Un rapporto energetico

Battery Report è una utility dello sviluppatore DssW, piuttosto interessato ai consumi energetici dei computer ed il relativo controllo (vedere alla pagina Products and Services).
Il programma è estremamente semplice e fornisce un dettagliato rapporto, numeri seriali inclusi, sulle caratteristiche delle varie fonti energetiche che alimentano il computer ovvero batteria dei portatili, alimentatori e UPS. Questo rapporto può essere esportato come un file pdf formattato ad hoc dal programma stesso, stampato o inviato per email.
Il rapporto è composto di una sezione “Computer”, a sua volta divisa in Hardware e Operating System (inclusiva di vari numeri seriali e caratteristiche principali), ed una sezione per ogni fonte di alimentazione eventualmente collegata dove vengono riportati seriali e caratteristiche di ognuna. Nel creare il rapporto, si può scegliere di omettere qualche sezione magari per non distribuire i numeri seriali della macchina. Purtroppo mancano funzioni grafiche o anche testuali di registrazione e rappresentazione dei consumi nel tempo.
Il programma può tornare utile nella ricerca di problemi di alimentazione e nella verifica dei componenti interessati quando né il pannello Energia di System Profiler né CoconutBattery ci hanno soddisfatto. In effetti i punti di forza rispetto a queste altre due soluzioni o ad altre utility gratuite sono abbastanza marginali ma possono tornare comodi, soprattutto in fase di ricerca guasti.
A fronte di cotanto servizio, lo sviluppatore richiede gentilmente un emolumento pari a 6 euro (pardon, 5,99) per rimuovere l’infamante scritta “Demonstration License” dal rapporto in pdf come dalla schermata stessa del programma.
Curiosamente i requisiti di sistema partono da Snow Leopard.

Mille (e duecento) nuovi posti dove mettere le mani

Unlock Over 1200 Hidden Features in Mac OS X and Other Apps“. E, come diceva Peppino, ho detto tutto.

Trita, affetta, sminuzza, taglia, centrifuga… MacPilot della Koingo Software, giunto da poco alla versione 4.1.7, viene spesso presentato in maniera semplicistica come un altro programma, per quanto di qualità e affidabilità fuori dal comune, per personalizzare OS X e per eseguire comandi del Terminale tramite interfaccia grafica. Ed in effetti così appare ad una prima occhiata.

A scavare appena sotto la superficie, si realizza che più si cerca e più funzioni si trovano fino ad un punto in cui ci si inizia a scordare le prime trovate… Forse solamente un utilizzatore assiduo riesce a ricordarsi, se non tutte le funzioni, almeno tutti i loro gruppi principali ed i diversi campi di applicazione delle stesse. Francamente anche arrivare a questo livello di conoscenza pare già un traguardo e, aprendo il programma, capita spesso di sorprendersi a ritrovare in MacPilot numerose e utili funzioni che si è abituati ad avere sparpagliate in altrettanti singoli programmi o procedure ma non riassunte in un’unica applicazione.

Tutto questo viene appunto sintetizzato in maniera molto efficace dalla stessa presentazione della Koingo: “Unlock Over 1200 Hidden Features in Mac OS X and Other Apps“. Dubito che qualcuno si sia messo a controllare se effettivamente siano 1200 ma già l’ordine di grandezza dovrebbe dare una certa idea della potenzialità dell’attrezzo. Per i più scettici, sul sito di MacPilot è disponibile la pagina “Feature Comparison” dove, se da una parte è come chiedere all’oste se il vino è buono, dall’altra si ha un confronto di massima ovviamente con una selezione di competitori minori ovvero Cocktail, TinkerTool ed altri. Giusto per dare un’idea, i seguenti sono i gruppi principali delle funzioni di MacPilot: General, Disks, Network, Login Items, Startup, Spotlight, Power, Logs, Tools, File Browser, Info e ovviamente Preferences. Da notare che in ogni gruppo esistono sottogruppi di funzioni ed a volte anche sotto-sotto-gruppi di funzioni. Ma tanto ci si perde lo stesso.

Come sempre con programmi di questo genere, si consiglia caldamente di prestare molta attenzione nell’utilizzo e di non eseguire modifiche se non si sa esattamente cosa e dove si sta operando. Piccole modifiche nell’interfaccia del sistema o di qualche applicazione, o anche l’esecuzione di un comando apparentemente innocuo ma così invitante quando a portata di mano e non inaccessibile sotto forma di stringa di Terminale, possono a volte causare problemi di varia gravità.

Le applicazioni pratiche di MacPilot vanno quindi ben oltre la semplice modifica dell’interfaccia o della funzionalità di OS X o di particolari applicazioni ma spaziano tra la manutenzione ordinaria, quella straordinaria, la creazione di particolari servizi o configurazioni personalizzate, la modifica di impostazioni di sistema, l’accesso rapido e sicuro a funzionalità nascoste o poco accessibili… Provare per credere.

A proposito di provare, è disponibile un trial di 15 giorni al termine dei quali vengono chiesti US$ 19,95. Esiste anche una variegata politica di prezzi per studenti, famiglie, educatori, affari, globale e aggiornamento. Per gli amanti del genere, il tutto è anche disponibile sull’App Store. Per gli amanti del vintage, sono sempre disponibili versioni anche per Panther (Mac OS X 10.3) e Tiger (Mac OS X 10.4).

P.S. Detto questo, esiste anche un menù “Terminal Commands“. E lì si apre un altro mondo…

La mappa non è il territorio*

In teoria: due recensioni al costo di una. In pratica: un paio di scarne presentazioni. Difatti la complessità di questi applicativi GIS (Geographical Information System) nonché i molteplici impieghi a cui possono essere adattati da una diversissima utenza richiederebbe un’analisi estremamente approfondita per valutare e confrontare in maniera affidabile le varie funzioni. Come se non bastasse, ogni possibile comparazione dovrebbe essere invece fatta dai singoli utenti in funzione delle loro effettive necessità. A monte di tutto, senza scoprire niente di nuovo, va osservato come il mondo GIS e quello Mac abbiano ben pochi elementi in comune e come la possibile scelta di programmi Mac di analisi geospaziale sia non solo piuttosto ristretta ma anche ampiamente snobbata dalle solite grandi software house del campo.

GRASS GIS “Un GIS per gestione dati, elaborazione immagini, produzione grafici, modellamento spaziale e visualizzazione di diversi tipi di dati… GRASS (Geographic Resources Analysis Support System) è un GIS per dati vettoriali e raster, un sistema di elaborazione immagini e di produzione grafici. GRASS contiene più di 350 programmi e funzioni per produrre mappe ed immagini a monitor o su carta, manipolare raster, vettori e dati, elaborare immagini multi-spettrali e creare, gestire ed immagazzinare dati spaziali. GRASS usa sia un’intuitiva interfaccia grafica che una linea di comando per una maggior facilità delle operazioni. GRASS si può interfacciare con hardware commerciale come stampanti, plotters, digitalizzatori e database per sviluppare nuovi dataset come per gestirne di esistenti.”

“And now something completely different”: questa frase vi verrà in mente se avrete già avuto esperienze in campo GIS al momento di usare GRASS GIS. Il programma (open source per Mac, Linux e Windows) inizia a chiedere un minimo di attenzione già al momento dell’installazione in quanto sono necessarie le installazioni di alcune dipendenze prima di quella dell’applicazione principale. Sullo stesso ReadMe si specifica che “l’installer non controlla la presenza dei vari requisiti e installerà tranquillamente GRASS se qualcosa è mancante MA GRASS non funzionerà correttamente o per niente.” A buon intenditor…
La procedura corretta di installazione prevede i seguenti passaggi obbligatori più altri eventuali corollari:

  • scaricare l’installer di GRASS, ad esempio da KyngChaos GRASS, e dei frameworks necessari (GDAL, freetype, cairo) da KyngChaos Frameworks
  • installare i framework GDAL Complete, FreeType e cairo e poi installare GRASS
  • scegliere GIS Data Directory, Location (nome, modalità di scelta del sistema di coordinate, proiezione, parametri della proiezione, datum), eventuali diversi Mapset
  • avviare GRASS

Una volta installato e configurato tutto… il lavoro è appena cominciato. Come letto in un tutorial, “i primi passi su GRASS sono difficili e questo breve tutorial è fatto per ogni nuovo utente”. La chiave di lettura è proprio in quell'”ogni”. Che siate alle vostre prime esperienze geospaziali o, peggio ancora, abbiate alle spalle un decennio e passa di analisi soprattutto sui soliti applicativi commerciali, benvenuti a scuola. “And now something completely different”. L’interfaccia e la logica stessa dell’applicazione sfuggono agli schemi soliti con una noncuranza quasi unica e tutti devono prepararsi ad un periodo iniziale di apprendimento piuttosto ripido.
Per una rassegna minimamente esaustiva delle possibili funzioni analitiche, è molto meglio rimandare alla fittissima comunità on-line prodiga anche di tutorial, dati di esempio ed aiuti vari. Appunto la diffusione di GRASS, soprattutto in campo accademico, è testimone delle sue potenzialità soprattutto in confronto agli altri programmi GIS per la piattaforma Mac ma, come detto, bisogna essere consapevoli dell’iniziale periodo di studio per il quale i veri requisiti minimi di sistema sono modestia e pazienza.

Quantum GIS Anche QGIS è un GIS open source disponibile per Mac, Linux e Windows le cui principali funzioni vengono così riassunte:

  • Mostrare e sovrapporre dati vettoriali e raster in diversi formati e proiezioni senza conversione ad un formato proprietario o comune
  • Creare mappe ed esplorare in maniera interattiva dati spaziali con una facile interfaccia grafica
  • Creare, modificare ed esportare dati spaziali
  • Effettuare analisi spaziali con il plugin fTools per shapefiles o il plugin GRASS integrato
  • Pubblicare la vostra mappa su internet usando la funzione di esportazione a Mapfile; richiede un webserver con UMN MapServer installato
  • Adattare Quantum GIS ai vostri bisogni specifici attraverso l’architettura a plugin espandibile

Anche QGIS ha abbandonato la precedente ed apprezzata logica del drag&drop per l’installazione e richiede un minimo di attenzione avendo un paio di dipendenze che devono essere installate prima dell’applicazione principale. Ergo:

  • scaricare l’installer di QGIS ad esempio da KyngChaos QGIS e dei frameworks necessari (GDAL, GSL) da KyngChaos Frameworks
  • installare i framework GDAL Complete (come per GRASS) e GSL
  • trascinare QGIS in cartella Applicazioni
  • eseguire primo avvio da utente amministratore

A differenza di GRASS, QGIS garantisce un’interfaccia più comune ed una logica meno da “pensiero laterale”. Da alcune versioni inizia anche ad offrire una certa serie di funzioni analitiche per dati sia in formato vettoriale che raster.

Entrambi i programmi hanno enormi potenzialità e meritano attenzione, soprattutto considerando il prezzo (nullo) e la mancanza di validi concorrenti su piattaforma Mac tranne forse uDig e gvSIG. Per una sommaria tabella comparativa, si può verificare Wikipedia alla voce Comparison of geographic information systems software. In ultima analisi va sottolineato ancora come il corretto utilizzo di questi applicativi richieda indistintamente a tutti i nuovi utenti una preparazione specifica per la loro estrema particolarità e struttura. Sulla scelta di quale sia il programma che meglio si adatta alle proprie esigenze, si può solamente consigliare un dettagliato ed esteso esame delle caratteristiche dei diversi programmi non solo in termini di formati di dati trattati e funzioni presenti ma anche in base alle diverse possibilità di esportazione, creazione mappe dettagliate o collegamenti con servizi web, giusto per citare gli aspetti più comuni.

*Alfred Korzybski (wikipedia.org/wiki/Alfred_Korzybski) e relazione mappa-territorio (wikipedia.org/wiki/Map–territory_relation).