Dopo aver chiesto il loro permesso lo riporto per intero; non metto il link perché, non essendo in inglese, necessitava di essere tradotto. Comunque la fonte sta qui.
Chiedo scusa in anticipo per le espressioni forti, caso mai i moderatori elimineranno il tutto. Ma io mi sono ben guardato dal censurarlo, ci mancherebbe altro, visto che il tema è la libertà di espressione.
Scatenatevi con i commenti.
Il nuovo ordine morale
Bruciare un libro è da fascisti, fracassare un iPad è libertà!
Messo in linea Martedi 14 Settembre 2010
Ma come, Charlie Hebdo non è ancora disponibile su iPad! E nemmeno su iPhone! Ma domani, tutta la stampa sarà su iPad! E sull’iPhone! Bisogna che Charlie viva al passo con i tempi! Sì, sì, rispondevamo sempre agli amici e ai lettori trasformati in agenti commerciali Apple dalla passione per il progresso del digitale. Sì, un giorno lo faremo, non abbiamo niente in linea di principio contro i giornali su iPad, ma adesso abbiamo altro da fare.
Allora, quando sono venuti a proporci il contratto per vendere Charlie su iPad, abbiamo ascoltato con attenzione il nostro interlocutore. Saremo imbattibili con l’iPad. Alla fine della trattativa, convinti che si poteva mettere Charlie sull’iPad integralmente allo stesso prezzo dell’edizione stampata, eravamo sul punto di concludere l’affare. E invece, un’ultima domanda ha fatto saltare tutto. Apple ha il diritto di controllare il contenuto del giornale che diffonde? Ah, sì, certamente! Niente sesso. E forse anche qualcosa d’altro.
È Apple che decide.
Addio iPad, addio iPhone.
Charlie Hebdo non è stato censurato da Apple ed è per far sì che questo non accada mai che Charlie Hebdo non sarà mai su iPad. Crepa, Steve Jobs. Il caricaturista americano Mark Fiore, Premio Pulitzer 2010, è stato censurato da Apple. Le sue animazioni non potevano essere viste sull’iPhone. Lo scandalo fece abbastanza rumore tanto da costringere Steve Jobs a fare marcia indietro. Ognuno deve portare avanti una battaglia personale per lottare contro la censura di Apple? Ognuno deve elemosinare a Steve Jobs la libertà d’espressione?
Il sistema di distribuzione dei giornali in Francia obbliga i distributori a vendere tutti i giornali. Steve Jobs, distributore, lui, è libero di mutilare i giornali che distribuisce. Diciamo anche che i giornali disponibili su iPad accettano di fatto la censura di Apple. E alcuni la anticipano per essere sicuri di figurare nel catalogo di Apple.
Giornali collaborazionisti, stampa di merda! La censura che Sarkozy vagheggia di imporre alla stampa, un industriale americano è riuscito a imporla con la complicità della stampa stessa. Senza che nessuno fiatasse. Sbrilluccicare sull’iPad vale qualsiasi compromesso. La libertà di stampa non ha nessun valore rispetto al prestigio che si trae dall’essere letti su una cazzata di tavoletta che costa un cu_o di soldi! Accecati dalla bellezza del progresso tecnico, non ci si accorge che il geniale ingegnere non è altro che uno sbirrucolo di merda. Chi garantisce al lettore di un giornale su iPad che l’esemplare a cui accede sia la versione originale non censurata? E soprattutto, come possono i giornali, ancorché non siano stati ancora vittime di censura, accettare il principio di poterlo essere? Tutta la stampa dovrebbe togliersi dall’iPad aspettando che quella specie di mormone fascista che manda avanti la baracca rinunci a imporre al resto del mondo i suoi codici morali.
Immaginiamo per un attimo che Gutenberg, l’inventore della stampa in Europa, avesse avuto la volontà e i mezzi di controllo dei contenuti di tutte le carte stampate. Come sarebbe finita? Che lo avrebbero appeso al soffitto per le palle. Qualcuno sa quanto è alto il soffitto a casa Jobs?
Charb
Articolo pubblicato su Charlie Hebdo n. 951.