Imac mid 2010 i5 no win7 AIUTO!!

Esplorare la Sierra Nevada è più facile ed intuitivo che mai, con l'ultima incarnazione di macOS (X).

Moderatore: ModiMaccanici

mipao
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Buongiorno a tutti sono nuovo della comunità.

ho da qualche tempo il mio Imac 2010 27" fino ora è andato benissimo così ora per problemi di lavoro mi occorre installare Win7 o 10 :|
Le ho provate un pochino tutte compresa la guida presa qui, ma nulla quando avvio mi dice che non è presente disco di avvio.

premetto che il mio lettore dvd è andato (legge solo i cd) ho comprato un lettore dvd usb
il bootcamp mi da solo due opzioni: scarica i drive e istalla win, non mi da la possibilità di creare una usb tramite iso.
per questo problema ho provato, sempre seguendo la guida presa qui sul forum, a modificare\bootcamp\contents\info.plist ma non è presente la voce quirom.........

ora sono andato in confusione, ne ho lette talmente tante che non so come muovermi.

qualcuno può darmi indicazione su come risolvere?

grazie in anticipo

la mia mela è: Imac mid 2010 27" i5 16gb ram

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enrico8
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Leggi questa guida:

https://support.apple.com/it-it/HT205016" onclick="window.open(this.href);return false;

e scarica questo pacchetto:

https://support.apple.com/kb/DL1630?locale=it_IT" onclick="window.open(this.href);return false;
 iMac 27" Late 2013 Intel [SSD PCI-E 256 GB - 20 GB Ram- macOS Sonoma 14.4 (OpenCore) - Windows 11 23H2 - Ubuntu 23.10]
 Macbook 12" Early 2016 Intel [SSD 256 GB - 8 GB Ram- macOS Sonoma 14.4 (OpenCore) - Windows 11 23H2]
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mipao
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grazie per la risposta , avevo già visto ma su bootcamp a me manca la prima spunta, quella che ti fa preparare la usb per l'installazione :(

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enrico8
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Ma ti sei creato il file iso dal tuo dvd di installazione?

https://support.apple.com/it-it/HT203909" onclick="window.open(this.href);return false;
 iMac 27" Late 2013 Intel [SSD PCI-E 256 GB - 20 GB Ram- macOS Sonoma 14.4 (OpenCore) - Windows 11 23H2 - Ubuntu 23.10]
 Macbook 12" Early 2016 Intel [SSD 256 GB - 8 GB Ram- macOS Sonoma 14.4 (OpenCore) - Windows 11 23H2]
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visto che non posso farlo con bootcamp l'ho fatto su windows in fat32 partizione attiva

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faxus
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Non c'è bisogno, per tutti gli usi, di Windows nativo, su un Mac.
Un doppia stortura ideata per contentare ex utenti Win.

Apple con un hack rende complesso scindere macOS da Mac.
Poi con un hack dell'hack con una procedura limitante del disco rende possibile installarci Windows.
Ma solo tramite macOS ed un'applicazione apposita.

La cosa più conveniente è virtualizzare.
Più conveniente ancora è farlo con VirtualBox.

In realtà la differenza tra Windows virtualizzato e nativo è minima.
Se non si utilizzano in modo esteso applicazioni professionali non se ne vedrà mai la differenza.

Ti consiglio di abbandonare l'idea, BootCamp e la sua carpenteria.
Complesso, antiquato, illogico, macchinoso ed anche problematico per la gestione del disco.

Sembra eccessivo, quanto detto, ma è reale.
Soprattutto se comparato alla virtualizzazione

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fragrua
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L'ideale, con un vecchio Mac Pro o un iMac con più di un HD, è avere un disco a parte solo per gli altri OS.
La prima cosa su cui devi investire è il benessere del tuo corpo, l'unica cosa che ti porterai nella tomba.
Franz Grua (sarebbe fragrua)

In un mondo perfetto io sarei un essere inutile.
©2015 albertocchio

—> Uso corretto del Forum: https://goo.gl/9xOO0a

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mipao
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Grazie per le vostre risposte e per la vostra attenzione ma ha vinto la mia testardagine :) e la pazienza di cercare.
Sono riuscito ad installarlo nativo, usando credo tre guide ne ho fatto una buona per me.

magari può essere utile a qualcuno per cui menziono sotto i passaggi:

usando alcuni comandi della guida di corsaronero ho iniziato facendo la penna USB avviabile

1) mi sono installato win in virtuale con WMware 8.8 (non l'ultima vesrione che dava problemi), ho montato una penna usb da 4 gb, aperto il cmd (consol di windows) e lanciato i comandi per formattare ed attivare la partizione di boot su la penna usb seguendo scrupolosamente questa parte:

seguendo i comandi una riga alla volta, potete fare anche copia ed incolla.

Codice: Seleziona tutto

diskpart 
list disk

Quest'ultimo ci restituirà una tabella con la numerazione dei dischi. Saranno almeno due: quello del sistema (in una macchina virtuale di default è di 60 Gbytes) e la periferica USB che ci interessa. Nel nostro caso il disco principale è contrassegnato dallo 0 e la pennetta da 1; ciascuno proceda con il numero di riferimento assegnato alla propria unità rimovibile. Proseguire selezionandola:

select disk #

# va sostituito con il numero riportato dalla tabella. A selezione avvenuta, procedere con:

clean 
create partition primary 
select partition 1 
active 
format quick fs=fat32 
assign 
exit

Tenere presente che il processo di formattazione richiede un po' di tempo, ma l'avanzamento viene indicato in percentuale. A questo punto la chiavetta è attivata ma vuota, con la denominazione NO NAME. In basso la schermata riassuntiva.
2) terminato ho chiuso il cmd, ho montato l'immagine iso di win7, ho copiato tutti i file presenti nella iso e li ho incollati nella penna usb appena attivata.
al termine ho chiuso la macchina virtuale.

3) sul mac ho reso visibili i file nascosti con i seguenti comandi

per rendere visibili i file

Codice: Seleziona tutto

defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles TRUE; 
KillAll Finder
per nascondere

Codice: Seleziona tutto

defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles FALSE; 
KillAll Finder
4) ho aperto bootcamp, alla prima schermata sono andato nel menu in alto, sulla voce azione, poi ho scaricato il software di supporto per windows, scompattato e copiato tutto nella penna usb fatta con windows.

5) poi ho preparato il boot di Rfind come da guida di corvonero

Codice: Seleziona tutto

RICORRERE AD UN ALTRO BOOT MANAGER

In questa fase l'ordine dei tentativi non è univoco, poiché la casistica è molto variegata e dispersiva e qualcuno sostiene di essere riuscito nell'intento subito dopo aver ricreato la chiavetta in ambiente Win. Magari è possibile, ma poiché nella mia esperienza, a questo stadio, riavviare mantenendo premuto il tasto alt (opzione) mostra solo OS X e la partizione di recovery, l'unico modo per uscire dall'impasse è un boot manager esterno: mi sto riferendo a rEFInd di Roderick W. Smith., testé aggiornato alla versione 0.8.5. Si tratta di una risorsa molto diffusa tra utenti di varia provenienza, nata dall'eredità di rEFIt, che aveva consentito il triplo boot già dai tempi dei primi Mac Intel sui quali si affacciava timidamente Boot Camp. Si potrà scegliere, quindi, di installarlo in modo standard, lasciandolo definitivamente a farci selezionare ogni volta il sistema da cui avviare, oppure si potrà praticare una soluzione meno invasiva che consentirà, in seguito, di evitare l'eventuale fastidio della rimozione: l'installazione su una flash-drive. Sì, una seconda chiavetta USB (la capacità di cui abbiamo bisogno è di pochi MB) da tenere collegata al momento del boot, che sarà rintracciata quando, all'avvio, si tiene premuto il tasto alt e di cui non avremo più bisogno quando il nostro scopo sarà raggiunto. Vediamo come realizzarla.

Si scarica da questo link il file zip, lo si decomprime sulla scrivania, si apre Applicazioni > Utility > Utility Disco e si partiziona la chiavetta (con tabella GUID) inizializzando in un formato qualsiasi, che poi verrà comunque cambiato. Sempre nella cartella Utility, aprire il Terminale e digitare:

diskutil list

Dal risultato si conoscerà l'identificativo della memoria flash nella tabella dischi diskXsX. Nel mio caso risulta disk1s1. 
Smontare il volume digitando:

diskutil unmount /dev/disk1s1

La periferica non sarà più visibile sulla scrivania, ma pronta al trasferimento. Il comando per farlo è del tipo:

[b]sudo dd if=path_posizione_immagine/refind-flashdrive-{version}.img of=/dev/diskXsX[/b]

dove path_posizione_immagine/refind-flashdrive-{version}.img sarà sostituito dal percorso che otterrete trascinando il file immagine direttamente nel Terminale. Nel nostro esempio sarà:

sudo dd if=/Users/nomeutente/Desktop/refind-flashdrive-0.8.5/refind-flashdrive-0.8.5.img of=/dev/disk1s1

Anche se il comando va a buon fine, nella shell non appare altro che il cursore, fino al termine delle operazioni. Poi, di nuovo il prompt che vi dice quanti bytes sono stati trasferiti e in quanto tempo. Il boot manager rEFInd su USB pen è pronto. Se riavviassimo adesso, con la rEFInd-pen inserita e il tasto alt premuto, otterremmo una nuova opzione di scelta per il boot:
6) poi per concludere ho seguito questi passi sempre dalla guida di corvonero

Codice: Seleziona tutto

FORZARE UNA MACCHINA VIRTUALE AD UTILIZZARE LA PARTIZIONE BOOT CAMP

Questa sezione, che riporta le operazioni risultate poi determinanti per la riuscita col più recalcitrante dei miei Mac, è dovuta alle pazienti spiegazioni di Daniel Pataki, che su una illuminante pagina di Hongkiat.com dall'eloquente titolo "Come Installare Windows Sul Tuo Mac Quando Tutto Il Resto Fallisce", ha fornito a molti utenti gli elementi per raggiungere un obbiettivo che, in alcuni casi, non sembrava più a portata di mano. Nel suo scritto elabora una lista di cose che funzionano e di quelle che non funzionano, ma sarebbe più corretto definirle quelle che hanno o meno funzionato nel suo caso specifico. La soluzione del lettore DVD esterno, per esempio, risultata inefficace con il suo iMac del 2011, è tornata utile ai possessori di molti altri modelli Apple, sebbene, almeno in qualche caso, con l'aiuto determinante di rEFInd. Lo stesso passaggio della chiavetta d'installazione attivata da Windows, che non ha sortito alcun effetto sul suo iMac del 2011, né tantomeno sul mio del 2007, è stato, invece, sufficiente a far partire il boot da USB sul mio MacBook del 2009. Tutto ciò, solo per ribadire che le ricette universali non si sono dimostrate applicabili al parco macchine Apple, almeno in questa occasione.

1c. Questo procedimento necessita di una macchina virtuale creata ad hoc da VMware Fusion per una installazione sulla partizione BOOTCAMP. Innanzitutto bisogna scoprire quale codice identifica questa partizione presso il nostro sistema: aprire Disk Utility, selezionare BOOTCAMP e premere cmd+I. Dalla finestra delle informazioni è possibile prelevare l'identificatore del disco, che nel caso in esempio è disk0s4.

2c. Aprire VMware Fusion e creare una nuova macchina virtuale (Archivio > Nuova). Alla prima schermata, in basso a destra selezionare la freccia Altre opzioni e scegliere Creare una macchina virtuale personalizzata.

La richiesta seguente riguarda il sistema operativo da installare (nel nostro caso Windows 7 x64), poi l'opzione disco virtuale (Creare un nuovo disco virtuale). Infine, nella schermata di riepilogo, selezionare il pulsante per personalizzare il salvataggio e impostare Scrivania, da dove sarà più facile accedere.

3c. In Applicazioni > Utility aprire il Terminale e digitare cd, lasciare uno spazio, trascinare nella shell l'icona della macchina virtuale appena creata e premere Invio. 
Adesso per collegare la macchina virtuale a Boot Camp, bisogna sostituire [X] ed [Y] con le lettere giuste. Il comando è del tipo:


/Applications/VMware\ Fusion.app/Contents/Library/vmware-rawdiskCreator create /dev/disk[X] [Y] win7_raw lsilogic

Essendo la partizione dell'esempio identificata come disk0s4, il primo numero (0) rappresenta il valore della [X] e il secondo numero (4) quello della [Y]. Pertanto, il comando con i valori dell'esempio sarebbe:

/Applications/VMware\ Fusion.app/Contents/Library/vmware-rawdiskCreator create /dev/disk0 4 win7_raw lsilogic

Il Terminale, accettando il comando, non restituirà alcun messaggio, ma un nuovo file sarà visibile all'interno della macchina virtuale sulla scrivania. Per verificare, aprire col tasto destro l'icona scegliendo Mostra contenuto pacchetto e cercare win7_raw.vmdk.

4c. Nella stessa macchina virtuale, aprire il file Windows 7 x64.vmx con un editor di testo (anche TextEdit) e cercare la riga scsi0.virtualDev per cambiarne il valore in: "lsilogic". Cercare poi scsi0:0.fileName e modificarne a sua volta il valore in: "win7_raw.vmdk".

5c. Lanciare VMware Fusion e far partire la macchina virtuale appena editata. Verrà richiesta la password di amministratore per avere accesso alla partizione BOOTCAMP. Molto probabilmente non sarà possibile fare il boot perché non è stata ancora specificata la periferica da cui partire: dovendo installare Windows dal file .iso, accedere alle impostazioni (cmd+E) e, nella sezione CD/DVD, selezionare l'immagine di Windows 7, mentre in quella Disco di avvio scegliere CD/DVD. Avviare la macchina virtuale come se, effettivamente, dovesse partire da DVD. Ci saranno le solite schermate in cui si sceglie la lingua, la posizione in cui installare (BOOTCAMP) e, alla voce Drive options (advanced) verrà offerta la possibilità di formattare: è necessario farlo per ottenere che il file system del volume, attualmente FAT32, diventi NTFS. Attendere la fine del processo di installazione, per il quale, riavviandosi almeno un paio di volte, chiederà ancora la password per avere accesso alla partizione.

6c. Completata l'installazione, arrestare la macchina virtuale prima che vada sul desktop. Il Mac non è ancora in grado di avviare dalla partizione BOOTCAMP, quindi la nostra prossima mossa sarà quella di cancellare tutti i file da quella partizione (che molto probabilmente sarà adesso denominata Untitled) e rimpiazzarli con quelli contenuti nella pennetta NO NAME. Prima di procedere, per evitare problematiche relative alla difficoltà di OS X con il file system NTFS, è opportuno ricorrere ad un software che ci consenta di operare efficacemente in questo contesto: tra le varie opzioni, si potrebbe scegliere la versione in prova gratuita di Tuxera NTFS for Mac, da installare dopo averne completato il download. Inoltre, poiché non si riuscirebbe comunque a sovrascrivere i file nascosti, attivarne la visualizzazione tramite Terminale. Aprire una shell e digitare:

defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles -bool true; killall Finder

Portarsi nella partizione Untitled (ex BOOTCAMP) e cancellarne tutto il contenuto, tranne la cartella .Trashes, che appartiene a OS X, quindi darebbe errore. Selezionare poi tutto il contenuto della chiavetta NO NAME (eccetto i primi tre file .fseventsd, .Spotlight-V100 e .Trashes per la solita ragione) e copiarlo nella partizione Untitled, che potete ora nuovamente rinominare BOOTCAMP, anche se temo che vi toccherà farlo ancora una volta, più tardi.

7c. Disattivare la visualizzazione dei file nascosti tramite Terminale, digitando in una shell:

defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles -bool false; killall Finder

Inserire entrambe le chiavette USB nel Mac e riavviare tenendo premuto il tasto alt. La prima schermata vi consentirà di scegliere EFI Boot, poi vi troverete nel menu di rEFInd, nel quale selezionerete l’opzione Boot Windows from BOOTCAMP.


Dopo qualche secondo di schermata chiara con al centro il simbolo grigio, il display diventerà scuro con il cursore lampeggiante in alto a sinistra e, in basso, la barra di avanzamento con la scritta Windows is loading files... 
E’ fatta: il caricamento è partito e state installando Windows 7 sul vostro Mac. E non sono certo che sia proprio una bella notizia…

P.S.: Durante i riavvii richiesti per il completamento dell’installazione, è ancora necessario tenere giù il tasto alt per evitare che il computer faccia il boot da OS X, anche se, a questo stadio, è possibile selezionare direttamente il volume identificato come Windows, senza dover accedere al menu di rEFInd.

NB;DOTATEVI DI TASTIERA E MAOUSE USB, DURANTE L'INTALLAZIONE QUELLI BLEUTOOTH DEL MAC NON FUNZIONANO.

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faxus
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Complimenti alla testardaggine.

Di più non posso dire.
Sono argomenti conosciuti e collaudati.
Ma a mio parere sono superati dagli attuali virtualizzatori.

Ognuno ha, però, il diritto di crearsi le soluzioni come preferisce.

Un quarto d'ora sarebbe stato sufficiente per montare VirtualBox e qualche minuto Windows.
Avresti potuto, e lo potrai sempre fare, renderti conto di quel che avevo descritto.

Non si usa più da tempo Terminale e un comando per vedere i file nascosti.
Basta una scorciatoia da tastiera:
⌘+⇧+.

mipao
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sinceramente le macchine virtuali a me non piacciono, sono utili solo se usi windows per cose poco invadenti ma se ti serve qualcosa con prestazioni più elevate le macchine virtuali non sono adatte.

non conoscevo la scorciatoia grazie

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mipao ha scritto:... le macchine virtuali a me non piacciono, sono utili solo se usi windows per cose poco invadenti...
Poco invadenti... Non è una misura...

Se non ti piacciono le macchine virtuali, va bene.
Ma non hai un metro di misura per dire quanto e come le macchina virtuali possono far girare bene applicazioni Win.
Non so se hai mai usato in modo efficace Win down su una macchina virtuale.

Non è un appunto a te.
È una considerazione di carattere generale.
Affermare su un forum Mac che le macchine virtuali hanno prestazioni scadenti non è tecnicamente accettabile.

Altro sarebbe se dici che fare del rendering di un progetto 3D con Windows su pc ti prende 38".
Con BootCamp 41" e con Virtual Box 54" (tanto per dire).

Altrimenti è un'opinione personale basata su preconcetti
mipao ha scritto:... se ti serve qualcosa con prestazioni più elevate le macchine virtuali non sono adatte...
La mia opinione, basata sull'uso, è che la differenza sfugge ai più.

Per la maggioranza delle applicazioni più comuni e per le occasioni d'uso

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Hammarby
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È noto (dalla letteratura e dai report) che una macchina virtuale rende il 50% rispetto ad una soluzione bare metal,
questo in virtù del fatto che la macchina viene virtualizzata e che esiste uno strato che virtualizza l'HW appunto per
permettere la virtualizzazione.

Con applicazioni di tipo Office è difficile rendersi conto della differenza, ed anche con applicazioni che girano
sfruttando solo la CPU non cambia molto.

Il vero cambiamento si nota quando il software sfrutta l'HW al 100%, per esempio con le applicazioni per bitcoin mining,
in tal caso la virtualizzazione è un puro spreco di tempo ed energia elettrica.

Restano tutti i vantaggi della virtualizzazione, soprattutto su una macchina che ha un HW rognoso come Apple per
far girare Win, senza dubbio la soluzionie migliore, più pulita e meno invasiva.
Si, lo so, con windows 10 non appena parte la macchina virtuale quest'ultima si impicca per i continui aggiornamenti, ma anche
con l'installazione nativa non è meglio, io ho un doppio boot Linux/Windows10 e non riesco più a far partire quest'ultimo
perché per installare gli aggiornamenti Windows si ferma e sono palline che girano...
Ognuno è come Dio lo ha fatto, ahimé...
...e spesso peggio.

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mipao ha scritto:come da guida di corvonero
Mi fa piacere sapere che la mia guida, nonostante qualche anno sia ormai trascorso, possa tornare ancora utile a qualcuno che, purtroppo, si trova nella necessità di dover dedicare una partizione del proprio disco a Win. Volevo solo ribadire che il mio nickname è corsaronero; nel corso della descrizione, un paio di volte, anziché corsaro sono stato citato come corvo :shock: :? :wink:
mipao ha scritto:...usando credo tre guide ne ho fatto una buona per me
Non hai citato le altre due, però, che potrebbero, in futuro, tornare utili a qualcun altro...

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Scusa corsaronero :cry: non mi sono reso conto ..... :lol:
non ho citato le altre guide perchè le ho lette e cestinate e non ricordo dove le ho prese.

Hammarby posso condividere il tuo ragionamento, macchine virtuali winzoz su mac possono sicuramente essere una opportunità poco invasiva, più facile e molto efficace ma, come tutti i ragionamenti, ci sono due lati della medaglia.
ho un imac del 2010, il suo comportamento è ancora molto dignitoso e non ho mai avuto bisogno di passare o cercare winzoz. Ora, per lavoro, sono costretto ad usare pacchetti che ciucciano molte risorse, provando virtualbox o wmware mi sono reso conto che sia il mac che winzoz faticavano allora ho deciso del sistema su partizione.

L'unica cosa positiva è che ho installato win7 a mio parere più leggero e meno rompipa....e

comunque grazie delle vostre risposte e dell'attenzione che avete dato a questo mio problema.

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VMPlay funziona molto bene, meglio di virtualbox ma è più invasivo.
Virtualbox richiede un pochettino di elaborazione, nel senso che devi decidere quante CPU gli assegni,
quanta memoria e che tipo di virtualizzazione, ma una volta installate le estensioni va bene.

Che pacchetti esigenti stai usando?
Sono curioso di sapere che cosa mette in crisi virtualbox.
Ognuno è come Dio lo ha fatto, ahimé...
...e spesso peggio.

Cervantes

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