iPep ha scritto:prego, figurati...
però purtroppo l'essere pedanti su dettagli apparentemente fondamentali fa tralasciare il contesto generale:
nei forum, nel linguaggio generalmente utilizzato sulla rete e soprattutto in campo informatico, è spesso praticata la distorsione ed italianizzazione di una forma verbale inglese.
Per cui, pur conoscendo perfettamente sia il significato dell'inglese 'to quote', che l'italiano quotare (azione che nell'accezione metrica svolgo per lavoro decine di volte al giorno) succede di adeguarsi ad una prassi linguistica, pur riconoscendone l'erroneità.:
Io trovo che sia sbagliato invece a adeguarsi a "una prassi linguistica, pur riconoscendone l'erroneità". Ma è solo un altro punto di vista...
iPep ha scritto:Non è bello, ma nemmeno le lezioncine aggratis...
Comunque malgrado il figurati e le faccine, vedo che ti sei sentito offeso. Peccato perché discutere dell'uso della lingua non è dare "lezioncine aggratis"!.
giginx ha scritto:Che dire poi del fatto che tanta gente ha sempre avuto a che fare con un sistema operativo chiamato "Finestre" e con il quale si interagisce tramite tastiera e "topo"...
Beh, non esageriamo, Windows è un marchio, se è per questo si dice pure Coca, ma non è una questione di essere talebani della lingua. Come si spiega allora che in altre lingue come lo spagnolo, il francese e il tedesco hanno tradotto tanti termini "tecnici" come ad es. mouse?
Uno_qualunque ha scritto:Argomento interessante, segnalo la recente petizione che ha avuto grande riscontro mediatico, fatta coinvolgendo l'accademia della crusca.
Mi trova fondamentalmente d'accordo. Sono perfettamente d'accordo a mantenere termini tecnici, così come vengono (fra i tanti, computer, mouse, RAM, CPU), mentre sono altrettanto d'accordo a rifiutare "Welfare", "Jobs Act", "Location", "Mission" etc... che hanno il loro corrispondente italiano, corrente e corretto
Sono d'accordo, infatti l'ho firmata
Mickie ha scritto:Ma seriamente: secondo te, se da questo preciso momento l'utente iPep smette di scrivere "quoto" a favore di "sottoscrivo", abbiamo risolto il problema dell'anglicizzazione della lingua italiana?
Tutti amiamo la nostra lingua, ma purtroppo certi processi sono inevitabili, mi verrebbe da chiederti se tu hai mai frequentato forum italiani prima d'ora.
E per inciso, a quanto posso vedere, "quoto" si dice ormai già anche nella vita comune…
Infatti, essendo anglofono questo è il mio primo forum in italiano. Per il resto ovviamente non sono d'accordo perché a mio avviso è una questione di buon senso. Specie in un Paese dove le lingue si imparano poco e male e tutti si sciacquano la bocca di parole inglesi o usano anglicismi spesso in modo improprio e errato nascondendosi dietro il pretesto che sia un termine tecnico anche quando esiste il perfetto corrispondente italiano. Ma a ciascuno/a la sua idea.
Per concludere cito Annamaria Testa, una pubblicitaria, giornalista e docente di comunicazione creativa che ha promosso la petizione in favore di un uso più accorto della lingua italiana da parte di chi ha ruoli e responsabilità pubbliche: "[...] alcune parole inglesi non hanno semplici ed efficaci equivalenti italiani e non possiamo non usarle. Ma anche se una parola inglese non indispensabile entra in un buon discorso, beh, è un po’ come una spezia esotica aggiunta a un piatto ben cucinato, e ci può stare. Però, dire una parola inglese su tre per pura sciatteria linguistica è un po’ come mettere il ketchup sui maccheroni per pura sciatteria culinaria: il risultato, in entrambi i casi, rischia di essere stomachevole. Insomma, sono convinta che la questione non riguardi (per carità!) il preservare un’inesistente “purezza della lingua”: le lingue vive cambiano, e restano vive anche cambiando, contaminandosi, prestandosi parole a vicenda. La questione, come molte questioni che riguardano ciò che è vivo, compreso il nostro pianeta, riguarda il buonsenso, l’attenzione, la consapevolezza, la lungimiranza, la cura e la misura."
Cheers!