Ascritto al genere noir, il racconto si tende fin dalle prime folgoranti battute in una scrittura febbricitante con un crescendo allucinato, quasi tossico. Storia di una dissociazione progressiva, di una scomposizione e decomposizione inarrrestabili, di una oppressione quasi fisica del respiro, che spasmodicamente cerca ossigeno eppure si chiude, contorcendosi, sempre più su se stesso. La colpa è inespiabile, poiché atavica, ontologica, si direbbe. Agli amanti del genere (e non) raccomandatissimo. Non ho mai letto l'originale francese, ma qui il traduttore - secondo la buona tradizione Adelphi - sta in un evidente rapporto di grazia col testo.
Vi trassero anche un film (visto) che però, seppure non malvagio, non è all'altezza del libro, ovviamente. Buona lettura
