ciao
beh, direi che si è alzato un bel polverone, senza però venire a capo di quale sia il reale obiettivo della discussione.
Velocità, sicurezza, praticità.....
Si parla molto di velocità con riferimenti a numeri e valori che provengono dalle schede tecniche dei prodotti o da prove individuali, dimenticandosi che questi numeri non esprimono una verità assoluta ma sono frutto di test di collaudo condotto in un determinato modo, con l’uso di una determinata configurazione sia hardware che software.
Gli elementi che sono stati nominati al momento sono tanti e, consentitemi, chiamati in causa in maniera confusionaria e vorrei fosse messo un pò di ordine per focalizzare le possibilità che ognuno di essi ha nello svolgere il proprio lavoro, per comprendere meglio come utilizzarli.
i soggetti della discussione sono :
- gli hdd
- gli ssd (nelle varie versioni Sata, M2, NVMe, etc.)
- la porta USB
- la porta Thunderbolt
- l’interfaccia Sata III
- le chiavette USB
- le varie versioni di sistema operativo
che io organizzerei nella mia mente in tre gruppi :
a) le unità di storage e quindi hdd, ssd, chiavette
b) i canali di connessione con il sistema e quindi la porta USB, la Thunderbolt, il controller Sata III
c) il software di base, vero utilizzatore di questi dispositivi, che nelle varie versioni è scritto per il corretto sfruttamento delle periferiche utilizzabili.
Penso che questi tre gruppi debbano essere valutati e coordinati insieme per raggiungere una configurazione corretta o quanto meno desiderata per ottenere il risultato delle proprie aspettative.
Lasciando completamente fuori le considerazioni economico-commerciali (spesso troppo diverse da persona a persona - quello che per te è caro per me è economico - ) ed il valore reale di questi prodotti, paragonare una chiavetta, per quanto veloce possa essere, ad un SSD utilizzando la USB 3.0 porterà ad un risultato scontato a favore dell’ssd, visto che già sulla carta i due componenti hanno prestazioni l’uno doppia dell’altra ma entrambi sono costretti a limitare la loro efficacia dalla banda disponibile della porta USB.
Lo stesso dicasi se si vuole usare un M2, anch’esso più o meno veloce come l’ssd ma non in grado di esprimere questa differenza per il collo di bottiglia che la connessione USB provoca, rendendo direi illeggibile o non quantificabile il risultato.
Quanto agli hdd i 5 Gb/s della porta sono ultra abbondanti, e per sfruttarla bene ci vorrebbe una configurazione in Raid 0 anche di 4 hdd.
Diverso sarebbe fare lo stesso test sulla porta Thunderbolt, ovviamente, fermo restando che le chiavette possano essere utilizzate convenientemente con questo canale, dove la banda disponibile rende possibile (in teoria) un burst rate di 800 Mb/s (nella versione di base T1) contro i 400 Mb/s sempre teoricamente disponibili sulla USB 3.0 (che secondo molti test non è in grado di usare tutti i 5 Gb/s e non arriverebbe neanche a 4 Gb/s) forse capace di arrivare ad un transfer rate max di 300 Mb/s circa.
Per quanto riguarda invece l’interfaccia Sata III, capace di 6 Gb/s, bisogna considerare due possibili usi :
applicare un hdd o ssd al controller interno al Mac
o applicare l’hdd o ssd di tipo Sata III ad un canale esterno come la Thunderbolt o l’ USB.
Il controller interno, quello sulla mother board, sfrutta una connessione diretta con il bus saltando una serie di costrizioni che un canale esterno deve obbligatoriamente utilizzare per dialogare con il processore. Stesso pregio ha anche la porta Thunderbolt (rispetto alla USB che risulta essere la più penalizzata) ma se ad essa viene connessa una periferica con interfaccia Sata III (il classico hdd o ssd o M2 su piastrina di conversione Sata III) è scontato che la sua banda massima resterà ferma a 6 Gb/s, che é la modalità con cui questo hardware riesce a comunicare. Quindi aggiungere anche una blade NVMe con caratteristiche davvero ultra veloci, il traffico di informazioni sarà costretto a percorrere la stessa autostrada e alla stessa velocità imposta, senza ottenere risultati tangibili.
Per questo motivo, infatti, le NVMe vengono utilizzate con canali PCIe 3.0 Gen.2 che hanno una banda disponibile di molti Gb e sono capaci di trasferire i dati usando direttamente il bus a disposizione.
Quindi un hdd o ssd connesso alla interfaccia interna al sistema riesce ad esprimere davvero il suo massimo in confronto allo stesso storage connesso a canali esterni, tranne che per la thunderbolt, che è stata progettata con la stessa intenzione, poiché sfrutta anch’essa la connessione diretta al bus.
A valle di questo mix di possibili soluzioni c’è poi lo strumento trainante dell’ agglomerato hardware, il vero pilota della Mac-china, che è OSX.
Qui entra in gioco la capacità della versione usata di sfruttare l’hardware configurato, ma sempre tenendo presente il corretto interfacciamento dei vari componenti.
Certo che capita che determinate versioni di sistema non digeriscano alcune combinazioni perché non sono state ottimizzate in quel senso, in quanto onestamente “devono” essere in sintonia con lo standard del prodotto messo in commercio. Perciò, anche questa volta, la scelta della versione deve osservare alcune regole per essere efficiente. Per esempio una periferica di ultima generazione potrebbe fare cilecca con vecchie release ma anche con l’ultima release se non vengono perfezionati set di istruzioni che mirano al corretto utilizzo della stessa.
Per non parlare poi delle release “giovani” come Mojave sulla quale il discorso é ancora tutto aperto.
Secondo le, purtroppo varie e spesso discordanti, notizie che corrono in rete dopo la mia ultima consultazione con “esperti” del ramo voglio elencare la mia ( spero non errata) lista di considerazioni :
il nuovo sistema APFS è nato unicamente per sfruttare al massimo le capacità degli SSD (non tanto quelli attuali ma le future versioni che sicuramente avranno prestazioni migliori) e questa fantomatica fase di “conversione da HFS a APFS” va presa davvero con le molle e analizzata a dovere.
Credo che all’inizio gli sviluppatori siano “usciti” con High Sierra alla stregua di test preliminare (tant’è che si è parlato molto di assenza di driver Raid o di funzionamento molto limitato con alcune configurazioni).
Avere la possibilità tastare il campo con le immancabili anomalie trasmesse dagli utenti alla loro scrivania é stata certamente una ottima strategia prima di passare “quasi obbligatoriamente” a Mojave.
Senza analizzare tutte le varie difficoltà che hanno preceduto Mojave sembra che ora la situazione sia stabilizzata a queste regole :
- la conversione garantisce la lettura APFS - APFS e APFS - HFS
- il sistema sceglie di convertire (in automatico) gli ssd interni e non gli hdd (dove sembra che le prestazioni non migliorino come negli ssd) lasciando all’utilizzatore la scelta. La scelta di convertire quelli interni si basa sul fatto che il disco “dovrebbe essere “ di boot, ma sappiamo che non sempre è così, e sembra che tutto quello che è boot vada convertito a AFPS ma ancora non è chiaro se quelli esterni sentano questa obbligatorietà;
- storage interni SSD non disco di boot non verranno aggiornati automaticamente
- “Fusion Drive" disco di avvio non sarà aggiornato automaticamente ad APF
- disco rigido interno (HDD) come disco di boot - non verrà aggiornato automaticamente alla APF
- disco rigido interno (HDD) Non Disco di boot - non verrà aggiornato automaticamente alla APF
- storage esterno (SSD / Flash / USB) - non verrà aggiornato automaticamente alla APF
- le unità raid sarebbero ora gestibili a 360° (anche quelle di boot)
- per i driver esterni non sarebbe lo stesso, lasciando la scelta all’utente, ma mi chiedo se, una volta convertito un drive (ssd o hdd) in APFS, sarebbe poi compatibile, essendo portatile, connettendolo ad un Mac con una release di sistema precedente ? Secondo una linea di logica non credo che sia possibile, …. vero ? Quindi bisogna fare attenzione a come predisporre lo storage prima di prepararlo ad accogliere i dati.
E con applicazioni di terze parti ?? Si dovrebbe apportare un aggiornamento che potrebbe essere anche non disponibile da parte dello sviluppatore. Per non parlare di altre applicazioni particolari, come ad esempio i programmi di clonazione e simili.
Poi c’è il rapporto con Time Machine:
tutto da gestire secondo queste combinazioni di configurazione (lette i rete ) :
• macOS 10.12.5 or earlier startup disk backing up to HFS+ formatted storage = YES
• macOS 10.12.5 or earlier startup disk backing up to APFS formatted storage = NO
• macOS 10.12.6 startup disk backing up to HFS+ formatted storage = YES
• macOS 10.12.6 startup disk backing up to APFS formatted storage = YES
• macOS 10.13 or later on HFS+ startup disk backing up to HFS+ formatted storage = YES
• macOS 10.13 or later on APFS startup disk backing up to HFS+ formatted storage = UNKNOWN
• macOS 10.13 or later on HFS+ startup disk backing up to APFS formatted storage = YES
• macOS 10.13 or later on APFS startup disk backing up to APFS formatted storage = YES
• A Time Machine share point on HFS+ formatted storage can be shared over AFP or SMB
• A Time Machine share point on APFS formatted storage must be shared over SMB and not AFP
Alla luce di tutte queste combinazioni e complicazioni per quanto mi riguarda la presentazione di nuove release con modifiche così profonde non mi ha mai entusiasmato e sono sempre rimasto attaccato alla mia attuale e collaudata versione fino a che non sopravvengano particolari esigenze o deficienze del sistema che possano spingermi ad un upgrade.
Tuttalpiù attendo prima che maturino le anomalie installando una release già collaudata evitandomi di pormi tutte le domande o dubbi o disorientamenti che sopraggiungono puntualmente con le nuove release.
Perché mai buttarsi nell’ignoto se stai così bene nel tuo ambiente operativo ??
Chiedo scusa per essere stato prolisso ma mi ha preso la mano….. forse ho esagerato…