Infinito

Per parlare di qualsiasi altra cosa che abbia poco o niente a che fare col mondo Mac :D

Moderatore: ModiMaccanici

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Hammarby
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Ciao,
oggi dopo aver pranzato mi sono fatto il caffè ed improvvisamente mi è venuto in mente il concetto dell'infinito.
Inquadrando la cosa da un punto di vista matematico e statistico, quando c'è di mezzo l'infinito succedono cose strane,
per esempio, se un evento è lontanamente probabile, all'infinito è comunque certo, questo perché non esiste combinazione
di eventi che, all'infinito, non esista. E questo evento remoto esisterà infinite volte, come tutto del resto.
E qui viene il capogiro...
Se l'universo fosse infinito, non solo esisterebbero infiniti mondi popolati,
ne esisterebbe un numero infinito popolato in modo identico alla terra, ed ancora un numero infinito di pianeti identici alla
terra popolati da persone che hanno raggiunto esattamente il nostro stadio di evoluzione, ancora esisterebbero infiniti
mondi popolati esattamente in modo identico al nostro, con persone identiche a noi che fanno esattamente quello che facciamo noi.
Non posso aprire la finestra e guardare verso il cielo senza pensare che nella direzione del mio sguardo ci sono infiniti esseri
identici a me, con il nome identico al mio e vestiti come me che in quel momento stanno guardando il cielo nella mia direzione.
E ce ne sono infiniti seduti davanti ad una tastiera, che scrivono questo mio, o meglio nostro dato che siamo infiniti, pensiero
sugli infiniti blogs dei Maccanici.

Brrrr.....
Ognuno è come Dio lo ha fatto, ahimé...
...e spesso peggio.

Cervantes

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Che hai mangiato a pranzo?
Che hai bevuto?

Lo voglio anche io!!!!! :D :D :D
 Il futuro (Apple)? Nammerda!

Di un costoso Mac si può fare a meno, di macOS no... (cit. fax)

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Mickie
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Concetto sempre molto affascinante!
Al Liceo ci insegnavano, giustamente, che due linee parallele non si incontrano mai, però poi sentivi dire che secondo altre teorie si sarebbero incontrate all'infinito… ed io mi arrabbiavo! :)

Poi ricordo un giorno, di fronte al golfo di Salerno, in cui mi sembrò per un attimo di afferrare il concetto di "infinito" -> la linea dell'orizzonte non aveva una fine, e in lontananza mi sembrava quasi curva e non più retta! :shock:
Ma non ci pensai più di tanto, forse fu solo una mia impressione, o qualcosa comunque di logico che non conosco. :)

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Tukery
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Non sarebbe neanche necessario un dio che abbia dato inizio a tutto...
Franco
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Mickie
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Tukery per favore, jà! Non credo che nelle intenzioni di Hammarby ci fosse l'idea di andare a parare su questi argomenti, che sono sempre da evitare in un forum pubblico. Spero non ci sia un seguito, per non dover chiudere un topic così interessante.

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Tukery
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Il mio intervento non è polemico, è solo conseguente al ragionamento.
Non sono per l'ateismo, ma neanche per altre posizioni ferme, mi piaceva solo stimolare il ragionamento in modo puramente critico.
Però capisco benissimo la tua posizione, per cui se ritieni puoi anche cancellarlo così come i due successivi ;)
Franco
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Hammarby
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In qualche modo vicino all'infinito, questo bellissimo racconto di Borges
La biblioteca di Babele
http://paradox.noblogs.org/resource/gen ... Borges.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;

e, per altri aspetti, anche quest'altro, sempre di Borges
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Il testimone di Jorge Luis Borges
(da “L’artefice”, Adelphi 1999, trad. di Tommaso Scarano)

In una stalla, quasi all’ombra della nuova chiesa di pietra, un uomo dagli occhi grigi e dalla barba grigia, sdraiato tra il fetore delle bestie, umilmente cerca la morte come chi cerca il sonno. Il giorno, fedele a vaste leggi segrete, sposta e confonde le ombre nel povero recinto; fuori, le terre arate e una gora piena di foglie morte e qualche orma di lupo nella fanghiglia nera ai margini del bosco. L’uomo dorme e sogna, dimentico. Il rintocco dell’Avemaria lo sveglia. Nei regni d’Inghilterra il suono delle campane è ormai costume della sera, ma l’uomo, da bambino, ha visto il volto di Woden, l’orrore divino e il giubilo, il rozzo idolo di legno carico di monete romane e di pesanti vesti, il sacrificio di cavalli, cani e prigionieri. Prima dell’alba morirà e moriranno insieme a lui, e non torneranno, le ultime immagini dirette dei riti pagani; il mondo sarà un po’ più povero quando questo sassone sarà morto. Fatti che popolano lo spazio e che scompaiono allorché qualcuno muore possono meravigliarci, ma una cosa, o un numero infinito di cose, muore in ogni agonia, a meno che non esista una memoria dell’universo, come hanno ipotizzato i teosofi. Nel tempo c’è stato un giorno che spense gli ultimi occhi che videro Cristo; la battaglia di Junìn e l’amore di Elena morirono con la morte di un uomo. Cosa morirà con me quando morirò? La voce di Macedonio Fernandez, l’immagine di un cavallo sauro nei campi incolti di Serrano e Charcas, una barretta di zolfo nel cassetto di uno scrittoio di mogano?
Ognuno è come Dio lo ha fatto, ahimé...
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Sono concetti troppo grandi per la nostra mente, proprio come l'aldilà. Ci ho pensato spesso anche io all'infinito, proprio per questo non ci penso più.
:)
La prima cosa su cui devi investire è il benessere del tuo corpo, l'unica cosa che ti porterai nella tomba.
Franz Grua (sarebbe fragrua)

In un mondo perfetto io sarei un essere inutile.
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Kernel Panic
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Hammarby ha scritto: …… E qui viene il capogiro...
C'è una cosa che non capisco del tuo ragionamento.
Se davvero esistessero infiniti mondi identici al nostro perché coloro che li abitano dovrebbero fare le stesse identiche cose che facciamo noi?
Non dovrebbero essere dotati anche loro del libero arbitrio?
Non potrebbero quindi decidere di operare diversamente, di fare delle scelte diverse dalle nostre?





P.S.: Del concetto di "infinito" la cosa che a me maggiormente dà le vertigini non è che non ha mai fine, ma che non ha mai avuto inizio.
Da sempre esiste, semplicemente.

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Kernel Panic ha scritto: P.S.: Del concetto di "infinito" la cosa che a me maggiormente dà le vertigini non è che non ha mai fine, ma che non ha mai avuto inizio. Da sempre esiste, semplicemente.

Esattamente. Perciò l'infinito non va pensato come infinita estensione/durata ma come massima concentrazione/intensità: il punto geometrico, l'istante cronologico…dopo di che è facile capire che di infiniti "infinito" è fatto il nostro vivere quotidiano.

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Kernel Panic ha scritto: C'è una cosa che non capisco del tuo ragionamento.
Se davvero esistessero infiniti mondi identici al nostro perché coloro che li abitano dovrebbero fare le stesse identiche cose che facciamo noi?
Non dovrebbero essere dotati anche loro del libero arbitrio?
Non potrebbero quindi decidere di operare diversamente, di fare delle scelte diverse dalle nostre?
Io credo che Hammarby intendesse che qualunque cosa, anche la più improbabile, come appunto una terra come la nostra popolata dagli stessi identici individui che fanno le stesse cose che facciamo noi, all'infinito può accadere.
Una volta ho sentito dire, che anche uno scimpanzé, se avesse del tempo, della carta e dell'inchiostro, all'infinito, potrebbe riuscire a scrivere, prima o poi, anche la Divina Commedia.
:wink:
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Curzio
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Phate ha scritto:
Kernel Panic ha scritto: C'è una cosa che non capisco del tuo ragionamento.
Se davvero esistessero infiniti mondi identici al nostro perché coloro che li abitano dovrebbero fare le stesse identiche cose che facciamo noi?
Non dovrebbero essere dotati anche loro del libero arbitrio?
Non potrebbero quindi decidere di operare diversamente, di fare delle scelte diverse dalle nostre?
Io credo che Hammarby intendesse che qualunque cosa, anche la più improbabile, come appunto una terra come la nostra popolata dagli stessi identici individui che fanno le stesse cose che facciamo noi, all'infinito può accadere.
Una volta ho sentito dire, che anche uno scimpanzé, se avesse del tempo, della carta e dell'inchiostro, all'infinito, potrebbe riuscire a scrivere, prima o poi, anche la Divina Commedia.
:wink:
In effetii la possibilità della ripetizione deriva dal fatto che l'infinito ha struttura necessariamente circolare, ossia tende a tornare in(de)finitamente su se stesso

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fragrua ha scritto:Sono concetti troppo grandi per la nostra mente
Proprio per questo sono affascinanti! :)
fragrua ha scritto:proprio come l'aldilà.
Beh, in certi casi l'aldilà può anche essere un concetto facilmente immaginabile… :D


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PS: Striscia di DesktopTales (Marco Polenta).

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Un interessante articolo di uno dei migliori fisici-matematici-cosmologi viventi:

Life in the Universe


http://www.hawking.org.uk/life-in-the-universe.html" onclick="window.open(this.href);return false;

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Hammarby
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Curzio ha scritto:
Phate ha scritto:
Kernel Panic ha scritto: C'è una cosa che non capisco del tuo ragionamento.
Se davvero esistessero infiniti mondi identici al nostro perché coloro che li abitano dovrebbero fare le stesse identiche cose che facciamo noi?
Non dovrebbero essere dotati anche loro del libero arbitrio?
Non potrebbero quindi decidere di operare diversamente, di fare delle scelte diverse dalle nostre?
Io credo che Hammarby intendesse che qualunque cosa, anche la più improbabile, come appunto una terra come la nostra popolata dagli stessi identici individui che fanno le stesse cose che facciamo noi, all'infinito può accadere.
Una volta ho sentito dire, che anche uno scimpanzé, se avesse del tempo, della carta e dell'inchiostro, all'infinito, potrebbe riuscire a scrivere, prima o poi, anche la Divina Commedia.
:wink:
In effetii la possibilità della ripetizione deriva dal fatto che l'infinito ha struttura necessariamente circolare, ossia tende a tornare in(de)finitamente su se stesso
Non è così semplice.
Per esempio le cifre decimali del numero PiGreco sono infinite, ma non è possibile definire una sequenza che si ripeta ciclicamente, vale a dire non esiste periodicità.
Sempre per ragionare all'infinito, il numero di infiniti mondi che sarebbero esattamente identici al nostro, e che in virtù dell'infinità dello spazio si troverebbero in ogni direzione, sarebbero a distanze infinite.
Quindi, se viaggiassi in una qualsiasi direzione dell'Universo, prima o poi mi imbatterei in un mondo identico al nostro, che sia esattamente nello stato del mondo che ho lasciato, nell'istante in cui l'ho lasciato, ma anche in altri infiniti mondi che si troveranno in istanti infinitesimamente diversi da quello in cui ho lasciato il nostro mondo, ed incontrerei infiniti altri mondi che saranno identici al nostro tranne che per la posizione di un elettrone, e via discorrendo.
L'infinito implica ragionare all'infinito.
Ognuno è come Dio lo ha fatto, ahimé...
...e spesso peggio.

Cervantes

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