I migliori film italiani

[mondisky]

io faccio una lista da cinefilo scarso, ma i film che mi hanno divertito e appassionato, negli ultimi anni e non, sono:

- Le conseguenze dell'amore
- Il caimano
- l'amico di famiglia
- La scuola
- Il divo
- L'amico del cuore
- Mine vaganti
- L'imbalsamatore
- La ragazza del lago
- L'uomo in più
- Pane e tulipani
- Caos calmo
- L'armata brancaleone
- la banda degli onesti
- i due colonnelli
- Non ci resta che piangere
- Ricomincio da tre
- Scusate il ritardo
- Pensavo fosse amore invece era un calesse

rigorosamente non in ordine di preferenza

[sistemadigitale]

E' QUESTO

[francescolupo7]

e amici miei?

[robertocali]

il grido dell'aquila
Scipione l'Africano


non me ne vengono in mente altri

[Susanna]

..italiani in ordine sparso..

1) La sconosciuta
2) Nuovo cinema Paradiso
3) Io non ho paura
4) Non ti muovere
5) La vita è bella
6) tutti i film di Ferzan Ozpetek, tranne Cuore sacro
7) Mediterraneo
8 ) C'era una volta in America
9) ladri di biciclette
10) Umberto D
11) il bellissimo Kapo' di Gillo Pontecorvo
12) La Ciociara
13) Novecento
14) Amici miei
15) Il postino

[mauripucci]

impossibile citarli tutti... i registi italiani sono "grandi", ma se devo scegliere:

Kaos dei fratelli Taviani
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri
Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo
La classe operaia va in paradiso di Elio Petri
Il caso Mattei di Francesco Rosi
La ciociara di Vittorio De Sica
Todo modo di Elio Petri
La Caduta degli Dei di Luchino Visconti
Amarcord di Federico Fellini
La grande guerra di Mario Monicelli
Il Gattopardo di Luchino Visconti
Le vie del Signore sono finite di Massimo Troisi
Napoli milionaria di Eduardo De Filippo
Porte aperte di Gianni Amelio
Il Caimano di Nanni Moretti
Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci
L'ultima donna di Marco Ferreri
I vitelloni di Federico Fellini
Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci
ll Gattopardo di Luchino Visconti
Divorzio all'italiana di Pietro Germi
Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni
La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo

e... tanti altri

[Mickie]

Aggiungo a quelli precedentemente citati un gruppetto di titoli che forse sono rimasti un po' più nell'ombra rispetto ad altri, ma che trovo meritevoli, non foss'altro, per alcuni di essi, perché ci offrono uno spaccato di vita italiana di un tempo che noi non abbiamo conosciuto:

1) I Grandi Magazzini - 1939, Mario Camerini
2) Non ti pago! - 1942, C.L. Bragaglia (dall'omonima commedia di Eduardo)
3) Due soldi di speranza - 1952, Renato Castellani
4) La domenica della buona gente - 1953, Anton Giulio Majano

5) Vivere in pace - 1947, Luigi Zampa
6) Mio figlio professore - 1946, Renato Castellani
7) La visita - 1963, A. Pietrangeli
8 ) Lo scopone scientifico - 1972, Luigi Comencini

[Mickie]

Anche se ormai in questo topic parlo da sola ho fatto un elenchino di soli film di Totò tra i miei preferiti:
(PS: con "preferiti" non intendo necessariamente "che mi hanno fatto ridere di più")

0) San Giovanni decollato - 1940, A. Palermi (La canzone di Totò)
1) Totò le Mokò - 1949, C.L. Bragaglia (La Mazurka di Totò)
2) Totò sceicco - 1950, Mario Mattoli (con un esilarante Aroldo Tieri)
3) Guardie e ladri - 1951, Steno e Monicelli
4) Miseria e nobiltà - 1954, Mario Mattoli (già citato da altri utenti) - dall'omonima commedia di Eduardo Scarpetta

5) La banda degli onesti - 1956, Camillo Mastrocinque (già citato da altri utenti)
6) Totò, Peppino e la malafemmina - 1956, Camillo Mastrocinque (già citato da altri utenti)
7) La legge è legge - 1958, Christian-Jaque
8 ) I due marescialli - 1961, Sergio Corbucci
9) Tototruffa '62 - 1961, Camillo Mastrocinque

PS: vediamo se qualcuno indovina chi mi vengono in mente esattamente quando guardo la scena de "La Mazurka di Totò"?
… ok, aiutino: seconda metà anni '70 (e poi tanti altri anni ancora)

[Hammarby]

Ma qual'è il motivo per mettere un film in lista?
Tecnico?
Emotivo?
Il film vi ha dato qualcosa?

Lo chiedo perché nell'altro thread, quello sui film stranieri, mi sembra che il trend sia o il marchio (tutti i film di Tizio) oppure la tecnica (qui Caio ha fatto bene questo).

Dai, dite la vostra...

[mauropasha]

Per quanto mi riguarda, non essendo io esperto, anzi diciamo la verità..., essendo io profano in materia, il motivo è esclusivamente emotivo: a questo in realtà contribuiscono altri aspetti come l'età e la compagnia con cui lo si guarda la prima volta.

[Hammarby]

Per quanto mi riguarda, non essendo io esperto, anzi diciamo la verità..., essendo io profano in materia, il motivo è esclusivamente emotivo: a questo in realtà contribuiscono altri aspetti come l'età e la compagnia con cui lo si guarda la prima volta.

Anch'io non sono un esperto, anzi di solito non conosco neanche i nomi degli attori, se siano famosi o no.
Io ho trovato belli alcuni film di poco conto e scarsa fama, ed altri invece li ho trovati scarsi anche se hanno avuto l'oscar.
Esempio: "La vita è bella" per me è un film brutto, finto, non fa ridere se voleva essere comico e non fa piangere se voleva essere drammatico.
Mi è piaciuto invece "Il piccolo diavolo", per rimanere su Benigni.

[Susanna]

@Hammarby:
nella mia lista ho messo film che mi hanno commosso, o divertito, o colpito. Quindi non motivi 'tecnici', ma solo personali ed emozionali.

Nel caso per es de La vita è bella, il film, in se', non mi era sembrato eccezionale in termini tecnici (scenografia, costumi, fotografia, attori, dialoghi, etc etc).

Ma mi ha colpito moltissimo l'idea avuta dal regista ( e la sua realizzazione) che un padre deportato potesse idealmente inventare un 'gioco' di ruolo, funzionale alla sopravvivenza emotiva del figlioletto nel lager.

Ecco, quest'idea mi è sembrata, per quanto poco realistica ( ma poi chi lo sa..), assolutamente geniale.

[Gattinara]

Ma qual'è il motivo per mettere un film in lista?
Tecnico?
Emotivo?
Il film vi ha dato qualcosa?

Lo chiedo perché nell'altro thread, quello sui film stranieri, mi sembra che il trend sia o il marchio (tutti i film di Tizio) oppure la tecnica (qui Caio ha fatto bene questo).

La risposta potrebbe non essere univoca, come per innumerevoli altre preferenze (non esclusivamente filmiche).

Esempio:
ne "La casa dalle finestre che ridono", c'è una minuta scena nella quale il protagonista, trovandosi di fronte alla facciata dell'abitazione in questione, rimane terrorizzato/affascinato dalle bocche disegnate intorno alle persiane e, come contraccolpo immediato alla paura, gli viene quasi da ridere.

Quella scena vale tutto il film ché, chi si è trovato ad avere davvero paura nella vita, la avverte di rimando come reazione autentica, la riconosce.

Ma questa particolare sequenza avrebbe avuto il medesimo impatto emotivo se privata di tutti gli eventi che l'hanno preceduta (dialoghi, ritmo, fotografia, musica, regia), caricandola gradualmente?

Non credo (o forse non mi piace credere) che l'affezione ad alcune opere che ci hanno accompagnati (o che ci accompagneranno) sia dovuta ad una dissezione anatomica distribuita in definizioni tecniche quali "la regia, in questo punto" o "la fotografia, in quest'altro" o ancora "l'interpretazione di caio", et cetera.
Fido sia un'assommarsi dell'impatto emotivo generato da svariati elementi, da una sorta di impronta tanto potente da funzionare però anche in slegato e che difatto conduce, paradossalmente, a notifiche concernenti gli appunti tanto sgraditi sopra menzionati che, avversione nonostante, ci si ritrova comunque (e giustamente) ad esprimere con frequenza.

Come disegnatrice posso venire "risvegliata" dall'abilità strutturale/compositiva/fotografica di un'opera, come burlona da sceneggiature singolarmente spassose, come musicista dal ritmo e dalle prospettive temporali che lo governano, come lettrice essere colpita invece dalla capacità di un autore (o interprete) di portarmi in un territorio visitato, familiare, o in un altro totalmente ignoto ed inospitale o in luoghi tanto alieni e straordinari da farmi dimenticare persino la definizione stessa di ambiente finora conosciuta, e via dicendo.

E fido questo capiti a tutti, disegnatori/lettori/scrittori/musicisti/burloni o meno, perché esistono corde che, se tirate (o funambolicamente sospese), riescono a condurre in posti dove i motivi (seppure responsabili del nostro spostamento) smettono di essere rilevanti (al pari del nome del regista).

[Susanna]

@Gattinara:
in tempi di contrazioni e abbreviazioni, che bello leggere un italiano così

[Gattinara]

Susanna, grazie dell'appunto; in verità una corretta struttura verbale ha cominciato a rendersi necessaria un ventennio fa quando, in frequenza di eccessi etilici, comunicare traverso il "plàppla" (tutti i beoni - leggasi 'mbriachi - conoscono tale elementarizzazione lessicale) poteva risultare rovinoso :)