“Poiché si trattava di una buona idea, nessuno la prese in considerazione.”
Ennio Flaiano
“what3words è un modo davvero semplice per comunicare qualsiasi posizione. Il sistema divide il mondo in una griglia di quadrati da 3m x 3m, a ciascuno dei quali è stato assegnato un indirizzo univoco di 3 parole. Gli indirizzi di 3 parole sono facili da ricordare e rappresentano la soluzione più semplice per comunicare una posizione con voce o testo.”
Questo dice la presentazione di what3words su AppStore:
https://apps.apple.com/it/app/what3words/id657878530
Essendo utilissima, comoda da usare e potenzialmente salvavita, non c’è verso di convincere gli italiani ad usarla.
In altri paesi, come riporta la BBC, è la stessa polizia (e la protezione civile) a consigliarla, perché in questo modo riesce a salvare persone che altrimenti non sarebbe riuscito a salvare.
Articolo originale:
https://www.bbc.com/news/uk-england-49319760
Sintesi di Paolo Attivissimo, che è svizzero e quindi la usa:
https://attivissimo.blogspot.com/2019/0 … words.html
In questi giorni è sulle prime pagine dei giornali la storia di Simon Gautier, disperso nel Cilento, che ha chiamato chiedendo soccorso ma non ha dato la sua posizione.
Lo stanno ancora cercando e non lo trovano.
Jess Tinsley, quella citata dall’articolo della BBC, invece ha dato le tre parole fornite da what3words che identificavano in modo univoco il quadrato di TRE METRI PER TRE METRI dove si trovava.
Trovata subito.
Non serve solo se vi perdete nei boschi, serve anche in casi, diciamo, più frivoli.
Per esempio, siete ad un concerto dei Rolling Stones (o di Jovanotti), insieme ad altre 75.000 persone sparse su qualche ettaro di prato.
Per un amico che deve trovarvi è molto più facile farlo se vi siete localizzati con tre paroline in un quadrato 3m x 3m invece che cercarvi in tutto il prato.
O ritrovare l’auto parcheggiata insieme ad altre diecimila in un parcheggio immenso.
Io l’ho installata da mesi, e voi?