Sono andato a vedere Joker con mio figlio e la mia compagna. Ci sono andato con tutti i buoni propositi (vedi foto). Ho anche pagato il biglietto, cosa che faccio molto raramente (un modo si trova sempre
).
Tutti e tre, all'uscita ci siamo guardati perplessi, non tanto per le due ore abbondanti sottratte alla nostra vita (sarebbero volate comunque), quanto per il fatto che chiunque l'avesse visto prima di noi ne parlava come un capolavoro imperdibile.
Sì, Arthur Fleck, più tardi Joker, è diventato tale a causa di abusi, negazioni e drammi familiari. Clown di mestiere, emarginato e costretto a sorridere sempre, non ha potuto godersi un solo minuto della sua potenziale vita. Alla continua ricerca di un lavoro più gratificante (comico/cabarettista) per vivere in condizioni meno estreme, convive con le sue carenze affettive, una madre pazza, farmaci e strizzacervelli dell'ASL, che l'hanno reso incapace di morire, ma non per questo di uccidere. Si fa quindi ammaliare dalla violenza facendo di essa la sua ragione di vita, e diventa un pagliaccio omicida.
La storia c'era, ma alla fine del film un solo commento, sintetico e unanime: CHE CACATA.
Forse se non mi avessero decantato l'opera mi sarebbe piaciuta di più.