Quando si ha a che fare con una quantità di dati consistente da masterizzare, e non si ha avuto l’accortezza di suddividere nel tempo i file (conservandoli con criterio) in cartelle da 700MB o 4,36GB, ci si ritrova a dover affrontare la seccante questione all’atto pratico dell’archiviazione dei dati.
Chi ha comprato una copia di Toast non ha problemi, poiché il programma ha la capacità di suddividere automaticamente i dati in più supporti, al fine di far risparmiare una quantità notevole di tempo all’utente in difficoltà. Ma chi si affida al Finder, o ad altri programmi di masterizzazione (Burn, Liquid CD, DragonBurn, ecc…), dovrà fare i conti con lo smistamento dei documenti nelle varie cartelle.
Fortunatamente c’è Folder Splitter, che qualcuno di noi già conosce. Il software non ha ancora raggiunto la versione 1.0, nonostante il lungo periodo di testing, siamo infatti alla decima beta della versione 0.9, e l’ultimo update risale al mese di marzo di quest’anno.
Il programma, compilato in Universal Binary, gira su qualsiasi Mac che abbia almeno la versione 10.3 di Mac OS X, e si occupa proprio suddividere una cartella in diverse sottocartelle più piccole, calcolando le dimensioni degli elementi, offrendo un valido aiuto nel riempimento ottimizzato di CD, DVD, o supporti “su misura” dalle dimensioni personalizzabili.
Inoltre è possibile specificare se copiare o spostare il contenuto della cartella di origine, quali tipi di file includere e come ordinare i file all’interno delle nuove cartelle. È anche possibile fare il processo inverso, ossia raggruppare diverse cartelle in un’unica più grande sempre in base al criterio di raccolta scelto.
Da non sottovalutare la possibilità di visualizzare un’anteprima del risultato finale prima di completare l’operazione di suddivisione.
Folder Splitter si pone così come la soluzione ideale per suddividere i documenti in più dischi, inoltre è un’applicazione completamente gratuita, ed è possibile effettuare il download dalla pagina del produttore (il giovane Michael Gerbes) che rimanda comunque al sito di MacUpdate.