Jef Raskin è stato un uomo indimenticabile: un matematico, un solista d’orchestra e un compositore, un professore, un ciclista, un disegnatore di aerei e un pioniere del campo dell’interazione uomo-macchina! Con queste parole veniva descritto dai collaboratori Jef Raskin, padre “naturale” del progetto Macintosh, a lui si devono concetti ormai comunissimi nel mondo del personal computer come il “clicca e trascina” che si fa con le icone del desktop ed il “cestino”.
Prima di morire nel febbraio 2005, stava lavorando a “The Humane Interface” qualcosa di veramente unico, tentando di dimostrare che molti degli attuali paradigmi di interfaccia possono risultare vicoli ciechi, e che per trasformare il computer in uno strumento semplice da usare bisogna tentare approcci radicalmente nuovi.
Un team svizzero di sviluppatori software ha proseguito il “percorso alternativo” al desktop del Mac inventato da Jef Raskin ed ha rilasciato l’omonimo Raskin. Chiaramente ispirata dall’invenzione di Jef, questa interfaccia utente mostra il contenuto del computer su una superficie unica.
Quanto più l’idea è complessa, tanta più fatica ci vuole per concretizzarla. Dietro a questo progetto ci sono otto anni di sviluppo, solo per visualizzare, organizzare e aprire i documenti più semplicemente, senza perdersi nelle finestre o nelle cartelle del Finder.
Raskin può sembrare un’applicazione semplice per chi la usa per la prima volta, ma dietro ad una navigazione fluida c’è un complesso calcolo ed una serie di algoritmi che solo le macchine attuali possono gestire. Dopo il primissimo prototipo del 2002, i creatori di Raskin hanno aspettato quasi sei anni prima di continuare seriamente lo sviluppo, a causa delle limitazioni del Sistema Operativo, della risoluzione grafica e delle prestazioni della CPU.
Muovendosi con “Raskin” sulla superficie della GUI, basterà usare la stessa naturalezza dell’iPhone, trascinando e pizzicando, per interagire con il Mac in maniera più naturale. Senza la trackpad sarà la rotella del mouse a fare la maggior parte dei movimenti. Secondo Michael Rosewich il prodotto finale ha beneficiato del lungo periodo di incubazione, e adesso i tempi sono maturi per la sua introduzione. Il team di Raskin è anche presente anche alla Apple Worldwide Developers Conference 2010 di oggi, a San Francisco, per presentare il loro software ai colleghi sviluppatori Mac, prima di testare il software a Cupertino, in California, presso gli Apple’s Developer Compatibility Labs.
Raskin è stato ottimizzato per Mac OS X Snow Leopard e per display ad alta risoluzione, costa 50 dollari (solo 20 dollari durante l’offerta WWDC Promo), ma è disponibile per il download anche in versione Trial, per un utilizzo completo della durata di 30 giorni.
I primi commenti su questa comunità svizzera non sono molto incoraggianti poiché non è facile immaginare un Mac senza cartelle, sarà di conseguenza una strada in salita per qualsiasi applicazione che vorrà proporsi come sostituto al Finder. Inoltre c’è da dire che l’applicazione darà il meglio solo dopo aver calcolato e costruito il database degli elementi nel computer.
5 commenti a “Jef Raskin conosceva la strada”
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Geniale….bisognerà farci la mano….ma l’idea mi piace!!!
Wow… Deve essere una cosa molto bella e geniale… chissa in quanto tempo l’avranno sviluppato… Sono intenzionato a provarlo!
Provato e disinstallato. E’ favoloso, davvero. uUna sensazione da minority report! Ma non avendo il multi-touch, mi perdo molto dell’agilità che dà questa interfaccia. Poi non è bello vedere spiattellato tutto il caos che ho sul mac!
In effetti diventa interessante sui nuovi macbook con il pad multitouch, o con il magic mouse.
Prima impressione: un gran casino.
Con mouse e tastiera non ne capisco l’utilità e nemmeno la capirei con il touch screen, troppa confusione.
Però è interessante perché ho scoperto di avere dei file che non sapevo esistessero.
Impressione dopo 10 minuti: non male come mezzo di ricerca.
Impressione dopo 12,52 minuti: chi ha portato avanti il progetto non era al livello del suo ideatore.
Sostanzialmente crea 15 directory principali, a cascata, la scelta delle quali non mi pare così geniale (una di queste è la cartella "Replay" di un gioco del piffero). Ordina i file e ci piazza le anteprime, spostabili e ridimensionabili. Sì è un concetto molto semplice, e in questo ci potrebbe stare la genialità, che però non vedo.
Impressione dopo 18,6 minuti: non è male. Peccato che sia comunque disordinato, e che la qualità delle anteprime sia scadente.
Di "bello", vintage, c’ha che permette la ricostruzione della… superficie.
Se non erro manca la possibilità di personalizzarlo (tanto per cambiare). Non è bello vedere che tutto il blocco scorre a sinistra e a destra dello schermo, come i fle su Photoshop, lasciando il fondo nero, e vuoto.
Però alla fine non è male come estensione del Finder, una sorta di Sherlock ultima versione. Sul mio iMac base è un po’ pesantino.
Comunque non male, con il touschscreen, su uno schermo da 80 pollici sarebbe un’altra cosa. Diciamo che, ecco, se stesse a video non più di 10 secondi e in quel tempo permettesse di individuare il file ed aprirlo sparendo di conseguenza dalla vista, sarebbe perfetto.
Scusate il lungo commento ma le interfacce mi intrippano 🙂
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Quel computer tascabile poteva disegnare, ma da manuale nessuno lo sapeva. (Compucio)