Ho appena riletto "Ninfee nere" di Michel Bussi, che lessi circa un anno fa.
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Un giallo che all'inizio sembra costruito in modo classico (un omicidio nelle prime pagine, l'inchiesta condotta a volte in modo bizzarro, molti sospettati), ma che in breve prende una piega inconsueta, con lunghe digressioni sulla storia di Monet, del suo giardino fiorito con il famoso stagno di ninfee. Infatti la storia si svolge a Giverny, dove si trova la casa di Monet visitata da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.
E' la prima volta che rileggo un giallo, però in questo caso volevo vedere dove e come l'autore era riuscito nel suo gioco di prestigio.
Infatti il prestigiatore che fa trucchi con carte e oggetti vari è stato il primo pensiero che mi è venuto dopo averlo finito la prima volta, colpito dal finale davvero "a sorpresa".
Per certi versi mi ha ricordato i racconti di Chesterton con protagonista Padre Brown, oppure i migliori Ellery Queen. Ma qui il racconto è più ricco di dettagli e di storie intrecciate o parallele. Non è possibile raccontare di più perché guasterei il piacere della lettura a chi non lo conosce.
Colpito da questo romanzo, ne ho poi letti altri tre di Bussi, "La doppia madre", "Tempo assassino" e "Mai dimenticare". Sempre interessanti e avvincenti, ma dopo un po' il meccanismo appare simile, e il finale a sorpresa, in cui si rivela che le cose non sono quello che sembrano, risulta un po' ripetitivo.