Class Action Facebook [€ 285/anno] partecipano oggi >160.000 utenti

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Moderatore: ModiMaccanici

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AltroConsumo dal 2018 ha avviato una Class Acion contro le azioni di Facebook a causa dell'uso improprio dei dati personali dei suoi utenti: https://www.altroconsumo.it/azioni-collettive/facebook

"Lo sai che ogni volta che metti un "like" su un post o inizi a seguire una pagina Facebook, il buon vecchio Mark raccoglie dati sul tuo conto? E sei davvero certo di sapere che uso ne fa e dove finiscono questi dati?
Anche Facebook ammette che "le informazioni personali degli utenti sono state condivise in modo improprio". Ma al momento da Zuckerberg sono arrivate ai consumatori soltanto le sue scuse. Noi però non siamo i suoi burattini.
Per questa ragione Altroconsumo, assieme alle associazioni di consumatori di Belgio, Spagna e Portogallo, ha deciso di avviare una class action contro Facebook, per chiedere che i consumatori europei vengano risarciti, che vengano correttamente informati sull'uso che viene fatto dei loro dati e che possano scegliere consapevolmente in qualsiasi momento quali di questi condividere.
Tenendo conto dei benefici commerciali che Facebook ha ottenuto violando la protezione dei dati e le normative a tutela dei consumatori, chiederemo per te e per tutti gli utenti iscritti a Facebook un risarcimento di 285 euro per ogni anno di iscrizione al social (tra valore economico dei dati e danni morali). Hai un account Facebook? Partecipa alla class action


Cosa succede:
17.03.2018 - Scoppia lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica.
11.04.2018 - Incontro a Bruxelles con i rappresentati europei di Facebook per chiedere spiegazioni e impegni precisi.
22 05 2018 - Inviata a Facebook richiesta formale di spiegazioni, con le associazioni di consumatori di Belgio, Spagna e Portogallo.
30.05.2018 - Avvio raccolta delle pre adesioni alla class action Facebook.
04.06.2018 - Nuova audizione al Parlamento Europeo.
27.06.2018 - Facebook non rispetta il nuovo regolamento privacy GDPR.
11.07.2018 - Il Regno Unito multa Facebook con una maxi sanzione.
11.07.2018 - Anche ICO multa Facebook.
10.10.2018 - Notificato l’atto presso il Tribunale di Milano con cui si avvia l’iter giudiziale della class action contro Facebook.
07.12.2018 - Nel frattempo, l'Antitrust multa Facebook per 10 milioni di euro.
02.05.2019 - Il TAR del Lazio non accoglie il ricorso e ha chiesto a Facebook di presentare gli accordi presi con la Commissione UE.
10.10.2019 - Si svolge la prima udienza sull'ammissibilità della Class Action: nessuna decisione.
18.12.2019 - Si svolge l'udienza al TAR sul ricorso di Facebook contro la multa di Antitrust.
10.01.2020 - Il Tar del Lazio conferma la sanzione di Antitrust a Facebook per pratica commerciale scorretta.
24.01.2020 - L'Antitrust apre un procedimento per inottemperanza: Facebook doveva informare gli utenti sull'utilizzo dei dati personali a fini commerciali.

Da gennaio a maggio 2020 il numero degli aderenti alla Class Action ha superato le 160.000 persone.
Considerando una media di 5 anni per ciascun utente, in caso di sconfitta, Facebook è esposta al pagamento di € 285,00 x 160.000 persone x 5 anni = € 235.125.000, meno di un quarto di miliardo che, per i fatturati miliardari di Facebook, non sono neanche troppi.

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faxus
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esco ha scritto:
mer, 13 mag 2020 00:55
... Lo sai che ogni volta che metti un "like" su un post o inizi a seguire una pagina Facebook, il buon vecchio Mark raccoglie dati sul tuo conto? E sei davvero certo di sapere che uso ne fa e dove finiscono questi dati?...
Ma sì, più o meno.

Pensa che io ho ben due account (fasulli) da circa 12 anni.
Però non ho mai messo un solo "like" in vita mia.

Ho qualche speranza di farmi offrire un caffè da Mark Zuckerberg, come risarcimento?

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Ti spettano € 6.840,00 se considerano entrambi gli account, altrimenti la metà e al netto di quanto riusciranno a "scontare" gli avvocati di Mark Zuckerberg nella trattativa finale. Fossi in te mi iscriverei alla Class Action.
Alla Class Action forse potrebbe partecipare anche il gruppo Facebook di iMaccanici, che mi pare conta 456 iscritti.

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Paolofast
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esco ha scritto:
mer, 13 mag 2020 10:31
gli avvocati di Mark Zuckerberg nella trattativa finale.
Se la class action è stata avviata in Italia nel 2018, gli avvocati devono ancora smettere di ridere.
Non so neanche se si arriverà alla prima udienza.
Altroconsumo, come i Codacons, ogni tanto lancia di queste sparate per far sapere che è viva, in quanto da tempo entrambi hanno perso qualunque credibilità nella tutela vera dei consumatori.
E, ovviamente, per raccattare qualche soldino.
Purtroppo, che io sappia, non c'è più in Italia alcuna organizzazione che faccia una reale tutela e non pagliacciate.
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kext
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Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:02
esco ha scritto:
mer, 13 mag 2020 10:31
gli avvocati di Mark Zuckerberg nella trattativa finale.
Se la class action è stata avviata in Italia nel 2018, gli avvocati devono ancora smettere di ridere.
Per quale motivo?

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Paolofast
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kext ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:07
Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:02
esco ha scritto:
mer, 13 mag 2020 10:31
gli avvocati di Mark Zuckerberg nella trattativa finale.
Se la class action è stata avviata in Italia nel 2018, gli avvocati devono ancora smettere di ridere.
Per quale motivo?
1) la legge italiana limita enormemente le possibilità di fare una class action seria.
2) se proprio riuscissero ad infilare a forza questo caso tra quelli possibili, sorgerebbe immediatamente un problema di competenza delle corti, essendo Facebook una società di diritto statunitense e con sede fiscale, per quanto riguarda l'Europa, in Olanda (o altro paradiso fiscale).
3) prima di derimere tutte le questioni di merito e competenza finirebbe tutto in prescrizione.
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Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:20
1) la legge italiana limita enormemente le possibilità di fare una class action seria.
2) se proprio riuscissero ad infilare a forza questo caso tra quelli possibili, sorgerebbe immediatamente un problema di competenza delle corti, essendo Facebook una società di diritto statunitense e con sede fiscale, per quanto riguarda l'Europa, in Olanda (o altro paradiso fiscale).
3) prima di derimere tutte le questioni di merito e competenza finirebbe tutto in prescrizione.
1) e 2) fonte, grazie..

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Paolofast
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kext ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:24
Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:20
1) la legge italiana limita enormemente le possibilità di fare una class action seria.
2) se proprio riuscissero ad infilare a forza questo caso tra quelli possibili, sorgerebbe immediatamente un problema di competenza delle corti, essendo Facebook una società di diritto statunitense e con sede fiscale, per quanto riguarda l'Europa, in Olanda (o altro paradiso fiscale).
3) prima di derimere tutte le questioni di merito e competenza finirebbe tutto in prescrizione.
1) e 2) fonte, grazie..
Usa San Google.
Non ho nessuna voglia di andare a cercare articoli di anni fa, quando fu fatta la legge.
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Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:37
kext ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:24
Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:20
1) la legge italiana limita enormemente le possibilità di fare una class action seria.
2) se proprio riuscissero ad infilare a forza questo caso tra quelli possibili, sorgerebbe immediatamente un problema di competenza delle corti, essendo Facebook una società di diritto statunitense e con sede fiscale, per quanto riguarda l'Europa, in Olanda (o altro paradiso fiscale).
3) prima di derimere tutte le questioni di merito e competenza finirebbe tutto in prescrizione.
1) e 2) fonte, grazie..
Usa San Google.
Non ho nessuna voglia di andare a cercare articoli di anni fa, quando fu fatta la legge.
senza fonti, non affermare cose o fatti che ledono la credibilità altrui, grazie.

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fragrua
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Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:02
esco ha scritto:
mer, 13 mag 2020 10:31
gli avvocati di Mark Zuckerberg nella trattativa finale.
Se la class action è stata avviata in Italia nel 2018, gli avvocati devono ancora smettere di ridere.
Sono dell'idea che sia meglio farla una cosa (se giusta), piuttosto che non farla affatto.
La prima cosa su cui devi investire è il benessere del tuo corpo, l'unica cosa che ti porterai nella tomba.
Franz Grua (sarebbe fragrua)

In un mondo perfetto io sarei un essere inutile.
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fragrua ha scritto:
mer, 13 mag 2020 13:03
Paolofast ha scritto:
mer, 13 mag 2020 11:02
esco ha scritto:
mer, 13 mag 2020 10:31
gli avvocati di Mark Zuckerberg nella trattativa finale.
Se la class action è stata avviata in Italia nel 2018, gli avvocati devono ancora smettere di ridere.
Sono dell'idea che sia meglio farla una cosa (se giusta), piuttosto che non farla affatto.
Che poi.. quelli non son mica fessi.. i punti 1) e 2) sono ampiamente disciplinati dal Diritto Internazionale.. cioè è assurdo affermare che un'azienda estera possa ledere interessi soggettivi in Italia.. assurdo.

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fragrua ha scritto:
mer, 13 mag 2020 13:03
Sono dell'idea che sia meglio farla una cosa (se giusta), piuttosto che non farla affatto.
Condivido, indipendentemente dall'eventuale "rimborso" atteso.

Paolofast ovviamente ha ragione quando indica il problema della tempistica, ma in questo caso non dovrebbe esserci alcun rischio di prescrizione, inoltre è altrettanto ovvio che questa è una "battaglia" lunga e nessuno si aspetta di "scucire" 1/4 di milione di euro a Facebook in qualche mese. Il punto credo non sia la somma potenzialmente connessa alla sentenza (forse ridicola rispetto al bilancio di Facebook).
Immagino che il problema maggiore sia la conseguenza planetaria dell'eventuale vittoria degli avvocati "Davide" di AltroConsumo nei confronti degli studi legali "Golia" di Facebook.

Forse è proprio questo il punto: lo sguardo del "giusto" Davide della piccola Repubblica Fiorentina, armato di "fionda e fede", che può prevalere su nemici "forti e iniqui".
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mauripucci
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Alcune "battaglie" sono vincenti... Nel 2012 detta associazione denunciò Apple al Garante per la questione dei "due anni di garanzia";
ebbene la società fu sanzionata dall'Autorità con una multa di 900 mila euro (confermata dal Tar).
“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”.
Ultima modifica di mauripucci il mer, 13 mag 2020 13:48, modificato 2 volte in totale.

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Le direttive europee non hanno scadenze/prescrizioni: le devi recepire, applicare e basta..

Il GDPR ne fa parte, per farne un esempio..

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Ed è comunque sempre ingiusto mandare avanti il piccolo Davide armato solo della sua piccola fionda senza sostenerlo e stare a guardare come andrà a finire prima di, nel caso, approfittarne.
...

L’inerzia soddisfatta dei cittadini è all’origine di quella incredibile malattia che è la servitù volontaria

E se vivremo, sarà per calpestare i re.

Una delle più importanti differenze tra uomini e animali è che questi ultimi non permettono, al più idiota tra loro, di diventare capo branco.

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