albertocchio ha scritto: ↑mer, 17 giu 2020 23:17
per le dimensioni devo ammettere che ho un debole per le storie molto lunghe.
peccato siano fuori dalla mia portata libri come Mistero.doc o casa di foglie, lunghe, complesse e incasinate…
Mentre cercavo qualche informazione-opinione su alcune “storie molto lunghe” che hai segnalato, ho trovato un articolo pubblicato su Linus, che ha come intestazione proprio “Libri grossi”. Non trovo più il link alla pagina, così metto il PDF nel mio spazio web:
https://www.diegocuoghi.it/forum/2020_0 ... grossi.pdf
Di quelli citati ho letto solo “La nave di Teseo” di Doug Dorst e J.J Abrams (Lost). Grossa delusione, anche se dal punto di vista grafico è un capolavoro, un vero oggetto artistico. Purtroppo il romanzo è davvero scarso, una lagna insopportabile, e alla fine non sono stato al gioco. Avrei infatti dovuto ricominciare dall'inizio leggendo la prima serie di note scritte a mano, e poi ripartire di nuovo per leggere la seconda serie di colori diversi. Mi sono rotto molto prima. Mi pare che abbia avuto ben poco seguito.
Sabato da Feltrinelli ho visto “Casa di foglie” che avevi citato, l’ho… sfogliato
e ho pensato che non fosse destinato a me.
Ieri sera invece, dopo averne parlato in una discussione in un altro forum, ho ripreso in mano “
Il Pendolo di Foucault” di Umberto Eco, e lo sto leggendo per la quarta volta dall’uscita nel 1988. Con grande piacere, perché tutte le volte mi accorgo di qualche particolare che non avevo notato prima.
La prima volta, appena uscito, rimasi un po’ deluso. Pensai: grande erudizione, ma ci capisco poco di quel magma infernale dei “diabolici”, dei complotti templari, massonici, rosacrociani… Non sapevo niente di quegli argomenti e così mi sentii un po’ tagliato fuori, non molto coinvolto.
Forse proprio per questo negli anni successivi lessi di tutto su templari, rosacroce, massoneria, sia di studiosi seri (Arnold, Parter) consigliati da Eco in diversi articoli, che roba mysterica come “Il Santo Graal" di Baigent, Leigh e Lincoln, “La rivelazione dei Templari” di Picknett e Prince, fino allo sgangherato “Codice da Vinci” di Dan Brown.
A quel punto rilessi Il Pendolo, e scoprii un libro totalmente diverso da quello che ricordavo. Prima di tutto spassosissimo, in tanti capitoli mi trovavo proprio a sghignazzare, rischiando di cadere dal divano dove leggevo stravaccato, perché capivo quale era l'origine di certi episodi (ad esempio le liste di Ingolf). Una ironia feroce sulla mania sull’esoterismo da supermarket e sui complotti
à la page, oltretutto 15 anni prima della pubblicazione di “Il codice da Vinci” che sembra il bersaglio preciso dei sarcasmi preveggenti di Eco.
Difetti? riletto oggi fa un po' tenerezza trovare parola d'ordine invece di password, e
file scritto in corsivo come fosse un termine nuovo e strano, e l'entusiasmo per le funzioni del "word processor" (ma so che Eco, dopo molti anni, fece qualche correzione per la ristampa). Poi certi capitoli basati su articoli di Eco pubblicati su L'Espresso, un po' troppo riconoscibili e tirati per le lunghe.
Tutto questo noioso sproloquio per consigliare a chi non l’avesse letto, “Il Pendolo di Foucault”, un libro abbastanza grosso (500 pagine) da poter rientrare nella voluminosità che albertocchio predilige
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P.S. Una ultima cosa che mi è venuta in mente poco fa: nel 1994 su L'Espresso, Eco scrisse che il
DOS era calvinista e il
Mac cattolico.
È mia profonda persuasione che il Macintosh sia cattolico e il Dos protestante. Anzi, il Macintosh è cattolico controriformista, e risente della “ratio studiorum” dei gesuiti. È festoso, amichevole, conciliante, dice al fedele come deve procedere passo per passo per raggiungere – se non il regno dei cieli – il momento della stampa finale del documento. È catechistico, l’essenza della rivelazione è risolta in formule compensibili e in icone sontuose. Tutti hanno diritto alla salvezza.
Il Dos è protestante, addirittura calvinista. Prevede una libera interpretazione delle scritture, chiede decisioni personali e sofferte, impone una ermeneutica sottile, dà per scontato che la salvezza non è alla portata di tutti. Per far funzionare il sistema si richiedono atti personali di interpretazione del programma: lontano dalla comunità barocca dei festanti, l’utente è chiuso nella solitudine del proprio rovello interiore.
https://riforma.it/it/articolo/2016/02/ ... -cattolico