franco.ita ha scritto: Le cose in questo paese non cambieranno mai e andrà sempre così....questo è uno dei motivi per il quale io e mia moglie abbiamo deciso di andarcene fuori dall'italietta...
Caro Franco,
perdonami se entro forse con il piede a martello, ma ti dirò: dei 150 d'Italia, tu, non hai capito proprio nulla, e dunque, posto che denigri comunque non solo una parte del tuo paese, ma tutto il tuo paese (che chiami Italietta), è anche un peccato che tu ci sia nato.
Io non amo la retorica, ma è indubbio che l'Italia nacque, 150 anni fa, non perché lo abbiamo chiesto noi: anzi, quegli stessi contadini che si illusero che le camicie rosse avrebbero dato loro la terra (perché qui c'erano condizioni ancora da feudalesimo. Mai letto, che ne so, Verga?, mai letta la Serao, io li leggerei?), quando capirono che la terra se l'erano solo presa i nuovi padroni (che, poi, spesso erano ancora quelli di prima: mai sentito parlare di Tomasi di Lampedusa? Io lo leggerei...) si ribellarono di nuovo, dalla Sicilia fino al Lazio... e la retorica risorgimentale ce li fa conoscere come "briganti" e così noi li ricordiamo oggi.
Quindi, 150 anni fa, il tesoro di Casa Reale Borbone di Napoli, pari a più del doppio della somma di tutte le casse degli altri Regni preunitari, fu fatto proprio da Casa Savoia.
Una capitale che fu la prima ad avere le strade non in terra battuta, il primo insediamento industriale moderno (San Leucio), la prima illuminazione pubblica, la prima linea ferroviaria pubblica (Torino-Superga è più antica della Napoli-Portici, ma la linea piemontese era solo per gli appartenenti alla casa regnante), definita da CERVANTES (mai letto Cervantes?, io lo leggerei) "Napoli l'illustre", è stata presa e snaturata nel suo impianto urbanistico ed architettonico (me lo dici a cosa servono, a Napoli, palazzi di stile umbertino, con le finestre alte per far entrare più sole o gli scuri doppi per isolare dal freddo e con i tetti a spiovente, se non piove?), lasciata a se stessa nel suo fluire sociale, per distruggerla - perché è da sempre così che si fa, nelle guerre, e non c'è nulla di nuovo, per carità - lasciando che i suoi bubboni maturassero ed esplodessero, senza far nulla?
Lo sai che la Camorra, probabilmente, nasce dopo che i Savoia introdussero i Carabinieri? Sì, perché i Borbone lasciavano il controllo di polizia a persone che afferivano ai cd. Seggi (un po' le circoscrizioni comunali di oggi) e che ricevevano denaro per svolgere questa funzione... ti sembrerà strano, ma è lo stesso principio delle Corti di Giustizia inglesi: 12 cittadini comuni garantivano il Re per l'ordine e la giustizia nella loro città; e se non si trovava il colpevole di un delitto, ne rispondevano loro.
Invece, arrivano i Savoia e mettono i Carabinieri. Quello che nella zona "la comandava" si sente defraudato - da un lato - e la gente si sente, cmq, ancora sicura se si rivolge a quello che fino a ieri era il tuo referente per la giustizia e la sicurezza... e cosa ne ottieni, se la situazione si incancrenisce?
EHI!, LA CAMORRA!

Lo sai che noi forse oggi avremo questi quattro soldi per le montagne di cui parlavi tu... ma che per anni le industrie del nord sono venute a mettere impianti qui per avere i fondi, che ne so, della Cassa per il Mezzogiorno o per la ricostruzione del terremoto dell'Irpinia e poi, finito il vincolo di legge (tipo: x miliardi se metti un'azienda per dieci anni), hanno chiuso da un giorno all'altro e se ne sono andate, lasciando famiglie intere nella disperazione?
Ma la Fiat, che oggi dice che non ha bisogno dell'Italia e che se non può fare dei lavoratori ciò che vuole se ne va, e che però ha mangiato sulle nostre spalle, di tutti, per decenni, con fondi perduti conferiti dallo Stato, forse ha sede al Sud?
Caro Franco,
potremmo o potrei continuare all'infinito e tu potresti rinfacciarmi all'infinito mille cose vere: che noi meridionali siamo questo o quello, che non sappiamo far valere i nostri diritti, che non abbiamo uno spiccato senso sociale o delle istituzioni... tutto vero, forse...
ma i 150 anni d'Italia non sono questo: i 150 anni d'Italia sono i 150 passati a costruire un'identità comune che vada oltre il dato meramente geografico; sono la commemorazione del sacrificio di tutti quei nostri nonni che, dalla Campania come dal Veneto (forse le due regioni con più alto tasso di emigrazione), hanno lasciato i loro paesi d'origine per raggiungere gli Stati Uniti o il Brasile o il Belgio, per fare grande il nome dell'Italia, orgogliosi di poter lavorare per chi rimaneva qui.
Io, oggi, ho tante cose che l'Italia non mi da, ma non per questo, mi sento meno italiano... e quando su piazza Unità d'Italia, a Trieste, sullo sfondo turchino del cielo che volge al tramonto, sventola il TRICOLORE, sono FIERO di essere italiano.
E se qualcuno mi dicesse: "Ma lei si sente migliore degli altri?", gli risponderei: "Sì, perché non ho mai rubato, non ho mai mentito, non ho mai abbassato lo sguardo", non ho mai pagato una donna, non ho mai insultato un pubblico ufficiale, non ho mai fatto nulla che mi porti a vergognarmi di essere quello che sono.
Ovvio che non tutto va bene e non posso far tutto da solo, ma comincio col fare quel poco che posso e che so... sinceramente?, infischiandomene di quello che fanno o pensano gli altri...
Se tu credi veramente che all'estero non esistano le bugie, i furti di beni pubblici o privati, le malversazioni, gli inganni, i favoritismi, fa' pure, chiamaci Italietta.
Io nella mia Italia ci rimango e cerco di far sì che queste cose non avvengano e di insegnare al mio prossimo che non sono necessarie, così come mio padre e mia madre hanno fatto con me.
Questo è il mio modo di festeggiare 150 anni di uno Stato giovane, ma tanto glorioso, nella Storia, e che dovrebbe tornare ad esserlo: ma siccome uno Stato altro non è se non l'insieme dei suoi cittadini, devo cominciare io!
Auguri a tutti di buon "compleanno" e, se vuoi, caro Franco, anche a te.
AUGURI DI CUORE!