Cucaio, tutto a posto... tutto bene!
Tua madre non ti lascia e non lo farà mai.
Ricordo gli occhi di mia nonna e gli occhi di mio padre, azzurri tutti come il cielo (ed io che ho matrizzato, con i miei occhi color nocciola... mannaggia!), che guardavano dolci la vita, dolci ma anche desiderosi di andar via.
Mio padre, esteriormente agnostico, pianse solo per un attimo: era il 19 Marzo e la notizia ci colse mentre io gli stavo consegnando una penna, regalo della festa del papà. Non disse nulla, non pianse in quel momento, prendemmo solo l'auto e raggiungemmo mia nonna. Più tardi, sotto dei platani, scesero due lacrime: era il 19 marzo e mia nonna aveva sempre detto di voler morire il giorno di San Giuseppe, che nella tradizione contadina è il patrono della buona morte. Non aveva più i reni ed avrebbe potuto soffrire, invece chiuse gli occhi solo un momento.
E forse mio padre pianse perchè non riusciva a spiegarsi come un'umile contadina del 1910, che non conosceva la geografia e che, pur abitando a 60 km dal mare, non aveva mai visto una spiaggia, avesse potuto indovinare il giorno della sua morte.
Oggi anche mio padre non c'è più e mia madre scherza con la sua glicemia: certo, mi manca ed a volte mi sento come quei panni stesi a cui è rimasta solo una molletta, prima di volare via.
Poi chiudo gli occhi e mi rendo conto che la sua carezza e le sue parole sono sempre lì, impresse nel mio cuore e nel mio ricordo. Quelle non passeranno mai.
Ora tua madre è con te: io abbraccio mia madre, leaccarezzo la fronte: come lei faceva con un bambino che le correva incontro con i pantaloncini alla zuava e che tra poco le regalerà un nipotino.
Godiamoceli, questi genitori.
E' cosa buona e giusta.