitata ai due/tre pulsanti dei cabinet colorati anni 80 e di poca voglia di percorrere le moderne vie dell’open roaming e del gioco hard core.
Di sicuro infatti Pangea Arcade non si rivolge agli smaliziati hard-core gamers, termine abusato che identifica quella fetta di giocatori attratti dalle sfide lunghe giorni e forse anche da un po’ di snobismo verso tutto ciò che non è lucente e tirato a lustro per tirare fino allo spasmo i nuovi processori del XXI secolo.
I tre giochi che compongono questo pacchetto, in vendita dal recentemente inaugurato store online di mamma Apple, sono un restyle-refresh di svariati classici del divertimento videoludico dei tempi andati.
Con la dignità di chi programma anche per passione e con la furbizia di chi non vuole cadere in fallo su banali indicizzazioni di plagio, non fanno mistero dell’origine dei concept dietro la loro fatica.
Evitano la “sindrome da Great Giana Sisters” e lasciano al giocatore moderno il piacere di rivivere dei bei momenti di svago, casual e senza troppe pretese o aspettative.
Partendo dal meno curioso dei tre, troviamo Nucleus, un moderno Asteroids, che tra esplosioni in 3D e qualche eccesso di zelo nel voler dare una sensazione di fisicità al movimento della navicella (che si tramuta in una certa scomodità di pilotaggio) risulta anche il più deboluccio della compilation.
Warheads prova a fare le scarpe a Missile Command, variegando le possibilità di shooting e condendo l’insalata retrò con un’oliata di riflessi e luci niente male. Decisamente godibile, a patto di leggere il manuale e di riuscire a trovare le associazioni di tasti senza scomodare gli abitanti di qualche casella del calendario.
Ah si, non ricordo se l’ho detto, ma fondamentalmente Pangea Arcade va giocata con la tastiera, in maniera MAME-Style in mancanza di un joystick recuperato in garage. Non è arricchita da tutorial o file di help ed è presente un richiamo al giocatore a leggersi il manuale dal sito del gioco. Così nel mentre ci si può spulciare il catalogo dei ragazzoni Texani.
Ho tenuto per ultimo Fireworms che dei tre è secondo me sicuramente il più valido. Riuscitissimo il mix tra il gaming style di Space Invaders e quello Snake, che ha lanciato anche sui cellulari Nokia di un paio di lustri fa la moda del “gioca ovunque, ma gioca” e il “concept” dei power-up nato con il vetusto Arkanoid.
I power-up riuscitissimi e lo schema di gioco frenetico, che forzatamente deve lasciare spazio a un po’ di tattica, rende davvero divertente e gratificante il tempo passato davanti al monitor.
Tempo che non sarà mai alienante come una partita a World of Warcraft o inconcludente come una sgambettata tra le strade di Armadillo in compagnia del truce (e trucido) John Marston di Red Dead Redemption. Ma, cosa fondamentale, sarà un tempo speso tra sorrisi e divertite mosse fatte tra la tastiera e la scrivania, a seguire il passo della navicella come succedeva negli angusti spazi tra un cabinato e l’altro. Non si raggiungono le vette di “tamarraggine” che potevano nascere tra una rotazione di volante con saltello tra una gara di Super Sprint o un salto per aiutare il nostro Space Harrier a scostarsi dai nemici, ma tant’è: ci si diverte.
Nel complesso Pangea Arcade non delude.
Avrebbe potuto essere qualcosa di un po’ meno acerbo, se l’impianto realmente moderno e innovativo di FireWorms fosse stato applicato anche agli altri due giochi del trio. Così com’è di carne al fuoco ce n’è, ma invece di generare un Hype verso la ricerca della modernità applicata ai concetti base del retro-gaming, ci troviamo di fronte ad una collection valida, ma limitata al basso prezzo di acquisto (2,99 euro). Dopotutto credo che siano passati i tempi di mettere le monetine per giocare ad un Asteroids sotto steroidi.
Dovendolo valutare secondo il metodo di review del Mac App Store, sicuramente sarebbero 4 stelle su 5.

Appassionante Puzzle Game piemontese

Alessandro Benedettini, sviluppatore della software house indipendente Dighentis di Torino, dopo iRacconti: le fiabe narrate dall’iPhone, ha segnalato il rilascio di una nuova applicazione per iOS.
Si tratta di Poshi Toky un nuovo, appassionante, Puzzle Game per iPhone e iPod touch (la versione HD per iPad sarà disponibile a breve).
Poshi Toky è un grazioso e vispo animaletto che vive in Giappone. Gli piace giocare con le gemme, le pietre preziose, i diamanti, ma soprattutto con le mattonelle colorate. Usa le sue robuste zampette per toccare e rompere le mattonelle, per poi scuotere la lunga coda e rimuoverle. Cerca di toglierne più che può ed è anche abbastanza intelligente da utilizzare delle armi speciali per semplificarsi un po’ la vita. Purtroppo, deve stare attento per non essere sommerso dalle nuove mattonelle in arrivo, ma questo non è così semplice, per questo c’è bisogno dell’aiuto di un giocatore motivato per dare una mano al Poshi Toky.
Il gioco è progettato espressamente ed esclusivamente per iPhone ed iPod touch. Offre il controllo totale del gioco utilizzando il touch screen e l’accelerometro (per scuotere); due le modalità di gioco: Classic (a livelli) e Survival (modalità infinita). Tre diversi livelli di difficoltà; più di 150 fondali differenti; gameplay che premia sia la strategia che la velocità durante il gioco; armi e bonus speciali da utilizzare durante le fasi di gioco, destinato a giocatori di ogni età.
L’applicazione è disponibile per il download su iTunes Store al prezzo di 0,79 euro, richiede iOS 3.1.3 o versioni successive.

Manipolare le molecole sull’iPhone

Molecules è un’applicazione per iPhone e iPad; è un semplice rendering tridimensionale che oltre a mostrare la molecola, consente di poterla manipolare con le dita, sfruttando il touchscreen e lo zoom dell’iPhone.
Certo la struttura a sfere e bastoncelli non è il massimo per molecole di grandi dimensioni e si apprezzerebbe di più se consentisse di visualizzare le proteine nella loro struttura secondaria ma… si tratta di un’applicazione gratuita che grazie ad una sua caratteristica MERITA!
Molecules è direttamente collegata al PDB (Protein Data Bank dell’rcsb) quindi è possibile scaricare e visualizzare qualsiasi tipo di molecola! Tra i miglioramenti inseriti nell’ultimo aggiornamento, segnalo la risoluzione ottimizzata per il display retina dell’iPhone 4 e… facendo doppio tap sul display si può passare dalla struttura ball and stick alla spacefilling.
L’app, inoltre, consente di visualizzare le info presenti sul PDB, quindi la composizione amminoacidica, pm, descrizione… A parte la pecca della mancata visualizzazione della struttura secondaria, l’app è perfetta: non presenta rallentamenti, crash o simili!
Disponibile gratuitamente per il download direttamente su iTunes Store, per iPhone e iPad. Richiede iOS 3.1 o versioni successive.

Spese sullo Store sotto controllo

La giovanissima software house tedesca WetFish Software ha puntato tutte le sue energie sul concetto di integrazione tra i dispositivi iOS e il Mac (come se ce ne fosse bisogno…), sviluppando applicazioni che favorissero la fruizione tra i dispositivi iOS (iPhone, iPad e iPod Touch) e Mac OS X. Tra queste figura App Store Expense Monitor, una simpatica applicazione, localizzata in diverse lingue tra cui anche l’italiano, che legge il contenuto della directory “Mobile Applications” della libreria iTunes, si collega all’iTunes Store e rileva i prezzi delle App acquisite, quindi ne fornisce il totale, esportando poi l’elenco in formato .csv o .xml.
Il software si installa trascinandolo nella cartella Applicazioni e si cancella mettendolo nel cestino, non necessitando di alcun processo di installazione di preferenze.
Il difetto riscontrato, prontamente segnalato agli sviluppatori, è che acquisisce i dati di prezzo attualizzati, cioè non considera il fatto che al momento dell’acquisto il prezzo di una App fosse diverso da quello di attuale distribuzione. Ho suggerito inoltre anche di implementare la gestione di più account e di dividere l’elencazione per device di applicazione (iPhone, iPod, iPad).
App Store Expense Monitor è un software gratuito, richiede Mac OS X 10.5 o 10.6 ed è disponibile per il download dal sito dello sviluppatore.