Dopo l’uscita del primo aggiornamento e con una ragionevole sicurezza di non incontrare problemi di gioventù, ho aggiornato i miei due Mac da tavolo a Mojave.
Il MacMini partiva da un’installazione pulita di High Sierra di qualche mese fa, l’iMac fu acquistato con Yosemite e da allora sempre aggiornato senza mai spianare e fare installazioni pulite.
Per primo il MacMini: lancio l’installazione la sera, spengo il monitor e vado a dormire. La mattina dopo trovo la schermata con le due domandine che precedono la comparsa della scrivania, rispondo e la scrivania appare in un lampo. Evidentemente il caricamento dell’utente, l’indicizzazione, ecc. era continuata in background.
L’iMac lo faccio partire la mattina ed esco, dopo, ovviamente, un backup con Time Machine.
Ho provveduto anche a staccare tutto, salvo la tastiera a filo, prima di aggiornare.
Ho lasciato, ovviamente, il Magic Trackpad 2 acceso.
Torno dopo un’ora e c’è la barra di caricamento senza scritte sotto e ferma.
E rimane ferma.
E rimane ferma.
E rimane ferma.
I battiti del cuore salgono, alle mie spalle compare lo spirito di Tim Cook che mi sussurra: “Comprati l’Apple Watch, così puoi tenere il cuore sotto controllo.”
Un attimo prima dell’infarto la barra prende vita e l’installazione finisce.
Ricollego dischi, hub, ecc., in modo che il sistema operativo li riconosca uno alla volta.
Risultato finale: installazione perfettamente riuscita, compreso il passaggio dei rispettivi hard disk rotazionali all’APFS.
Evidentemente, con un sistema mantenuto bene, non è necessario ripartire da zero e si può tranquillamente aggiornare.
Le operazioni di indicizzazione, aggiornamento Time Machine, ecc. hanno rallentato il disco per due-tre ore, durante le quali ho usato poco o niente l’iMac per fargliele completare in pace, senza allungare così il periodo di rallentamento.
Ho sistemato qualche menulet che non partiva più automaticamente ed è cominciato il calvario delle autorizzazioni: Mojave ha aggiunto una serie di sacrosante (a mio avviso) protezioni supplementari, per cui al primo avvio di un programma ci sono delle autorizzazioni da dare.
Insomma, ho passato il pomeriggio a lanciare programmi e dare autorizzazioni.
La cosa “divertente” è che alcuni programmi sono partiti senza chiedere nulla, ma stamattina, all’accensione, anche loro hanno chiesto le loro autorizzazioni. Ieri vi faceva schifo?
Ho installato NightOwl, che mi permette di passare dall’aspetto chiaro a quello scuro con un click.
Fin qui tutto bene. Finché ho scoperto che Calendario ha eliminato la possibilità di personalizzare i suoni degli avvisi: ce ne è uno solo, non modificabile.
Ok, parafrasando un motto dei costruttori di Formula 1 degli anni ’60, “Quel che non c’è non si impalla”, ma io preferivo di gran lunga avere i suoni personalizzati.
Anche perché era una funzione che non dava problemi.
Pazienza, non potremo più abbinare alla visita della suocera il suono dei violini stridenti di Pycho.
Confermo che le cartelle “impacchettate” con estensione .dvdmedia non vengono più lette da DVD Player, ma durante l’installazione il programma di default è stato cambiato automaticamente a VLC, che, invece, le apre tranquillamente.
Ho provato l’aspetto scuro (Dark Mode), ma per il momento non mi sembra un granché.
La nuova grafica dell’App Store mi piace poco, la nuova organizzazione ancor meno.
A naso, mi sembra che passando ad APFS, anche il disco rotazionale abbia guadagnato un po’ di sprint. Non è certo un ghepardo come gli SSD, ma passare da lumaca a tartaruga è già un passo avanti.
Molti programmi hanno cambiato leggermente grafica, i font mi sembrano più nitidi.
Per ora nessuna incompatibilità rilevata, nessuna chiusura inaspettata.
Speriamo bene.