Alexxxxxxxx,
in primis, NON CREDERE NEI FARMACI: a parte tutto e senza voler essere medico, Mercoledì hanno pubblicato il risultato di una ricerca secondo la quale - a parte l'assuefazione - praticamente tutti gli psicofarmaci non hanno che effetto placebo. Insomma, non servono a nulla (o a molto poco e solo per casi clinicamente disperati) e ala fine è molto meglio una chiacchierata con un amico o al bar.
Per il resto, io sono un avvocato penalista: non so se è "essere operatore del sociale" o "anti-sociale"
ma certamente è un lavoro che ti fa scoprire tante povertà e disperazioni. Personalmente, più che evitare di difendere lo scippatore o il tossico, mi da pena, a volte, difendere il "colletto bianco", che dalla vita ha avuto tutto e ciò nonostante cerca di f*tt*r* il prossimo suo.
Cmq, se vuoi, ti racconto anch'io la mia storia - almeno un pezzetto: dopo 3 anni ed 1 settimana di fidanzamento, lei, che ogni mattina alle 8 mi svegliava per darmi il buongiorno, che faceva tutto con me e mi colmava di attenzioni, alla quale non avevo mai negato nulla, mi chiama e mi dice, invece del buongiorno, mentre ancora gli occhi erano impastati di sonno, "sai tesoro, non ti amo più".
E' stato come quando in Miseria e Nobiltà dicono a Totò "Domani, dove ti trovo ti trovo, una botta ti do e ti apro tutto questo".
Sono rimasto nel letto, con lo stesso pigiama, per sette giorni consecutivi e per dieci giorni non sono riuscito a mangiare, rimettendo anche l'acqua.
In quei dieci giorni, ho chiamato tutti gli amici, a rotazione...chiamavo in continuazione, perchè avevo bisogno di parlare, per capire e chiarire, soprattutto con me stesso. I miei due migliori amici, due allegroni, mi dicevano:
STEFANO (ingegnere...e dunque stolido di default): "Elia, cosa vuoi che ti dica... tanto qualsiasi cosa ti dico, non è che la cosa cambia, non è che lei torna"
e MARCO (programmatore informatico, il migliore dell'universo... ma un po' pessimista), ai miei sospiri mi disse: "Sì, Elia, lo so, lo so... tu ti senti male, il mondo ti sembra finire e tu vorresti morire"... insomma, Alex, se non mi sono suicidato allora, non lo faccio più.
Ho reagito, perchè poi, all'improvviso, senza un motivo apparente - o almeno senza che io me ne rendessi conto - ho capito che la mia vita sono solo io, quello che porto dentro e che nessuno o nessuna ha il diritto di portarmi via o di mortificare, così come non è giusto per nessuno.
Tu sei prezioso perchè hai qualcosa da comunicare e non possono esistere muri tra te e gli altri: certo, c'è il giorno che proprio non ti va, che ti sei sfrantumato le p***e, ma è cosa di poche ore.
Poi si ricomincia la salita.
Non ci pensare, a quella tipa: o buona o cattiva che fosse, evidentemente non è quello che la vita ti ha riservato e, sinceramente, per quello che dici, meglio così.
per il resto, non è che io voglio toglierti anche quelle poche certezze che hai, ma non credo che noi napoletani o noi merdionali siamo più socievoli degli altri: il "socievole", lo dice la parola, sta e vive "in società".
Noi siamo solo più espansivi: siamo chiacchieroni, ci intrighiamo del fattariello accaduto al vicino o a quello che passa per la strada, per parlarne o per ricavarne i numeri da giocare al lotto, ma siamo, anzi, anti-sociali.
Le nostre case, all'interno, anche a Barra o a Scampia, quartieri di estremo degrado, sono belle, linde e pinte, ma tutto il resto, dal condominio alla strada, fanno schifo, perchè ci riguardano solo in quanto ci servono, ma non perchè debbano essere tenuti in modo decoroso: servono solo a noi e solo per quei minuti "x" in cui le percorriamo, ma poi non ci preoccupiamo di tener bene le cose comuni o di conservarle.
Così anche per la politica, che ci serve solo per il nostro particolare e crea apparati di potere autoreferenziali.
Per il resto, la mia tristezza di questi giorni è: mia moglie aspetta un figlio.
Tu dirai: ma è bellissimo.
Sì, certo, la guardo negli occhi e non desidero null'altro, ma poi scendo a lavorare e mi chiedo: cosa darò a questo figlio?
Cumuli di immondizia e di rifiuti che vengono da ogni parte d'Italia (anche se gli altri connazionali pensano sia solo la nostra e ci guardano come appestati?) e che portano il cancro e la leucemia? Un preside di liceo del CENTRO, frequentato da quelli bene, che si arrende al degrado ed autorizza, sui giornali, tutti gli studenti ad entrare all'ora che più preferiscono (invece di far perdere a tutti l'anno o di convocare dei genitori che, a parte i soldi, non sanno insegnare nulla ai figli? figli che, per la propria condizione economica, saranno forse la classe media o alta, futura, di questa città)? La camorra che ti tenta, ogni giorno, con proposte di socialità alternativa e che ti vuol perdere in cambio di un profitto immediato ma effimero? La microcriminalità che attenta alla tua integrità ogni giorno e a cui non basta resistere nemmeno non reagendo o facendo finta di non vedere, perchè magari un ragazzino ti taglia la strada col motorino e se ti scappa di suonare il clacson, torna indietro e ti sfonda la macchina o ti accoltella? L'ignoranza e la povertà sempre più diffuse e da cui molta gente non vuole uscire, perchè è convinta che essere intelligenti sia sufficiente e coincida con l'essere sapienti ("alla scuola, avvoca', e che ci mandiamo a fare i figli alla scuola? tanto, noi napoletani siamo i pù intelligenti di tutti")? La sanità, dove la raccmandazione ci vuole anche per il pronto soccorso?
Tieni conto che io abito al centro di Napoli: a cento metri dalla Questura ed a 150 dal Municipio. Ho comprato un motorino ed al terzo giorno gli hanno smontato e rubato gli specchietti: ed ovviamente, devo anche sentirmi fortunato.
Anche queste sono riflessioni di profonda tristezza, come le tue: sono stato triste due giorni, poi ho detto a mia moglie: diamoci due anni di tempo, dopodichè ce ne andiamo.
Ma non al nord, non in umbria.
In Francia, in Portogallo, in Turchia, in posti e paesi civili.
Per noi significa buttare tutto quello che noi ed i nostri genitori prima di noi hanno costruito ed andare a ricominciare da un'altra parte.
Due giorni di cupi pensieri...poi la forza di sedersi a studiare tutti gli aspetti della questione: lo faccio per mio figlio e devo scegliere per lui, lo faccio per mia moglie e per me.
Anche tu, devi reagire per te: hai tutto, sei intelligente, sei spigliato, comprendi la musica, hai un lavoro, hai le tue gambe... hai un MAC!
Quando mia nonna è morta, dopo 45 anni di sedia a rotelle, mi ha detto: "Che stupida sono stata... per i primi quindici anni, avrei potuto ancora resistere e muovermi, fare molto di più ed invece li ho passati a piangermi addosso, per tenermi tutti vicino. Perdonatemi".
E tieni conto che mia nonna, da quella sedia a rotelle, smuoveva il mondo: era presidente di un Ente nazionale e girava l'Europa. Nel 1968 era stata prima dei non eletti alla Camera: quando di donne, in politica, forse, c'era solo la Iotti.
Faceva di tutto, ed avrebbe voluto fare di più.
Ciao bello... ora torno al mondo trivio di tutti giorni e faccio una scappata da Ikea.
Stay beautiful!