Bello e impossibile!

Che il Mac Pro sia la più veloce Workstation del pianeta è una affermazione ancora tutta da dimostrare, ma che sia il più bel Personal Computer mai prodotto, permetteteci di sostenerlo.
Come per i MacBook Pro, il design è rimasto quasi immutato, dopotutto è veramente difficile migliorare l’estetica di un prodotto che rasenta la perfezione, quindi alla Apple hanno pensato bene di cambiare il contenuto senza modificarne il contenitore. Difficile non notare sul pannello anteriore forato il secondo slot a ghigliottina per un masterizzatore aggiuntivo, sempre sul frontale non passano inosservate neanche la seconda porta USB2 e la porta FireWire 800 che già si dava per scomparsa ed invece va ad affiancare la 400. Sul retro le cose si fanno più interessanti, infatti oltre a tornare alla tradizionale presa di alimentazione, trovano posto due connettori ottici digitali per l’audio, due porte 10/100/1000 BASE-T Ethernet, altre tre porte USB2, un’altra Firewire 400 e un’altra Firewire 800, infine troviamo la classica uscita e l’ingresso analogico per l’audio nel formato mini-jack, mentre sparisce uno dei due sfoghi circolari per l’aria.
Ma la vera rivoluzione si nasconde all’interno, rimuovendo il classico pannello di alluminio laterale ci rendiamo conto che abbiamo a che fare con una macchina veramente perfetta. Se prima era facile, adesso è semplicissimo aggiungere o sostituire Ram, Hard Disk e masterizzatori. Anche i tre slot PCI Express di dimensioni regolari hanno un particolare sistema di bloccaggio che permette di inserire le schede (anche quelle grandi) senza l’uso del tradizionale cacciavite a stella. Gli slot per i banchi FB-DIMM DDR2 a 667MHz non sono saldati direttamente sulla scheda logica, ma su due schede riser dedicate, che a loro volta si agganciano alla principale, questo permette un migliore raffreddamento delle memorie Ram che si trovano perfettamente allineate al centro del corridoio di aria fresca.
La possibilità di poter usare 4 velocissimi HD SerialAta2 (anche da 500 GB ciascuno), giustifica finalmente le dimensioni generose di questo “case”, ed anche l’eleganza degli alloggi in stile Xserve fanno della pulizia estetica l’arma vincente di questo Mac Pro.
Se non fosse impossibile lanciare Classic a questo nuovo Macintosh non mancherebbe proprio nulla!

—OraCle

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