No, infatti, non è un film da perdere.
È molto bello, e allo stesso tempo dire che mi è piaciuto non sarebbe del tutto vero.
Essì, è un lungo romanzo che si svolge nella profonda provincia americana.
(straordinaria, anche se non unica, l'assenza di neri in un film americano...)
Tra due guerre, la seconda mondiale e il Vietnam.
(e anche lì manca qualcosa, quella coreana)
E due cittadine, ed è cruciale capire il prologo, altrimenti ci si perde.
Come è cruciale conoscere la radicale cultura religiosa bigotta.
Nella prima parte è stupendamente sgradevole, perverso, urta, mi ha infastidito.
Non c'è logica nel cercare un dio cristiano, nei boschi e in guerra, come fosse un dio pagano.
La conseguenza di non trovarlo è il compiere sacrifici estremi in uno psicodramma crescente.
La seconda parte è più facile da accettare.
Dopo che si rende manifesta l'assenza del dio a lungo e vanamente invocato.
E il lato criminale della rivalsa e vendetta prende il posto dei sacrifici cruenti.
Da cinefilo ho goduto per la scenografia, sceneggiatura, fotografia, ambientazione e regia.
Ci sarebbe molto altro che potrei dire su questo gran bel film, creato su tematiche che non mi appassionano