Soldi facili, quanto è giusto?

Ogni giorno vengono studiate e prodotte nuove tecniche per inserire pubblicità nei siti web con metodi più o meno trasparenti.
Quando si visita un blog o un sito apparentemente “open source” difficilmente si immagina di poter involontariamente contribuire ad ingrossare il portafogli di persone che nemmeno conosciamo.
Non stiamo parlando dei normali link di affiliazione di Google AdSense o dei piccoli banner pubblicitari nelle fasce laterali (dove chi vuole può liberamente cliccarci o ignorarli), non ci riferiamo nemmeno all’invasiva pubblicità contestuale che presenta il messaggio promozionale al passaggio del mouse ed a nessun’altra forma di pubblicità formata da finestre pop-up che ormai si trovano ovunque nei siti infestati da numerosi sponsor.
La nostra attenzione è stata attirata invece dalle pubblicità occultate nel testo (apparentemente) pulito di un articolo, dove vengono illustrate in maniera limpida le caratteristiche tecniche di un prodotto potenzialmente interessante.
È proprio in quei link che possono nascondersi in maniera astuta delle vere e proprie tagliole, messe lì apposta per generare guadagni a nostra insaputa. Purtroppo per noi neanche tutti i siti dedicati ad Apple sono immuni da questa forma subdola di pubblicità.
…SeguePer esempio, se un articolista scrive: “Apple rilascia i nuovi iPhone in Italia” ed il link dell’articolo punta direttamente al sito Apple è tutto regolare, ma se il sito Apple viene raggiunto passando attraverso un sito di marketing digitale, allora significa che il prodotto, che potenzialmente acquisterete, genererà un guadagno in percentuale ai proprietari sia del sito di partenza che (giustamente) del sito di marketing.

Una buona tecnica è quella di tenere d’occhio la barra di stato di Safari (Menù Vista > Mostra Barra di Stato) prima di cliccare su un qualsiasi link.

E che c’è di male vi chiederete voi? In fondo spesso siamo stati anche avvisati: “se effettui un acquisto tramite questi link il nostro sito riceve una percentuale e potrai offrire il tuo contributo al nostro sito, senza spendere più di quanto avresti speso comprando su Apple Store Italia.”
Però questo non è del tutto vero, poiché in questo modo gli utenti sono portati a credere che i prezzi siano rigorosamente quelli esposti sul listino dell’Apple Store.

Avete mai provato a chiedere uno sconto o un regalino acquistando telefonicamente da Apple?
Provateci e vedrete che non sarà impossibile ottenere uno sconto fino al 10% od ottenere in regalo una base Airport Express o un iPod shuffle, ovviamente in proporzione alla mole di merce che comprerete.
Se poi non volete faticare tanto a convincere l’interlocutore Apple, basterà rivolgersi ad un Premium Reseller o ad uno dei tanti negozi in franchising, come Essedì e Fnac (ma ce ne sono altri) per chiedere quali prodotti Apple hanno in offerta, e scoprirete che un iPod touch o un iMac costano regolarmente meno che sul sito Apple, spesso con due anni di garanzia e talvolta con la possibilità di partecipare a seminari di approfondimento gratuiti.
Provate ad ottenere gli stessi vantaggi partendo da un link dove ci guadagnano una percentuale almeno due società: perderete la possibilità di ottenere uno sconto qualsiasi dal produttore o dal venditore.

Questa segnalazione non vuole rivelarsi polemica nei confronti di chi riempie di pubblicità il proprio spazio Web, ma vuole solo mettere in guardia gli utenti che spesso si ritrovano la pubblicità anche in un articolo apparentemente imparziale e disinteressato.

iMaccanici hanno da sempre escluso l’ipotesi di inserire sponsor invasivi e onnipresenti nel sito, e hanno rifiutato più di una proposta pubblicitaria da parte di grandi società di marketing, limitandosi solo a due piccoli spazi gestiti da Google AdSense per sostenere le effettive spese del sito, concentrando le proprie energie solo ed esclusivamente per aiutare l’utente in difficoltà, in cambio di un semplice grazie, quando possibile.
Arriverà il giorno in cui queste forze non ci saranno più, (sgrat… sgrat…) allora il nostro sito verrà donato a chi sarà spinto dalla stessa passione che ci ha portato fino a qui.

—Oracle

7 commenti a “Soldi facili, quanto è giusto?”

  1. I “redazionali” esistono da sempre, l’importante è non approfittarsene in maniera malevla!

    (P.S. come faccio a modificare il mio profile, non è molto intuitivo…)

  2. Mi spiegate il significato di questa frase estratta dall’articolo?

    “Quando si visita un blog o un sito apparentemente “open source” difficilmente si immagina di poter involontariamente contribuire ad ingrossare il portafogli di persone che nemmeno conosciamo.”

    Cosa vuol dire sito “open source” ????

    Questa è un modo subdolo per attaccare chi non ha nulla a che fase con queste cose.

    Cosa centra l’Open Source?

    1. In realtà l’articolo è a DIFESA dell’Open Source. Se tu non fossi sempre così polemico!
      Va bene che odi Apple ed usi Linux, ma cercare per forza la polemica su un sito che adora Apple non è molto corretto.
      Se rimetti un attimo gli occhiali noterai le virgolette, poiché molti siti si fregiano ingiustamente del titolo Open Source, ed io ho sottinteso che non è una cosa giusta.
      Ciao, e ieri eri assente ingiustificato all’incontro, la prossima volta finisci detro alla lavagna, con l’uomo nero.
      😀
      Noi, (iMaccanici) per esempio, non siamo Open Source, potremmo definirci addirittura ONLUS!
      😛

      1. Su alcuni punti non sono daccordo con FRAGRUA

        Garanzia 2 anni?
        Il premium reseller di Salerno, dice che oltre 1 anno è impossibile, perchè apple prevede solo 1 anno, anche contrariamente alle norme sulla garanzia europea.

        Sconto? Neanche a parlarne, se glielo chiedi, sei uno scostumato.

        Seminari? Tu prenoti, e loro non ti avvisano dell’annullamento dei seminari. E soprattutto cercano di farti sentire anche un coglione.

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