Il crollo delle azioni Apple c'è stato per la concomitanza di due notizie.
La prima (vera) è che grazie alle scelte economiche di Trump stiamo rischiando una nuova recessione e tutti i titoli tecnologici ne stanno facendo le spese.
L'altra, che ha aumentato di parecchio il crollo, è che si dice che le vendite degli iPhone stiano calando.
Notizia tutta da verificare, visto che buona parte delle fonti provengono da quell'azienda pagata da Facebook ed altri per diffondere notizie false.
Potrebbe essere vero, potrebbe essere falso. Non si sa.
Neppure i precedenti aiutano: storicamente ogni anno la notizia di un presunto crollo delle vendite di iPhone è sempre stata seguita dai dati trimestrali Apple che invece mostravano un record di vendite.
Ma ormai i giochi erano fatti: i polli avevano venduto ed i furbi comprato a basso prezzo.
Questa volta, però, non abbiamo abbastanza elementi per sapere cosa è vero e cosa è falso. Lo sapremo a febbraio, quando Apple presenterà il bilancio trimestrale dell'ultimo trimestre 2018. Anche senza i numeri delle vendite dell'iPhone, guardando le cifre del bilancio, sarà facile fare 2+2.
Ah, per la cronaca: ogni anno Tim Cook guadagna delle stock option (ovvero gli danno delle azioni come parte del suo compenso) ed ogni anno, in estate, le monetizza.
Ogni anno, indipendentemente dall'andamento di Apple.
Quindi la "notizia" che avrebbe venduto prima che le azioni andassero giù perché sapeva che sarebbero andate giù è falsa.
Anche perché, se fosse vera, a quest'ora, secondo la legge americana, sarebbe in galera.