(Vedo ora che la discussione é stata separata ed estratta rispetto a quella originaria, ovvero il "
thread" iniziato dall'utente "Makart25" in data 29 marzo 2017:
viewtopic.php?f=8&t=40607" onclick="window.open(this.href);return false;).
Mi permetto di farvi sommessamente osservare come il vs. dibattito, successivo alla separazione degli argomenti, si stia sviluppando in un senso ancor più marcatamente ideologico, aprioristico e soprattutto non suffragato da alcun metodo d'indagine.
La valutazione sull'eventualità di effetti sulla salute umana derivanti da prolungata esposizione a basse dosi di radiofrequenza nella banda delle microonde necessita di numerosi approfondimenti sperimentali, che attualmente ancora non si prevede debbano esser condotti sistematicamente.
Ciò, a fronte di una diffusione ubiquitaria della tecnologia in argomento, senza però che vi sia stato un preventivo accertamento definitivo circa la sua eventuale nocività.
Il livello di diffusione delle ricetrasmissioni puntiformi localizzate a bassa intensità nella banda micrometrica 2,4-5,8Ghz, dedicata alla comunicazione numerica wireless (Wi-Fi e/o Wi-Max) é così elevato sul territorio, da interessare buona parte della popolazione.
Ciò non può non porre seri interrogativi istituzionali in merito alla responsabilità di radioprotezione e prevenzione sanitaria, da parte delle Autorità.
In particolare, l'evoluzione dei metodi didattici nel sistema scolastico prevede - nel breve e medio termine - un forte impulso all'uso del Wi-Fi durante l'attività didattica (Lavagne Interattive Multimediali, tablet sostitutivi dei testi scolastici tradizionali, router in ogni classe, etc...).
Ciò é quanto é previsto dal
Piano Nazionale Scuola Digitale introdotto e finanziato con la legge della cd "
Buona Scuola" n. 107 13luglio 2015
Vorrei pertanto chiedervi, qualora interessati ad una discussione seria ed approfondita, di l
eggere effettivamente il testo della ricerca.
Torno a
sottolineare l'importanza di questo lavoro, primo nel suo genere, in quanto svolto in un contesto di ordinario utilizzo di sorgenti wi-fi, a condizioni usuali e quotidiane, in luoghi pubblici significativi ai fini sia di prevenzione sanitaria che di statistica epidemiologica come scuole medie superiori e biblioteche pubbliche.
Le condizioni sperimentali simulate, hanno rappresentato in maniera corretta e significativa il
S.A.R. a cui risulta esposto un comune frequentatore di quei luoghi (studenti, docenti, personale ATA nelle scuole, utenti e personale nelle biblioteche pubbliche).
In particolare, se non avete tempo o voglia di leggerla integralmente, vi segnalo il
capitolo 3.2 Risultati dei test di proliferazione:
"Riassumendo, relativamente alle analisi della vitalità cellulare, 4 dei 7 esperimenti con cellule in coltura in ambienti pubblici, ovvero scuole e biblioteche, hanno mostrato effetti di alterazione della proliferazione dovuta all'esposizione a Wi-Fi a livelli notevolmente più bassi di quelli previsti dai limiti di legge."
http://www.infoamica.it/wp-content/uplo ... -WI-FI.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;