Il 7 dicembre 1851 venne brevettato il frigorifero.
Era un’invenzione molto primitiva, che inizialmente non prevedeva neanche il riciclo del gas refrigerante.
Era comunque destinato per molti anni ad un uso commerciale di tipo industriale.
Una prima applicazione fu l’installazione di grandi celle su un piroscafo, nel 1876.
Trasportò in 105 giorni di viaggio un carico di carni dall’Argentina alla Francia.
Il nome del piroscafo era, neanche a dirlo, Le Frigorifique…
Negli anni successivi furono realizzate anche celle frigorifere sui treni.
Fu così che iniziò la delocalizzazione degli alimenti e dei gusti relativi.
Fino ad allora, senza catena del freddo, la cucina faceva uso solo di prodotti locali.
I prodotti conservati, per salagione, essiccazione ecc, erano gli unici che potevano essere usati per l’alimentazione fuori del luogo d’origine.
Ma il gusto, l’insieme delle proprietà organolettiche, veniva modificato dal trattamento conservativo.
Spiegarne il funzionamento fisico e chimico per i gastronomi non è importante.
Per alcuni cenni si può usare Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Frigorifero" onclick="window.open(this.href);return false;
Dopo molti decenni, a ridosso della prima guerra mondiale, il frigorifero cominciò ad essere prodotto per uso domestico privato.
Divenne un mobile-dispensa elettrodomestico, cui, pochi anni dopo, si aggiunse un reparto del ghiaccio interno.
E ancora successivamente si aggiunse un congelatore separato.
Alcuni frigoriferi moderni sono esenti da brina e umidità, hanno il reparto congelatore.
Hanno la refrigerazione dell’acqua, produzione di ghiaccio e cantinetta per alimenti a temperatura fresca moderata.
In Italia i frigoriferi si diffusero nelle case nel dopoguerra.
Io ricordo ancora che nelle case dove abitavo da piccolo c’era ancora la ghiacciaia.
Un lavello di marmo dove si metteva un parallelepipedo di ghiaccio che si acquistava giornalmente.
Poi con una piccozza si frantumava in parti più piccole e in graniglia.
E lì si conservava la carne, il burro, il latte e qualche altro cibo facilmente reperibile, come pesce e alimenti cotti.
Tutti incartati nella carta oleata o in barattoli di vetro.
D’estate vi si metteva l’acqua e le altre bevande, mentre un po’ di ghiaccio a cubetti veniva conservato in contenitori di metallo forati sul fondo.
Ricordo che un giorno mio padre fece portare a casa quella novità.
Un bel frigorifero marca
Frigidaire…
Aveva le chiavi e un gran maniglione per la serratura a scatto ed era bombato all’esterno.
C’era il reparto del ghiaccio e ci si facevano i cubetti.
Per molti giorni vennero vicini ed amici a vedere quella novità.
Mia madre dal giorno successivo non prese più il ghiaccio dall’uomo che lo portava nelle case.
Lo ricordo appena, un uomo robusto che si caricava il lastrone del ghiaccio sulla spalla protetta da uno straccio di iuta, tenendolo con un rampone d’acciaio.
Da lì a pochi anni sparì anche quello, dopo il boom economico di metà degli anni ’60.
Nessuno portava più il ghiaccio sui carretti in giro per le strade, strillando che era arrivato il ghiaccio…