ZiPhone, sbloccare l’iPhone in una mossa

In passato sono state pubblicate numerose guide per sbloccare il famoso cellulare Apple, e anche sul nostro sito il lavoro di SuperMac si è distinto con le sue articolate guide.
Da qualche mese tutto questo non ha più senso. Il capolavoro di Zibri, intervistato per TGR Neapolis dalla nostra amica Margherita (nonché parente di Elia), è famoso in tutto il mondo per i risultati eccellenti che ha portato. Sul sito la frase “così facile che può usarlo perfino un cavernicolo” non poteva essere più azzeccata.
Proprio in questi giorni abbiamo finalmente provato di persona ZiPhone, si è vero in ritardo di almeno due mesi, ma è stata la prima volta che si sono rivolti direttamente a noi per coinvolgerci in un’impresa (sempre gratuita) del genere.
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Forti delle esperienze altrui, lette su altri siti a tema, abbiamo assicurato al nostro amico il successo dell’operazione in pochi minuti, quanto basta per effettuare il download di 18,5 MB dell’applicazione, aggiungendo meno di 5 minuti per completare il processo di reinizializzazione dell’iPhone con relativo sblocco. E così è stato.
Dobbiamo ammettere che senza dubbio ZiPhone è, secondo il nostro contestabilissimo parere, la migliore applicazione rilasciata per Mac nel corso di quest’anno.
È bastato scaricare e lanciare il programma di Zibri (disponibile anche per Windows), collegare il telefonino di Apple con una qualsiasi SIM inserita e cliccare sul pulsante Unlock Jailbreak and Activate.

Il potente software ZiPhone ha eseguito in maniera impeccabile il processo di sblocco, ed anche con una certa trasparenza, mostrando un utile elenco di ciò che l’applicazione esegue facendoci sorridere ricordando i complicati metodi precedenti che ci portavano allo stesso risultato.
Inoltre ZiPhone installa automaticamente l’ultima versione di Installer, BSD Subsystem, OpenSSH e un fix per YouTube compatibile con la versione 1.1.4.

Il tempo di prenderci un caffè che l’iPhone del nostro amico, comprato regolarmente in USA era pronto a funzionare in Italia con qualsiasi operatore.
Esistono anche molte altre funzioni avanzate da parte del software, come pure la possibilità (almeno discutibile) di poter cambiare l’IMEI del telefonino, dimostrandosi molto più che un semplice strumento per sbloccare l’iPhone, ma un vero e proprio coltellino svizzero per andare a toccare funzioni non previste dal comune utente, come quella di effettuare il downgrade del firmware.
Per chi dovesse preoccuparsi di infrangere la legge, o crede di nuocere il prossimo con queste procedure straordinarie, ricordiamo che “il Digital millennium act, la legge che negli States dichiara illegale la creazione e diffusione di tecnologie che forzano strumenti con il copyright, non vale per lo sblocco dei cellulari perché la criptazione è definita una mossa commerciale a danno degli utenti, e nel 2001, l’Unione Europea ha approvato una legge simile”.
La popolarità di Zibri non tende a calare, ed oltre alle sue comparse televisive viene coinvolto anche nella stesura di articoli su giornali nazionali. Merita da solo tutto il suo successo, visto che i compagni di avventura iniziali lo hanno abbandonato quando il gioco s’è fatto troppo impegnativo o man mano che raggiungevano il proprio scopo.
È recente la notizia di un articolo che è stato pubblicato sul numero di questa settimana su Panorama, scritto proprio da Zibri, la versione uscita in edicola è reperibile QUI.

Unica macchia a sfavore di Zibri (che non vorrei segnalare, ma qualcuno lo farà prima o poi), viene inesorabilmente evidenziata effettuando una ricerca su “Google” dove alcuni risultati portano ad una vicenda di oltre dieci anni fa, che vedeva coinvolto un omonimo esperto informatico romano nell’operazione Ice Trap di polizia informatica internazionale. Probabilmente si tratterà di una sfortunata coincidenza (entrambi hacker, entrambi romani e potenzialmente coetanei), ma comunque non toglierebbe alcun merito alle straordinarie capacità del fenomenale talento di Zibri (anzi).

—Oracle

8 commenti a “ZiPhone, sbloccare l’iPhone in una mossa”

  1. Ho letto i vostri giornali.
    Anche oggi avete pubblicato la solita notizia.
    "Ragazzo arrestato per crimine informatico".
    "Hacker arrestato dopo essersi infiltrato in una banca".
    E infine oggi in cronaca: "Pirata informatico sfugge alla cattura".
    Dannati ragazzini.
    Sono tutti uguali.
    Ma voi, con la vostra psicologia da due soldi e il vostro tecno-cervello da anni 50, avete mai guardato dietro agli occhi di un Hacker?
    Non vi siete mai chiesti cosa abbia fatto nascere la sua passione?
    Quale forza lo abbia creato, cosa può averlo forgiato?
    Io sono un Hacker, entrate nel mio mondo, se potete.
    Il mio è un mondo che inizia con la scuola…
    Sono più sveglio di molti altri ragazzi, quello che ci insegnano mi annoia…

    Dannato bambino.
    Non vuole andare a scuola.
    Sono tutti uguali.
    Credo di essere alle medie.
    So che ho ascoltato l’insegnante spiegare per quindici volte come ridurre una frazione.
    L’ho capito, maledizione.
    La brutta?
    Quale brutta?
    Per una stupidaggine del genere?
    No, non ho la brutta.
    L’ho fatto a mente.
    Dannato ragazzino.
    Probabilmente l’ha copiato.
    Sono tutti uguali.
    Ma oggi ho fatto una scoperta…
    ho trovato un computer…
    Aspetta un momento, questo è incredibile! Fa esattamente quello che voglio.
    Se commetto un errore, è perché io ho sbagliato, non perché io non gli piaccio…
    O perché si senta minacciato da me…
    O perché pensa che io sia un coglione…
    O perché non gli piace insegnare e vorrebbe essere da un’altra parte…

    Dannato bambino.
    Tutto quello che fa è giocare.
    Sono tutti uguali…

    Poi successe una cosa…
    una porta si aprì per la mia mente…
    correndo attraverso le linee telefoniche, un impulso elettronico viaggiò attraverso una realtà parallela, una nuova frontiera inesplorata, un rifugio dagli incompetenti di ogni giorno…
    Una tastiera e un accoppiatore acustico per rinascere a una vita nuova nel mondo digitale.
    Questo è il luogo a cui appartengo…
    Io conosco tutti qui…
    non ci siamo mai incontrati, non abbiamo mai parlato faccia a faccia, non ho mai ascoltato le loro voci…
    però conosco tutti.
    Capisco tutti.
    Parlate un linguaggio che mi è noto.
    Provate un sentimento che mi è noto.
    Amici, fratelli, compagni.
    Dannato studentello.
    Si è allacciato nuovamente alla linea telefonica.
    Sono tutti uguali.
    Sapete una cosa?
    Ci potete scommettere il culo che siamo tutti uguali! A scuola ci avete nutriti con cibo da bambini mentre avremmo desiderato una bistecca, ci avete dato pezzi di cibo già masticati e privi di sapore, invece di insegnarci quello che ci serviva per procurarcene di nuovi…
    I pochi che avevano qualcosa da insegnarci trovavano in noi volenterosi allievi, ma queste persone sono come gocce d’acqua nel deserto…
    Dannato ragazzino.
    Sempre a trafficare con quella trappola, e a consumare scatti.
    Sono tutti uguali.
    Guarda che bolletta.
    Adesso questo è il nostro mondo…
    il mondo dell’elettrone e dello switch, la bellezza del baud.
    Noi eravamo pronti ad esso, ed è inutile che proviate a confonderci e chiamarlo vostro, ad appropriarvene, ad ingozzarvi di cose che vi saranno indigeste…
    Noi siamo nati nel cibermondo, siamo suoi fratelli di sangue, abbiamo giurato i suoi patti, respirato i suoi ritmi, abbiamo succhiato i suoi impulsi al posto del latte che non ci avete dato, compreso le sue arti in luogo di quelle che non ci avete spiegato, appreso la sua morale in luogo di quella che ci avete insegnato a parole, infrangendola quando vi faceva comodo, con la scusa che noi siamo ragazzini, tutti uguali, non sappiamo come funziona il mondo.
    E ora noi sappiamo vivere in esso, ci è più intimo di un fratello, noi vediamo le sue vere potenzialità.
    Se fosse per noi…
    esso non costerebbe nulla; ma purtroppo è alimentato solo da approfittatori ingordi.
    Ed è solo perché ci rifiutiamo di assecondare la vostra smania di assimilarlo nella vostra mentalità capace soltanto di fare soldi da qualsiasi cosa…
    che voi ci chiamate criminali?
    Noi esploriamo…
    e ci chiamate criminali…
    Noi esistiamo, senza colore di pelle, nazionalità, credi religiosi, e ci chiamate criminali…
    Ma soprattutto, noi cerchiamo conoscenza…
    ed è per questo, diciamoci la verità, che ci chiamate criminali…
    E so già che la vostra è una battaglia destinata alla sconfitta.
    Chi comprende il nemico, chi governa il suo cuore, vincerà cento battaglie senza subire sconfitta…
    Noi abbiamo compreso il vostro nulla.
    Guardatevi.
    Avete paura di noi.
    Mobilitate risorse enormi per prenderci…
    Ombre che si muovono nel ciberspazio, ignorando i regolamenti assurdi che vorreste dettare.
    Costruite pure bombe atomiche…
    finanziate pure le vostre immonde guerre…
    Uccidete, ingannate e mentite, come fate da sempre, come fate sempre meglio, e cercate di farci credere che lo fate per il nostro bene…
    cercate di convincerci che ammazzare sempre meglio è ilprogresso…
    Voi tenete il dito sul pulsante che potrebbe cancellare mille volte la terra, e vi ritenete saggi.
    E in tutto questo, ovviamente, i criminali da perseguire siamo noi…
    Noi crediamo fermamente, come una fede, che la verità non possa essere oggetto di restrizioni legali.
    Se mettete fuorilegge la verità, allora saranno i fuorilegge ad avere la verità.
    E noi, infatti, siamo criminali.
    Ma il giorno in cui qualcuno di voi deciderà di tagliar fuori la gente dalle informazioni, indovina un po’ chi sarà a combattere la battaglia per rendergliele?
    E indovina un po’ chi vincerà quella battaglia?
    Intendiamoci, io non sono un eroe, e non ci tengo ad esserlo.
    Eroe è chi incarna gli ideali della società.
    Ma finché l’ideale sarà quello dell’ignoranza, dell’apparire contrapposto al sapere, io seguirò l’anti-ideale.
    Io resterò un antieroe, sono e resto soltanto un criminale.
    Il mio crimine è la mia curiosità.
    Il mio crimine è desiderare di sapere quello che voi non vorreste dire, desiderare di sapere tutto ciò che la mia natura di essere umano mi dà il pieno "e inalienabile diritto di conoscere"…
    Sappiate che di quello che state facendo, nulla resterà nascosto.
    La verità sarà sempre rivelata.
    Questo è, e sarà, il mio compito, il nostro compito, negli anni a venire…
    Io sono mortale, ma la lotta per la verità è eterna.
    Io sono la sua incarnazione qui e oggi.
    Io sono un Hacker, e questo è il mio manifesto.
    Potete anche fermare me… ma non potete fermarci tutti…
    dopo tutto, siamo tutti uguali, no?


    da Hacking e criminalità informatica
    di Federico Tavassi La Greca

  2. Conosco Zibri dai tempi di IRC del lontano 94 forse o giu’ di li’. Anche di persona (se mai si ricorda di me e se mai io ricordo il suo volto)

    Confermo che i "due" hacker romani corrispondono alla stessa persona.

    1. Zibrì ci scrive (solo oggi) per specificare che nel caso ICE TRAP, l’unico che non ha patteggiato fra tutti i coinvolti è stato Zibrì, e dopo 10 anni di causa è stato assolto.

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