Fissiamo qualche concetto.
1 - Il paragone non si fa sulla potenza assorbita.
La prestazione di una sorgente luminosa si valuta in flusso luminoso emesso, misurato in lumen (lm).
Come per le fluorescenti compatte, tutte le locuzioni del tipo "equivale a una lampadina da 60 W" non hanno senso e sono solo frasi ad effetto per vendere. Come riferimento standard considerate che la vecchia lampadina ad incandescenza a bulbo trasparente emetteva circa 900 lm.
2 - L'efficienza luminosa.
Una sorgente è tanto più efficiente quanto è maggiore il rapporto lumen su watt.
Lampadina da 100 W, con flusso di 900 lm --> 900 : 100 = 9 lm/W
Tubo fluorescente di tipo comune da 58 W: consumo di lampada 58 W + reattore elettronico 3 W = potenza totale 61 W; flusso luminoso 5˙200 lm, --> 5˙200 : 61 = 85 lm/W, nove volte superiore.
Lampada fluorescente compatta Osram con classico attacco a vite da 23 W, flusso 1˙550 lm --> 1˙550 : 23 = 67 lm/W.
Tenere presente che il flusso dichiarato non è mai veramente tale, e che nel computo della potenza bisogna tenere conto anche degli alimentatori.
L'efficienza luminosa del singolo LED è piuttosto alta, ma in valore assoluto il flusso emesso è pochissimo, per cui, per avere una quantità di luce accettabile, occorre mettere insieme parecchi LED.
3 - Il rendimento dell'apparecchio.
Ogni apparecchio di illuminazione ha un suo rendimento, inteso come rapporto fra flusso utile e flusso emesso dalla sorgente. Quindi, a parità di apparecchio, se volete ottenere lo stesso illuminamento sul piano di lavoro, dovete sostituire la vecchia sorgente con un'altra che emetta lo stesso flusso. Il discorso non è esatto al 100% perché giuoca anche la forma della sorgente, ma il riferimento è più che valido.
4 - La brillanza.
Per capirci: la vecchia lampadina ad incandescenza aveva una brillanza molto superiore a quella delle fluorescenti, che emettono una luce molto più "morbida" (ombre meno nette, abbagliamento diretto inferiore). I LED hanno una brillanza molto elevata, e, per ovviare a fenomeni di abbagliamento, vengono impiegati in apparecchi o con metodi a "luce indiretta", nascondendo la sorgente. Questo influisce molto sul rendimento dell'apparecchio o dell'installazione.
5 - La temperatura di colore.
Si esprime in gradi kelvin (K). La lampadina ad incandescenza fornisce la cosiddetta "luce calda", circa 2˙700 ÷ 2˙900 K.
Le fluorescenti si trovano in tonalità: "calda" (≤ 3˙000 K), "bianca" (4˙000 K), "bianchissima" o "diurna" (5˙000 K e oltre). Vale sia per le compatte sia per i tubi. Alcuni tubi speciali a luce bianchissima (> 5˙000 K) sono usati in arti grafiche per la corretta valutazione delle prove colore.
I LED, di propria natura, emettono una luce molto fredda, di tonalità bianco-azzurrognola, assai poco gradevole per l'illuminazione di interni. Quelli che sono a tonalità più calda sono filtrati, per cui l'efficienza luminosa ne risente.
6 - Il costo.
Qui c'è poco da aggiungere a quello che è stato detto più sopra: sono ancora troppo cari. Ammesso che con un apparecchio o con una singola lampada a LED si riesca ad ottenere lo stesso livello di illuminamento, la stessa tonalità e lo stesso comfort, il risparmio di energia c'è, anche se inferiore a quello promesso dal venditore. Ma, prima di recuperare l'investimento iniziale, quanti anni debbono passare?
I LED probabilmente sono il futuro. Noi viviamo ancora al presente.
È anche vero che apparecchi a LED sono impiegati per l'illuminazione di strade e anche gallerie, con buoni risultati; si tratta però di sorgenti ed apparecchi di altissima qualità, con costo proporzionato. In quei casi l'investimento iniziale ha un'altra valenza, e può essere giustificato da vari motivi, non ultimo quello di far vedere "quanto siamo ecologici".
In ogni caso, i prodotti migliori sono di Osram, Philips, Megaman. No cinesi !!!!!!!!