Catturiamo Mountain Lion con l’aiuto di Marco Freccero

Apple ha recentemente rilasciato Mountain Lion, nome della ottava release del sistema operativo (OS) della serie X (Mac OS X), il OS più avanzato al mondo, efficace per lavorare e/o divertirsi con un computer.
Con l’uscita del nuovo OS di Apple, Marco Freccero ha tirato fuori dalla sua faretra un’altra freccia ed ha fatto ancora centro (essìeh! pensavate di cavarvela senza la mia battuta d’obbligo?): la guida Alla scoperta di Mountain Lion.
Si tratta di un eBook snello, scritto in modo semplice e chiaro, facilmente comprensibile sia da coloro i quali si avvicinano per la prima volta al mondo Apple, sia, ovviamente, dai vecchi amanti dei felini di Cupertino ed è corredato da una serie di utili screen shot, perché una immagine vale più di mille parole.
In circa 100 pagine si trova tutto quello che serve per cimentarsi con il nuovo OS: la configurazione hardware minima necessaria; le operazioni necessarie e consigliate da effettuare prima di procedere all’installazione; come procedere ad una installazione coperta sul vecchio sistema operativo (sia esso Snow Leopard, sia Lion) oppure come procedere ad una cosiddetta “installazione pulita” o da zero per evitare conflitti e malfunzionamenti.
Il libro prosegue con l’elenco delle novità assolute di Mountain Lion (Gatekeeper e Notifiche) e delle novità già introdotte in precedenza con Lion (quindi comunque novità assolute per i possessori di Snow Leopard), ma perfezionate in questo nuovo OS (iCloud, Mission Control, Launchpad, Airdrop). Ma anche le vecchie funzioni o i vecchi software dei precedenti OS Apple (Finder, Dock, Dashboard, Spootlight, Time Machine, File Vault, Mail, Safari) sono rivisitati nel loro funzionamento sotto la nuova veste “montanara“.
Chiude il libro un piccolo ma utilissimo glossario che vi svelerà il significato di termini e acronimi anche comuni, ma che sono talora di significato sconosciuto.
In conclusione: nel libro troverete il nuovo OS di Apple, Mountain Lion, come ve lo racconterebbe un utente, solo un po’ più esperto.
Il libro si può acquistare sul sito di Buy Different insieme ad altri eBook, alla davvero modica cifra di 6,90 euro.

Ottimizziamo lo spazio nel menubar del Finder

Hai un portatile con uno schermo piccolo provvisto di una risoluzione non eccezionale (ad es. un MacBook Air prima serie)?
Hai una barra degli strumenti del Finder piena zeppa di applicazioni native del Mac e di terze parti (che non possono essere riposizionate)?
Apri un programma con un menù ampio e questo si sovrappone, oscurandole, alle applicazioni presenti nella metà destra della barra del Finder, sicché per vederle devi smanettare (cmd+tab) per tornare sul Finder?
Bene, la software house tedesca OrtiSoft ha la soluzione per te e ce l’ha aggratisse.
Infatti, ha creato AccessMenuBarApps un’applicazione che lavora in background e funziona come un interruttore che permette di passare da una visualizzazione estesa, a una visualizzazione ridotta dei menù dell’applicazione che stai usando in quel momento e viceversa con semplicità estrema: gestures, abbreviazione da tastiera, icona nella barra dei menù, il tutto personalizzabile a nostro piacimento dalle preferenze dell’applicazione stessa.
L’applicazione lavora in background, essendo pronta ad entrare in azione non appena accendiamo il Mac e diamo il comando da tastiera o da mouse/trackpad o da icona.
Tuttavia, l’opzione che io preferisco è quella dell’icona nella barra dei menù: ma come, direte, stiamo cercando di recuperare spazio nella barra dei menù e aggiungiamo un’altra icona? Non preoccupatevi… La software è tedesca, ricordate? …e ha fatto le cose per bene: l’icona (che ricorda il simbolo di Yin e Yang), si posiziona all’estrema destra delle icone di applicazioni di terze parti o, se preferite, all’estrema sinistra delle icone native di Mac OS X, chiamate anche menù extra, sicché da essere sempre visibile e raggiungibile con un semplice clic che ci consente di passare tra le due visualizzazioni, estesa e ridotta.
Segnalo infine altre opzioni di contorno, personalizzabili tramite le preferenze, quali gli effetti sonori, gli effetti visivi e l’animazione dell’icona nel dock. È più facile installarla, e provarla, piuttosto che spiegarla!
Quanto alle note tecniche, l’applicazione è un .dmg di 1,8 MB, che funziona su macchine Intel con almeno Mac OS X 10.6 installato.

Aggiornamento:
Sono state pubblicate le foto e il video della serata.

Il rivale di Dropbox e di iCloud

Non sapevo in quale sezione del forum scrivere questo topic, poi ho pensato di ravvivare il sito ed eccolo qui.
Dal titolo avrete capito che si tratta di un servizio di Cloud Computing, che si propone di entrare in concorrenza con altri servizi, come il consolidato Dropbox ed il futuro prodotto Apple iCloud.
Sto parlando di Minus, fondato da Carl & John, un sito che, come promette il nome, vuole enfatizzare il minimalismo e la semplicità.
Come per altri siti simili, è possibile condividere foto, musica, video e altri documenti digitali, in maniera semplice, rapida e gratuita: semplice, perché sarà sufficiente un drag & drop dal proprio computer sulla home page del sito; rapida… be’ quello dipende dalla connessione!; gratuita… e che ve lo dico a fare.
Si tratta di un vero e proprio account personale con tanto di possibilità di: scegliere come visualizzare i propri documenti (lista, griglia, modalità lineare o a schermo pieno); di renderli pubblici o privati con un semplice clic; di ottenere i link diretti, i link per le gallery e per i forum già formattati in linguaggio html corretto; di aggiungere commenti; di modificarli personalmente on line o di farli modificare da altri, utilizzando i tools a disposizione che risultano particolarmente interessanti e completi, in particolar modo quelli per le immagini (ruota, ridimensiona, taglia, sfoca, contrasta, luminosità, inserisci testo, ecc. ecc.).
E non è finita qui! Lo spazio a disposizione è di ben 10 GB… sì non è un errore, ovvero il doppio dello spazio di iCloud e 5 volte quello di Dropbox!
Ah… Steve mi perdoni…there’s one more thing… una volta creato il proprio account, si potrà incrementare il proprio spazio virtuale di 1GB alla volta, invitando i propri amici, conoscenti e benefattori, mediante mail, mediante link diretto o mediante Facebook e Twitter, fino ad un massimo di 50GB.
Siccome Steve non mi ha perdonato, this is the last one thing: sappiate che a corredo del sito, ci sono le applicazioni per computer, per dispositivi mobili (per iOS) e le estensioni per i browser Firefox e Chrome, nonché la web App per quest’ultimo.

PS Scorrettamente ho messo il link del mio account, per incrementare il mio spazio cloudy… Il link pulito è il seguente: https://minus.com/

Chi lascia la via vecchia (SL) per la nuova (Lion)…

Leggo di alcuni amici che, con il passaggio a OS X 10.7 Lion, si rammaricano di aver perso alcune funzioni cui erano abituati (e, diciamocelo pure, affezionati) con Mac OS X 10.6 Snow Leopard (mi duole il cuore ad averlo accantonato… 🙁 n.d.a.).
Ebbene, cari nostalgici, non tutto è perduto: ci viene incontro il sig. Fredrik W che, sul suo sito ha reso di recente disponibile per il download un’applicazione chiamata Lion Tweak che, come scrive lui stesso, “ci consente di personalizzare e correggere alcune nuove, ma irritanti funzioni di OS X 10.7“.
L’applicazione, nonostante non sia in italiano, è di semplice utilizzo: estratto il dmg, alla sua apertura ci troveremo un pannello simile a quello di Preferenze di Sistema con il logo di Lion violentato da una chiave inglese, che è anche il simbolo identificativo dell’applicazione stessa.
Il pannello ci offre 17 (consentitemi l’OT… il numero 17 porta sfiga per chi parla italiano, mentre per chi usa la lingua di Albione è il 13 a portare sfiga…) opzioni alcune delle quali, a mio parere, inutili, altre invece più utili, tutte selezionabili con un semplice clic su uno dei due bottoni a disposizione “yes” o “no“.
Per esemplificare, abbiamo la possibilità di rendere sempre visibile la cartella Library, oppure (ri)abilitare l’opzione di ripetizione tasti che Lion, mutuandola da iOS, ha trasformato nella selezione di caratteri speciali… e così via.
L’applicazione come avrete intuito è localizzata in inglese ed è aggratisse, anche se Fredrik non disdegna una donazione.
Giocando con il titolo e con il famosissimo adagio…
Chi lascia la via vecchia per la nuova… con Lion Tweaks la ritrova.

Guerrieri…, giochiamo a fare la guerra?

Chi di voi ha indovinato il film/libro cui fa riferimento il titolo…. è vecchio!
E sì, perché si tratta di una frase di una scena cult di un film cultissimo del 1979, “I guerrieri della notte” di Walter Hill, tratto dall’omonimo libro di Sol Yurick, del 1965.
Ma tutto questo non c’azzecca niente con la recensione che segue, se non per il fatto che è riferita a un gioco di guerra.
Infatti, i ragazzi di Intermundia, autori di ottime applicazioni per iOS in
svariati campi dello scibile umano, scaricabili da iTunes tramite AppStore e più volte recensiti su questo sito per le loro applicazioni in ambito legale (Codici e Leggi e la nostra costituzione), in ambito musicale (i libretti delle opere liriche per iOS), in ambito storico contemporaneo (iLegends gli uomini che hanno cambiato il mondo), oppure in ambito socio-umanitario NonProfit, sono cresciuti e sono diventati
AppCube Ltd,
aprendo una sede a Londra.
Per l’occasione, cambiano decisamente genere e si lanciano nel campo dei giochi strategici, sviluppando Global conflict, un gioco strategico per iOS (più precisamente per iPad, purché aggiornato a iOS 4.2), localizzato in inglese ed italiano e del peso di 49,5 MB.
Si tratta di un gioco che ricorda lo stile del ben noto gioco da tavolo “Risiko”, con l’obiettivo di dominare il mondo intero.
Si gioca su diverse mappe del planisfero. All’atto del download, è fornita, gratuitamente la mappa “Mondo Classico“, ma mediante in-App Purchase, è possibile acquistare ulteriori 4 mappe “Europa“, “Europa regionale“, “Nord America” e “Mondo completo” alla modica cifra di 0,79 euro ciascuna, oppure la Full Version a 2,99 euro.
Il gioco è multiplayer, fino ad un massimo di 5 giocatori, e si può giocare da soli contro il computer o contro avversari “umani”, in locale o tramite Game Center.
Si parte con un sottofondo musicale decisamente adeguato all’ambientazione e ci viene proposto di scegliere se affrontare un chiaro tutorial o se modificare le opzioni di gioco. Una volta completati questi (…ehm…) preliminari si comincia a giocare e vi garantisco che sarete piacevolmente colpiti dalla qualità della grafica, dalla possibilità di zoom e scroll che permetteranno di vedere anche i monumenti simbolo delle singole città e “le armate” in azione, che saranno realmente “esplosive“, proprio come promettono gli sviluppatori.
In attesa del nostro turno, assisteremo alle mosse strategiche degli avversari e potremo modulare la nostra, di volta involta, in base a quello che vediamo sul planisfero. Quando è il nostro turno, dovremo posizionare il numero di “armate” a disposizione laddove lo riteniamo opportuno per sviluppare il nostro piano. Poi, sempre perseguendo il nostro obiettivo, potremo attaccare i paesi confinanti oppure “passare”, rinforzandoci, in attesa di un turno più opportuno. Infine, prima di passare la mano, avremo la possibilità di spostare le nostre “armate” dalle zone più tranquille a quelle più calde per organizzare al meglio la difesa.
Il gioco è divertente ed appassionate anche perché grazie al Game Center, vi permetterà di confrontarvi con i vostri amici, senza annoiarvi.
Sicuramente necessita di ulteriori rifiniture da parte degli sviluppatori, in quanto un paio di volte è andato in crash, ma considerando la qualità dei prodotti precedentemente realizzati dallo staff, nutro un’estrema fiducia.
Buona guerra finta a tutti!

Si contenga!

Dopo il successo planetario di Angry Birds (è proprio di ieri la notizia che sono stati effettuati 250 milioni di download! per cui non mi soffermo oltre) e (sic) il purtroppo per noi italiani successo internazionale del Bunga Bunga, c’era da aspettarsi che qualcuno mettesse in relazione i due avvenimenti e…
E infatti, su iTunes store, è disponibile da un paio di giorni, Angry Bunga per iPhone e iPad, gioco della AppyMob, software house che sviluppa solo applicazioni per mobile device.
Lo slogan è: il Bunga Bunga è diventato un gioco.
Si tratta di un clone di Angry Birds, dove voi non siete più gli uccellini incazzati, ma impersonate il protagonista: un simpatico vecchietto spesso sorridente, talora incazzato che è calvo, per sopraggiunti limiti d’età, ma con la testa ricoperta da una peluria posticcia che ricorda la moquette che riveste i pavimenti dei motel di infima categoria e che lo rende simile agli omini del calcio-balilla (copyright by Luciana Littizzetto).
L’alternanza degli stati d’animo dipende dalla presenza di procaci fanciulle o di severi giudici. Infatti, al posto dei maiali verdi, ci sono giovani donne dalle curve esagerate e dalle labbra “a canotto”, tutte uguali tra loro, che si distinguono per la capigliatura bionda o bruna (non ne ho viste di rosse!), chiuse in gabbiette dorate e poco vestite, che sospirano nell’attesa della liberazione. Fanno compagnia alle predette signorine, evidentemente dai facili costumi, giudici con tanto di toga, parrucchino e martelletto d’ordinanza che inveiscono contro il piccolo protagonista e si frappongono tra lui e il tanto bramato oggetto del desiderio.
Ma niente paura! Basterà annientare le toghe rosse e liberare le donnine che, magicamente, perderanno quei pochi centimetri di stoffa (niente di pornografico… non si vede nulla!), manderanno baci e scompariranno in una nuvola a forma di cuore…
Una menzione speciale meritano le armi che avrete a disposizione…, allusive: banane (!), mele (!) (dall’aspetto sexy che promettono di avere un sapore particolare, ma bisogna stare attenti ad assaggiarle dal lato giusto, altrimenti ci si rimane male), sacchi neri di spazzatura (!) e sacchi di danaro (!).
Livello dopo livello, il gioco si fa più duro (nessuna allusione, n.d.a.), ma con costante impegno e un po’ di fortuna, aiutato dall’indole giovanile del protagonista, corroborato dai risultati raggiunti, si può arrivare al top ovvero, come recitano su iTunes store, “…con i nuovi livelli in arrivo potrai conquistare il trono della repubblica delle banane”.
L’applicazione costa 0,79 euro, pesa 14,4 MB e necessita almeno di iOS 3.1. Apparentemente (visto il coming soon che campeggia sotto un’immagine cartoon del Vesuvio) sono previsti ulteriori livelli che andrebbero ad incrementare i 15 livelli esistenti,
Conclusioni: meglio Angry Birds… ovviamente. In assoluto i 79 centesimi non li merita, ma se pensiamo che con quella cifra non si prende più neanche un caffè al banco…

Tu vuo’ ‘mparà l’americano

Il buon Renato Carosone mi perdonerà se mi permetto di parafrasare il titolo di una delle sue più belle canzoni per questa recensione. Ma il boss è conterraneo, io ho un’anima in parte napoletana e quindi…
Ma bando alle ciance… sto parlando del dizionario della Merriam-Webster per iPhone e iPad, che si scarica gratis da iTunes store.
Merriam-Webster è da oltre 150 anni uno dei punti di riferimento, in America, per quanto riguarda le informazioni sul linguaggio, ovvero i dizionari, dapprima come versioni cartacee, poi come versioni online ed infine, attualmente, come versioni per dispositivi mobili.
L’applicazione, sviluppata sia per iPhone (peso di 19,3 MB e almeno iOS 3.0), sia per iPad (peso di 21,0 MB e almeno iOS 3.2), è localizzata in inglese, è gratuita, anche se si deve sopportare qualche “consiglio per gli acquisti” e fornisce un completo vocabolario, con tanto di funzione “search“, trascrizione fonetica della pronuncia, elenco di significati plurimi, ovviamente in inglese, del vocabolo in tutte le sue accezioni (sia essa un verbo, un sostantivo, un aggettivo ecc. ecc.), esempi nel linguaggio parlato, le origini e l’etimologia (che è la feature più interessante per me, n.d.a.), il periodo o anche l’anno in cui è stato usato per la prima volta e, per finire, un elenco di sinonimi e contrari, tutti dotati di link ipertestuale interno.
Fornisce assistenza anche agli smemorati, grazie alla funzione “recent” facilmente editabile, che contiene tutte le ricerche più recenti effettuate, utile per l’appunto a chi, di memoria corta, non si ricorda il significato di un vocabolo già cercato l’altro ieri. E’ anche dotato di una curiosa funzione “word of the day” che fornisce quotidianamente, radon, una nuova parola da imparare per ampliare il proprio vocabolario.
Infine, dulcis in fundo, possiede una funzione audio con la quale è possibile ascoltare l’esatta pronuncia della parola in questione e, chicca delle chicche, la possibilità di cercare la parola di proprio interesse semplicemente pronunciandola noi stessi, uno strumento utilizzabile anche per verificare la nostra capacità nell’articolare i suoni nella lingua di Albione.
A mio modesto avviso, un ottimo strumento per chi, già a buon livello di conoscenza dell’inglese, desidera perfezionarlo.

E io pago…

Con questo titolo scontato, citando la celeberrima battuta del Principe, tormentone ripetuto ad ogni pie’ sospinto in quel meraviglioso film che è 47 morto che parla, apro questa recensione.
Appena introdotta nel’App Store, l’applicazione CameraLeaks è balzata nella top ten… (in realtà all’epoca di questa mia recensione, non lo è più n.d.a.)… Che dire di più?
Lo sviluppatore Simone Jacoella, approfittando, a mio avviso, del clima da basso impero che sta vivendo la nostra politica e del successo editoriale del libro inchiesta La Casta, nonché del successo di Julian Paul Assange e della sua organizzazione internazionale WikiLeaks, di cui riprende anche il logo, ha avuto la straordinaria intuizione di mettere pixel su pixel una serie di dati relativi ai costi della nostra politica, certo di suscitare, in molti dei possessori di iPhone e iPad, la curiosità prima e l’indignazione immediatamente dopo.
Del resto lo slogan che campeggia sul sito ufficiale dell’applicazione è proprio: Indignati al 100%.
L’applicazione ideata per iPhone ma fruibile anche su iPad grazie all’ingranditore 2x, è utilizzabile solo in versione portrait, se si escludono le immagini che sono visualizzabili in modalità landscape. Si apre augurandoci ironicamente “buon divertimento” e portandoci su uno scaffale da 10 “nicchie” ognuna per una sezione ben precisa: Camera, Senato, Indennità, Dipendenti, Quirinale, Auto Blu, Costi politica, dove si contano oltre 600 schede che illustrano gli stipendi di chi occupa (per lo più indegnamente n.d.a.) gli scranni dei due rami del parlamento, senza dimenticare indennità, annessi, connessi ed accessori; i costi dei dipendenti (udite udite… financo i barbieri); il numero delle auto blu; i costi del colle più alto e della politica in senso lato. Completano il quadro, le sezioni Confronti, Immagini, Fonti e un invito (Diffondi) a informare i nostri amici tramite “faccia da libro“. La sezione Confronti è, secondo me, quella che fa imbestialire di più!
Per ogni sezione si aprono delle ulteriori sottopagine con una serie di numeri e cifre che ci informano, in dettaglio, quanto noi paghiamo per i nostri servitori (e vi assicuro che è proprio tanto).
Per chi ce li ha ancora, roba da mettersi le mani nei capelli!
Accompagna il tutto, una serie di effetti sonori che non si possono escludere, mentre, con la solita icona dell’altoparlante, si può scegliere se farsi accompagnare dalle note del verdiano “Va’ Pensiero”, nella inevitabile incazzatura che aumenterà vieppiù con la lettura.
Il costo è di 0,79€ e gira sotto iOS 3.0 o superiore.
Nonostante nello store sia indicato che è localizzata in inglese, l’applicazione è tutta in italiano, ma… sono certo, susciterà in ognuno di voi, commenti nella propria lingua madre. E, proprio per questo, raccomando di tenere lontani i minori mentre si scorrono le pagine…