Copiare Mail da un Mac all’altro

Cari iMaccanici,
come faccio a mettermi Mail e i suoi contenuti (cioè tutto il mio archivio di posta, con la mia corrispondenza, etc) su un altro computer?
In effetti devo passare tutta la mia posta dal computer portatile (MacBook Pro con Tiger 10.4.11) al G5 con lo stesso Sistema Operativo.
Questa migrazione è dovuta al fatto che il portatile ha un problema di ventole e lo devo assolutamente riparare.
Grazie, Salvatore detto “il flauto”.

Caro Salvatore,
abbiamo innanzitutto pubblicato una tua vecchia foto (mascherata su richiesta) dove tenti invano di toglierti la vita con un’arma giocattolo, per dimostrarti che una richiesta del genere merita una certa visibilità.
Come al solito la regola fondamentale è: Non disperare. Ad ogni domanda c’è sempre una risposta più o meno sensata.
…Segue
Se ho ben capito dovrai privarti del portatile per un periodo imprecisato, su questo MacBook Pro c’è tutta la tua posta e vuoi trasferirla, insieme ai tuoi numerosi account, su un altro Mac (un G5 desktop) in maniera veloce ed indolore.
L’applicazione Mail.app di Apple conserva tutta la tua corrispondenza in Home/Libreria/Mail, mentre le preferenze degli account sono conservati nel file com.apple.mail.plist che si trova in Home/Libreria/Preferences.
A questo punto l’operazione diventa abbastanza semplice basta copiare questi elementi dal portatile e sistemarli nelle rispettive cartelle sul PowerMac G5.
È importante eseguire questa procedura con il programma Mail chiuso su entrambe le macchine, ed è altrettanto importante essere consapevoli che le email presenti in origine sul G5 verranno perse per sempre, se non si esegue una copia della cartella Mail (Home/Libreria) in un posto sicuro.
La sostituzione delle preferenze implicherà la perdita delle vecchie configurazioni di Mail sempre sul G5, con la perdita relativa dei vecchi account creati e delle eventuali impostazioni personalizzate.

Quindi ricapitolando in breve:
1 chiudere Mail su entrambe le macchine
2 copiare la cartella mail (Home/Libreria/Mail) dal MacBook Pro e metterla nel G5 (sempre in Home/Libreria/Mail)
3 copiare il file com.apple.mail.plist (Home/Libreria/Preferences) dal MacBook Pro e metterlo nel G5
4 riparare i permessi con Utility Disco sul G5

Molto probabilmente, se gli account non sono gli stessi, sarà necessario reinserire le password dei medesimi al momento della ricezione della posta.

In bocca al lupo per il MacBook Pro e grazie dello spunto dato per realizzare questo breve tutorial che certamente sarà utile anche ad altri.

—Oracle

Convertire file Docx sul Mac

Capiterà sempre più spesso di imbatterci in file con estensione .Docx, si tratta del recente formato di Word per i documenti di testo generati dal Word Processor di Microsoft. In Leopard è possibile utilizzare TextEdit per aprirli, perdendo però le immagini o i file collegati, chi invece è rimasto a Tiger e non ha potuto o voluto aggiornare la Suite Office alla versione 2008, può usare un ottimo convertitore (docXConverter) che purtroppo si paga, ne parlavamo già nella newsletter del 23/12/2006. Tuttavia, in casi d’emergenza esiste un trucco segnalato da labnol.blogspot.com che funziona sia su Mac che su PC.
Basta rinominare il file .Docx in .Zip (confermando la volontà di sostituire l’estensione) ed espanderlo con Stuffit o l’utility inclusa in Mac OS X.
A questo punto comparirà una cartella contenente tutti gli elementi del file di Word, ma a noi interesserà al massimo quello dal nome “document.xml” (che andremo ad aprire con un web browser, come Safari) e la sottocartella “media” contenente gli allegati multimediali. Purtroppo il testo sarà privo di stili e formattazione, ma in molti casi è addirittura meglio.

Nome breve: come, quando e perché

In Mac OS X il nome breve è quello che identifica la nostra Home (Cartella Inizio) nel Sistema Operativo, mentre il nome utente (lungo) è quello che identifica il proprietario della macchina in rete. Questo è importante capirlo per assegnare con logica i nomi (lunghi o brevi) ai nostri Macintosh.
In una situazione casalinga di tre computer avrebbe senso assegnare in questo modo i nomi delle nostre “creature”. Nome lungo uguale per tutti (ad esempio Rossi) e nome breve diverso per ogni macchina, ad esempio Antonio, Cristina, Paolo, oppure iMac, MacBook e Mac mini. In questo modo per accedere ad una di quelle macchine basterà inserire come nome sempre “Rossi” in tutti i casi e la opportuna password.
Ci sono diversi motivi validi che giustificano la necessità di cambiare il nome breve al nostro Mac. Il più diffuso è che al momento dell’installazione di Mac OS X abbiamo accettato con leggerezza il nome breve suggerito dall’Assistente Configurazione; al secondo posto (ma quasi a pari merito) è la circostanza nella quale si trova un operatore su una nuova postazione di lavoro, ritrovandosi nella Home del collega vecchio o magari a nome di un altro ancora; nelle posizioni più basse, ma non troppo improbabili, è la situazione in cui acquistiamo un Mac usato e non vogliamo perdere tempo a formattarlo o a creare un account ad hoc; infine al termine della clonazione di un disco su più macchine per distinguerle tra loro, senza dover installare Sistema e Applicazioni più volte (ndr. questo trucchetto iMaccanici lo sfruttano dai tempi di Mac OS 8.6).
Vediamo: Quant’è facile cambiare il nome breve (in maniera corretta)?
Non quanto sembra.
…Segue
Allora ricapitolando, il nome breve identifica la cartella inizio e il nome utente identifica il proprietario.


Con Tiger e precedenti affrontare il cambio del nome breve era una “semplice” procedura da Terminale, oppure l’utilizzo di un comodo freeware avrebbe fatto per noi il “duro lavoro”. Il nome dell’applicazione è intuibilmente Changeshortname e permetteva veramente in pochi passaggi di cambiare il nome breve a Mac OS X. Al termine dell’operazione bastava solo andare nella cartella Utenti ed eliminare la vecchia cartella semivuota con il vecchio nome breve.
Con Leopard basterebbe (e sottolineo basterebbe) entrare in Preferenze di Sistema > Account, cliccare con il tasto destro sul nome dell’account, entrare nelle Opzioni avanzate e cambiare il nome breve.
Molti potrebbero credere che modificare il nome breve con Leopard sia un’operazione meno impegnativa rispetto a Tiger, ed in effetti sulla carta è così, ma… essendo cambiata (in meglio) la gestione degli account, cambia anche la procedura, tant’è che adesso ci sono nuove funzioni per l’account e nuove impostazioni avanzate (che in questo articolo non ci riguardano).
Se Apple non ha indicato questa possibilità nell’aiuto Mac è perché si tratta di un’operazione certamente (1) rischiosa e (2) tortuosa. Nell’aiuto del Mac infatti viene suggerito di eliminare l’account utente e crearne uno nuovo con un nuovo nome breve, dopo aver copiato i dati da qualche altra parte, poiché altrimenti andrebbero persi insieme al vecchio utente.
Ma noi preferiamo la strada più rapida, pur se tortuosa, vero?

A questo punto, se siamo pronti e determinati a modificare il nome breve con Leopard, per prima cosa dobbiamo loggarci come utente root per poter cambiare “fisicamente” il nome della Cartella Inizio, altrimenti ci ritroveremo con un nome breve diverso dal nome della cartella Home, ed è una situazione piuttosto atipica per il nostro Sistema Operativo.


L’utente root (o superuser) a differenza dell’utente amministratore, è l’account utente di Mac OS X che al di sopra di ogni altro dispone dei permessi di lettura/scrittura sempre e ovunque. Per sicurezza il superuser non è attivo di default e nel nostro caso occorre abilitarlo.


Lanciamo Utility Directory, che si trova in Applicazioni/Utility, clicchiamo sul lucchetto per eseguire le modifiche (verrà richiesta la password di amministratore), andiamo in Composizione > Abilita utente root infine assegniamo (e confermiamo) una password veramente sicura per l’utente root.


Eseguiamo un logout (command+maiuscola+Q) ed entriamo come superuser digitando root e password.
Ci troveremo di fronte ad una situazione nuova, e pericolosa. Tocchiamo quanto meno possibile quando siamo loggati in questa modalità.


Apriamo la cartella Macintosh HD/Utenti e cambiamo il nome della cartella Utente che vogliamo modificare assegnando il nuovo nome breve che vorremmo applicare.


Bene, adesso apriamo Preferenze di Sistema > Account, clicchiamo sul lucchetto per abilitare le modifiche, poi con il tasto destro (oppure premendo ctrl+click del mouse) sul nome dell’account accediamo nelle Opzioni avanzate per cambiare il nome breve, che dovrà essere identico al nome della Cartella Inizio da noi imposta, lasciando la gestione dell’utente come previsto dall’installer di Mac OS X. Non tocchiamo null’altro, ID Utente, ID Gruppo, l’UUID (Universally Unique Identifier), Shell di login e Alias sono cose riservate solo ad utenti con buona esperienza Unix, e non è il caso nostro, che nella migliore delle ipotesi abbiamo toccato un sistema del genere solo nel nuovo millennio.

Quindi in massima sintesi:
1- Rinominare cartella utente
2- Rinominare Nome breve e Cartella Inizio
A questo punto possiamo accettare le modifiche e uscire dall’utente root abbandonando questa sessione ad alta tensione.
Comand+maiuscola+Q (oppure Menù Mela > Logout di Utente Root) e rientriamo con il nostro nuovo/tradizionale utente e visto che quest’operazione non intaccherà neanche i permessi degli utenti saremo già pronti per il nostro lavoro quotidiano.
È fondamentale anche ricordarci di cambiare il nome della condivisione, che probabilmente è ancora assegnato in base al precedente nome breve e già che ci siamo, ricordiamoci di disabilitare l’utente root, lanciamo nuovamente Utility Directory, andiamo in Composizione > Disbilita utente root e staremo più tranquilli.

—Oracle

Cambiare (da soli) il disco all’iMac 24 Intel

In relazione alla guida per sostituire il disco fisso degli iMac Intel, volevo segnalare quanto segue:
Con notevole ritardo, alla fine della giornata di ieri ho testato la soluzione gentilmente indicatami. FANTASTICO!
Adesso il mio iMac 24″ white Intel Core 2 Duo 2.16 ha il suo bel disco fisso nuovo da 500GB Samsung.
Un po’ più rumoroso (ok) dell’originale WD™ da 250GB, ma secondo me anche più performante in termini pratici di velocità.
Aggiungo un paio di note relative alla installazione presente nel link indicato, in relazione agli iMac 24:
Prima di tutto importante avere un cacciavite Torx da 9 mm altrimenti non fate un cippa.

…SeguePoi, non serve staccare la parte adesiva nera che si vede e che viene indicata nelle foto della guida, dato che nel 24 semplicemente non c’è!
Quindi meglio, un’operazione in meno.
La piastra di plastica nera del disco fisso si estrae male, consiglio di svitare le due viti e far scivolar via il disco da essa, mentre per il rimontaggio basta montare prima la plastica nera al disco e poi riappoggiarla a scatto nella sua sede, tutto insieme.
Per il sensore della temperatura ho riusato fortunatamente il suo collante originale, avendo avuta somma attenzione al momento della rimozione dal vecchio disco fisso, cosi da poterlo riappiccicare in seguito sulla struttura del nuovo disco.
Detto questo, non dico una passeggiata, ma comunque niente di trascendentale. Basta avere attenzione al momento dello svitaggio delle viti del pannello lcd, aiutandosi con il cacciavite torx precedentemente reso magnetico, in modo da non veder cascare le vitine a giro nel nostro amatissimo iMac (allora sarebbe un po’ arduo recuperarle) e poi al delicatissimo momento, relativo al sollevare il pannello lcd (24..un bel crognolo!), stare attenti a non alzarlo troppo in modo da non scollegare inavvertitamente i suoi cablaggi, che comunque sono abbastanza lunghi da permetterne un appoggio tranquillo e sicuro a 3/4, traslato sulla scocca di plastica dell’iMac così da permetterci di raggiungere il vano del disco fisso senza problemi.
That’s it!

A rigor di cronaca io avevo precedentemente clonato il mio disco di Sistema totalmente, con SuperDuper! ultima versione (ho su Leopard 10.5.2) su di un disco esterno firewire, dopo aver montato il nuovo disco dentro il mio iMac, ho riavviato dal disco esterno e da li ho riclonato dentro il disco interno dell’iMac.
Adesso è tutto ok, senza dover reinstallare Sistema e programmi daccapo.
SPETTACOLO!
Grazie a tutti per la dritta!
Filippo Dei

Passare da 9 a X: sempre più difficile

Potrebbe sembrare un articolo di repertorio, eppure… Nel settore professionale il passaggio da 9 a X è stato difficile già a partire dal 2002 con Jaguar, ed ogni anno che passa lo switch si presenta sempre più impegnativo. Sembra incredibile, ma ci sono realtà professionali, specialmente nel settore grafico, che sono rimaste legate al vecchio OS di Cupertino senza mai avere il coraggio di affrontare il passaggio al più robusto Mac OS X.
Sono escluse da questo cerchio le attività che hanno acquistato un Mac dopo il giugno del 2004, infatti l’ultimo G4 permetteva ancora (proprio per i casi in questione) l’avvio nativo da Mac OS 9.2.2, nonostante Apple avesse annunciato la fine del supporto a Mac OS 9 già tempo prima, successivamente è rimasta la possibilità di emulare l’ambiente Classic fino a gennaio 2006 con l’introduzione dei Mac con processore Intel. Il colpo di grazia l’ha dato Leopard, eliminando del tutto Classic anche dai PPC.
Restano quindi con il problema di passare a Mac OS X tutti gli utenti che non hanno aggiornato il parco macchine dal 2004 e che sono legati ancora al vecchio Sistema Operativo.
Ormai è quasi impossibile utilizzare una periferica nuova con il Mac OS 9, c’è quindi un modo indolore per passare in maniera definitiva a Mac OS X?
La risposta è no, ma qui cercheremo di segnalare le cose da fare e quelle da evitare.
…Segue
Ci concentreremo sulle macchine di fascia alta installate in un ambiente professionale (come una tipografia*), visto che è difficile pensare che il proprietario di un iMac (G3/G4) ad uso casalingo non abbia già effettuato il passaggio.

Per prima cosa bisogna acquistare (o dedicare) un Hard Disk supplementare per l’installazione di Mac OS X, che in base alla configurazione hardware della macchina, può essere Panther, Tiger o Leopard. Questo ci permetterà una situazione di reversibilità nel caso ci fosse il bisogno di riavviare la macchina dal vecchio OS senza intaccare minimamente il contenuto dell’attuale disco di avvio.
Nel PowerMac esiste la possibilità di aggiungere, oltre al disco originale, almeno un altro HD e in alcuni modelli recenti se ne possono aggiungere addirittura altri 4 (1 sul bus principale, due sull’ATA aggiuntivo e uno su quello del masterizzatore) senza acquistare alcun controller su scheda PCI. È importante anche scegliere bene il “taglio” dell’HD, poiché alcuni modelli di PowerMac hanno un limite di supporto fissato a 128GB, dovuto al tipo di controller ATA installato sulla macchina, tale limitazione di riconoscimento dei dischi è scomparsa dal modello QuickSilver del 2002 in poi.

Una volta montato e formattato il secondo HD occupiamoci di verificare che il firmware della macchina sia aggiornato all’ultima versione rilasciata da Apple.
Questa operazione va eseguita con Mac OS 9.1/9.2.2 dal disco di avvio: bisogna leggere attentamente le istruzioni prima di eseguire il delicato aggiornamento.
Accertiamoci di avere a portata di mano tutto il software professionale che ci serve quotidianamente e verifichiamo che l’ultima versione dello stesso sia compatibile con la versione di Mac OS X che ci accingiamo ad installare. Verifichiamo che anche i Font che utilizziamo normalmente siano in ottime condizioni ed approfittiamo per farne una copia da qualche parte dopo averli riparati con un software specifico come FontDoctor for Macintosh, del quale esiste la versione per Mac OS 9 e Mac OS X. Consigliamo una buona dotazione di Ram, poiché le risorse richieste dal nuovo OS sono maggiori.

Per procedere all’installazione di Mac OS X dobbiamo anche sapere il tipo di configurazione di rete del nostro Mac, un’occhiata in pannello di controllo “Modem”, “Remote Access” e “TCP/IP” può essere utile in caso di emergenza, magari segnando i dati su un foglio. Anche la posta elettronica (server POP, server SMTP, indirizzo e-mail e password) ha bisogno di una configurazione manuale.
Si parte!
Inserite il CD (o DVD) di Mac OS X nel Mac e spegnete la macchina.
All’avvio tenete premuto il tasto C sulla tastiera originale (collegata direttamente alla macchina e non attraverso HUB o prolunghe USB) finchè non compare la mela grigia al centro dello schermo e vedrete caricarsi il programma di installazione.
Mac OS X ci proporrà la scelta della lingua, è il caso di selezionare l’italiano e di proseguire nell’installazione.
Selezioniamo l’HD sul quale installare Mac OS X e spuntiamo in “Opzioni” la modalità “Inizializza e installa” cancellando tutti i dati presenti sul nuovo HD, che dovrebbe essere già vuoto. Se per sbaglio selezioniamo l’HD vecchio siamo rovinati!
Nel pulsante “Ad Hoc” abbiamo la possibilità di personalizzare l’installazione di Mac OS X, per conto mio consiglio sempre di non installare le lingue e i font aggiuntivi, ma questa è una scelta atta “solo” a ridurre spreco di spazio (e tempo).

L’installazione può durare dai 20 minuti ad un’ora, in base alla velocità di lettura del CD/DVD e alla velocità di scrittura dell’HD, abbiamo così il tempo di prenderci una pausa.
Al termine viene chiesto il riavvio, ed il Mac ripartirà dal nuovo Sistema Operativo. Se non ci sono problemi entro qualche minuto dovrebbe partire la sigla introduttiva e l’assistente di configurazione.
Ci verranno chieste delle informazioni relativamente semplici, come la nazione, il fuso orario, il tipo di tastiera etc.
Quando ci verrà chiesta tutta la nostra situazione anagrafica possiamo tranquillamente saltarla con un Mela+Q (a proposito, la Mela adesso si chiamerà definitivamente Command) e selezionando “ignora” proseguiamo alla configurazione.
Ci verrà chiesto di inserire un nome amministratore, un nome breve ed una password.
L’ideale sarebbe mettere come amministratore il proprietario (per esempio Tipografia) e come nome breve l’operatore o il reparto (per esempio Giuseppe o Prestampa), teniamo a mente che i caratteri verranno visti precisamente dal Sistema, essendo sensibile alla differenza tra Maiuscole e Minuscole. La password è importante che sia facilmente reperibile dall’amministratore, poiché verrà richiesta in più occasioni.

Una volta creato l’account dovremo inserire la informazioni di rete (che abbiamo segnato prima) e rispondere alle domande dell’assistente. In caso di una rete con server DHCP non ci sarà bisogno di nessuna configurazione, verrà rilevata automaticamente.
Quando verrà richiesto l’ID Apple potremo “skippare” anche questo passo, se non ne abbiamo uno.
Dopo aver cliccato su “Fine” vedremo comparire la nuova scrivania, con in alto a destra l’icona dell’HD e subito sotto il vecchio disco rigido. È buona norma attendere 10 minuti prima di cominciare ad usarlo, permettendo al Sistema di costruire l’indice di Spotlight (nel caso di Tiger e Leopard), la cache e l’associazione file/applicazioni.
Quando la lente di Spotlight (in alto a destra) avrà finito di lampeggiare è il caso di fare un salutare riavvio e procedere all’aggiornamento software (Pannello Aggiornamento Software dal Menù Mela in alto a sinistra), se il Mac è connesso ad Internet verrà proposto una corposa serie di update da eseguire senza indugio, e ci verrà richiesta la password di amministratore per eseguirlo.
Dopo il riavvio, solitamente imposto dopo un importante aggiornamento software, possiamo procedere alla configurazione di Mail, dove un assistente ci guiderà nell’inserimento dei dati sul nostro indirizzo di posta elettronica, il nome del server POP e del server SMTP e la password di accesso alla nostra e-mail.

Adesso possiamo procedere all’installazione del nostro software professionale, inseriamo i dischi di installazione e seguiamo le istruzioni allegate al pacchetto software.
Solitamente installare una Suite Adobe richiederà un’oretta, ed il tempo speso per installare Quark XPress o contattare il servizio assistenza può richiedere anche un pomeriggio intero. Prepariamoci al peggio.
Non spaventiamoci per la latenza e l’impressione di lentezza del nuovo Sistema, in effetti la nostra macchina è vecchia ed il Sistema è recente, d’altronde se prima il nostro motore 1000 cc. doveva spingere una Fiat Uno, adesso deve spostare una Mercedes.
Al termine delle installazioni verifichiamo l’esistenza di aggiornamenti lanciando Adobe Updater o il controllo aggiornamenti dei vari software, di solito presente nel Menù Aiuto o nelle preferenze di ogni applicazione. Consultare il manuale o l’Aiuto dei programmi può farci risparmiare tempo prezioso. Una serie di brevi tutorial altamente professionali sono dedicati ai professionisti proprio sul sito Apple nella sezione Pro.
Per la gestione dei Font affidiamoci a Libro Font solo se i nostri Font aggiuntivi sono pochi, nel caso di una tipografia o uno studio grafico è indispensabile appoggiarci a un software specializzato come FontAgent Pro 4, degno sostituto (e in parte erede) del buon vecchio ATM di Adobe (Suitecase di Extensis se non lo abbiamo usato prima continuiamo ad ignorarlo).

Queste poche regole che seguono vi permetteranno di affrontare con serenità il passaggio al nuovo Sistema Operativo.


Regole fondamentali per chi passa da Mac OS 9 a Mac OS X

• Per navigare usare Safari, se qualche sito crea difficoltà usare Firefox.

• Imparare l’uso del tasto destro, se il mouse non ne è dotato basta premere il tasto CTRL prima e durante il click

• Personalizzare l’interfaccia solo in base alle proprie necessità, non farsi prendere la mano dai “nuovi” effetti grafici.

• Tutti gli strumenti che prima erano nel Menù Mela, adesso probabilmente si trovano in Preferenze di Sistema.

• Utilizzare sempre una sana politica di Backup, gli HD si possono anche rompere fisicamente.

• Affidarsi ad un UPS (gruppo di continuità) per preservare l’integrità dell’hardware.

• Non rinominare le cartelle (contenute originariamente) all’interno di Macintosh HD.

• Non spostare il contenuto delle cartelle originarie all’interno di Macintosh HD.

• Non modificare i permessi a nessun folder/documento vecchio e/o nuovo.

• Munire ogni documento di Mac OS 9 della sua estensione nativa
(nome file.JPG, nome file.TIF, nome file.FH9, nome file.qxd, etc.)

• Non utilizzare “punti” (.) o caratteri “speciali” all’interno del nome file.

• Non generare nome file troppo lunghi (con Mac OS X è possibile utilizzare fino a 255 caratteri)
se si ha intenzione di utilizzarli con software obsoleti (come Freehand MX).

• Non utilizzare software in emulazione se esiste la versione aggiornata per Mac OS X,
tant’è che Classic non è più supportato sui Mac Intel (e sui PPC da Leopard in poi).

• Se la macchina ha più di 5 anni non chiedetele troppo, datale soltanto un po’ di tempo in più.

• Non importare troppi Font se non sono indispensabili, ed utilizzare solo FontAgent per installare e rimuoverli.

• Settimanalmente verificare la presenza di update Apple tramite il pannello Aggiornamento Software nel Menù Mela.

• Mensilmente eseguite una verifica dei Permessi del Disco con Utility Disco, ed eventualmente procedete alla riparazione.

• Mac OS X si occupa da solo della manutenzione, spesso di notte. Non utilizzare software esterni per la manutenzione piuttosto lasciatelo acceso per un weekend (impostando il risparmio energia in maniera che non vada mai in stop).

• Accertarsi che lo spazio libero sul disco non sia mai inferiore al 10% della sua capacità.

In casi di panico o successivi ripensamenti ricordiamoci che in qualunque momento sarà possibile selezionare da Preferenze di Sistema>Disco di Avvio il vecchio Macintosh HD per ripartire da Mac OS 9 come nulla fosse accaduto.
—Oracle

* A differenza di quello che possano pensare gli utenti meno esperti, una tipografia è un ambiente estremamente professionale, che affronta quotidianamente centinaia di problematiche differenti.
Non a caso in qualsiasi centro stampa professionale l’utilizzo del Macintosh è inevitabile.

Creare un disco di avvio PPC/Intel con Leopard

A volta capita di doversi portare appresso il mondo, ossia il proprio computer, e questo, per motivo di spazio, trasporto, peso o altro non è possibile.
A volte capita che occorra fare un’operazione di calcolo elevata, il software ed il progetto risiedono sul nostro portatile, mentre a disposizione c’è un veloce MacPro dell’amico e non possiamo approfittarne.
A volte capita che bisogna mandare il Mac in assistenza e ci ritroviamo solo con un HD in mano e ci piacerebbe farlo partire da un Mac qualsiasi, con o senza un processore Intel.
Oppure può nascere l’esigenza di avere un disco di Utility compatibile con Mac più o meno recenti.
A questo punto nasce l’esigenza di creare un Disco (che sia di avvio) funzionante sia su Mac che su PPC, ma a quanto pare non è possibile, poiché lo schema di partizione richiesto è differente. I Mac PPC impongono una Mappa partizione Apple, mentre i MacIntel richiedono una tabella di partizione GUID in fase d’installazione. Allora c’è un modo per ingannare il Sistema?
Con iMaccanici, modestamente sì!
…Segue
Premettiamo che i possessori di un computer Apple PPC (G4,G5) possono tranquillamente utilizzare il loro disco di avvio (con Leopard) anche su un Mac con processore Intel, purché montato all’interno o collegato tramite porta firewire alimentata. Questo perché le macchine Intel non prevedono l’installazione su dischi formattati con Mappa partizione Apple, ma ne permettono l’avvio.
La prova è facilmente realizzabile, basta infatti avviare (per esempio) un PowerBook in Target Mode e collegarlo ad un Macbook scegliendolo come disco di avvio. Tutto funzionerà alla perfezione.
Il tutorial servirà quindi a guidarvi nella creazione, da un Mac Intel, di un disco con Leopard che permetta l’avvio su entrambe le architetture. Quest’operazione non è permessa dall’installer che si rifiuterà di installare l’OS su dischi non formattati con Tabella di partizione GUID, per cui dovremo procedere in questo modo, dopo aver recuperato un paio di HD formattabili, interni o esterni firewire alimentati:

1- Avviare il MacIntel dal DVD di Leopard.
2- Selezionare un disco (vuoto) che ne permetta l’installazione, eventualmente formattandolo con Utility Disco o dall’installer del Sistema stesso che chiameremo per esempio “Disco Multi Piattaforma”.
3- Eseguire l’installazione di Leopard ed al suo termine avviare normalmente dal nuovo disco.

Adesso questo HD è un normale disco di avvio esclusivamente funzionante sui Mac Intel. Ora bisogna considerarlo come disco “master” per clonarlo sull’altro disco, che andremo a preparare per le macchine PPC.

4- Avviamo il computer dal disco normale di avvio (il nostro di tutti i giorni) e colleghiamo il anche il secondo HD, quello destinato all’avvio multi-piattaforma.
5- Lanciamo Utility Disco e prepariamoci a formattarlo in Mappa di Partizione Apple (APM) spostandoci nel pannello Partiziona di Utility Disco, dopo averlo selezionato.
6- Nello “Schema volume” selezioniamo “1 partizione”, comparirà il pulsante Opzioni, clicchiamoci su e selezioniamo lo schema appropriato alla nostra esigenza: Mappa partizione Apple.
7- A questo punto premiamo su Applica e clicchiamo su Partiziona anche senza personalizzare il nome del disco in questione. È superfluo dire che perderemo tutti i dati eventualmente presenti sul nostro HD.

Ora non ci resta che clonare il disco “master” con partizione GUID sul disco formattato in APM.

8- Sempre in Utility Disco selezionare il disco “Senza Titolo”, e andiamo nel pannello “Ripristina”.
9- Trasciniamo la partizione “Disco Multi Piattaforma” nel box Sorgente (Master) e trasciniamo la partizione “Senza Titolo” nel box Destinazione (Copia).
10- Spuntiamo la voce “Inizializza Destinazione” e clicchiamo su ripristina.

Quest’operazione smonterà i due volumi dal desktop e copierà il contenuto del disco “Master” nel disco “Copia”.
Alla fine del processo otterremo due dischi identici, solo che il primo, formattato in GUID, permetterà l’avvio solo dai Mac con processore Intel, mentre il secondo, essendo formattato in APM permetterà l’avvio e l’esecuzione dei programmi sia su macchine Intel che PPC.
La stessa procedura potrebbe funzionare anche con Mac OS X Tiger (se alimentato), ma è possibile ottenere il multiboot PPC/Intel.
Aggiornamento:

È comodo sapere che lo stesso principio permette di installare Leopard con un disco rigido esterno, laddove non ci sia la possibilità di utilizzare il DVD originale per mancanza di un adeguato lettore, o per velocizzare l’operazione (se ricorrente).
Basta creare l’immagine disco del DVD di installazione di Leopard, in Utility Disco selezionare il disco “Senza Titolo”. Dal pannello “Ripristina” trascinare l’immagine “Mac OS X Leopard Install DVD” nel box Sorgente (Master) e trascinare la partizione “Senza Titolo” nel box Destinazione (Copia). Infine spuntare la voce “Inizializza Destinazione” e cliccare su ripristina.


—OraCle

Come sbloccare l’iPhone (con firmware 1.1.3)

A tempo di record crolla anche il firmware 1.1.3 dell’iPhone, certo non è ancora completamente sbloccato, infatti le funzioni di localizzazione tramite Google non vengono attivate poiché questo sblocco non intacca il modem firmware, ma consente di passare comunque all’1.1.3 per quanto riguarda il riposizionamento delle icone della springboard, il copia/incolla ed il numero dei messaggi.
L’uscita di questo metodo di sblocco ha lasciato un pò tutti sorpresi, infatti il Dev Team e Nate True di Cre.ations.net si erano accordati per rendere pubblico questo metodo alla metà di febbraio proprio perché ancora incompleto seppur utilizzabile, ma Nate True ha deciso diversamente rendendo pubblico il metodo che andiamo qui di seguito a spiegare.
Resta inteso che seguire questo metodo è una vostra iniziativa e non ci assumiamo nessuna responsabilità in caso di malfunzionamenti o blocco totale del vostro iPhone.
Un consiglio però ve lo diamo, se dovesse bloccarsi completamente vi conviene ripristinarlo tramite iTunes, alla versione 1.1.3, potreste sempre downgradarlo e trasformarlo, momentaneamente in un iPod Touch.
…Segue
FATE ATTENZIONE A QUANTO ESPRESSO QUÌ DI SEGUITO!

Prima di proseguire con l’upgrade del’iPhone alla versione 1.1.3 del firmware, è bene che sappiate che la procedura qui di seguito proposta presuppone, affiché le varie SIM di supporto (stealth, freer, etc.) continuino a funzionare, è necessario che non venga assolutamente aggiornato il Modem Firmware dell’iPhone e che questi rimanga alla versione 04.02.13_G o inferiore, procedendo solo all’aggiornamento del Firmware del telefono.

Tutto ciò potrebbe comportare il cattivo funzionamento di tutte quelle procedure che richiedono impostazioni presenti nel nuovo Modem Firmware 04.03.13_G, tipo la localizzazione tramite Google Maps Locations, altri problemi potrebbero derivare dal fatto che una volta aggiornato il telefono, questi non squilli più o resti sempre attivato l’EDGE, e chissà quanti altri ne usciranno man mano che utilizzeremo il nostro nuovo Firmware.

Dunque se siete impazienti di utilizzare il vostro iPhone col nuovo firmware, vi informo che comunque dovrete avere almeno un briciolo di pazienza, e dunque di aspettare, le patch necessarie alla risoluzione degli inconvenienti suddetti.
Ad oggi, secondo la mia esperienza, il miglior abbinamento è dato dal Phone Firmware 1.1.2 e Modem Firmware 04.02.13_G.
È chiaro che se decidete di seguire questo tutorial lo fate di vostra iniziativa e a rischio e pericolo del vostro iPhone, noi decliniamo ogni responsabilità.

Innanzitutto questa guida è rivolta a tutti coloro che hanno a disposizione un’iPhone con firmware 1.1.1 o 1.1.2, già sbloccato, sia con BootLoader 3.9 che 4.6

Se l’iPhone in questione è stato AGGIORNATO alla versione 1.1.3 tramite iTunes, seguendo questa guida otterrà un’iPod Touch, in quanto iTunes provvede anche all’aggiornamento del ModemFirmware e, per ora, non è disponibile un sistema per il downgrade del ModemFirmware da 04.03.13_G a 04.02.13_G. Da questo discorso sono ovviamente esclusi i fortunati possessori di bootloader 3.9 che possono tranquillamente downgradare.

Chi ha un iPhone con Firmware 1.1.3, ovvero un iPhone nuovo appena tolto dalla scatola, dovrà seguire prima questo Tutorial Come sbloccare l’iPhone (senza rinunciare a niente) e poi procedere con questo nuovo metodo che andiamo a spiegare. Si avvisa inoltre che è necessario iTunes 7.5, dunque chi ha già la nuova versione, dovrà downgradarlo (iTunes 7.5 è scaricabile cliccando qui: iTunes 7.5 for Mac OS X).

Ricordiamo che otterrà solamente un’iPod Touch, in quanto al momento non ci sono SIM particolari che ne consentano il funzionamento come telefono.

INIZIAMO

1) Scarichiamo questo software qui.
(Prima di farlo ci conviene andare sulle preferenze di Safari poi su Generale e togliere la spunta da “Apri Doc. Sicuri…”)

2) Colleghiamo l’iPhone al MAC.

3) Clicchiamo sul file jb113.dmg affinché il MAC monti il volume, e poi sul clicchiamo sul file Run_This

4) L’operazione descritta al punto 3 aprirà il terminale, controlliamo che il telefono sia collegato al MAC e premiamo su Invio.

5) A questo punto il programma che abbiamo lanciato controllerà se l’iPhone è adatto all’upgrade, se è adatto ci chederà di premere Invio per verificare se il pacchetto di sblocco dell’1.1.3 è già presente nell’iPhone. Premiamo Invio.

6) Non avendo trovato il pacchetto ci chiederà nuovamente di premere Invio per scaricarlo, Premiamo Ivio.

7) Ora ci serve il Firmware dell’1.1.3, premiamo ancora il tasto Invio e scarichiamolo.

8) Dopo circa una decina di minuti (poco prima o dopo a seconda della vostra velocità di connessione), con questa operazione avrete scaricato il firmware 1.1.3 e copiato nell’iPhone, a questo punto vi verrà chiesto di installare il seguente pacchetto software: 1.1.3 soft upgrade.

9) Sull’iPhone nella springboard pigiamo sull’icona INSTALLER.

10) Indicherà che ci sono aggiornamenti, bene premiamo su: Update Now.

11) Appena finito premiamo su: OK.

12) Dopo di ciò ci ritroveremo nel Menù principale e pigieremo nuovamente su: Installer

13) Poi su: Donate Later.

14) Poi, sulla barra posta in basso, pigiamo su: Install.

15) Scorriamo fino a trovare: System e ci pigiamo sopra.

16) Troveremo: 1.1.3 soft upgrade, pigiamoci sopra.

17) Poi lo installiamo pigiando su: Install in alto a destra.

18) Poi in seguito pigiamo su Install, che comparirà al centro in basso.

Ora, dopo qualche minuto il telefono si dovrebbe riavviare; se dovesse darvi un segnale di errore, non preoccupatevi, premete su: OK e poi premere contemporaneamente i tasti Power e Home, per intenderci quello in cima all’iPhone e qullo posto al centro in basso sempre sull’iPhone. Teneteli premuti finché non si spegne l’iPhone.

Al primo riavvio apparirà una finestra che vi avverte della possibilità di spostare le icone della springboard, bene, ciò vuol dire che avete installato con successo l’1.1.3!

Adesso facciamo un pò di pulizia nell’iPhone, infatti con questa procedura installiamo un pò di files che dopo non serviranno a nulla, occuperanno solo spazio sull’iPhone e dunque conviene cancellarli.

Pigiate Installer, poi Install, poi su System, troveremo così l’utility che consente di cancellare i files utilizzati per lo sblocco del firmware 1.1.3 e precisamente: 1.1.3 Soft Upg. Cleaner.
Pigiamoci sopra e godiamoci il nostro iPhone con Fw 1.1.3.

Il futuro prossimo ci riserva novità importanti, soprattutto in previsione del tanto atteso Software Development Kit (SDK) che farà la gioia degli sviluppatori di applicazioni esterne.
Buon divertimento
Per adesso è tutto, alla prossima.
—SuperMac

Come sbloccare l’iPhone (senza rinunciare a niente)

Apple iPhone è certamente il più grande fenomeno della telefonia mondiale degli ultimi tempi.
Noi italiani non siamo rimasti indifferenti a questo meraviglioso oggetto del desiderio collettivo, chi l’ha toccato non desidera altro, chi l’ha comprato negli altri paesi non ha esitato a procedere allo sblocco per utilizzarlo con qualsiasi operatore, pur rischiando di invalidarne la garanzia.
L’Italia può vantarsi da un paio di anni di un primato non per forza negativo: è quello del Paese europeo con la più alta concentrazione di cellulari, eppure nonostante questo Apple continua a trattare il potenziale cliente italiano come un utente di serie B, correndo anche il rischio di arrivare troppo tardi, quando la febbre dell’iPhone sarà scemata.
Quindi, Apple non ci porta l’iPhone? E noi ce lo prendiamo da soli!
Abbiamo così deciso di pubblicare un toturial per sbloccare l’iPhone senza perdere la garanzia, l’unico modo saggio per non rischiare di rendere inutilizzabile il gioiellino di Cupertino e poterlo usare in tutta libertà anche nel bel Paese.
…Segue

In effetti il procedimento per sbloccare un iPhone con firmware 1.1.2, per intenderci il 04.02.13_G, ovvero quello introdotto a partire dalla 46-iesima settimana di produzione, che andremo ad esporre quì di seguito, non ci sembra tanto invasivo, e soprattutto, essendo (in parte) software può sempre essere annullato con un “restore” del nostro iPhone. Certamente se combinate qualche casino con il vostro iPhone, noi non abbiamo nessuna colpa di ciò, perché quì nessuno vi obbliga a seguire questa procedura e potrete decidere di cambiare pagina immediatamente, ogni volta ed in ogni istante lo vogliate. Dunque, qualsiasi cosa farete, leggendo ed applicando quanto di seguito scritto, noi decliniamo ogni responsabilità e sarà solo un vostro problema, in quanto siete capaci di intendere e di volere.

Cosa ci occorre:

Innanzitutto un iPhone, nuovo vergine, appena tolto dallo scatolo, che non hai mai tentato di sbloccare prima di ora, con firmware 1.1.2 del tipo 04.02.13_G, ed iTunes 7.5, fate attenzione al non aver recentemente aggiornato all’ultima versione, qualora l’abbiate fatto fate un downgrade ed installate iTunes 7.5 for Mac OS X.

Verifichiamo che nell’iPhone sia installato il firmware 1.1.2.
Bene, dalla schermata di attivazione,

fai scivolare verso destra l’interruttore per fare una chiamata di emergenza.

Apparirà la pulsantiera per le chiamate di emergenza.
Digitate la seguente sequenza: *3001#12345#* quindi premete Call.

Ti apparirà la schermata con il titolo Field Test, pigia su Versions.

Controlla la voce “Firmware version”, dovrebbe essere 04.01.13_G., questa è la conferma hai la versione 1.1.2 del firmware.

Se non avete un iPhone in queste condizioni, potrete comunque eseguire questa procedura, ma andrete incontro a diversi e numerosi fallimenti, ma, se siete tenaci e caparbi, ripetendo più volte al procedura potreste avere anche la fortuna, come è capitato a me, che ci riusciate. Se proprio non ci doveste riuscire allora dovrete fare un processo di RE-VIRGINIZZAZIONE del vostro iPhone, in seguito posteremo a questo punto il link al tutorial.

Dunque armiamoci di tanta calma e pazienza, perché il procedimento, se messo in pratica per la prima volta, dura anche un ora e mezza, poi se lo si ripete più di una volta, beh si diventa sempre più veloci ed esperti.

Lo sblocco di tutte le funzioni dell’iPhone avviene tramite dei software che sono stati sviluppati un pò in giro per il mondo, molto si deve al Dev Team, che ha condotto e coordinato le operazioni, producendo appunto quei software che utilizzeremo.

I software da avere a portata di click:

1) Firmware 1.1.1 dell’iPhone, (fate attenzione a Safari, che decomprime automaticamente i files una volta scaricati, vi consiglio di utilizzare Firefox, affinchè il file resti con l’estensione .ipsw, oppure disabilitare l’opzione Apri doc. “sicuri” dopo il download, che tra l’altro supera i 150MB)

2) Firmware 1.1.2 dell’iPhone.

3) Indipendence 1.3.1

4) Jailbreak 1.1.2

5) iTunes 7.5 for Mac OS X

Lo sblocco della parte telefonica, avviene tramite l’utilizzo di una SIM speciale che si interfaccerà con la SIM del vostro gestore telefonico, (TIM, VODAFONE o WIND). Nel panorama mondiale ci sono tante tipologie di SIM, generalmente tutte buone, ma purtroppo data la grande richiesta costosissime, qualcuno le vende anche a 120 euro, sono le StealthSIM, le TurboSIM, le SIM Freer ed altre ancora. Io ho usato la SIM Freer, l’ho acquistata direttamente del produttore per 69 euros comprese le spese di spedizione ed il servizio di spedizione è quello denominato overnight, vi basti pensare che io l’ho ordinata alle 21 dell’8 gennaio 2008 ed alle 17,30 dell’11 gennaio 2008 già avevo la SIM Freer; il sito del produttore è: iPhoneSimFreer.com

L’operazione che andiamo a mettere in pratica è il Jailbreaking del nostro iPhone 1.1.2: siete pronti?

Bene partiamo.

La prima fase, detta di Jailbreaking, consiste nell’installare il software jailbreakme nell’iPhone, una volta downgradato alla versione firmware precedente. Dunque ci apprestiamo a fare un downgrade del firmware dell’iPhone, da 1.1.2 lo porteremo a 1.1.1, innanzitutto assicuriamoci che il firmware di partenza sia 1.1.2 e sopratutto non sia in qualche modo corrotto, dunque, a scanso di equivoci, colleghiamo l’iPhone al Mac, avviamo iTunes e facciamo un bel “restore”, iTunes si preoccuperà di resettare l’iPhone installandoci l’ultima versione di firmware, l’1.1.2.

Prima fase: Downgrade da 1.1.2 a 1.1.1

1) Avvia iTunes.

2) Collega l’iPhone.

3) Assicurati che il processo “iTunes Helper” sia disattivato, ora e per tutto il tempo delle operazionidi sblocco: avvia “Monitoraggio Attività”, posizionato in Applicazioni/Utility, seleziona iTunes Helper, fai click su esci dal processo, (è l’ottagono rosso in alto a destra).

4) Premi contemporaneamente i tasti HOME e SLEEP dell’iPhone, per intenderci quello in basso e quello in cima, sopra all’iPhone, tienili premuti per 15 – 18 secondi fin quando iTunes individuerà l’iPhone in “recovery” mode.

5) Premi OK.

6) Tieni premuto ALT (pulsante option) sulla tastiera e clicca sul pulsante di restore di iTunes.

7) iTunes ti chiederà con quale firmware vuoi effettuare il restore, naviga attraverso la finestra che si è aperta sino ad individuare e selezionare il file: iPhone1,1_1.1.1_3A109a_Restore.ipsw, aprilo

8) iTunes provvederà ad installare il firmware 1.1.1 sul tuo iPhone, l’operazione dura circa 7 minuti, a video si succederanno i seguenti messaggi di informazione: (extracting software, preparing iPhone for restore Waiting for iPhone, Preparing iPhone Software, Verifyng iPhone software, Restoring iPhone firmware).

9) Alla fine del processo, dopo che iTunes avrà completato le operazioni di restoring, un messaggio di ALERT di avvertirà di un errore sconosciuto, dicendoti che non è stato effettuato il restore. Non è vero, non preoccuparti. Tieni presente che gli errori possono essere di due tipi (1012) che è relativo ad un iPhone che hai appena tolto dallo scatolo, il secondo (1015) è relativo ad un iPhone che hai già tentato in precedenza di sbloccare.

10) Premi OK.

11) Ti comparirà nuovamente un messaggio che ti avvisa che iTunes ha trovato un iPhone in recovery mode, tu clicca OK e non ti curare di nulla.

12) Espelli l’iPhone, ma non scollegarlo dal Mac.

13) Chiudi iTunes.

14) Avvia il software Indipendence 1.3.1.

15) In basso a sinistra, nella barra di stato di Indipendence, comparirà la scritta Disconnected: waiting for iPhone…

16) In seguito, sempre in basso a sinistra, nella barra di stato di Indipendence, comparirà la scritta Connected to for iPhone – Firmware 1.1.1. – not activated – AFC connection – jailed.

17) Quasi contemporaneamente comparirà il mondo, sul vostro iPhone, sotto la scritta Activate iPhone.

18) Assicurandoti di chiudere Indipendence, sorridi, perchè la prima parte è finita, ora l’iPhone funziona col firmware 1.1.1, è predisposto al jailbreak 1.1.1, ma non ancora attivo, lo faremo nel secondo step.

Seconda Fase: JAILBREAKING 1.1.1

1) Se compare l’immagine in alto nel tuo iPhone vuol dire che è acceso, bene.

2) Assicurati che non sia connesso al Mac.

3) Assicurati che la tua SIM – card non abbia attiva la verifica del PIN.

4) Inserisci la tua SIM – card nell’iPhone, insieme alla SIM speciale che hai acquistato (io ti consiglio la SIM Freer perchè costa meno e la compri direttamente dal produttore in Cina).

5) Ora sposta, verso destra la freccia “slide for emergency”.

6) Sul tastierino per le chiamate componi il numero: *#307# e premi CALL.

7) L’iPhone comincerà a suonare, premi il pulsante in alto a destra con la X e cancella il numero che avevi composto.

8) L’iPhone continuerà a suonare, digita lo zero e premi CALL.

9) L’iPhone ricomincerà a suonare, rispondi premendo ANSWER.

10) Premi HOLD.

11) Nella schermata successiva premi DECLINE.

12) A questo punto sei tornato nella finestra del tastierino.

13) Premi CONTACTS, è la figura a mezzo busto che compare in basso al centro.

14) Premi il tasto + in alto a destra, aggiungerai così un contatto.

15) Chiamalo come vuoi, io l’ho chiamato A, lo fai nel campo FIRST.

16) Premi il tasto ADD NEW URL.

17) Ora aggiungi l’indirizzo prefs://1F.

18) Aggiungi un nuovo indirizzo web in HOME PAGE.

19) Digita www.jailbreakme.com.

20) Alla fine ti troverai nel contatto A questi due indirizzi:

(il primo serve per accedere alle preferenze dell’iPhone, attivare il WiFi, il secondo per scaricare un software necessario in seguito, direttamente nell’iPhone).

21) Salva tutti i passaggi e torna su ALL CONTACTS, seleziona il contatto che hai creato, A e vai al’indirizzo prefs://1F entrerai nelle preferenze di iPhone.

22) Vai in GENERAL/Auto-Lock ed imposta su Never.

23) Torna indietro alla schermata precedente, in SETTING e attiva il Wi-Fi dell’iPhone, ovviamente devi avere attivata l’AIRPORT del tuo Mac.

24) Una volta collegato al Wi-Fi della tua rete domestica…

premi il pulsante HOME, l’unico pulsante fisico posto sul lato anteriore di iPhone

25) Bene ora sei nei contatti, l’unico contatto che hai creato è A, e lo hai dotato di due URL, ora clicca sul secondo URL ovvero www.jailbreakme.com.

26) Scorri la pagina di Safari (su iPhone) in basso e pigia su Install AppSnapp.

27) In pochi istanti verrà installato il software e l’iPhone si riavvierà; se ciò non avverrà in un paio di minuti al massimo ripeti la procedura di jailbreak a partire dal punto 24.

28) Congratulazioni, il tuo iPhone si è riavviato nel tempo limite (due minuti circa) ed ora tu hai accesso al file system per installare e modificare.

Terza Fase: Aggiorniamo l’iPhone alla versione 1.1.2, così riconoscerà le SIM italiane

1) Assicurati che la tua connessione wireles sia attiva e l’iPhone sia collegato.

2) Pigia Settings/General/Wi-Fi.

3) Assicurati che il tuo iPhone abbia l’Autolock settato su Never.

4) Vai alla Sprigboard, la pagina iniziale.

5) Pigia Settings/General/Auto-Lock/Never.

6) Premi il tasto HOME

7) Ritorna nella Springboard

8) Pigia Installer e attendi che si carica la pagina

9) Una volta caricata la pagina, pigia Donate Later

10) Pigia sul simbolo +, Install. il secondo in basso da sinistra

11) Scorri in basso sin quando non trovi Tweaks (1.1.1), pigialo

12) Nella nuova schermata scorri in basso sin quando non trovi OktoPrep, pigialo.

13) Comparirà un messaggio con il quale vieni informato che l’iPhone è pronto per l’aggiornamento al firmware 1.1.2

14) Connetti l’iPhone al Mac

15) Avvia iTunes

16) iTunes ti chiederà se vuoi fare il Set Up del tuo iPhone, disponi di di fare il Set Up di un nuovo iPhone e premi continua

17) Mettigli il nome che più ti piace e non attivare la sincronizzazione automatica

18) 18) Nella schermata di iTunes che ti apparirà premi ALT e seleziona update/aggiorna, indicagli il percorso dove hai scaricato il Firmware 1.1.2. Stai molto attento a non fare il restore, o dovrai ripetere tutto il processo da capo.

19) iTunes procederà all’aggiornamento del software dell’iPhone. Durante il processo di aggiornamento compariranno i seguenti messaggi indicativi: Extracting Software, Preparing iPhone for software update…, Updating iPhone software…, Verifyng updated iPhone software, Updating iPhone firmware…

20) Alla fine del processo sarai informato dell’avvenuto update e dell’imminente restart dell’iPhone, premi OK

21) Espelli iPhone, ma non scollegarlo dal Mac

22) chiudi iTunes

23) Apri la cartella 1.1.2-jailbreak che hai scaricato sul desktop all’inizio

24) Fai doppio click su jailbreak.jar

25) Flagga Install SSH e cambia anche la Root Password

26) Clicca Jailbreak!

27) Il programma svolgerà una serie di azioni per circa 5 minuti, ti compariranno i seguenti messaggi: Jailbreaking… Uploading Installer app files…, Uploading SSH files…, Generating RSA host key…, Uploading core files…, Reading flash image…, Writing flash image…, Rebooting device…

28) alla fine ti informerà che il jailbroken è finito ed il tuo iPhone si riavvierà un paio di volte di seguito, non essere impaziente ed aspetta anche 7 – 8 minuti se necessario, prima di staccarlo
dal cavo che lo collega al Mac

29) Se sei giunto a questo punto senza aver commesso errori, il tuo iPhone avrà la versione 1.1.2 del firmware e sopratutto avrà letto la tua SIM. Se dovesse non leggere la SIM potrebbe essere che non l’hai inserita bene con la SIM Speciale (SIM FREER nel mio caso) prova a sistemarla, vedrai che tutto funzionerà.

L’iPhone SuperSbloccato è stato il protagonista del Primo incontro maccanico del 2008.

Per lo sblocco del Firmware 1.1.3 cliccare QUI.

—SuperMac