Windows da ISO sul Mac senza usare il SuperDrive

Esordire su questo sito con una guida per l’installazione di Windows su hardware Apple, non depone certo a favore di chi scrive, mi rendo conto. Tuttavia, se considerate nell’ottica dell’assistenza agli utenti Mac in difficoltà, per i quali iMaccanici rimane un’impagabile risorsa, sono certo che perfino le motivazioni di questo scritto risulteranno più comprensibili. Mi preme invitare coloro che si apprestano alla lettura di questo articolo a non lasciarsi intimidire dalla lunghezza del procedimento, poiché non tutte le fasi sono necessarie ad ogni computer; ci sono, però, dei Mac più difficili di altri, più recalcitranti verso i sistemi operativi di Miscrosoft (come biasimarli?), i quali necessitano di maggiori attenzioni, per farsi persuadere.E’ a questi esemplari, uno dei quali si è rivelato essere in mio possesso, che si rivolge la procedura completa e gli sforzi di tutti coloro che hanno contribuito ad assemblarla, direttamente o indirettamente. L’origine della questione, come già emerso anche nel forum (vedi discussione Bootcamp su Yosemite), risiede nella facoltà negata dall’utility di OS X, alle macchine dotate di lettore/masterizzatore interno, di installare Windows via USB, concedendo questa opzione ai soli modelli non equipaggiati di unità ottica; si tratta di una distinzione che costituisce un impedimento per tutti i possessori di Mac il cui SuperDrive non è più efficiente o è stato sostituito da una seconda unità di archiviazione. Come ampiamente spiegato da molti siti in rete, la possibilità di aggirare il controllo che determina se si tratti o meno di un modello compatibile con l’installazione da immagine ISO, esiste: essa si realizza modificando il file interno a Boot Camp Info.plist, che, sostanzialmente, è un elenco di modelli e versioni per i quali è previsto che si possano applicare o meno determinate scelte. Non è certamente questo l’ostacolo più impegnativo da sormontare, altri si frapporranno tra l’utente e la possibilità del multi-boot, ma da qui si comincia. La modalità di intervento è spiegata in più tutorial, che risultano grosso modo simili, ma, almeno per la mia esperienza personale, non tutti sono stati scritti con la stessa accuratezza; alcuni passaggi non sufficientemente illustrati possono compromettere il funzionamento dell’utility, impedendone l’apertura. Vi segnalo, in merito, un paio di discussioni in cui è possibile seguire la spiegazione; non sono migliori di altre, ma si tratta di quelle nelle quali mi sono imbattuto durante le mie ricerche e che mi hanno fornito elementi utili alla risoluzione del problema: una si trova su MacRumors e l’altra su Apple Support Communities.

(clicca su continua…)

Lanciando Assistente Boot Camp (Applicazioni > Utility) si ottiene una schermata esplicativa delle finalità del programma, cliccando sul tasto continua in basso a destra si raggiunge il punto in cui si comprende se il Mac sul quale si sta operando è abilitato all’installazione di Windows via USB o no: se nell’elenco appaiono tre attività, si può procedere senza fare ricorso a ulteriori forzature, se ne compaiono soltanto due (vedi immagine sotto), si rende necessario ricorrere a un escamotage che ci riporti alla visualizzazione delle tre opzioni.

 

FORZARE BOOT CAMP A CREARE UNA PENNA USB AVVIABILE

Molte guide suggeriscono di utilizzare un editor di testo per modificare il file /Applications/Utilities/Boot Camp Assistant.app/Contents/Info.plist ma, considerato che questa modalità potrebbe nascondere delle insidie e che, in ogni caso, per concludere il procedimento dovremo comunque ricorrere al Terminale, proseguiremo affidandoci direttamente a quest’ultimo.

  1. 1a. Uscire da Boot Camp, se aperto. In Applicazioni > Utility aprire una shell del Terminale e, digitando il seguente codice, creare sulla Scrivania una copia di backup del file da modificare:

    sudo cp /Applications/Utilities/Boot\ Camp\ Assistant.app/Contents/Info.plist Desktop/Info.plist.bak

    Inserire la password di amministratore quando richiesto.

  2. 2a. Aprire il file da modificare con il comando:

    sudo nano /Applications/Utilities/Boot\ Camp\ Assistant.app/Contents/Info.plist

    Navigare col cursore tramite le freccette fino a raggiungere l’elenco delle Boot ROM denominato DARequiredROMVersions, aggiungendo in cima alla lista la propria Versione Boot ROM riportata in
    Informazioni su questo Mac > Resoconto di sistema (nell’immagine di esempio è IM71.007A.B03)

  3. 3a. Spostare il cursore più in basso fino a raggiungere l’elenco PreUSBBootSupportedModels,
    cancellarne il prefisso Pre rinominandolo USBBootSupportedModels e aggiungere in cima alla lista l’identificatore del proprio modello, consultabile ancora una volta in Informazioni su questo Mac > Resoconto di sistema (nell’immagine di esempio viene aggiunto il iMac7,1)

    Terminare e salvare digitando in sequenza control+X, seguito da Y e invio.

  4. 4a. A questo punto, per completare l’operazione, sono necessari alcuni strumenti da sviluppatore; se X-Code è già installato, saltare alla fase 5a, altrimenti digitare il comando:

    sudo codesign -fs - /Applications/Utilities/Boot\ Camp\ Assistant.app

    e inserire la password, se richiesto. Verrà visualizzato un messaggio che avviserà della necessità di scaricare uno strumento di sviluppo da Apple, qualcosa tipo:

    /Applications/Utilities/Boot Camp Assistant.app: replacing existing signature
    xcode-select: note: no developer tools were found at '/Applications/Xcode.app', requesting install. Choose an option in the dialog to download the command line developer tools.
    /Applications/Utilities/Boot Camp Assistant.app: the codesign_allocate helper tool cannot be found or used

    insieme a una finestra di dialogo in cui scegliere se installare, scaricare X-Code o desistere. Acconsentire e, poiché non è necessario scaricare tutto, premere il pulsante Installa e proseguire. Una volta terminata l’installazione dei componenti, si può tornare al Terminale.

  5. 5a. Digitare il comando:

    sudo codesign -fs - /Applications/Utilities/Boot\ Camp\ Assistant.app

    e inserire la password, se richiesto. A questo punto verrà restituito il messaggio:

    "/Applications/Utilities/Boot Camp Assistant.app: replacing existing signature"

    e Boot Camp dovrebbe potersi aprire regolarmente mostrando le tre opzioni, anche quella per creare una periferica USB avviabile con Windows per il vostro Mac.
    Il primo problema è superato…


..ma la soluzione non è ancora a portata di mano.

Inserendo una pen drive USB (per Windows7+SP1+driver sono consigliati 8 GB) e selezionando le tre attività proposte dall’Assistente Boot Camp, esso creerà una chiavetta denominata WININSTALL, sulla quale sono inclusi il sistema operativo (preventivamente acquistato e disponibile in una immagine .ISO da trascinare nell’apposito spazio) e i driver necessari che reperirà direttamente dal web (vi chiederà di essere autorizzato); inoltre partizionerà il disco rigido preparando lo spazio che vorrete destinarne a Windows (verosimilmente almeno 30 GB). Apparentemente, tutto secondo la tradizione Apple: pochi passaggi e chiari, dopo dei quali si avvia il processo e la macchina esegue tutte le operazioni autonomamente o con pochissime opportunità di interazione, in una procedura guidata. Tranne per un dettaglio non trascurabile: Assistente Boot Camp, molto probabilmente, non sarà in grado di rendere la chiavetta avviabile e, provando a farlo, vanificherà il tentativo bloccandosi sulla videata bianca con la mela (ma senza la barra di avanzamento) oppure sulla desolante schermata nera in cui lampeggia solitario un cursore MS-DOS, oppure restituendo demoralizzanti messaggi del tipo: Non-system disk, press any key to reboot, oppure No bootable device.

Secondo l’opinione più diffusa, il problema potrebbe risiedere nella mancanza di un codice di bootloader nei primi settori del volume FAT; la chiavetta non risulterebbe, cioè, attivata per scopo per cui è stata confezionata. La soluzione è prepararla da un qualunque pc Windows reperibile nei paraggi, che è l’opzione più rapida; se, però, non se ne dispone, si può fare ricorso ad una macchina virtuale. Io ho scelto VMware Fusion in prova gratuita per 30 giorni, software che potrebbe ritornare utile anche in seguito per altre applicazioni, qualora fosse necessario proseguire con ulteriori tentativi.
Prima di procedere, però, copiare tutti i file della (quasi inutile) penna WININSTALL creata da Boot Camp, in una cartella sulla scrivania (la chiameremo WinFolder): ne riutilizzeremo il contenuto, completo di driver, tra poco.

 

RICORRERE AD UN ALTRO BOOT MANAGER

In questa fase l’ordine dei tentativi non è univoco, poiché la casistica è molto variegata e dispersiva e qualcuno sostiene di essere riuscito nell’intento subito dopo aver ricreato la chiavetta in ambiente Win. Magari è possibile, ma poiché nella mia esperienza, a questo stadio, riavviare mantenendo premuto il tasto alt (opzione) mostra solo OS X e la partizione di recovery, l’unico modo per uscire dall’impasse è un boot manager esterno: mi sto riferendo a rEFInd di Roderick W. Smith., testé aggiornato alla versione 0.8.5. Si tratta di una risorsa molto diffusa tra utenti di varia provenienza, nata dall’eredità di rEFIt, che aveva consentito il triplo boot già dai tempi dei primi Mac Intel sui quali si affacciava timidamente Boot Camp. Si potrà scegliere, quindi, di installarlo in modo standard, lasciandolo definitivamente a farci selezionare ogni volta il sistema da cui avviare, oppure si potrà praticare una soluzione meno invasiva che consentirà, in seguito, di evitare l’eventuale fastidio della rimozione: l’installazione su una flash-drive. Sì, una seconda chiavetta USB (la capacità di cui abbiamo bisogno è di pochi MB) da tenere collegata al momento del boot, che sarà rintracciata quando, all’avvio, si tiene premuto il tasto alt e di cui non avremo più bisogno quando il nostro scopo sarà raggiunto. Vediamo come realizzarla.

Si scarica da questo link il file zip, lo si decomprime sulla scrivania, si apre Applicazioni > Utility > Utility Disco e si partiziona la chiavetta (con tabella GUID) inizializzando in un formato qualsiasi, che poi verrà comunque cambiato. Sempre nella cartella Utility, aprire il Terminale e digitare:

diskutil list

Dal risultato si conoscerà l’identificativo della memoria flash nella tabella dischi diskXsX. Nel mio caso risulta disk1s1. Smontare il volume digitando:

diskutil unmount /dev/disk1s1

La periferica non sarà più visibile sulla scrivania, ma pronta al trasferimento. Il comando per farlo è del tipo:

sudo dd if=path_posizione_immagine/refind-flashdrive-{version}.img of=/dev/diskXsX

dove path_posizione_immagine/refind-flashdrive-{version}.img sarà sostituito dal percorso che otterrete trascinando il file immagine direttamente nel Terminale. Nel nostro esempio sarà:

sudo dd if=/Users/nomeutente/Desktop/refind-flashdrive-0.8.5/refind-flashdrive-0.8.5.img of=/dev/disk1s1

Anche se il comando va a buon fine, nella shell non appare altro che il cursore, fino al termine delle operazioni. Poi, di nuovo il prompt che vi dice quanti bytes sono stati trasferiti e in quanto tempo. Il boot manager rEFInd su USB pen è pronto. Se riavviassimo adesso, con la rEFInd-pen inserita e il tasto alt premuto, otterremmo una nuova opzione di scelta per il boot:

Sebbene essa non sia ancora sufficiente per il nostro scopo, potrebbe già aprire la strada della soluzione a tutti coloro che, disponendo di un lettore/masterizzatore DVD esterno, vogliano procedere da quella periferica per l’installazione da supporto ottico. Non avendo avuto occasione di sperimentare questa opportunità direttamente, non sono in grado di fornire ulteriori informazioni né istruzioni in merito; in rete, però, si trovano molte testimonianze di esito favorevole, sulle quali, volendo, non sarà difficile documentarsi.

 

RICREARE LA CHIAVETTA USB IN AMBIENTE WINDOWS

Torniamo ora all’altra chiavetta, quella col sistema operativo, denominata WININSTALL. Per eseguire i passaggi necessari a farla funzionare, bisognerà fare ricorso al prompt dei comandi di Windows: se si ha a disposizione un altro computer su cui poterlo usare, si può procedere direttamente (l’operazione è relativamente breve); altrimenti si farà ricorso ad una macchina virtuale. Per questo scopo ci rivolgeremo alla versione in prova gratuita di VMware Fusion, un software che potrebbe tornarci utile anche in seguito, se dovessimo spingerci fino ai tentativi più elaborati (ma speriamo di non doverci arrivare). Una volta scaricata VMware (nel mio caso la versione 7.1.0) basterà creare una macchina virtuale dal menu Archivio > Nuova e seguire il procedimento assistito con le impostazioni di default, indicando come sistema operativo di origine l’immagine .iso di Windows 7 in nostro possesso.

  1. 1b. Connettere al PC Windows (virtuale o reale) la penna WININSTALL e, dall’elenco dei programmi, selezionare col tasto destro Prompt dei comandi, aprendolo con Esegui come amministratore. Digitare i comandi:

    diskpart
    list disk

    Quest’ultimo ci restituirà una tabella con la numerazione dei dischi. Saranno almeno due: quello del sistema (in una macchina virtuale di default è di 60 Gbytes) e la periferica USB che ci interessa. Nel nostro caso il disco principale è contrassegnato dallo 0 e la pennetta da 1; ciascuno proceda con il numero di riferimento assegnato alla propria unità rimovibile. Proseguire selezionandola:

    select disk #

    # va sostituito con il numero riportato dalla tabella. A selezione avvenuta, procedere con:

    clean
    create partition primary
    select partition 1
    active
    format quick fs=fat32
    assign
    exit

    Tenere presente che il processo di formattazione richiede un po’ di tempo, ma l’avanzamento viene indicato in percentuale. A questo punto la chiavetta è attivata ma vuota, con la denominazione NO NAME. In basso la schermata riassuntiva.

  2. 2b. Espellere la chiavetta da Windows, rimetterla nel Mac e copiare al suo interno tutto il contenuto originariamente assemblato da Boot Camp per la pennetta WININSTALL, opportunamente conservato nella cartella WinFolder sul Desktop (circa 4,5 GB).
  3. 3b. Spegnere il Mac, collegare anche la rEFInd-pen e, con entrambe le chiavette inserite, riavviare tenendo premuto il tasto alt. Apparirà sullo schermo, insieme alle opzioni OSX, anche l’icona arancione EFI Boot: selezionarla e, nel menu rEFInd seguente, scegliere di avviare l’installazione di Windows dalla periferica USB (probabilmente l’ultima a destra). A questo punto, se dopo qualche secondo di attesa entrate in una schermata scura che ha in basso la barra di avanzamento con la scritta Windows is loading files… , CE L’AVETE FATTA! Così è stato per il mio MacBook5,2. Sfortunatamente non è accaduto lo stesso con l’iMac, che mi ha costretto a provare altre strade restituendomi il solito messaggio: Using load options 'USB' - Error: Not found... The firmware refused to boot from the selected volume.
  4. 4b. La parte finale di questa sezione in cui si riprepara la penna USB di installazione, costituisce il primo tentativo extra. Lo presento con riserva, perché, avendolo trovato in alcuni forum, l’ho incluso nella lista delle mie sperimentazioni ma, personalmente non ne ho tratto alcun vantaggio. Come già spiegato, il MacBook non ne ha avuto bisogno e per l’iMac è stato inutile; data la premessa delle casistica variegata, lo riporto comunque per dovere di cronaca.
    Riavviare la macchina virtuale e collegare la chiavetta di installazione, ormai chiamata NO NAME, verificando con quale lettera è identificata da Windows (poniamo X:). Copiare sul Desktop la cartella boot che si trova nella pennetta stessa o nella ISO di Windows. Dall’elenco dei programmi, selezionare col tasto destro Prompt dei comandi, aprendolo con Esegui come amministratore. Digitare i seguenti comandi, che posizionano nella cartella e lanciano l’eseguibile:

    cd C:\Users\nomeutente\Desktop\boot
    bootsect/nt60 X:

    Verrà restituito un messaggio nel quale si legge che il volume è stato aggiornato con un bootcode compatibile (vedi immagine sotto).

    Chiudere Windows e ritentare l’avvio del Mac con entrambe le pennette USB inserite. In caso di insuccesso, passare alla prossima sezione.

 

FORZARE UNA MACCHINA VIRTUALE AD UTILIZZARE LA PARTIZIONE BOOT CAMP

Questa sezione, che riporta le operazioni risultate poi determinanti per la riuscita col più recalcitrante dei miei Mac, è dovuta alle pazienti spiegazioni di Daniel Pataki, che su una illuminante pagina di Hongkiat.com dall’eloquente titolo “Come Installare Windows Sul Tuo Mac Quando Tutto Il Resto Fallisce“, ha fornito a molti utenti gli elementi per raggiungere un obbiettivo che, in alcuni casi, non sembrava più a portata di mano. Nel suo scritto elabora una lista di cose che funzionano e di quelle che non funzionano, ma sarebbe più corretto definirle quelle che hanno o meno funzionato nel suo caso specifico. La soluzione del lettore DVD esterno, per esempio, risultata inefficace con il suo iMac del 2011, è tornata utile ai possessori di molti altri modelli Apple, sebbene, almeno in qualche caso, con l’aiuto determinante di rEFInd. Lo stesso passaggio della chiavetta d’installazione attivata da Windows, che non ha sortito alcun effetto sul suo iMac del 2011, né tantomeno sul mio del 2007, è stato, invece, sufficiente a far partire il boot da USB sul mio MacBook del 2009. Tutto ciò, solo per ribadire che le ricette universali non si sono dimostrate applicabili al parco macchine Apple, almeno in questa occasione.

  1. 1c. Questo procedimento necessita di una macchina virtuale creata ad hoc da VMware Fusion per una installazione sulla partizione BOOTCAMP. Innanzitutto bisogna scoprire quale codice identifica questa partizione presso il nostro sistema: aprire Disk Utility, selezionare BOOTCAMP e premere cmd+I. Dalla finestra delle informazioni è possibile prelevare l’identificatore del disco, che nel caso in esempio è disk0s4.

  2. 2c. Aprire VMware Fusion e creare una nuova macchina virtuale (Archivio > Nuova). Alla prima schermata, in basso a destra selezionare la freccia Altre opzioni e scegliere Creare una macchina virtuale personalizzata.

    La richiesta seguente riguarda il sistema operativo da installare (nel nostro caso Windows 7 x64), poi l’opzione disco virtuale (Creare un nuovo disco virtuale). Infine, nella schermata di riepilogo, selezionare il pulsante per personalizzare il salvataggio e impostare Scrivania, da dove sarà più facile accedere.

  3. 3c. In Applicazioni > Utility aprire il Terminale e digitare cd, lasciare uno spazio, trascinare nella shell l’icona della macchina virtuale appena creata e premere Invio.
    Adesso per collegare la macchina virtuale a Boot Camp, bisogna sostituire [X] ed [Y] con le lettere giuste. Il comando è del tipo:

    /Applications/VMware\ Fusion.app/Contents/Library/vmware-rawdiskCreator create /dev/disk[X] [Y] win7_raw lsilogic

    Essendo la partizione dell’esempio identificata come disk0s4, il primo numero (0) rappresenta il valore della [X] e il secondo numero (4) quello della [Y]. Pertanto, il comando con i valori dell’esempio sarebbe:

    /Applications/VMware\ Fusion.app/Contents/Library/vmware-rawdiskCreator create /dev/disk0 4 win7_raw lsilogic

    Il Terminale, accettando il comando, non restituirà alcun messaggio, ma un nuovo file sarà visibile all’interno della macchina virtuale sulla scrivania. Per verificare, aprire col tasto destro l’icona scegliendo Mostra contenuto pacchetto e cercare win7_raw.vmdk.

  4. 4c. Nella stessa macchina virtuale, aprire il file Windows 7 x64.vmx con un editor di testo (anche TextEdit) e cercare la riga scsi0.virtualDev per cambiarne il valore in: “lsilogic“. Cercare poi scsi0:0.fileName e modificarne a sua volta il valore in: “win7_raw.vmdk“.

  5. 5c. Lanciare VMware Fusion e far partire la macchina virtuale appena editata. Verrà richiesta la password di amministratore per avere accesso alla partizione BOOTCAMP. Molto probabilmente non sarà possibile fare il boot perché non è stata ancora specificata la periferica da cui partire: dovendo installare Windows dal file .iso, accedere alle impostazioni (cmd+E) e, nella sezione CD/DVD, selezionare l’immagine di Windows 7, mentre in quella Disco di avvio scegliere CD/DVD. Avviare la macchina virtuale come se, effettivamente, dovesse partire da DVD. Ci saranno le solite schermate in cui si sceglie la lingua, la posizione in cui installare (BOOTCAMP) e, alla voce Drive options (advanced) verrà offerta la possibilità di formattare: è necessario farlo per ottenere che il file system del volume, attualmente FAT32, diventi NTFS. Attendere la fine del processo di installazione, per il quale, riavviandosi almeno un paio di volte, chiederà ancora la password per avere accesso alla partizione.
  6. 6c. Completata l’installazione, arrestare la macchina virtuale. Il Mac non è ancora in grado di avviare dalla partizione BOOTCAMP, quindi la nostra prossima mossa sarà quella di cancellare tutti i file da quella partizione (che molto probabilmente sarà adesso denominata Untitled) e rimpiazzarli con quelli contenuti nella pennetta NO NAME. Prima di procedere, per evitare problematiche relative alla difficoltà di OS X con il file system NTFS, è opportuno ricorrere ad un software che ci consenta di operare efficacemente in questo contesto: tra le varie opzioni, si potrebbe scegliere la versione in prova gratuita di Tuxera NTFS for Mac, da installare dopo averne completato il download. Inoltre, poiché non si riuscirebbe comunque a sovrascrivere i file nascosti, attivarne la visualizzazione tramite Terminale. Aprire una shell e digitare:

    defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles -bool true; killall Finder

    Portarsi nella partizione Untitled (ex BOOTCAMP) e cancellarne tutto il contenuto, tranne la cartella .Trashes, che appartiene a OS X, quindi darebbe errore. Selezionare poi tutto il contenuto della chiavetta NO NAME (eccetto i primi tre file .fseventsd, .Spotlight-V100 e .Trashes per la solita ragione) e copiarlo nella partizione Untitled, che potete ora nuovamente rinominare BOOTCAMP, anche se temo che vi toccherà farlo ancora una volta, più tardi.

  7. 7c. Disattivare la visualizzazione dei file nascosti tramite Terminale, digitando in una shell:

    defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles -bool false; killall Finder

    Inserire entrambe le chiavette USB nel Mac e riavviare tenendo premuto il tasto alt. La prima schermata vi consentirà di scegliere EFI Boot, poi vi troverete nel menu di rEFInd, nel quale selezionerete l’opzione Boot Windows from BOOTCAMP.

    Dopo qualche secondo di schermata chiara con al centro il simbolo grigio, il display diventerà scuro con il cursore lampeggiante in alto a sinistra e, in basso, la barra di avanzamento con la scritta Windows is loading files…
    E’ fatta: il caricamento è partito e state installando Windows 7 sul vostro Mac. E non sono certo che sia proprio una bella notizia…

P.S.: Durante i riavvii richiesti per il completamento dell’installazione, è ancora necessario tenere giù il tasto alt per evitare che il computer faccia il boot da OS X, anche se, a questo stadio, è possibile selezionare direttamente il volume identificato come Windows, senza dover accedere al menu di rEFInd.

10 commenti a “Windows da ISO sul Mac senza usare il SuperDrive”

  1. Non trovando la funzione per editare il testo dell’articolo che ho postato, ricorro a questo commento per scusarmi di una serie di refusi che ho individuato nella rilettura. Purtroppo la lunghezza e la stanchezza non mi hanno consentito una revisione lucida ed efficace, per cui mi perdonerete qualche vocabolo o carattere in più in qualche caso, alcuni mancanti in altri, consecutio temporum discutibile, etc.
    Spero che la chiarezza non ne risulti compromessa e che gli appunti di viaggio riportati nella guida possano tornare utili a qualcuno. Grazie.

  2. Bell’articolo: grazie.

    In merito al tuo successivo commento, NON SERVE SCUSARTI.
    Vorremmo scrivessero tutti così.


    Padano? No grazie!

  3. Ciao, io ho un iMac metà 2010 al quale ho installato un hd da 4tb e un ssd da 500gb al posto del super drive.
    Ho seguito i punti uno ad uno fino ad arrivare all’ultimo "FORZARE UNA MACCHINA VIRTUALE AD UTILIZZARE LA PARTIZIONE BOOT CAMP" perchè con tutte le altre procedure non va.
    Adesso mi ritrovo questo errore al punto 5c:

    [IMG]http://i61.tinypic.com/243ovpc.jpg[/IMG]

    sapresti spiegarmi cortesemente da cosa può dipendere? ho seguito la guida scrupolosamente e ricontrollato più volte i passaggi.
    La mia intenzione è quella di tenere osx su ssd da 5oogb e l’hd da 4tb usarlo in parte come dati per osx e una partizione da 500gb usarla per installarci windows 7 in quanto ho bisogno di un programma di grafica che gira solo su windows.

    Spero mi possiate aiutare, grazie.

  4. Ciao,
    innanzitutto grazie per la guida precisa e dettagliata!!!
    io sono uno "sfortunato" possessore di iMac27 mid 2011 sul quale windows non ne vuol sapere di entrare
    seguo la tua guida passo passo ma quando arrivo a:FORZARE UNA MACCHINA VIRTUALE AD UTILIZZARE LA PARTIZIONE BOOT CAMP capitolo 5c la risposta di vwware fusion è: impossibile trovare sistema operativo
    ho provato anche a cambiare iso di wondows, ma niente
    sapreste trovarmi un’alternativa?

    1. edit commento precedente:
      avevo un problema con l’immagine disco di windows 7, cambiando con un’altra iso sono riuscito ad arrivare in fondo e istallare windows.
      anche se non saprei, in effetti, ritenerla una buona notizia!

  5. Ciao,

    vorrei ringraziarti per la guida molto esaustiva! un articolo veramente ben scritto e puntuale. Ogni articolo Apple trovato online e diverse guide su youtube non sono riuscite minimamente a realizzare una funzione che di per se era semplicissima.
    Io ho un MacBook Pro con SSD al posto del Super Drive e non riuscivo a smuovermi da quel maledetto cursore lampeggiante bianco…
    Grazie ancora. Continua così 😉

  6. Salve, sono uno sfortunato possessore di un Imac mid2011 a cui è partito il lettore cd.
    Sto seguendo la guida e sto provando a fare la terza guida.
    Il mio problema è che mi son bloccato nel punto 6c:
    "Portarsi nella partizione Untitled (ex BOOTCAMP) e cancellarne tutto il contenuto, tranne la cartella .Trashes, che appartiene a OS X, quindi darebbe errore. Selezionare poi tutto il contenuto della chiavetta NO NAME (eccetto i primi tre file .fseventsd, .Spotlight-V100 e .Trashes per la solita ragione) e copiarlo nella partizione Untitled"
    Il problema è che non mi permette di spostare il contenuto della chiavetta NO NAME (solo la cartella WININSTALL) nella partizione Untitled.
    Grazie mille per il vostro aiuto!!!
    Ci sono dietro da tempo per risolvere questo problema!!!

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