Premessa: lavorando per una azienda straniera, dove la lingua professionale è l'inglese, con sedi in tutto il mondo, viaggiando per tutti i continenti per 25 giorni al mese, la mia propensione ad usare terminologia inglese è ovviamente maggiore di quella di coloro che non hanno queste abitudini.
faxus ha scritto:Ma se l'italiano prevede quello non è storpiare, semmai è il contrario.
Da questa affermazione traspare quella che io chiamo arroganza nazionalista, quella di Mussolini per l'italiano, di Hitler per il tedesco e di Franco per il castigliano. La presunzione che la propria lingua sia quella giusta da parlare e chi se ne frega se è parlata solo da 60 milioni di abitanti su 7 miliardi. Nel 2017 sarebbe il caso di pensare in termini di bilinguismo (se non addirittura di polilinguismo) piuttosto che al concetto di lingua straniera e di poter semplicemente utilizzare una o più lingue contemporaneamente nello scritto e nel parlato, come fanno tutte le altre nazioni a nord delle alpi e fuori dal mediterraneo, compreso nel Magreb. La mia personale propensione è promuovere il dialogo con chi utilizza contemporaneamente più lingue.
faxus ha scritto:
Arroganti, poi...
Io direi che arrogante è chi persiste ad usare termini di altre lingue.
C'è veramente poco che non possa essere espresso nell'italiano che conoscono tutti.
Tutto può essere tradotto, accettando il compromesso di non volersi muovere dalla propria posizione neo-nazionalista anteguerra. Per fare un parallelo meno filologico e più pratico è la stessa attitudine (arroganza) di chi afferma che la pizza napoletana sia una eccellenza nel mondo, quando Domino's pizza fattura 11 miliardi di Dollari e non si compra tutte le altre pizzerie in giro nel pianeta per compassione... (Magari la pizza napoletana è la migliore per quei 60 milioni di italiani, non per i 7 miliardi di abitanti del pianeta).
faxus ha scritto:
Arrogante potrebbe essere, ad esempio, una persona che fa una professione del terziario, dei servizi.
Non produttiva, poco utile, sostanzialmente utilitaristica.
Non ho capito cosa volessi dire, per cui non commento.
faxus ha scritto:
Che usa un linguaggio o gergo poco comprensibile, ad esempio, ad un contadino o un falegname.
Persone che producono veramente ed hanno una cultura di sostanza.
Che verrebbero spocchiosamente maltrattate perché non conoscono una lingua straniera.
Nel 2017 se fai il contadino e non sei un ingegnere informatico che parla inglese, e la mattina vendi le tue verdure al mercato invece che convergerle nella logistica di piattaforme di distribuzione alimentare dopo aver informatizzato con machine learning e deep learning (vai traduci), più che uno che "produce veramente ed ha una cultura di sostanza" sei uno a cui il povero Mattleega con i suoi 70 anni di contributi dovrà pagare la pensione.
Credimi ho una stima umana, dal punto di vista dello spirito di abnegazione, ma socialmente quella che consideri cultura di sostanza andrebbe considerato un passatempo, un hobby.
faxus ha scritto:Che peraltro in Italia non serve necessariamente
Infatti chi non ha una cultura di sostanza, ma una arroganza tipica di chi lavora nel terziario, scappa dall'Italia per andare a lavorare per aziende che fatturano miliardi di dollari e che reinvestono in politiche sociali ed ambientalistiche seriamente. Unico vero requisito per far parte di queste aziende attivamente è parlare inglese.
GLOP ha scritto:giammyboy ha scritto:Non lo sa neanche lui...
Mi scuso con giammyboy
faxus ha scritto:
Era di faxus la citazione
Non si deve commentare tutto ad ogni costo, qui non è Facebook. Di certo io ho la possibilità di passare oltre i contributi inutili, ma talvolta ahimè mi cade l'occhio.
Minchia! In fatto di arroganza sei quasi pari alla mia...
Non posso fare a meno che quotarmi da solo:
GLOP ha scritto:Non si deve commentare tutto ad ogni costo, qui non è Facebook. Di certo io ho la possibilità di passare oltre i contributi inutili, ma talvolta ahimè mi cade l'occhio.
faxus ha scritto:
GLOP ha scritto:... Ma parialimo italiano il meno possibile invece, perché davvero non serve a nulla farlo. Questa presunzione sta relegando l'Italia ad un paese privo di interazioni internazionali...
Non vedo logica in questa affermazione.
No comment
faxus ha scritto:
Semmai è il contrario.
L'abbandono della propria cultura è la manifestazione di non averne.
È indice di scarso carattere e disponibilità alla sottomissione.
L'impero romano è caduto nel 476 d.c, dopo una lunga agonia per altro...
Io mi sottometterei volentieri a paesi da cui ho culturalmente da imparare. Paesi che non votano no ad ogni referendum, paesi dove un sovrastimato paesaggio conta più della realizzazione di una infrastruttura dall'enorme utilità pubblica, paesi dove il negazionismo scientifico non propaga a livello parlamentare ed amministrativo, paesi dove non è considerato un sopruso pagare il 70% di tasse individuali. Paesi insomma che hanno abbondantemente dimostrato che nonostante abbiano 1/6 degli abitanti ed 1/3 della capacità produttiva, si viva meglio.
faxus ha scritto:
Accettare quella altrui è la svendita di tutto il proprio patrimonio.
Ed è quello che vediamo in politica, in economia e nel valore umano del nostro paese.
Uno sfacelo, un annullamento.
Onestamente io non lo vedo, vedo semmai una chiusura assoluta verso le altre culture Mitteleuropee (mi perdonerai ma non credo possa dignitosamente essere tradotto con genericamente medio borghese del continente europeo).
faxus ha scritto:
Per fortuna non tutti la pensano così.
E forse non tutto è perduto
Questo è un problema binario, tutti hanno una voce su internet, sui forum, su Facebook, anche a Donal Trump.
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità
ti/vi autorizzo ovviamente a pensare lo stesso di quello che dico.
faxus ha scritto:
GLOP ha scritto:EDIT: la prossima volta mi guarderò bene dallo scrivere qualsiasi cosa, ogni volta è come essere esposti al pubblico ludibrio di due o tre che, beati loro, hanno tanto tempo libero.
Che lamentele!
E, ammesso ma non concesso, perché non dovrebbe avere la stessa rilevanza una qualità non di merito?
Perché mai sarebbe lecito far valere la superiorità di conoscere ed usare l'inglese del gergo d'affari o non anche quello di avere del tempo in più.
Presumendo libero e non invece dedicato.
Per esempio...
Ma infatti, sono io che non ho tempo libero o voglia di dedicarne a rispondere del perché abbia usato streamline invece che aerodinamico. Perché è proprio qui il concetto: Streamlined vuol dire letteralmente aerodinamico, ma solo in un contesto internazionale del termine se ne comprende il significato in ambiente software, non Agile, non snello. Ammesso che si voglia accettare il contesto internazionale, ammesso che si ammetta che dopo la morte di Adriano Olivetti l'Italia sta all'informatica come l'ananas sulla pizza (pizza più venduta da Domino's in Washington DC)