Mac OS X: i problemi all’avvio del sistema

I problemi che si possono riscontrare all’avvio del Sistema, su una macchina equipaggiata con Mac OS X, possono essere causati da una serie di cause o di concause, che spaziano dall’alimentatore A/C, alla batteria, al disco rigido, alla scheda logica, o alla corruzione del Sistema Operativo.

I computer Apple sono macchine affidabili, in genere, ma un disturbo può sempre presentarsi.
I fastidi che si presentano e che impediscono al Mac di avviarsi e di giungere felicemente alla schermata di login o alla schermata che presenta all’utente il proprio ambiente di lavoro, possono essere suddivisi in due grandi famiglie: i problemi hardware e i problemi software.

1. Problemi hardware
Un primo indizio sulla causa delle questioni di natura “fisica”, può essere trovato analizzando la sequenza di messaggi che vengono presentati sullo schermo durante la fase di avvio: isolare la fase nella quale si verifica il problema, può essere, a volte, la chiave per trovarne la soluzione; è utile, in questo caso, avviare il Mac senza nessuna periferica (dischi esterni, stampanti, ecc.) collegata.
Si deve poi passare ad esaminare una serie di eventi che si verificano (o che non si verificano) all’avvio della macchina, al fine di poter individuare la possibile causa del malfunzionamento:

Accensione del Sistema
Se il Mac non si accende del tutto, i possibili sospetti sono: la mancanza di energia sulla linea di alimentazione (per i desktop), la scheda logica defunta, un fusibile fulminato (sui desktop), la batteria esaurita o morta (sui portatili) o un guasto all’alimentatore.
Sui desktop, la rottura della sezione di alimentazione è accompagnata in genere dal tipico suono di un condensatore che esplode, essendo questa la causa principale di tali guasti; questo non accade sugli alimentatori dei portatili, che sono dotati di componenti allo stato solido. La buona notizia, quando il problema risiede nell’alimentatore, è che si tratta di un componente dal costo in genere contenuto.
I portatili hanno una seconda fonte di alimentazione, costituita dalla batteria; una batteria defunta o difettosa può impedire l’avvio del proprio Mac.
Vi è inoltre una seconda batteria, denominata batteria della PRAM (o della NV-RAM), che si occupa di consentire la memorizzazione di elementi come i settaggi della rete, il disco di avvio predefinito, ecc.. Se la data e l’ora di Sistema si resettano ogni volta che si toglie l’alimentazione al Mac, probabilmente occorre una nuova batteria per la PRAM; una batteria della PRAM guasta può anche impedire il corretto avvio del Mac.

Rumori emessi in fase di avvio
Ascoltare i rumori emessi dal Mac durante la fase di avvio può anche sembrare un suggerimento decisamente “metafisico”, ma i suoni che si sentono possono fornire un indizio sul grattacapo che si è presentato. Se il Mac non emette il suo tipico suono all’avvio (startup sound), oppure se si ode solo il ronzio delle ventole e null’altro, potrebbe essere, nuovamente, un problema di alimentazione o alla scheda logica.
A volte il Mac si accende, ma il disco rigido emette dei rumori caratteristici, come un ticchettio o un rumore stridente; questo può indicare un disco rigido che si sta guastando o che si è già guastato. In queste circostanze, talvolta un subitaneo riavvio consente al disco di avviarsi regolarmente e, nel caso, è d’obbligo un immediato backup.
Ovviamente queste indicazioni sono valide per i dischi con parti meccaniche, ma se il Mac monta un disco a stato solido (SSD – Solid State Drive), non si avranno indicazioni udibili di eventuali problemi.

Suono di avvio e luci lampeggianti
Il classico e distintivo suono di avvio del Mac è più di segno distintivo del “brand” Apple, perché indica anche che il test hardware del Sistema (POST – Power-On Self Test) è stato completato con successo. Se il Mac non emette questo classico suono, ma un singolo tono, una serie di toni, oppure manifesta una serie di luci lampeggianti (i LED di Sistema), il Mac segnala il riscontro di un problema, che potrebbe essere dovuto alla scheda logica, al guasto a un banco di memoria RAM, all’alimentazione, alla scheda grafica, ecc..
Un banco difettoso di RAM, in questa situazione, è un problema abbastanza comune, ma anche di facile identificazione: basta spegnere il Mac, rimuovere un banco di RAM alla volta (una coppia di banchi alla volta sui Mac Pro e sui G5) e riaccendere; ripetere l’operazione sino ad identificare il banco di RAM guasto.
Qualora la RAM dovesse risultare integra, è giunto il momento di consultare la Apple Knowledge Base, cioè la raccolta di articoli tecnici disponibili sul sito Apple; sfortunatamente, una serie non standard di toni all’avvio, spesso richiede una “gita” del Mac sino al più vicino Centro di Assistenza Apple, per una ulteriore e più approfondita diagnosi.

2. Problemi software
Una volta che lo sfondo dello schermo è diventato di colore grigio e il test dell’hardware è stato completato con esito positivo, il Mac cerca un disco (o una partizione) da cui avviarsi. Da questo momento in avanti, in genere, il mancato avvio dipende da un problema di natura “logica”, di un problema software.

Il punto interrogativo lampeggiante
Il punto interrogativo lampeggiante che appare sullo schermo significa che il Mac non riesce a trovare un disco di avvio valido. Questo può essere indicativo di una corruzione del Sistema Operativo, se questo è effettivamente installato sul disco, oppure di un disco rigido guasto o che si sta guastando.
In questi casi si può tentare una riparazione del disco utilizzando le apposite opzioni del programma Apple “Utilità Disco” che si trova sul CD/DVD di avvio del Mac (avviando la macchina da quest’ultimo, naturalmente), oppure utilizzando il disco di avvio di uno dei diversi programmi commerciali di terze parti disponibili in commercio, come “Disk Warrior”, “TechTool Pro” o “Drive Genius”.
Se il controllo del disco di avvio restituisce un risultato positivo, ma il Mac continua a non riuscire a completare correttamente la procedura di avvio, si può provare una reinstallazione di Mac OS X con l’opzione “Archivia e Installa”.

Proseguendo nella procedura di avvio, quando sullo schermo appare il logo Apple, significa che il Mac ha trovato un disco di avvio valido ed ha inizia il caricamento del Sistema Operativo.
Vi sono, però, altri problemi che potrebbero presentarsi.

Il logo Apple con la rotellina che gira (e gira, gira, gira, gira…)
Quando appare la rotellina roteante, il kernel BSD di Mac OS X ha assunto il comando delle operazioni ed inizia a caricare i driver dei vari dispositivi; poco dopo, il controllo viene trasferito al processo denominato “launchd”. Il significato di ciò è che quando il Mac si blocca sul logo Apple e sul logo con rotellina roteante, probabilmente siamo di fronte ad una installazione di Mac OS X corrotta; potrebbe in verità anche trattarsi di un problema nell’accesso a un componente hardware interno o esterno al Mac, ma si tratta di una eventualità senz’altro meno probabile, rispetto alla precedente.
Riavviare il Mac in “Safe Mode” può, talvolta, consentire alla macchina di rimettersi in sesto a sufficienza, tanto da ritornare a funzionare normalmente, una volta riavviata, una seconda volta, questa volta in modalità “normale”. Per riavviare in “Safe Mode” si deve tenere premuto, all’avvio, il tasto “shift” (maiuscole).
DiskWarrior, un programma, molto noto nel mondo di Mac OS X, per la gestione e la riparazione (logica) dei dischi fissi prodotto dalla Alsoft, può essere utilizzato in queste circostanze, qualora nessuno degli altri metodi descritti abbia funzionato; se nemmeno DiskWarrior riesce a risolvere il problema, probabilmente il Mac necessita di una reinstallazione del Sistema Operativo, con il metodo “Archivia e Installa”.

Schermata blu (bluescreen) o desktop vuoto (blank desktop)
Quando il Sistema Operativo ha terminato di caricare la finestra di login, il process manager prende il controllo della situazione e deposita l’utente nel suo desktop predefinito. Un blocco sulla schermata di login, su una schermata blu (che, in realtà, sul Mac è di colore grigio, invece che blu come in Windows) o su un desktop vuoto, indica spesso un problema dell’account dell’utente: un font o un file delle preferenze (i file “.plist”) corrotti sono spesso la causa di questi inconvenienti..
Impostare sul Mac un secondo utente con poteri amministrativi, da utilizzare in caso di emergenza, è utile per poter comunque riuscire ad accedere alla macchina, in caso di guai; anche la procedura di “Safe boot” precedentemente descritta può tornare utile, dato che consente di non caricare all’avvio i font e gli elementi di avvio non essenziali per il Sistema, che possono quindi essere rimossi dalla cartella della libreria utente, qualora fonte di problemi, una volta avviata la macchina.

Kernel panic
“Il computer necessita di essere riavviato”. Questa scritta, senza “se” e senza “ma”, vi viene presentata, in uno schermo che si scurisce a poco a poco, in una mezza dozzina di lingue. Il Mac è bloccato, senza rimedio, se non quello indicato dall’avviso.
Il kernel panic è sostanzialmente un crash irreversibile del Sistema Operativo, può avvenire virtualmente in qualsiasi momento del processo di boot e può indicare una serie di problemi, che vanno da una corruzione del Sistema Operativo, alla presenza di estensioni del kernel incompatibili con il medesimo (Sistema Operativo), sino a problemi di natura fisica della macchina.
La prima cosa da provare in questo caso è un “Safe Boot”, per disabilitare tutte le estensioni non native; se non si ottengono risultati, si può provare a disconnettere le periferiche, rimuovere i banchi di RAM, le schede PCI, ecc. (sempre uno alla volta, per cercare di capire quale sia quello che ha causato il problema).

Avviare da un altro disco
Se il Mac è dotato di lettore/masterizzatore di supporti ottici (noto nel mondo Apple come “Superdrive”), si può provare ad avviare la macchina dal CD o DVD di Sistema fornito in dotazione con la medesima: per avviare dal supporto ottico è sufficiente inserirlo nel lettore ed avviare tenendo premuto il tasto “C” sulla tastiera.
Una volta avviato il Mac, si può utilizzare il programma “Utilità Disco” per effettuare una diagnosi del disco rigido, oppure si può reinstallare il Sistema, con le varie modalità disponibili.
I Mac dotati di processori Intel possono anche essere avviati anche da un supporto di memoria con interfaccia USB, come hard disk, chiavette, ecc. (oppure anche con interfaccia Firewire), che contenga una immagine avviabile del Sistema Operativo (il supporto deve essere formattato adeguatamente).

Infine, è il caso di rammentare che se si ha l’accortezza di clonare una immagine del disco rigido del Mac, quando sia ancora perfettamente funzionante, su uno dei supporti citati, non solo si avrà la possibilità di avviarlo in caso di problemi, ma anche di poter ripristinare, velocemente e con poca fatica, l’intero Sistema Operativo, le applicazioni e i propri dati su un nuovo disco, che andrà a sostituire quello “malato”, qualora dovesse essere questo l’elemento che causa i problemi di funzionamento.
Per effettuare la “clonazione” sono disponibili numerosi programmi, sia gratuiti che a pagamento, tra i quali ci piace ricordare, in particolare, l’ottimo Carbon Copy Cloner (CCC per gli amici) di Bombich Software, valido strumento, oltre che per la clonazione dei dischi rigidi, anche per il backup.

Suggerimenti per un migliore utilizzo dell’iPad

I suggerimenti che seguono sono stati raccolti in giro per la rete, tra i “millantamila” siti che si occupano dell’iPad, con l’auspicio che possano essere di ausilio a chiunque voglia utilizzare in maniera più completa ed approfondita la propria “tavoletta magica”.

Ho omesso di riportare tutti quei suggerimenti che ho ritenuto essere un insulto all’intelligenza del lettore, perlomeno di quello italiano, che reputo un gradino al di sopra nella scala evolutiva, rispetto a quello americano medio, che necessita normalmente di indicazioni, per i prodotti che acquista, del calibro della scritta “non ingerire” vergata in caratteri cubitali sulle confezioni delle batterie al litio…1. Un metodo veloce per andare all’inizio della pagina

per andare velocemente all’inizio del documento (o meglio, della pagina del documento) che state consultando, cliccate con un dito sulla barra di stato (la barra dove potete leggere l’ora). Potete eseguire questa azione in alcune applicazioni come Mail o Notes, quando li state consultando in modalità “landscape”.

2. Richiamare i controlli dell’applicazione iPod

Se state ascoltando della musica per mezzo dell’applicazione iPod, premete due volte, in rapida successione, il tasto “home” e i controlli dell’applicazione compariranno in primo piano, pronti per essere utilizzati; l’azione è efficace anche se state utilizzando, contemporaneamente all’ascolto della musica, anche un’altra applicazione, come, ad esempio, Safari.

3. Silenziamento veloce

per silenziare velocemente l’applicazione iPod si deve premere e tenere premuto il tasto per abbassare il volume e il livello sonoro dell’applicazione verrà istantaneamente portato a zero.

4. Mettere due icone in più nel Dock

Il dock nella parte inferiore dello schermo dell’iPad è dotato, di default, di quattro icone, ma se ne possono aggiungere altre due, per arrivare a un totale di sei. Per aggiungere le altre due, premete con un dito sull’icona dell’applicazione che volete aggiungere al dock e tenete premuto fino a quando l’icona non inizierà a tremare. Trascinatela ora nel dock e quindi premete il tasto “home”.

5. Realizzare un’istantanea dello schermo

se volete realizzare un’istantanea dello schermo dell’iPad o di una applicazione che è in esecuzione, al fine di inviarla per posta elettronica, stamparla (quando sarà possible) o salvarla, premete contemporaneamente il tasto “home” e il tasto “On/Off/Standby”. Lo schermo emetterà un lampeggio e udrete il suono dell’otturatore di una macchina fotografica. L’immagine acquisita verrà stata salvata nell’applicazione “Immagini”.

6. Mettere in pausa i download

se avete la necessità di mettere in pausa un download, magari perché la batteria è quasi completamente esaurita o perché lo scaricamento sta rallentando eccessivamente la navigazione internet, cliccate sull’applicazione, mentre lo scaricamento è in corso, e questo andrà in pausa; cliccate di nuovo per riprenderlo da dove lo avevate interrotto.

7. Spegnimento forzato

talvolta può essere necessario riavviare l’iPad, spegnendolo forzatamente, per risolvere un problema generato, di solito, da qualche applicazione realizzata non molto bene; per effettuare il riavvio con questa modalità è sufficiente premere e tenere premuti simultaneamente i pulsanti “home” e “On/Off/Standby” per circa 10 secondi. Ignorate il messaggio “Spegni” che si presenterà sullo schermo e l’iPad si spegnerà. Ora riaccendetelo normalmente e il problema che si era presentato dovrebbe essere risolto e l’iPad dovrebbe avere ripreso il suo normale funzionamento.

8. Chiusura forzata di un’applicazione

a volte le applicazioni posso avere un malfunzionamento, si possono bloccare e smettere di rispondere ai comandi; per ottenere la chiusura forzata dell’applicazione “recalcitrante”, premere e tenere premuto il tasto “On/Off/Standby” fino a quando non appare il messaggio “Spegni”; rilasciare ora il tasto “On/Off/Standby” e quindi premere e tenere premuto il tasto “home” per circa 6 secondi; questa procedura dovrebbe forzare la chiusura dell’applicazione bloccata e consentire di riprendere il controllo dell’iPad.

9. Ricominciare da capo

Se avete la necessità di “formattare” l’iPad e di ripristinarne una configurazione sicuramente funzionante (magari a causa di installazioni e disinstallazioni “folli” di applicazioni di dubbia provenienza), tenete presente che ogni volta che lo sincronizzate con iTunes, viene creato un backup; ne consegue che per ripristinare l’iPad è sufficiente connetterlo al vostro Mac (oppure, se vi volete male, a un PC), attendere che iTunes venga avviato, selezionare l’icona dell’iPad e quindi il pulsante “ripristino”, per iniziare la procedura.

10. Il segreto del tasto “.com”

Premere e tenere premuto il tasto “.com” della tastiera virtuale dell’iPad, attiva un’opzione a schermo che consente di selezionare altri suffissi, come “.co”, “.uk”, “.net”, ecc.

11. Aggiungere uno sfondo dello schermo personalizzato

Per aggiungere allo schermo dell’iPad uno sfondo personalizzato, salvate un’immagine di vostro gradimento, cliccandovi sopra con un dito e mantenendo la pressione; selezionate poi l’opzione di salvataggio dell’immagine, che ne consentirà la successiva apparizione nell’applicazione “Immagini”; cercate l’immagine e cliccate sulla piccola freccia in alto a sinistra; dal menù che comparirà, selezionate l’opzione di utilizzo dell’immagine come sfondo dello schermo.

12. “Scuotere” l’iPad per le opzioni di “Annulla” o “Ripristina” (la digitazione)

Mentre state digitando un testo, scuotendo l’iPad potrete fare comparire sullo schermo un menù con le opzioni di “Annulla” o “Ripristina”; se poi non lo volete scuotere (o vi sembra inappropriato farlo in pubblico), le suddette opzioni sono disponibili anche nelle tastiere alternative: un tasto “Annulla” è presente nella tastiera “?123” e un tasto “Ripristina” è presente nella tastiera “#+=”.

13. Utilizzare solo le lettere maiuscole

Se volete utilizzare solo le lettere maiuscole per i vostri scritti, potete attivare un’apposita opzione andando in Impostazioni -> Generali -> Tastiera; qui troverete l’opzione “Blocco Maiuscole” che vi consentirà di bloccare la tastiera sulle lettere maiuscole cliccando due volte in rapida successione sul tasto “shift” (quello che attiva la lettera maiuscola) della tastiera virtuale; per sbloccare la tastiera basterà cliccare nuovamente (una sola volta) sul suddetto tasto “shift”.

14. Ottenere simboli e caratteri extra

su alcuni tasti della tastiera virtuale, una pressione prolungata consente di fare comparire sullo schermo dei simboli o caratteri alternativi, da inserire nel testo che state realizzando; per vedere le opzioni disponibili per ogni singolo tasto, come detto, è sufficiente esercitare una pressione prolungata su di esso. Questa funziona è particolarmente utile, per noi italiani, per la digitazione delle lettere accentate, non presenti di default sulla tastiera (“dove sono le lettere accentate” è la domanda che mi è capitato di sentire porre più spesso, in relazione all’iPad, sino ad oggi).

15. Sostituzioni

una caratteristica interessante dell’iPad è la funzione “sostituzioni” disponibile nelle applicazioni che consentono la scrittura di un testo; selezionate una parola cliccandoci sopra due volte in rapida successione e apparirà sullo schermo un menu con la relativa opzione; cliccando sull’opzione potrete vedere apparire i termini che il sistema ritiene adatti come sostituti della parola interessata.

16. Come pulire lo schermo dell’iPad

vi siete chiesti come pulire lo schermo dell’iPad da quelle brutte ditate di Nutella (o di marmellata), senza rovinarne il rivestimento oleofobico? Ufficialmente, dovreste utilizzare, per la pulizia, esclusivamente un soffice panno pulito, di quelli che non lasciano pilucchi; personalmente, con un panno in microfibra, che si trova in qualsiasi supermercato, leggermente inumidito con acqua, ho ottenuto ottimi risultati sia con l’iPad che con lo schermo del Macbook Pro; non utilizzate per nessun motivo alcool, spray o prodotti vari per la pulizia di finestre o altre superfici, in quanto potrebbero verosimilmente danneggiare lo schermo.

17. Prendersi cura della batteria

La batteria dell’iPad è una ricaricabile ai polimeri di litio e sicuramente, nel lungo termine, si consumerà irreparabilmente, ma vi sono degli accorgimenti che consentono di prolungare la sua durata al massimo che sia possibile, come, ad esempio, tenere l’iPad lontano da temperature superiori a 95 gradi Fahrenheit (35 gradi Celsius), o inferiori a 32 gradi Fahrenheit (0 gradi Celsius), oppure effettuare un ciclo completo di carica e scarica una volta al mese (caricare la batteria al 100% e lasciarla poi scaricare completamente).

18. Utilizzare solo una parte di un messaggio di posta

Se volete utilizzare, per una replica o un inoltro, solo una parte del testo di un messaggio di posta elettronica, è sufficiente evidenziare la porzione di testo interessata e quindi premere il tasto “rispondi” o “inoltra” e l’azione sarà portata a termine utilizzando solo il testo selezionato. Si tratta di una funzione utilissima quando dovete estrapolare le uniche tre righe utili da un messaggio di posta di millantamila parole, del logorroico di turno.

19. Rimpicciolire velocemente una mappa in Mappe (zoom-out)

per rimpicciolire velocemente (funzione di zoom-out) la mappa che state consultando nell’applicazione Mappe, è sufficiente cliccarci sopra con due dita, anziché con uno solo; è possibile naturalmente utilizzare, in alternativa, la funzione “pinch” (pizzica) con due dita, per ottenere un controllo più preciso dell’azione; la funzione è attualmente disponibile solo in Mappe.

20. La bussola all’interno di Mappe

è possibile utilizzare la bussola all’interno dell’applicazione Mappe; si deve premere il tasto “Find My Location” una volta e poi premerlo nuovamente, una seconda volta; apparirà a questo punto la bussola, che indicherà dove si trova il nord e che cercherà altresì di determinare in quale direzione sia attualmente rivolti l’iPad e il suo utilizzatore.

21. Aggiungere una pagina web alla schermata principale dell’iPad

per salvare una pagina web che si visita di frequente sulla schermata principale dell’iPad, è sufficiente cliccare l’icona con il simbolo “+” in Safari e selezionare, dal menu che compare, la voce “Aggiungi alla schermata Home”.

22. Abbassare (oltre il minimo) la luminosità dello schermo

come noto, la luminosità dello schermo può essere regolata tramite l’apposito pannello di controllo; un fatto probabilmente meno noto è che la luminosità, quando regolata al minimo, può essere ancora ulteriormente ridotta utilizzando il pannello di regolazione dell’applicazione iBooks.

23. Impostare le restrizioni

nelle Impostazioni dell’iPad, dall’elenco delle configurazioni generali è possibile impostare le restrizioni per alcune applicazioni. Selezionando la voce “Abilita restrizioni” verrà richiesto l’inserimento di un codice per proteggere l’attivazione o la disattivazione selettiva di alcune applicazioni, come Safari, YouTube, iTunes, App Store, oppure per abilitare il download di contenuti o applicazioni, in base alle relative classificazioni per fasce d’età.

24. Stampare dall’iPad

Come stampare dei file residenti sull’iPad è una questione che viene posta di frequente dai nuovi utilizzatori della magica “tavoletta” di Apple, atteso che nel sistema operativo che la governa non è attualmente prevista questa funzionalità. Ecco, quindi, alcune opzioni attualmente praticabili per ottenere il risultato voluto.

a. Inviare il documento per posta elettronica a un Mac

Questa soluzione può sembrare oltremodo ovvia, ma è probabilmente ciò che Apple aveva in mente, in relazione alla questione, quando ha creato l’iPad. Se state lavorando in una qualsiasi applicazione in grado di creare documenti (come, ad esempio, Pages, oppure Numbers), potete inviare per posta elettronica il documento a un Mac (o a un PC, se proprio non potete farne a meno) connesso a una stampante e stamparlo da lì.

b. Utilizzare un’Applicazione (“There’s an App for that”)

Questo può essere leggermente più complicato, ma comunque fattibile.

b.1 Air Sharing HD

Un’applicazioni a pagamento molto utilizzata per stampare, ma anche per fare diverse altre cose, dagli utenti dell’iPad, è Air Sharing HD (disponibile qui: itunes.apple.com/app/air-sharing-hd). Air Sharing HD consente di montare l’iPad, via WiFi, come se fosse un normale disco esterno, sul vostro Mac, consentendovi di inserire e togliere file; potete anche inviare direttamente dall’iPad dei file a una stampante che sia connessa al Mac sul quale viene montato l’iPad.
Alcune altre operazioni che l’applicazione consente di eseguire sono: visualizzare documenti in (PDF, .doc, .xls, e altri), connettersi a file server remoti, visualizzare e scaricare allegati a messaggi di posta elettronica, eseguire operazioni sui file residenti nell’iPad, condividere file con altri utenti.

b.2 ePrint

ePrint è un’applicazione a pagamento (disponibile qui: itunes.apple.com/app/eprint) che permette di stampare dall’iPad (ma anche da un iPhone o da un’iPod Touch) direttamente su una stampante di rete, connessa alla rete in modalità wireless; è possibile stampare allegati di posta elettronica, pagine web, schede dei contatti e fotografie.
Dell’applicazione esiste anche una versione gratuita, che applica un bordo intorno alle stampe e che è altresì limitata nella varietà dei file che può stampare; l’applicazione supporta una buona quantità di stampanti di diverse marche, purchè siano stampanti di rete.
I giudizi degli utenti su questa applicazione si dividono nettamente in due: ci sono quelli soddisfatti e ci sono quelli che sostengono che sia meglio attendere una prossima versione, o utilizzare un’altra applicazione.

c. Altri metodi di stampa
c.1 stampanti con accesso web diretto

Per guardare oltre i metodi anzi descritti (spedire il file per posta elettronica oppure utilizzare un’applicazione “ad hoc”), dobbiamo rifarci a un’indiscrezione (disponibile qui: www.nytimes.com/2010/06/07/technology/) secondo la quale alcune delle nuove stampanti (e dei nuovi multifunzione) annunciate recentemente da HP, disporrebbero di un accesso web diretto, corredato anche da un indirizzo di posta elettronica.
Questa funzionalità, qualora confermata, potrebbe aprire nuove possibilità per la stampa da parte degli utilizzatori di servizi basati sul web, come “Google docs”, e da dispositivi come iPhone e iPad.

c.2 iOS 4.2
Steve Jobs ha annunciato, nel corso dell’evento Apple dedicato alla multimedialità tenutosi il 1° settembre u.s., che l’aggiornamento del sistema operativo residente sull’iPad, iOS, alla versione 4.2, previsto per l’autunno, porterà con sé, tra le altre cose, anche la funzionalità nativa di stampa via wireless; problema risolto, quindi?

In conclusione, le opzioni per stampare un file residente sull’iPad, al momento attuale, sono:
– inviare per posta elettronica il file a un Mac (o PC);
– utilizzare un’applicazione dedicata, come Air Sharing HD;
– attendere la disponibilità di dispositivi di stampa dotati di un accesso web diretto;
– attendere la disponibilità di iOS 4.2.

Conoscere le religioni con l’iPad

Se Apple non è ancora diventata una religione per voi, sono comunque disponibili molteplici applicazioni per iPad che possono fornirvi utili informazioni su qualsiasi altra religione sia di vostro gradimento.
Alcune delle applicazioni che andremo ad elencare sono sostanzialmente degli audiolibri, mentre altre si occupano di fornirvi uno spunto di ispirazione durante la giornata (del genere “il pensiero del giorno”); vi sono, ancora, dei testi da importare in iBooks, come anche delle applicazioni multimediali complete di testi, audio e video. Infine, sono disponibili persino dei fumetti a carattere religioso-educativo.
Naturalmente, non tutte le opzioni sopra descritte sono disponibili per tutte le religioni esistenti, in quanto la scelta del tipo di applicazione dipende molto dall’estro dello sviluppatore.
Sono state incluse nell’elenco sia applicazioni gratuite, che a pagamento (ma i prezzi, in genere, sono abbastanza “popolari”) e di fianco a ciascuna di esse sono indicati la categoria di appartenenza, l’eventuale prezzo, una veloce traduzione in italiano del nome dell’applicazione, nonché il link per ottenere maggiori informazioni e per l’eventuale download.
Le applicazioni sono altresì suddivise per categorie, in relazione al tipo di interazione richiesta all’utilizzatore…Gli elenchi delle applicazioni li ho trovati in questo articolo di Nick Santilli sul sito di “The Apple Blog”: theappleblog.com/2010/08/23/

1. ascoltare
Ecco alcune indicazioni per coloro i quali desiderano impegnare esclusivamente l’udito, con musiche ed inni, l’ascolto dei testi sacri o sermoni.
Christian Radio FM ($1.99) (Radio Cristiana)
itunes.apple.com/us/app/christian-radio-fm
Mormon Channel for iPad (GRATIS) (il Canale Mormone per l’iPad)
itunes.apple.com/us/app/mormon-channel-for-ipad
50 Audio Catholic Verses ($2.99) (50 versi della Bibbia Cattolica)
itunes.apple.com/us/app/50-audio-catholic-verses/
HearQuran (GRATIS) (Ascolta il Corano)
itunes.apple.com/us/app/hearquran
JesusTellsMe ($1.99) (Gesù mi dice)
itunes.apple.com/us/app/jesustellsme/
Audiorelatos Biblicos 1 ($2.99) (Brani Biblici)
itunes.apple.com/us/app/audiorelatos-biblicos-1

2. ispirazione rapida
Le vostre giornate sono sicuramente frenetiche ed il tempo è tiranno, ma se volete comunque uno spunto di meditazione quotidiano, queste applicazioni fanno al caso vostro.
Daily Jesus ( $1.99) (Gesù Quotidiano)
itunes.apple.com/us/app/daily-jesus
Words of Zen ($1.99) (Le Parole dello Zen)
itunes.apple.com/us/app/words-of-zen-for-ipad/id37933093
Words of Jesus for iPad ($1.99) (Le Parole di Gesù per l’iPad)
itunes.apple.com/us/app/words-of-jesus-for-ipad
Words of Buddha for iPad ($1.99) (Le Parole di Buddha per l’iPad)
itunes.apple.com/us/app/words-of-buddha-for-ipad

3. libri per iBooks
Se state semplicemente cercando dei buoni libri da leggere sullo schermo dell’iPad, ecco alcuni spunti.
Hebrew Bible ($6.99) (Bibbia Ebraica)
itunes.apple.com/us/app/hebrewbible
The Quran ($.99) (Il Corano)
itunes.apple.com/us/app/id304260365
Russian Bible HD ($4.99) (Bibbia Russa)
itunes.apple.com/us/app/id369295616
KJV Bible ($5.99) (Bibbia nella versione di Re Giacomo)
itunes.apple.com/us/app/kjv-bible-acrobible-suite
LDS Scriptures Library ($14.99) (Raccolta di Scritture della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni)
itunes.apple.com/us/app/lds-scriptures-library

4. applicazioni multimediali
Queste applicazioni per l’iPad, ricche di caratteristiche multimediali, potranno avviarvi sulla strada di un serio studio della vostra religione preferita (oppure no).
Logos (FREE) (strumento per studi biblici, che racchiude i testi di più di 30 bibbie)
itunes.apple.com/us/app/logos-bible-software
Gospel Library for iPad (FREE) (Raccolta di scritti, atti e documenti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni)
itunes.apple.com/us/app/gospel-library-for-ipad

Nota: la “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” viene spesso indicata, anche se con minore precisione e correttezza, come “Chiesa Mormone”.

Sicuramente esistono molte altre applicazioni per approfondire la conoscenza delle varie religioni: questo vuole solo essere uno spunto da cui partire, per un’eventuale ulteriore esplorazione, in profonditá.
Peraltro, molte delle applicazioni citate offrono questa possibilitá, mediante l’indicazione di siti da visitare, di risorse da consultare sia online che offline, la possibilità di aggiungere note al testo presentato e anche con strumenti collaborativi per lo studio di gruppo.
In ultima analisi, credo che si possa affermare che la versatilitá dell’ultimo prodotto di Apple, ne consenta il proficuo inserimento in moltissimi aspetti, anche inusuali, della vita quotidiana dei suoi utilizzatori.

Studiare il giapponese con il Mac

La softwarehouse britannica ThinkMac Software ha recentemente rilasciato iKana 2, la seconda versione di un software destinato ad essere di ausilio a chi studia per imparare la lingua giapponese.
Il programma, che è focalizzato sui caratteri Hiragana e Katakana della lingua giapponese, consente di apprendere oltre 740 fonemi di uso comune, mediante un’interfaccia utente che combina elementi di Mac OS X e di iOS, fusi in un ibrido che cerca di raccogliere il meglio dei due sistemi operativi.
Una delle novità introdotte in questa nuova versione del programma è costituita dalle animazioni che mostrano la composizione pratica degli ideogrammi. Oltre a iKana, è disponibile anche l’applicazione iKanji (focalizzata sui caratteri Kanji), nonché le versioni dei due programmi per iPhone e iPod Touch, denominate, rispettivamente, iKana Touch e iKanji Touch.
Lo sviluppatore del programma, Rory Prior, che vive e lavora nella cittadina universitaria dall’impronunciabile nome di Aberystwyth, nel Galles (Regno Unito), è specializzato nella realizzazione di applicazioni nel settore educativo, con particolare riferimento al settore dell’apprendimento linguistico.
iKana 2 necessita di Mac OS X 10.5 o successivo e può funzionare sia su piattaforma Intel che su PowerPC; per chi utilizza Tiger (mac OS X 10.4), è disponibile la versione 1.6.1 del programma.
iKana 2 costa 12 euro e può essere acquistato anche in bundle con iKanji, a 25 euro, nonché con altre applicazioni della ThinkMac Software; è disponibile una versione di valutazione del programma, completa di tutte le funzionalità, ma limitata a dieci minuti di funzionamento per volta.
Una versione del programma destinata all’utilizzo sull’iPad, denominata “iKana Noto”, dovrebbe essere rilasciata nel corso dell’anno.
Ulteriori informazioni sul programma ed il link per il download del medesimo sono reperibili a questa pagina web: www.thinkmac.co.uk/ikana.

Un’ancora di salvezza in "single user mode"

AppleJack è una utility software, sviluppata da Kristofer Widholm, che consente di avviare con facilità la diagnostica e le attività di riparazione di Mac OS X, dalla schermata di terminale che si presenta quando avviamo il nostro Mac in “Single User Mode” (che, lo ricordiamo, si ottiene premendo la combinazione di tasti “Cmd” e “s” all’avvio della macchina, quando si ode il suono di startup), senza la necessità di dover ricordare lunghe e complicate stringhe di testo.
Infatti, in caso di problemi, se non disponiamo del disco di Sistema del Mac o di un hard disk avviabile con una copia del Sistema Operativo, oppure se l’interfaccia grafica di Mac OS X non si carica, potrebbe risultare impossibile riuscire a riparare il disco di avvio, oppure a riparare i permessi.
AppleJack è inoltre in grado di eliminare file problematici residenti nella cache del filesystem, nonché file nell’area di swap. In sintesi, AppleJack può ripulire il vostro Mac senza la necessità di impiegare un’opzione di boot alternativa (da CD/DVD o da disco esterno).
Attenzione però, poiché secondo quanto riferisce lo sviluppatore, AppleJack deve essere utilizzato esclusivamente in single user mode; se utilizzato al di fuori di questa modalità, può causare gravi danni al Sistema Operativo.
Una volta installato AppleJack sul Mac, invece di utilizzare i comandi Unix appropriati per l’operazione che si deve compiere, sarà sufficiente utilizzare, sempre dalla riga di comando, naturalmente (stiamo operando in single user mode, non dimentichiamolo), la sintassi semplificata di AppleJack, il quale si farà da interprete con il substrato Unix di Mac OS X, avviando i comandi necessari per portare a termine i vari compiti che gli abbiamo affidato.

Vediamo ora alcuni esempi della sintassi semplificata che utilizza AppleJack (attenzione all’uso di minuscole e maiuscole, Unix è “case sensitive”):- Digitando “applejack” (senza gli apici), l’utente sarà guidato, un passo alla volta, manualmente, attraverso una procedura interattiva che consentirà di riparare l’hard disk e di eliminare i file eventualmente corrotti; le opzioni disponibili debbono essere selezionate digitando il numero corrispondente (1, 2, 3, ecc.) e quindi premendo il tasto di invio; a volte, durante la procedura interattiva, all’utente può essere chiesto di rispondere “si” oppure “no” a una domanda che pone il sistema: per rispondere “si” si deve premere il tasto “y” e quindi il tasto invio e per rispondere “no” si deve premere il tasto “n” e quindi il tasto invio.
– Digitando “applejack auto” (senza gli apici), il software eseguirà in maniera automatica e in sequenza tutte le operazioni basiche di manutenzione.
– Digitando “applejack auto restart” (senza gli apici), il software eseguirà in maniera automatica e in sequenza tutte le operazioni basiche di manutenzione e quindi riavvierà il Mac.
– Digitando “applejack auto shutdown” (senza gli apici), il software eseguirà in maniera automatica e in sequenza tutte le operazioni basiche di manutenzione e quindi spegnerà il Mac.
Le operazioni sopra indicate possono essere anche avviate utilizzato il parametro “AUTO”, invece di “auto” (ricordate che Unix è case-sensitive, vero?): in questo caso, AppleJack eseguirà le operazioni di manutenzione nella modalità denominata “deep cleaning mode”; questo significa che l’applicazione svuoterà tutte le cache di sistema, senza risparmiare, ad esempio, come farebbe invece non utilizzando il parametro “AUTO”, la cache di “LaunchServices” o quella di “Databases”.

Ovviamente, AppleJack deve essere installato sul Mac prima che sorgano i problemi.

AppleJack è stato recensito brevemente anche dal sempre ottimo Lucio “Lux” Bragagnolo, sul suo blog quotidiano “Ping”, ospitato dal sito di Macworld Italia.

Nella sua recensione, Lux si esprime in questi termini: “AppleJack è invisibile, non consuma spazio, non consuma memoria, è gratuito, serve solo in caso di problemi. Naturalmente va installato prima dei problemi e chi non lo fa rinuncia a una possibilità in più di togliersi dai pasticci con facilità. Per giunta gratis ed efficace. Un normale coltellino svizzero risponde perfettamente al secondo requisito, mentre il primo è decisamente meno garantito.

AppleJack è un software libero e gratuito, distribuito secondo la licenza GNU-GPL, ed è disponibile per il download a partire dalla pagina web del progetto su Sourceforge, dove è ospitato: http://applejack.sourceforge.net

Per gli amanti della linea di comando, ma anche per i semplici curiosi, QUI c’è disponibile la “man page” completa dell’applicazione; la man page indica anche, in dettaglio, quali file vengono installati dall’applicazione e in quali locazioni del filesystem di Mac OS X.
Il download della più recente versione 1.6 pesa pochi kb ed è disponibile anche nelle versioni Jaguar/Panther e Tiger/Leopard sulle pagine di sourceforge. AppleJack 1.6 guadagna la compatibilità con Snow Leopard (grazie ancora a Steve Anthony), alcune migliorie relative alla produzione da syslog su STDOUT ed alcuni bugfix.


Nota:
Per rimuovere AppleJack sarà sufficiente eliminare il file /private/var/root/Library/Scripts/applejack.sh e, qualora si fosse scelto di installare anche Memtest, i file /usr/local/sbin/memtest; /usr/share/man/man8/memtest.8 e /Library/Documentation/memtest

Risolvere i problemi della rete wireless

Quello che segue è la traduzione e l’adattamento (alla realtà italiana) di un articolo pubblicato recentemente da Adam Rosen sul sito “The Cult of Mac” (www.cultofmac.com), dal titolo “How to Fix Common WiFi Problems” e consultabile, in lingua inglese, qui: www.cultofmac.com/43447.

I dispositivi WiFi, quali, ad esempio, router, modem, adattatori per dotare i computer di connettività WiFi e server per la stampa, operano su una porzione solitamente non regolamentata in dettaglio (mediante assegnazione ad uso esclusivo da parte di un servizio – n.d.t.) dello spettro delle frequenze radio; queste frequenze sono purtroppo condivise con molti altri dispositivi, come forni a microonde, telefoni cordless, telecomandi e altri ancora.

Daremo qui alcuni suggerimenti su cosa provare a fare quando le cose non funzionano…1. Riavviare il router
Questo è un suggerimento elementare, ma molto spesso efficace. Quando realizzate di avere un problema alla vostra rete wireless, riavviate (spegnere, attendere almeno 5 secondi e poi riaccendere) il router o l’access point WiFi che “serve” la connessione. Se la vostra rete è dotata di più di un router o access point, effettuate l’operazione su tutti quanti. Inoltre, non è affatto insolito che le apparecchiature WiFi economiche, destinate al mercato degli utenti domestici, necessitino di essere riavviate ogni tanto, per funzionare in maniera affidabile.
Sul computer, spegnere e riaccendere la scheda WiFi, forza il sistema ad effettuare una nuova scansione, alla ricerca delle reti disponibili. Su un Mac, cliccate sul menù Airport e selezionate “disattiva Airport”, attendete 5 secondi e quindi riattivate. Su iPhone, iPod e iPad, andate in impostazioni -> WiFi e spostate l’interruttore (software) su Off, attendete alcuni secondi e poi riportatelo su On.

2. Cambiare la posizione del router o del computer
Di nuovo, un’indicazione elementare, ma cambiare posizione, anche di pochi metri, può essere sufficiente, a volte, a risolvere il problema. Posizionate il router lontano da superfici metalliche consistenti, come scaffali, cassettiere e armadi metallici, o pareti con rinforzi in metallo, in quanto tutti questi oggetti possono assorbire o riflettere le onde a radiofrequenza e fungere quindi da ostacoli per il segnale.
Reti metalliche come quelle che si possono trovare all’interno dei vecchi muri e dei soffitti (in America? – n.d.t.) sono anche peggio, in quanto possono creare un vero e proprio schermo per il segnale (vedi: gabbia di Faraday – http://www.faradaycage.org). Questo può essere un problema rilevante se abitate in un edificio di non recente costruzione. In un simile ambiente, potreste addirittura avere la necessità di installare un access point, settato come ripetitore di segnale, in ogni stanza, per riuscire ad ottenere una copertura adeguata.

3. Attenzione al surriscaldamento
Un router Wifi è una piccola trasmittente, in genere operante alla massima potenza consentita e tipicamente inserita in un contenitore scarsamente aerato (o non aerato del tutto). Quando sono attivi, molti di loro (in particolare l’Airport Extreme di Apple) raggiungono temperature sufficienti e tenere il caldo il vostro caffè. Se sovrapponete al router altre apparecchiature oppure ostruite le griglie di aerazione (sempre che ci siano – n.d.t.), questo può surriscaldarsi oltre i normali parametri di esercizio, causando ogni sorta di bizzarro comportamento della vostra rete wireless.
Quando vi rendete conto che la rete wireless ha dei problemi, verificate la temperatura delle vostre attrezzature (router, acces point, ecc.) e applicate i correttivi adeguati se le temperature risultano eccessivamente elevate, eventualmente anche spegnendole e lasciandole raffreddare. Posizionate il router o l’access point wireless sopra a tutte le altre apparecchiature, se proprio le volere tenere accatastate una sull’altra e lasciate comunque almeno un paio di centimetri liberi su ogni lato, per consnetire la dissipazione del calore.

4. Aggiornare il firmware
I produttori di router, schede di rete, computer e terminali mobili speso rilasciano aggiornamenti del firmware dei loro prodotti, che possono migliorarne le prestazioni. Quando avete problemi, è utile verificare se il produttore del dispositivo abbia rilasciato un aggiornamento, applicandolo con le modalità indicate, qualora disponibile. Tenete però presente che quando si tratta di aggiornamenti del firmware, la prudenza è sempre d’obbligo. Si sono verificato casi nei quali l’aggiornamento del firmware ha introdotto malfunzionamenti e bug precedentemente inesistenti. Vi è una corrente di pensiero secondo la quale apparati di rete normalmente funzionanti non andrebbero aggiornati, salvo l’insorgere di problemi. Come si dice, “se non è rotto, non aggiustarlo!”.

5. Utilizzare un’antenna migliore o un’antenna esterna
Le antenne dei dispositivi WiFi sono in genere di dimensioni molto ridotte sui router (e a volte anche interne al dispositivo – n.d.t.) e generalmente interne al dispositivo, nei computer e nei terminali mobili. La ricezione di questi dispositivi può essere aumentata utilizzando un’antenna di maggiori dimensioni o un’antenna esterna, per ottenere un migliore rapporto segnale/rumore.
Alcuni router offrono l’opzione di un’antenna rimovibile, o sono dotati di un connettore per collegarne un’altra, in genere venduta a parte. Apple aveva previsto questa possibilità sui vecchi router Airport Extreme, denominati “UFO” (a causa della loro forma – n.d.t.), ma questa opzione è stata eliminata sui nuovi modelli.
Su un desktop o su un portatile con la scocca in metallo, un’antenna esterna è spesso un considerevole ausilio. I Mac Pro e i Power Mac G5 dotati di Airport Extreme possono utilizzare una piccola antenna a forma di “T”, che viene inserita sul retro della scocca del computer. Per i portatili, in genere non è possibile connettere un’antenna esterna alla scheda wireless interna, ma si può utilizzare, in caso di problemi, un adattatore WiFi USB, una scheda su interfaccia PC card (PCMCIA) o una scheda su interfaccia Express card (qualora il portatile ne sia dotato, in relazione alle ultime due interfacce – n.d.t.), che, tendenzialmente, hanno una migliore ricezione del segnale wireless rispetto alla scheda interna al portatile.

6. Eliminare l’elenco delle reti precedentemente salvate
Un problema software può causare inconvenienti alla vostra rete wireless anche quando la parte hardware funziona, invece, correttamente. I Mac e gli “iDispositivi” possono avere, a volte, un attimo di “smarrimento” quando devono associarsi a una rete wireless già nota ed alla quale si sono già associati in precedenza. Questo può accadere, ad esempio, quando è stato sostituito il dispositivo che serve la connessioneo quando è cambiato il protocollo di cifratura della rete, ma il nome della rete (l’ESSID – n.d.t.) e la password sono rimaste invariate. In questo caso, forzare il dispositivo a rimuovere l’elenco delle reti “amiche” precedentemente salvato può essere d’aiuto; un altro suggerimento che può rilevarsi utile è quello di spegnere la scheda Airport prima di applicare modifiche alla rete wireless.
Sul Mac, le informazioni sulle reti precedentemente salvate sono memorizzate in due luoghi: in Preferenze di Sistema -> Network -> Airport -> Avanzate (qui vengono salvati i nomi delle reti) e nel Portachiavi di sistema (qui vengono salvate la password). Dovete rimuovere le informazioni da entrambe le locazioni per riuscire a cancellare ogni traccia delle reti precedentemente salvate.
Indurre questo tipo di “amnesia” sull’iPhone, sull’iPad o sull’iPod Touch, è invece più complesso. Non si possono vedere i parametri della scheda wireless mentre la stessa è disabilitata, quindi il vostro “iDispositivo” cercherà continuamente di connettersi alle reti disponibili mentre voi state “operando”. Per arrivare all’opzione denominata “dimentica questa rete”, cliccate su Impostazioni -> WiFi e quindi sulla freccia a fianco del nome della rete. E’ stato peraltro rilevato che, a volte, il bottone “dimentica questa rete” appare regolarmente, mentre altre volte non appare e si deve quindi ripetere la procedura da capo.

7. Cambiare il canale della rete wireless
La presenza di molti dispositivi che utilizzano la porzione dello spettro delle frequenze dedicata al WiFi (sia nella banda a 2,4 GHz che in quella a 5,8 GHz) provoca certamente una congestione delle frequenze, specialmente nei centri urbani. Cambiare il canale di trasmissione utilizzato dal vostro router, può aiutare. Diversi router sono dotati di una funzione automatizzata, che analizza il traffico locale e assegna dinamicamente alla rete un canale libero da interferenze; se il vostro router dispone di questa funzione, provate ad utilizzarla.
Se non ottenete alcun risultato, utilizzate un software per l’analisi dello spettro RF, come iStumbler per il Mac o WiFiFinder App per iPhone/iPad/iPod Touch. Verificate quali canali sono in uso da parte delle reti che sono a portata dei vostri dispositivi e poi impostate manualmente, sul router, un canale di trasmissione che risulta libero, o poco “trafficato”.

8. Cambiare il protocollo di cifratura della rete
La password della rete wireless non serve solo per ottenere l’accesso alla rete, ma anche a cifrare il traffico della stessa. I protocolli di cifratura includono il WEP, il WPA, il WPA2, ecc. Il WPA e i suoi derivati sono un protocollo di cifratura più robusto del WEP, ma a volte utilizzare un diverso protocollo (anche se meno sicuro, questo è bene sottolinearlo con forza – n.d.t.) può consentire a una periferica o a un terminale problematici di riuscire a connettersi alla rete wireless.
I vecchi dispositivi che supportano solo il protocollo di trasmissione 802.11b potrebbero inoltre non essere in grado di supportare del tutto il protocollo di cifratura WPA, quindi se dovete connettervi con uno di questi dispositivi (incluse le vecchie schede Airport di Apple), il protocolo di cifratura WEP potrebbe essere l’unica opzione disponibile.

9. Utilizzare una rete priva di protezione
I professionisti ed i cultori della sicurezza trasecoleranno sicuramente leggendo questo suggerimento, ma è un fatto che una rete priva di cifratura è in genere quella che presenta i minori problemi. E’ d’altro canto evidente che una tale scelta comporta un elevato rischio per la sicurezza (delle informazioni che vi transitano, nonché del router e dei computer connessi – n.d.t.): una rete wireless “aperta” è l’equivalente di lasciare penzolare un cavo di rete, connesso al vostro router e della lunghezza di una cinquantina di metri (o più – n.d.t.) dalla finestra della vostra abitazione. A volte, però, considerazioni di ordine pratico possono indirizzare verso una simile soluzione.
Personalmente, non raccomando a nessuno di utilizzare una rete wireless priva di cifratura e non protetta da una robusta password, (considerate che in alcuni paesi una simile condotta potrebbe anche essere illegale), ma in un luogo dove la percezione del problema della sicurezza o le capacità tecniche di chi deve utilizzare la rete siano particolarmente basse ed il rischio derivante da una simile condotta sia comunque compreso pienamente, non utilizzare la cifratura della rete potrebbe essere una soluzione praticabile. Accertatevi solo che nessuna informazione sensibile possa transitare sulla rete (utopistico, direi – n.d.t.).

Quattro lezioni sul business da Steve Jobs

Quella che segue è la traduzione e l’adattamento dell’articolo “Four Business Tips From Apple & Steve Jobs”, di Om Malik, disponibile in lingua originale, sul sito di GigaOm, a partire da questa pagina web.

Il 16 luglio, Apple ha ospitato un evento (relativo ai problemi dell’iPhone 4 – n.d.t.), nell’ambito del quale si è tenuta una sessione di 45 minuti di domande e risposte con i giornalisti, sostenuta dal CEO di Apple, Steve Jobs, che ha interrotto la sua vacanza alle isole Hawaii per condurre l’evento.
Il video dell’evento è disponibile qui.
Durante la conversazione con i giornalisti, Jobs ha condiviso alcune interessanti osservazioni ed una serie di aneddoti riguardanti Apple, le relazioni con i clienti nonché, ovviamente, la questione relativa alle problematiche evidenziate dall’iPhone 4. Ecco quindi, condensate in poche righe ed editate per una maggiore chiarezza, alcune delle osservazioni di Jobs.

1. Risolvere problemi complessi
“Le idee migliori sono vincenti alla Apple. In questa compagnia abbiamo salutari dibatti su tutto. Dibattiamo su come allacciare le stringhe delle scarpe e anche su che grande coa sia. Apple è una società di ingegneria, noi pensiamo come ingegneri e come scienziati e riteniamo che questa sia la corretta via per risolvere problemi reali e complessi. Noi tentiamo di ottenere un grande design coniugato a grandi prestazioni. Se guardate ai nostri prodotti, vedrete che è quello che realizziamo. Noi lavoriamo duramente. Nei nostri parcheggi (alla Apple – n.d.t.) ci ci sono vetture a tutte le ore del giorno e abbiamo dipendenti che hanno delle brande nei loro uffici.
Lezione 1: I problemi complessi si risolvono lavorando duramente e senza scendere a compromessi.

2. Il software
Quando qualcuno possiede una tecnologia primaria e voi vi limitate ad utilizzarla, chi la possiede avrà comunque un vantaggio su di voi.
Nel mercato dei computer, abbiamo realizzato da subito che non era necessario produrre processori e dischi rigidi. Ci siamo invece resi conto che la cosa più importante era il software.
Noi siamo piuttosto bravi a realizzare software per gli iPod, per i computer e per le reti ed a farli lavorare tutti insieme. Nello stesso ambito nel quale Palm è stata un precursore, anche noi abbiamo capito che il software è la tecnologia primaria per il mercato della telefonia. Noi abbiamo portato il software nel mercato della telefonia in una maniera che non era mai stata realizzata prima. Una delle cose che abbiamo ottenuto è stato di rendere il processo di upgrade del software di una semplicità molto superiore rispetto al passato. Noi siamo in grado di distribuire gli upgrade in maniera semplice ed efficace… e oggi tutti copiano Apple, ma noi siamo stati i primi a renderla un’operazione semplice e pratica.
Lezione 2: Siate coscienti di quali sono le vostre abilità primarie e utilizzatele quale chiave del vostro successo.

3. I clienti
Noi abbiamo cura di ciascun utente e non ci fermeremo sino a quando ogni nostro cliente non sarà soddisfatto. Quando amate i vostri clienti, niente deve essere lasciato al caso. Vi sono alcune cose che abbiamo appreso, al riguardo. La prima è quanto amiamo i nostri clienti e in che modo di prendiamo cura di loro. Quando abbiamo successo, i nostri clienti ci premiano rimanendo nostri clienti. Questo è quello che si ispira. Quando la gente ci critica, noi prendiamo la cosa in maniera personale. Quando un utente ha un problema, diviene un nostro problema.
Siamo rimasti stupefatti, arrabbiati ed imbarazzati da ciò che ha scritto Consumer Reports, e la ragione per la quale non abbiamo immediatamente replicato è stata perchè non ne sapevamo abbastanza.
Se avessimo realizzato questo evento una settimana e mezza addietro, non avremmo avuto disponibili nemmeno la metà dei dati di cui invece disponiamo oggi.
Noi ci prendiamo cura dei nostri clienti. Noi li apprezziamo e non diamo per scontato che rimangano tali.
Io ricevo molti messaggi di posta elettronica e il mio indirizzo (di posta elettronica) è pubblico. Non posso rispondere personalmente a tutti i messaggi che ricevo, ma rispondo ai più significativi perchè provengono dai nostri clienti e io voglio comunicare con loro.
Lezione 3: Qualunque sia il vostro business, si tratta, come è sempre stato e come sempre sarà, della soddisfazione dei vostri clienti.

4. Gli investitori
Ci sono dei clienti che sono soddisfatti e ci sono dei clienti che non sono soddisfatti e io mi scuso con questi ultimi e cercheremo di ottenere anche la loro soddisfazione.
Noi vogliamo avere degli investitori che restino con noi nel lungo termine, anche per le peculiari caratteristiche della compagnia, non vogliamo investitori che leggono una notizia online e comprano qualche azione.
(questa è stata la risposta a chi gli chiedeva se voleva scusarsi con gli azionisti, in relazione alla perdita di denaro derivante dall’oscillazione in negativo delle azioni Apple, in conseguenza delle polemiche sull’iPhone 4).
Lezione 4: Prestare attenzione alle sole questioni a breve termine (e a chi pensa solo a breve termine), comporta che sarete rilevanti solo per un altrettanto breve periodo di tempo.

12 software a 49,99 dollari

Torna il bundle di MacFriendly che permette di acquistare 12 software per MacOS X con uno sconto pari a circa l’85%.
Il bundle è infatti proposto a meno di 40 euro, una spesa tutto sommato contenuta.

In questa edizione del bundle MacFriendly sono inclusi:
LogoDesign Studio Pro, uno strumento per disegnare loghi, corredato da 500 template e oltre 1300 oggetti già pronti per essere impiegati nella realizzazione di un logo;
CamCamX, un video mixer che può utilizzare anche la webcam integrata nel Mac;
Money, un’applicazione per gestir econti bancari, carte di credito, investimenti e flussi di cassa;
iPad to Mac Transfer, un’applicazione per estrarre audio e video dal vostro iPad, o per caricarceli sopra, senza passare per iTunes;
Radio Gaga, un’applicazione per gestire le web radio;
R10BatchMail, per l’invio di grandi volumi di posta elettronica, utile per gestire newsletter e simili;
Shimo, per la gestione delle connessioni VPN;
SmartBackup, utilità di backup per Mac OS X;
Alarm Clock Pro, una sveglia nel tuo Mac;
Recover PDF Password, per recuperare la password di quell’importantissimo file PDF protetto, che avete appena dimenticato;
CallItADay, un’applicazione per creare e gestire diari personali;
Exif Everywhere, un’applicazione, che funziona anche come plugin di Safari o di Firefox, per visualizzare i metadati di un’immagine.

La descrizione completa delle caratteristiche di ciascun software incluso nell’offerta è disponibile in questa pagina del sito www.macfriendly.org.