Imparare ad amare gli animali

Sabato mattina di un fine estate ancora afoso. Accompagno mio figlio al noto centro commerciale di Pompei per comprare l’ennesimo pallone smarrito per un calcio troppo impreciso.
Una locandina amatoriale, di quelle stampate in casa, attira la mia attenzione al punto da guadagnarsi uno scatto con l’iPhone. È dell’Associazione Gli Angeli di Pasquale, un gruppo di volontari che dedica la propria vita agli animali randagi. Questi vengono curati e accolti in una struttura gestita autonomamente per garantirgli adozioni sicure e durature al momento opportuno.
Gli operatori svolgono la loro attività in provincia di Napoli, ma i cagnolini vengono consegnati gratuitamente in tutta Italia con dei viaggi settimanali (o quindicinali) effettuati di norma tra sabato e domenica, con tappe a Roma, Firenze, Bologna, Modena, Milano e Trento.
I cani sono tutti vaccinati, forniti di microchip e le femmine vengono regolarmente sterilizzate.
Prima di affidare l’animale, una collaboratrice locale dell’associazione effettuerà sulla famiglia richiedente un controllo pre adozione, si tratta di un colloquio amichevole in cui si cercherà di spiegare l’impegno che un cane comporta. Non mancheranno controlli e visite periodiche post affido.
Ma Gli Angeli di Pasquale non è solo cani, Rita e Angela si occupano dei nostri cari felini, mentre la squadra dei cinofili è composta da Ludovica, Nazzarena, Ilaria, Valentina (iPhonedipendente), Rosaria e Pasquale.
Sul sito ufficiale dell’associazione, sempre molto aggiornato, troveremo storie d’adozione, di imperterriti salvataggi e di riabilitazioni quasi miracolose, ma anche concorsi fotografici e altre interessanti attività di gruppo.
Non manca la sezione donazioni, e siamo convinti che almeno gli amanti degli animali non resteranno insensibili alla causa, perché Gli Angeli di Pasquale non ricevono fondi o aiuti di nessun genere dalle istituzioni, tutto gira intorno alla generosità delle persone.
Tanti piccoli sforzi insieme possono consentire di raggiungere risultati ugualmente importanti… questo fa la differenza per i tanti trovatelli ospiti nel rifugio e per tutti i 4 zampe senza padrone.
Bau a tutti!

5 commenti a “Imparare ad amare gli animali”

  1. Non ho mai posseduto un cane… da bambino lo avrò chiesto non so quante volte, e quanto volte ho sentito mio fratello fare la stessa richiesta.

    Mio padre non ha mai voluto, è sempre stato convinto della nostra leggerezza, convinto del fatto che in breve ci sarebbe passata la voglia …e poi ???

    Non è un giocattolo, un passatempo, ci ripeteva, è come una persona e non puoi scocciarti di accudirlo e seguirlo.

    Quello che fanno queste persone è ammirevole, ho letto un pò il sito e da quello che scrivono traspare pienamente l’amore che hanno per questi poveri animali.

    Auguro di cuore a loro e sopratutto ai cuccioli di riuscire sempre a trovare una casa e una famiglia…

    Un cane come un gatto o qualsiasi altro animale non è un giocattolo per i vostri figli, e neanche per voi !!!

    Siate rispettosi della loro vita.

    Bellissima segnalazione Admin… tanto di cappello 😛


    Dario

    1. Per alcuni anni della mia vita ho abitato in campagna e ho sempre avuto qualche cane o gatto. Lo stesso dicasi per i miei nonni. Ma erano animali che avevano ettari di terreno e che vivevano in assolutà libertà. Gravitavano sempre intorno alla casa dove avevano una cuccia e dove trovavano sempre qualcosa da mangiare. Avere un animale per me sarebbe impossibile per vari motivi: abituato ad avere avuto degli animali in libertà non sarei capace di vederli chiusi in casa e poi non credo avrei la pazienza e la voglia di portarlo sempre fuori.. Lo ammetto, quando vedo quelle persone che alle 6 di mattina e con qualunque condizione atmosferica sono a spasso con i loro cani, mi rendo conto di quanta dedizione occorra per tenere un animale in casa e non farlo soffrire..


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  2. Devo confessarvi che solo da poco ho imparato ad amare gli animali, fino a qualche mese fa li ignoravo completamente, forse merito di Mattleega, ma soprattutto di Meo, il gatto che mi è stato affidato dalla mamma di Stefano.
    Ho avuto alcuni cani, da piccolo, con ricordi indelebili, ma per un ventennio sono stato rapito dalla triste vita umana e ne ho così ignorato l’esistenza. Oggi sono contento di leggere di associazioni come Gli Angeli di Pasquale, ed auguro a costoro la giusta riconoscenza da parte di tutti noi.

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