iPhone 5 e Frequenze

Il Mac e le reti

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L'IPHONE 5 permetterà di navigare in Lte anche in Italia, ma forse non al meglio, poiché manca di supporto alle frequenze 2.6GHz, che sono tra quelle assegnate agli operatori nel nostro Paese. Sulla questione c'è un certo dibattito tra gli esperti e anche molta confusione, così Repubblica.it ha voluto vederci chiaro.

Intanto nelle caratteristiche ufficiali del prodotto si apprende 1 che ci saranno modelli diversi nei vari Paesi, quanto a frequenze supportate, ma l'Lte sarà su 850 MHz, 1800 MHz e 2.100 MHz. "In Italia e in Europa solo le prime due saranno utilizzate per l'Lte, nel breve periodo, visto che i 2.100 MHz sono già occupati dal 3G", spiega Antonio Sassano, docente della Sapienza e massimo esperto del settore. "C'è un po' di confusione sugli 850 MHz: in realtà è la stessa banda 800 MHz ora usata dalla tivù e assegnata all'asta agli operatori mobili", aggiunge; lo confermano dalla Fondazione Ugo Bordoni, il braccio tecnico del Ministero allo Sviluppo economico. Queste sono buone notizie, quindi, per gli utenti italiani.

Peccato che non ci sia supporto ai 2.6 GHz, che invece saranno utilizzabili, insieme agli 800 e ai 1800 MHz, dal Nokia Lumia 920 (in arrivo) e dalla versione Lte del Samsung S3. "Il problema per l'iPhone 5 potrebbe porsi quando ci sarà molto traffico sulla rete a 800 e 1800 MHz: gli utenti non potranno sfruttare anche le frequenze 2.6 GHz, avranno quindi meno capacità a disposizione e andranno più lenti rispetto ai terminali che supportano quelle frequenze; addirittura potrebbero non connettersi alla rete in casi estremi di traffico", aggiungono dalla Fub. "In realtà il problema ci sarà solo più avanti, credo fra due-tre anni, quando le reti saranno molto affollate", rassicura Sassano. "Solo allora entreranno in gioco le frequenze 2.6 GHz, che consentono di creare micro celle per dare capacità in luoghi circoscritti. Mi aspetto che gli operatori le installeranno solo tra un po' e solo laddove serve...".

Così si spiega perché Apple non ha messo il supporto ai 2.6 GHz: adesso non serve, in Europa; e gli Usa nemmeno usano queste frequenze per l'Lte. Questa lacuna si farà sentire solo in quei pochi Paesi che hanno destinato solo i 2.6 GHz all'Lte (come il Brasile).

"L'iPhone 5 andrà benissimo sulle frequenze 800 MHz, purché il ministero allo Sviluppo economico riuscirà a liberarle dalle tv locali nei tempi giusti", aggiunge Sassano. Pesa in fondo quest'incognita, sul destino dell'Lte italiano, ma il ministero assicura che le libererà per novembre e poi le renderà disponibili agli operatori per gennaio 2013, come previsto dalla normativa.

Insomma, comunque gli italiani dovranno aspettare qualche mese, dalla disponibilità dell'iPhone 5 (28 settembre) al lancio dell'Lte (primi mesi del 2013). Situazione particolare per 3 Italia. Ricordiamo che è il solo operatore a non avere frequenze a 800 MHz, di cui due blocchi a testa sono andati agli altri tre operatori. Per i 1800 MHz un blocco a testa è andato a Telecom Italia, Vodafone e 3 Italia. Per quanto riguarda le frequenze in banda 2.600 MHz, 3 Italia e Wind si sono aggiudicate quattro blocchi; Telecom Italia e Vodafone tre blocchi.

3 Italia potrebbe quindi partire subito con l'Lte, non dovendo aspettare gli 800 MHz per realizzare la copertura. Gli utenti iPhone 5 di 3 potranno contare solo sui 1800 MHz, è vero, ma forse questo si rivelerà un problema solo nei prossimi anni. Nel frattempo arriverà un nuovo modello iPhone, con supporto anche ai 2.6 GHz. Prima ancora di questo, forse, 3 Italia potrà utilizzare per l'Lte la propria frequenza a 800 MHz, ora dedicata al Dvb-h (la tivù su cellulare, che di fatto non è più usata). L'operatore, a riguardo, aspetta ancora un'autorizzazione ministeriale, che prima o poi arriverà; non ci sono infatti ostacoli normativi a questo utilizzo.

Telecom e Vodafone hanno tutti i tipi di frequenza per l'Lte e quindi dovrebbero supportare l'iPhone 5 al meglio, anche nel lungo periodo. Wind invece non ha i 1.800 MHz e quindi i suoi utenti potranno usare l'iPhone 5 solo con gli 800 MHz: non dovrebbe essere un problema, almeno nell'immediato, a patto che quelle frequenze vengano rese disponibili dal ministero.

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