Copio/incollo dal mio commento sotto questo video su Youtube:
Dal sommo musicologo italiano Mario Gamba, un magistrale ricordo del grande Pierre Boulez, su "il manifesto" di Giovedì 7 Gennaio 2016 nel quale, nella prima parte, cita un aneddoto ricordando una sua intervista per il TG3 RAI nel 2000 a Roma durante la quale gli venne in mente alla frase di Boulez «Il mio lavoro è stato un continuo viaggio verso la libertà», proprio quest'opera "Sur Incises".
Qui il link all'articolo completo sul quotidiano online:
http://ilmanifesto.info/pierre-boulez-i ... ansigente/" onclick="window.open(this.href);return false;
Copio/incollo il passo citato:
Penso che Mario Gamba in quella frase "… ricco di accenti ritmici, labirintico, matematicamente barbarico, persino turbinoso, persino sensuale. …" colga l'essenza di questa meraviglia del maestro Pierre Boulez, che riposi in pace!- In una intervista al Tg3 dell’anno 2000, a Roma, dove tornava spesso e dove era l’unico tra i grandi dell’avanguardia musicale a essere accolto con dovizia di ascoltatori, letterati e snob compresi, Pierre Boulez aveva confidato: «Il mio lavoro è stato un continuo viaggio verso la libertà». Doveva avere in mente, nel dirlo, la fama di freddo razionalista dogmatico che non smetteva di accompagnarlo. E, chissà, doveva avere in mente un suo brano recente (1996–1998), Sur Incises, per tre pianoforti, tre arpe e tre percussioni, ricco di accenti ritmici, labirintico, matematicamente barbarico, persino turbinoso, persino sensuale. Dove finivano le accuse sul suo conto di fronte a una musica così? Forse aveva voglia di distruggere le ultime riserve che passavano nelle teste di tanti osservatori. O forse no. Forse non gliene importava niente. In fondo aveva sempre sostenuto di agire da libertario non da dogmatico, un compositore (e un direttore d’orchestra, occorre aggiungere) mosso dalla curiosità. «Se non sei curioso sei in una bara», era una delle sue frasi famose. -